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Autore: FairySweet    07/11/2014    2 recensioni
... "Perché sei ancora qui?" ma quello sguardo orgoglioso e vivace, figlio del tempo, figlio di un ricordo che custodiva gelosamente non accennava ad abbassarsi "Perché sei qui?" ma più provava a parlare con lui e più tutto diventava lontano e sfocato, lontano da loro, lontano dal mondo, lontano da ogni cosa che fino ad ora l'aveva sempre tenuta al sicuro ...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna Ristori, Antonio Ceppi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                          Fiore di Cristallo




“Duca, quanto tempo” sorrise stringendo la mano dell'uomo tesa di fronte a sé “Mi congratulo con voi dottore, il vostro ospedale si è ingrandito” “La vostra presenza qui è davvero un onore” “Oh andiamo! Un prestigio del genere merita un viaggio fino a Genova” lo seguì lungo il viale salutando di tanto in tanto le giovani dame che chiacchieravano all'ombra.
“Allora, ditemi un po', com'è cambiata la vostra vita?” “Fate prima a chiedermi se mi sono sposato” “Lungi da me l'essere invadente” mormorò divertito sedendosi sul divanetto all'ombra di un grande salice “Mia moglie è qui da qualche parte, probabilmente sta chiacchierando con sua sorella” “Ah le donne …” un paggio gli porse un calice di vino avendo ben cura di non fissare troppo a lungo lo sguardo dell'uomo “ … se non ci fossero il mondo sarebbe un posto orribile” “E voi come state?” gli occhi si inchiodarono ai suoi colorandosi di fierezza “Ho una moglie stupenda, un figlio che cresce alla velocità della luce e tante distrazioni” “Distrazioni?” la vocina allegra del bambino arrivò come un fulmine a ciel sereno.
Correva verso il padre reggendo tra le mani una bambolina di porcellana.
I capelli più lunghi di quanto ricordava ma accuratamente pettinati e legati dietro alla nuca, era castano così chiaro da sembrare biondo, con dolci riccioli che incorniciavano un visetto furbo e leggermente arrossato, in qualche modo strano e contorto, quel bambino nella sua testa assomigliava a Martino, o almeno, al Martino che ricordava piccolo e allegro.
“Padre padre” esclamò raggiungendolo “Non ti avevo detto che scappare così non è educato” “Ma padre …” “Maria non è un gioco. Non puoi romperla perché non abbiamo un'altra balia in grado di sopportare le tue marachelle come lei” “Perché pensate sempre che sia colpa mia?” domandò inclinando leggermente la testolina di lato “Ricordi il dottore di cui ti ho parlato?” posò le mani sulle spalle del figlio voltandolo dolcemente verso Antonio “È un piacere rivedervi dottore. Mi congratulo con voi per il vostro traguardo” “Sei cresciuto davvero tanto lo sai? Quando ti ho visto io avevi due anni e mezzo” “Ora ne ho cinque” esclamò orgoglioso “Che ci fai con Anna in mano?” “Per questo sono corso qui padre, Anna si è rotta” Antonio sorrise studiando il volto del piccolo.
Il suo sorriso, il modo di osservare le cose, quel movimento leggero delle spalle che gli ricordava sua madre “E come si è rotta?” “Ludovica l'ha lasciata cadere sul selciato” mormorò voltando la bambola verso di lui.
Aveva il viso graffiato e la guancia destra sporca di terra “Sono sicuro che a Ludovica mancherà molto” “Non voglio che la veda così, e se poi si mette a piangere?” gli sorrise annuendo leggermente “Non è ridotta così male, voi cosa dite dottore?” Antonio sorrise prendendo la bambola tra le mani “Un bel bagno e una pulita e tornerà come prima” annuì appena sorridendo al figlio “Hai sentito il dottore? Starà bene” “Davvero?” “Dov'è tua madre?” Edoardo si voltò divertito verso l'entrata del parco.
Seguirono il suo sguardo incontrando una donna bellissima, con un bel vestito color del cielo, i capelli raccolti e un cappellino chiaro che rendeva la sua figura ancora più elegante.
