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Autore: Eneri_Mess    23/10/2008    6 recensioni
« Si sono verificati strani casi, in diverse parti del paese. Notizie sparse, che nessuno collega tra loro, ma tutte riguardanti donne e neonati apparentemente morti a causa di tristi incidenti o per negligenza. Alcuni palesemente uccisi da ignoti. Fatti di cronaca che si perdono tra elezioni politiche e sfilate di moda ».
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONE: qualche nota prima di iniziare per spiegare Rating e Avvertimenti.

 

La storia è segnalata come Rossa per la possibile presenza di linguaggio fine, scene violente e di sesso (“possibile” in quanto ancora non scritte, ma contenute nella trama mentale dell’autrice).

 

La fanfiction conterrà anche tematiche shoujo-ai (amore tra donne), che non sono ancora certa si trasformeranno in yuri.

 

Inoltre, importante, in questa fanfiction troverete TEMI RELIGIOSI trattati e adattati per esigenza alla trama. Dato che questa è semplicemente una storia di fantasia non è mia intenzione offendere nessuno né gettare infamia sulle Sacre Scritture. Amen.

 

Buona lettura!

 

 

 

 

 

Disclaimer: se vi dicessi che Devil May Cry è mio mi credereste?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ave et vale

 

when the life falls from the sky

 

 

˜

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Signore Dio chiese alla donna: « Che hai fatto? »

Rispose la donna: « Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato la mela ».

 

[Genesi 3-13]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mission 00. Dirge

 

 

 

Fuori si era fatto buio, quando Dante riaprì gli occhi.

L’odore della carta stampata si insinuò in modo fastidioso nelle sue narici, facendogli contrarre seccatamente gli zigomi pallidi e rilassati. Con un gesto del tutto calmo e ancora sonnolento, si levò il settimanale dalla faccia, buttandolo alla cieca sulla scrivania.

Continuava ad avere sonno, quel tipo di intorpidimento tipico delle mezze stagioni: un po’ per colpa dell’indecisione del tempo, un po’ per il gelo che spirava ovunque con spifferi e ululati da dannati dell’Inferno. Un’ironia, avere quelle voci inconsistenti e innocue a danzargli intorno e a penetrargli spiacevolmente nelle ossa. Tutto ciò portava una noia atroce, sommata all’inesistenza, anche minima, di lavoro.

Morale della favola, il Cacciatore di Demoni richiuse gli occhi, assestandosi sulla sedia quanto bastò a trovare una più comoda posizione per il nuovo, ozioso sonnellino.

Il cielo rumoreggiò in quel momento, forte e potente come la dinamite di un palazzo in demolizione. Nessun lampo illuminò la grande e sciatta stanza, rischiarata soltanto dai lampioni della strada, quest’ultima spruzzata a scatti dal lampeggiante neon carminio del Devil May Cry.

Dante non si fece cogliere di sorpresa, registrando indolente il rombare del tempo senza troppa importanza. Non aveva in programma d’uscire; in caso, c’erano degli avanzi da riscaldare, e il frigorifero abbondava di birre. L’unica – quasi basilare – necessità che aveva, che agognava in realtà, era quella di scacciare il prurito alle mani che da lì a cinque settimane lo aveva impigrito abbastanza da rendergli fastidiosa anche la sola azione di alzare la cornetta del telefono e chiamare la pizzeria a domicilio.

Perfino chiedersi che fine avesse fatto Trish, volatilizzatasi da un giorno all’altro, si era rivelata presto una preoccupazione troppo dispendiosa di energie da assecondare. Era adulta e demone, di cosa doveva stare in pensiero?

Quando due boati temporaleschi consecutivi invasero le pareti dell’agenzia, la mente del mezzodemone, a un passo dal riposo, riprese appieno i contatti con il presente nel breve lasso di tempo che il lampo del primo tuono impiegò ad abbagliare l’ampia stanza.

Le suole degli stivali poggiarono terra nello stesso momento in cui la scintillante Ivory fu puntata senza esitazione verso la finestra dinanzi la scrivania, il mirino fisso sulla nuca di chi aveva avuto la geniale idea di disturbarlo.

Una nuova folata di vento portò con sé le prime gocce di pioggia contro le superfici trasparenti e sporche dell’agenzia. Il lieve picchiettio iniziale si trasformò presto nello scroscio di un fiume. Lontano, qualcuno premette forte sul clacson.

« Una buona giornata » disse il Cacciatore, mellifluo, come a voler salutare l’ospite dai capelli dorati ancora ferma di spalle, e al contempo complimentarsi con la piega assunta dalla tetra serata. La solidità quasi etica del grilletto opposta alla pressione controllata del dito, rassomigliava alla ritrosità di un’amante credutasi trascurata. Sia lui, sia la sua adamantina signora, sperarono dunque in un giro di danze.

