Nove non ne poteva più. Due stava andando avanti da ben tre giorni a dargli fastidio nello stesso modo. E in tutta questa pagliacciata Cinque le dava corda solo perché il fine era rompergli le palle.
Vi chiederete in quale modo una ragazza tranquilla e pacifica come Due potesse dare fastidio al ragazzo dai lunghi capelli neri. Libri, libri dappertutto. I preziosissimi libri di Due in ogni sacrosanto posto. Sul divano, sotto il cuscino sopra il quale appoggiava la testa, al posto delle scatole dei videogiochi e degli attrezzi per sollevamento pesi. “Questo è il peso della cultura!” gli aveva detto la rossa con un sorriso di scherno sul viso. Per non parlare di tutti i bigliettini che cadevano dai libri quando li apriva per sbaglio, per esempio “se leggi questo libro ti osannerò a vita” o “questo è il mio preferito, leggilo” o “finchè non leggerai almeno un libro tra questi non ti perdonerò sappilo”. Poi, quando malauguratamente passava accanto al secondo e al quinto numero, loro non perdevano l’occasione per tirargli addosso dei mostri, comunamente chiamati enciclopedie o, per citare la Garde acculturata, piccoli miei; se non avesse avuto dei riflessi oltre il normale, a quest’ora sarebbe solo una cicatrice sulle caviglie degli altri Loric, ovviamente eccetto Ella.
E tutto questo per cosa? Per fargli leggere un libro? Al posto di leggere avrebbe preferito allenarsi o andare alla ricerca di qualche bella ragazza, Due non era mica la sola al mondo.

Con in testa questi pensieri, prese il suo giubbetto nero col cappuccio e la sciarpa dello stesso colore ed uscì dal John Hancock Center. L’aria era fredda e le nuvole grigie nel cielo presagivano un acquazzone, che a Chicago era all’ordine del giorno. Nove cominciò a camminare, veloce e silenzioso, tra la marea di persone che fluiva sulle strade affollate della città. Chicago gli piaceva tantissimo, dalla prima volta che con Sandor ci aveva messo piede per sfuggire dai Mogodorian; era così colorata, piena di luci, di vita, di gente! Da quel poco che si ricordava, era molto diversa da Lorien, che si differenziava da Chicago per i diversi impianti di energia e per l’immersione delle città nella natura, ma si poteva considerare comunque casa. Ma Lorien, Lorien! Come poteva paragonare il suo pianeta alla Terra? Okay, ci aveva vissuto la maggior parte della sua vita. Ma per salvare il suo popolo da un destino crudele, per far risorgere il pianeta, per quello era stato mandato sul pianeta blu dagli Antenati con gli altri otto e i rispettivi Cepan, per quello sono dovuti fuggire e nascondersi dai Mog, per tornare a casa.
Gli altri Loric, gli alleati terrestri e mog, le Chimere… erano la sua famiglia.

Si girò di scatto ed andò a sbattere contro qualcuno. Non gli era manco passato per l’anticamera del cervello che poteva andare a sbattere contro a qualcuno, di solito si spostano le persone… ma abbassando lo sguardo non vide nessuno, sentì solo imprecare con uno spiccato accento inglese.
“Due?” disse, tentando di usare la sua nuova eredità. Nessuna risposta, aveva sbagliato qualcosa? D’altronde non l’aveva provata molte volte…
“...andiamo in quel vicoletto accanto a noi, non posso diventare visibile qui in mezzo a tutti.” Rispose la rossa, avviandosi verso una viuzza. Ora che Nove ci prestava più attenzione, riusciva a sentire la sua presenza che tremava dal freddo nonostante il giubbotto.
“Due, davanti a noi c’è qualcosa di vivo, resta invisibile.”
Ma la ragazza fece di testa sua, come al solito, e prese Nove per mano, che sussultò al contatto della mano gelata della ragazza, e il suo viso divenne un po’ rosso. Per fortuna ora erano entrambi invisibili.
Ora si sentivano dei passi, sempre più vicini. Nove strinse più forte la mano a Due, un po’ per la tensione, un po’ perché finalmente era vicino a lei, voleva stare sicuro che lei fosse al sicuro, voleva proteggerla.
Altri passi, ancora più vicini, sembrava più di una persona. Anche Due strinse più forte la mano di Nove e si sistemò gli occhiali sul naso per vedere meglio.
La cosa si lanciò contro Due, e se Nove, tornato visibile, non l’avesse afferrata in tempo, sarebbe caduta a terra battendo il sedere. Anche Due tornò visibile e guardò la creatura che teneva in grembo: un gatto arancio e paffuto, Stanley. La ragazza scoppiò a ridere, seguita a ruota dal ragazzo. La Chimera li guardava mentre sbadigliava.
“Bene, è ora di tornare a casa!” esclamò Nove, alzandosi e dando la sua giacca a Due.


“NOVEEE! LEGGI ‘STO LIBROOO” Urlava la rossa, mentre correva dietro a Nove con sulle spalle Ella nel lussuoso appartamento a Chicago con un mostro in mano. Nove continuava a sfrecciare per la casa, senza fermarsi. Cinque, vedendo Nove che scappava, gli fece uno sgambetto, e il ragazzo dai capelli neri cadde a terra travolgendo Otto e Sette, che si erano trasportati lì in quel preciso istante.
La rossa e lo hobbit scoppiarono a ridere e si batterono il cinque.
“Vi odio.” 


L’ANGOLO DELLA PAZZA CHE HA SCRITTO L’OBBROBRIO QUA SOPRA
Allora, sta… cosa è dedicata alla vincitrice, sissi_nox
Quella che perdeva la scommessa sull’evoluzione del personaggio di Nove doveva scrivere una 92 ed ecco com’è uscita… spero ti piaccia ^^ è uscito da schifo e l’ho finita in super ritardo ma dettagli
Mi scuso per gli eventuali ooc, spoiler ed errori.
I primi tre Garde e *quelli che stanno leggendo la saga la trucidano con lo sguardo perché è uno spoiler enorme ed ha già spoilerato abbastanza* sono vivi perché sono risorti grazie al potere della what if, mentre altri personaggi restano morti e stecchiti ^^
Inoltre colgo questo spazio per ringraziare il gruppo di Lorien Legacies con cui ho legato, siete delle persone fantastiche **
La fanfic non è delle migliori ma il fandom ne ha bisogno u.u