Sorrideva, giocava con lo sguardo delle dame a pochi passi da lei annuendo di tanto in tanto alle loro chiacchiere “Duca io devo …” riprese fiato alzandosi lentamente “ … devo farvi i complimenti. Vostra moglie è ancora più bella di quella che ricordavo” Gregorio sorrise orgoglioso prendendo per mano il figlioletto “Anche se devo ammettere che utlimamente fatico a starle dietro” “Sarà solo un periodo, le donne sconvolgono sempre le nostre vite” “Forse è colpa di Ludovica” esclamò divertito “Posso andare dalla mamma?” “Mi prometti che non scapperai più senza avvertire Maria?” ma il piccolo non gli rispose nemmeno.
Corse via incurante delle risate del padre o dei suoi avvertimenti “Scusateci per questo piccolo squarcio di vita dottore” “Oh non preoccupatevi. I figli hanno sempre la precedenza sui pensieri di noi adulti” “Edoardo è molto legato a sua sorella” “Non credo che Emilia sia …” “Non credo che Emilia giochi ancora con le bambole” ma lo sguardo confuso sul suo viso lo costrinse a sorridere. Era talmente concentrato su Gregorio da non accorgersi di quella bambina a pochi passi da loro.
Piccola e bella con i capelli scuri come la notte, riccioli meravigliosi tenuti assieme da nastrini color lavanda e due occhi grandi, scuri di notte e colorati di passione.
La pelle di pesca e un visetto dolce a prendere in giro il mondo perché quel viso, era lo stesso che per anni aveva preso in giro il suo cuore.
Era così uguale a lei, così perfetta e delicata da sembrare quasi un sogno, la manina stretta a quella del fratellino mentre camminava verso di loro “Mi dispiace avervi introdotto così mia figlia” mormorò Gregorio sfiorando il suo viso con lo sguardo “Avete … avete una bambina meravigliosa” “Vero? Dio mi sembra impossibile” portò le mani dietro alla schiena seguendo orgoglioso i passi di sua figlia “Una figlia, una figlia solo mia” “Emilia è vostra” “Non fraintendetemi dottore, Emilia è mia figlia esattamente quanto Ludovica ma vedete …” riprese fiato sorridendo di quelle parole così strane “ … quando nasce un figlio è qualcosa di fantastico, diventi padre e impari ad amare il mondo ma quando nasce una bambina beh, diventi papà” “Sapete duca, ho idea che tra qualche mese potrò capire meglio i vostri pensieri” si voltò confuso verso di lui indeciso se sorridere o meno ma quell'espressione a metà tra la felicità e la malinconia lo costrinse a scegliere il riso “Congratulazioni dottore” esclamò stringendogli la mano “Diventerete padre” “Esatto” “Perché non sorridete? È una cosa bella, non dovreste fare altro” “Sono solo un po' stanco tutto qui. A volte mia moglie si sveglia nel cuore della notte, altre scoppia a piangere e io non so cosa fare” “E questo vi spaventa? Anna piangeva ogni tre giorni, tre giorni di pace e poi pianto a dirotto e se provavo a consolarla diventava intrattabile e scontrosa. Sono solo i primi mesi ma vedrete che tutto sarà più bello” l'altro sorrise annuendo appena “Sapete, con la mia principessa è stato qualcosa di speciale” “Voi dite?” “Ludovica è nata sorridendo dottore. Non ha pianto, non ha urlato come il fratello ma ha semplecemente aperto gli occhi e ha sorriso, mi ha sorriso capite?” “Voi eravate … eravate …” “Ero accanto a lei” “Credevo di essere l'unico a pensarla così” “C'era mia moglie in quella stanza, la mia bellissima moglie che urlava dal dolore. Maria ha provato a sbarrare la porta ma è servito a poco. Sono stato accanto a lei ogni minuto di ogni ora che ha passato cercando di non piangere dal dolore” “È stato …” “Orribile” asserì sorridendo “Orribile e basta. Restavo seduto accanto a lei con la mano stretta alla sua tentando di rassicurarla ma ogni volta che provavo … sentivo il suo dolore e quella sensazione di impotenza così presente in ogni minuto” “Mi state facendo passare la voglia di …” ma Gregorio scosse leggermente la testa cercando il suo sguardo “Quando il dottore ha sollevato mia figlia e l'ho vista è stato … è stata la sensazione più bella del mondo. La mia bambina, la mia perfetta e meravigliosa bambina. Ricordo di averla presa tra le braccia