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Autore: Larryx    06/11/2014    1 recensioni
Dal primo capitolo:
Nicholas chiuse gli occhi, tentando di riprendere il controllo di sé, ma ogni tentativo sembrava vano.
Un riflettore illuminò il pianoforte al centro del palco e il ragazzo, in quel preciso istante, udì una voce mascolina sussurrargli: “Fai del tuo meglio”.
Annuì, strinse le mani a pugno e iniziò a camminare sul palco. La gente presente si zittì, i suoi passi echeggiavano tra quelle mura, la sua ansia cresceva sempre più, ma in quel momento non avrebbe più potuto tirarsi indietro.
***
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Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sole era alto nel cielo, le cicale frinivano tra gli alberi, una piacevole brezza marina rinfrescava l'aria.
Nicholas si era steso sulla sabbia dorata e osservava il cielo, così immenso, così puro. Adorava particolarmente il mare e tutto ciò che lo caratterizzava, infatti ogni giorno cercava di ritagliarsi un po' di tempo da passare sulla spiaggia per pensare a se stesso.
Un gabbiano lo sorvolò e lui non poté far a meno di sorridere pensando a quanto sarebbe stato bello spiccare il volo, ma quell'idea di felicità che era nata nella sua mente svanì in un istante: sapeva che sarebbe stata solo una stupida utopia.
Sospiro e sollevò il busto per sedersi, i suoi occhi rossastri presero a inseguire l'orizzonte, le sue mani raggiunsero il collo e afferrarono la catenina dorata alla quale era appeso un ciondolo ceruleo a forma di sole. Lo strinse forte al petto e chiuse gli occhi, per poi iniziare a pensare intensamente al suo desiderio, ed esso non tardò ad avverarsi.
“Il mare, che splendore!” commentò una voce maschile al suo fianco. Il ragazzo si girò verso quell'uomo e lo riconobbe immediatamente: il dio Apollo. Con il passare del tempo, Nicholas aveva iniziato a conoscerlo sempre di più, fino a stringere con lui un rapporto di amicizia che andava oltre i confini dell'immaginabile. Sorrise “È quanto di più bello possa esistere”
“Ehi, stai forse dimenticando il sole?” rispose l'altro, visibilmente offeso.
“Oh Apollo, sai bene che il mio elemento per eccellenza è l'acqua, non puoi pretendere che io preferisca il sole a questa meraviglia. È così fresca, pura, cristallina, senza alcun segreto, tutto al suo interno è in pace... Rappresenta tutto ciò che vorrei essere...” mentre parlava, si era messo in piedi e si era avvicinato all'acqua per poi prenderne un po' tra le mani e, subito dopo, farla ricadere.
Il dio rise di gusto “Hai proprio ragione.” si avvicinò al ragazzo e gli scompigliò i capelli dorati. Nicholas cercò di evitare quel gesto e, ridendo, cadde all'indietro nella sabbia.
Apollo lo seguì, poi si stese al suo fianco.
“Ah, la luce del sole è un toccasana per me!”
Ma Nicholas non gli stava più prestando attenzione, la sua mente aveva iniziato a vagare per meandri reconditi, alla ricerca di risposte che non avrebbe mai saputo darsi da solo.
Il dio, accortosi dello stato d'animo del ragazzo, si drizzò, si schiarì la voce e chiese, pensando di aver intuito i pensieri del giovane: “Ma tu non dovresti essere a prepararti per il concerto di questa sera, Nic?”
Un'espressione di sorpresa illuminò il volto di Nicholas, ridestato dal suo smarrimento. Annuì e, lentamente, abbassò la testa, iniziando a giocare con la sabbia ai suoi piedi.
“Allora perché sei qui? Corri a prepararti!” insistette Apollo, scuotendo leggermente il ragazzo.
“Non voglio – la sua voce era quasi tremante – lo sai cosa succede quando suono!”
L'espressione dell'uomo al suo fianco si fece più seria, la sua voce assunse un tono profondo, sembrava esser diventato più imponente.
“Sono stato io a darti quel potere, questo perché sapevo che in te c'era qualcosa di straordinario. Quel ciondolo è il mio simbolo, e anche se tu dovessi abbandonarlo o romperlo, il mio controllo su di te non cesserà. Ho bisogno del tuo aiuto, non negarmelo.”
Nicholas sospirò e sollevò lo sguardo fino a incontrare quello del dio.
“Non abbiamo mai provato l'effetto della tua musica su un gruppo tanto vasto di persone, hai idea di quante ce ne saranno?”
Il dio annuì. “Qualsiasi cosa accada, io sarò lì con te. Il tuo è un potere benefico, ma, se usato in maniera spropositata, può creare dei disastri senza alcun precedente. E poi...” la sua voce si fece tanto bassa, che il ragazzo non riuscì a comprendere.
“Come?” Apollo scosse la testa “Non ci pensare, – si sollevò e aiutò il ragazzo a fare lo stesso – piuttosto, vai a prepararti!” gli diede una leggera spinta, Nicholas inciampò nella sabbia e, una volta ristabilito l'equilibrio, si girò verso il dio, ma egli era scomparso.
Un sorriso nacque sul suo volto, le dita tornarono a cercare il ciondolo che aveva al collo, chiuse gli occhi e si lasciò trasportare dal rumore delle onde che s'infrangevano sulla battigia.

 


Il concerto avrebbe avuto inizio di lì a breve, la sala si stava riempiendo sempre più di persone, il ragazzo iniziava a farsi assalire dal timore.
Il vestito in cui era costretto sembrava farsi sempre più stretto; la rosa che aveva appuntata all'occhiello pareva perforargli il petto; il ciondolo che gli pendeva sul petto, adeguatamente nascosto, in quel momento pesava come un macigno; le mani avevano iniziato a tremare.
Nicholas chiuse gli occhi, tentando di riprendere il controllo di sé, ma ogni tentativo sembrava vano.
Un riflettore illuminò il pianoforte al centro del palco e il ragazzo, in quel preciso istante, udì una voce mascolina sussurrargli: “Fai del tuo meglio”.
Annuì, strinse le mani a pugno e iniziò a camminare sul palco. La gente presente si zittì, i suoi passi echeggiavano tra quelle mura, la sua ansia cresceva sempre più, ma in quel momento non avrebbe più potuto tirarsi indietro.
Una volta giunto al centro del palco, si girò verso il pubblico e fece una leggera riverenza per poi incamminarsi verso il pianoforte.
Si sedette sullo sgabello, si aggiustò il vestito e poi carezzò gentilmente i tasti; prese un ultimo respiro, posizionò le mani e fece pressione con le sue dita per dare inizio al suo concerto.

Non aver timore, ragazzo mio” gli sussurrò Apollo, prima che la sua musica si sprigionasse nell'aria.

 

  
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