Tuttavia, l’apparizione non sembrò dimostrare alcuna ostilità. In piedi davanti alla cornice trascurata della finestra, scrutava con curiosità le luci del quartiere, schiudendo inconsciamente le labbra in un tenue ‘ooh’ di stupore.

Ben presto, il semi ghigno di Dante si affievolì, come la rigidità del braccio armato. Cercare di coglierlo di sorpresa era una tattica errata che lo faceva solo incazzare più del dovuto, ma dopo tanti di quei giorni in cui l’unica attività da lui compiuta era stata di stravaccarsi e dormire, il Cacciatore di Demoni sembrò accondiscendere all’apparente innocuità del “nemico”, e quindi abbassare la pistola.

« Non offro un tetto a chi mi piomba in casa senza invito. Soprattutto a chi non entra dalla porta » puntualizzò Dante, prima di aggiungere, con un sorriso accattivante « sempre che tu non abbia da propormi qualcosa di gustoso »; ma fu vagamente convito di essere del tutto ignorato dall’atteggiamento noncurante della giovane, avvicinatasi talmente alla finestra da sfiorarla con la punta del grazioso nasino. Il vetro non si appannò, constatò il mezzodemone facendo spallucce e sospirando rumorosamente. Si decise ad alzarsi e avvicinarsi – senza riporre Ivory nella fondina – per chiarire quella fastidiosa e monotona ouverture serale rivelatasi più una perdita di tempo che un possibile svago.

Pur tenendo in considerazione l’acquazzone, iniziava a ventilare l’idea di farsi una passeggiata nei ghetti della città a caccia di qualche spasso dagli occhi rossi e dalle zanne prominenti, ma i suoi progetti si interruppero quando la donna bionda raddrizzò le spalle rosee, scoperte, scrollando i boccoli serici che le sfioravano. Si volse appena, come se avesse trovato qualcosa di interessante nell’angolo di strada più buio e lontano, e, con espressione assente, parlò, chiara e atona, ignorando la presenza di Dante a pochi passi da lei.

« Guida, o Signore - scandì imperativa – Dio mio, i miei passi al tuo cospetto ».

Un fulmine lampeggiò nel momento di sacro e attonito silenzio che seguì, senza tuttavia alterare le luci e le ombre sulla figura della sconosciuta, rimasta in trance, gli occhi privi di luminosità, come se il tempo e lo spazio non le appartenessero.

Dante sbatté le palpebre, sinceramente disorientato dall’evolversi degli eventi. Le parole pronunciate rimbalzarono prepotenti e confuse nella sua mente, ricollegandosi, a causa di azioni automatiche del suo cervello, a tutte le conoscenze che aveva stipate nella memoria.

Più rapide e sdegnose, però, le sue labbra si mossero a controbattere; ma prima che la gola potesse articolare un qualche suono, un secondo, lesto bagliore cancellò l’ignota intrusa alla vista, lasciando Dante con un palmo di naso.

Il vento ululò sinistramente attraverso i vecchi infissi, beffandosi di lui.

 

 

To be continued?

 

 

 

 

« Nel mezzo del cammin di nostra vita… »

Ene si ritrovò per una selva oscura, che la diritta via era smarrita…! XD

 

Scusate, ma Devil May Cry offre troppi spunti, ed è difficile resistere!

Benvenuti nel solito angolino finale delle note, delle delucidazioni, degli apprezzamenti a Dante, dei ringraziamenti, e di tutto quello che si può discutere qui relativo alla fanfic.

Iniziando dal principio, Ave et vale nasce come ogni altra mia storia dalle mie passioni, questa volta suscitata da Dante e dal suo background, e alimentata da quell’invasata sasukenarutiana di Mecchan, che ha aiutato – e aiuta! – a creare la storia! XD Grassie barabbah! X*

Il titolo latino è ripreso dal Carme CI che Catullo scrisse dopo la visita alla tomba del fratello, e che si conclude con “ave atque vale”, ossia “salute e addio”. La sostituzione di atque con et è una personale licenza poetica (cinque anni di latino mi potranno dare questo diritto, spero!).

La citazione di questo capitolo (essenzialmente un prologo) è tratta per l'appunto dalla Genesi, quando Eva confessa a Dio di aver mangiato la mela, il frutto della conoscenza.

Il titolo della “missione”, Dirge, viene invece dall’inglese e significa “canto funebre”. Questa parola è tratta sempre dal latino (rassegnatevi, il latino è la lingua dell’occulto per eccellenza!) e specificatamente dalla frase pronunciata dalla misteriosa bionda, che in origine era: “Dirige, Dominus, Deus meus, in conspectu tuo viam meam”. Ancora – ahimé – non ho scovato l’antifona ai defunti da cui proviene. Se qualcuno la conosce, si faccia avanti… :D

Credo di essere stata abbastanza prolissa, come al solito!

Per quanto il prologo sia corto, spero in qualche commentino 8)

LET’S ROCK!

 

~ene

   
 
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