mentre Anna sorrideva. Era così piccola, così indifesa …” si fermò qualche secondo riprendendo fiato, giocando con quei ricordi tanto dolci e belli “ … avevo il terrore di romperla. È stata la cosa più giusta che abbia mai fatto in vita mia. Non perdetevi quel momento Antonio, ho perso la nascita di mio figlio perché ancorato a vecchie ed inutili tradizioni ma avrei voluto essere accanto a lei, l'avrei voluto davvero” posò una mano sulla spalla del medico sorridendo “ Non lasciate sola vostra moglie” quel gesto amichevole uscito dal nulla bastò a restituire la pace e la sicurezza poi due manine aggrappate alle sue gambe, un visetto di pesca sollevato verso il cielo solo per cercare i suoi occhi “Ciao angelo mio” “Anna” mormorò crucciata strofinandosi gli occhi “Anna starà bene, il dottore se ne prenderà cura” la prese in braccio sorridendo mentre quelle lacrime insolenti rigavano le gote rosee “Anna starà bene sorellina, ora sta dormendo non è vero papà?” “Oh si, ora è a riposare. Oggi ha avuto una bella avventura e merita un po' di riposo che ne dici?” ma le lacrime non smettevano di torturarla “No angelo mio, non piangere, papà odia vederti piangere” “Papà ha ragione” Antonio sorrise mentre un angelo di carne e fiato sfiorava la schiena della figlioletta “Anna ha bisogno di dormire un po'” era bella, più bella di quello che ricordava, così dannatamente bella da costringere il cuore a battere più forte.
I capelli sollevati, un nastro chiaro a bloccare quegli intrecci setosi e profumati e quel vestito meraviglioso cucito apposta per lei.
Le spalle scoperte, un taglio delicato che nascondeva il seno lasciando parte della schiena visibile, una sottilissima cinta scura fermava il vestito appena sotto il seno lasciando la stoffa libera di ricadere nel vuoto.
Niente corpetti, niente lacci troppo stretti niente costrizioni, un vestito fresco e pieno di libertà esattamente com'era il suo spirito “Dottore, posso porvi le mie congratulazioni?” sussurrò divertita inclinando leggermente la testa verso di lui “Avete raggiunto il vostro sogno” “Vi ringrazio duchessa. Vi ringrazio dal profondo del mio cuore” la mano di Edoardo si strinse attorno a quella della madre “Stai bene mamma non è vero?” sussurrò preoccupato ma lei sorrise  “Sto bene” Gregorio sospirò studiando qualche secondo il volto della moglie  “Smettetela di studiarmi duca, non sono un dipinto” “Sei terribilmente testarda” “Vieni angelo mio” sussurrò prendendo tra le braccia Ludovica “Andiamo a cancellare queste lacrime” la piccola nascose il viso sul seno della madre seguendo il suo respiro “Anna, ricorda cosa ti ha detto ...” “Da quando vi preoccupate così duca?” “Da quando hai scordato la parola tranquillità” ma lei ridacchiò divertita allontanandosi con i figli.
“Vi chiedo scusa” mormorò tornando a sedere assieme all'uomo “Mia moglie è …” “Vostra moglie è un angelo” “Lo so” rispose “Ma quell'angelo è delicato e di salute cagionevole dottore” “Come dite?” “La nascita di Ludovica ha aggravato quelle palpitazioni. Si stanca facilmente e a volte è così debole da non riuscire nemmeno a passeggiare in giardino. È come un fiore di cristallo che minaccia di cadermi dalle mani ogni minuto che …” “Cosa dice il vostro dottore?” domandò socchiudendo appena gli occhi “Il dottore l'ha visitata ieri. Sta meglio, meglio di tanti altri giorni. Dare alla luce un figlio è una cosa naturale ma a volte il corpo reagisce diversamente, per Anna è stato più difficile ma suvvia, ora non è il momento di parlare di queste cose” sollevò il calice di cristallo ancora pieno verso di lui sorridendo “Oggi è un giorno speciale per voi Ceppi e come tale va festeggiato” annuì debolmente sollevando a sua volta il calice ma negli occhi e nel cuore c'era solo un pensiero.
Avrebbe parlato di lei in eterno, con gli angeli o con i diavoli, con le stelle perfino con gli alberi perché lei era il suo dipinto preferito, la musica che più amava, il ricordo che nonostante il tempo restava aggrappato all'anima facendo un male atroce.
  
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