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Autore: Josh Orwell    08/11/2014    0 recensioni
Fan Fiction scritta ispirandomi alla canzone dei Queen omonima, buona lettura.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il braccio destro mi penzolava dal letto mentre pigramente, parlavo sonnicchiando al telefono, ma quando la stessa domanda divenne ormai insistente persi davvero le staffe;

"Ma è davvero sicuro di volera vendere questa sera stesso?"

"RAZZA DI IDIOTA, TI HO DETTO DI SI, FAI COME TI DICO O TI SBATTO PER STRADA TU E QUEL DANNATO RAGAZZO CHE TI PORTI SEMPRE APPRESSO"

"Ho capito, ma la prego non si agiti, faccio due lavori per andare avanti, non può togliermene uno"

"NON TE NE TOGLIERO' UNO SE OBBEDISCI AI MIEI ORDINI ... INTESI?"

"Farò come mi ha detto, ma la sento strana, la sua voce è più rauca, quasi come se trattenesse costantemente qualcosa ... è tutto ok?"

"Balzai dal letto ... il mio mondo fu sconvolto ... il mio viso sbiancò ... "Non è possibile che se n'è accorto", pensai d'istinto ... non ero abituato a quel tipo di frasi ... nessuno mi parla mai così, mi sentii disorientato, e staccai subito il telefono"

Guardai verso il mio letto, ed era cosparso in ogni dove da sangue, e macchie di colpa sul mio cuscino, le ombre del mio passato mi passavano rapidamente davanti ... ingogiai in fretta l'amara pillola e tutto tornò alla normalità, il letto di morbida seta bianca, e i cuscini merlati erano tornati ... quel letto che aveva visto cose indicibili, da far sbiancare chiunque ... cose così indicibili che persino io ormai trovavo troppo noiose ... il mio mondo si stava scombussolando, aumentavo sempre di più la dose le pillole prescrittemi ... non mi bastavano mai ... la depressione mi igniottiva come un buco nero e quelle strane allucinazioni, di una vita che non mi apparteneva più, erano sempre più frequenti, ma il campanello del mio palazzo smorzò i miei pensieri pronfondi, ero pronto a godermi la serata ... ero sempre pronto a godermi la mia serata.

Scesi in strada e nel mio taxi raggiunsi un bellissimo grattacielo, la cui maestosità sfidava persino il cielo ... era l'equivalente in mattoni di me ... forte, magnifico e poderoso all'esterno ... ma tristemente vuoto all'interno ... vuoto come le persone con cui trascorrevo le mie serate, su quel terrazzo, dove lo shampagne scorreva a fiumi e la cocaina veniva aspirata ad un ritmo vertiginoso.

Affacciato da quel terrazzo potevo vedere il golfo, e il mare, dove le nostre voci, i nostri echi, le nostre luci, le nostre gioie, e le nostre delosore vite, venivano rispecchiate fedelmente, potevo vedre gli yacht ormeggiati di qualche milionario che ora starà in un posto decisamente migliore di questo ... vedevo la grande villa comunale, luogo di gioia infantile di giorno, e luogo di disperata desolazione di notte ... come il mio cuore

Un urlo si levò dalla folla, cominciò la rassegna di tutte le canzoni che ci avrebbero accompagnato durante quella sfrenata serata ... gurda caso partirono con la mia preferita, era Idioteque, dei Radiohead ... a quel punto tutti mi circondarono a festa interno a me ... e delle ragazzine appena ventenni, in abiti succinti cominciarono a danzarmi davanti ... erano tutte così belle ... i corpi perfetti si scuotevano in maniera magistrale dinanzi a me, e i loro lunghi capelli volteggiavano a ritmo di musica, i seni erano tutti quasi completamente scoperti, ma la più audace mi balzò davanti e cominciò a far sciovolare le sue dita affusolate sul mio petto ... a quel punto tutti i presenti cominciarono a guardarmi ancora più gioisamente, e la bellissima ragazza bionda che intanto si era seduta su di me, con la sua danza passionale e i suoi occhi focosi, cercò la mia perversione più profonda nei miei occhi, nulla riusciva più a emozionarmi, neppure lei ... ma io già avevo visto quegli occh idinanzi a me ... e di colpo danvanti mi apparve la mia ragazza d'infanzia, con cui suonavo sempre la chitarra, negli afosi pomeriggi estivi.

" NON PUOI ESSERE TU!!!" Urlai con una voce impetuosa ... e d'improvviso tutti attorno a me si bloccarono ... d'istinto spinsi quella ragazza lontana da me e scappai via con una corsa furiosa e arrivai tutto trsandato sul un marciapiede mezzo distrutto.

Presi ancora una pillola ... anzi due ... ne avevo bisogno ... io odiavo quelle persone ... ma non mi riconoscevano? ... ero un vecchio decrepito, il cui massimo che ho fatto nella vita è stato mettere su un'impresa di veri bastradi ricolmi d'odio ... ero solo un piranha del mercato finanziario ... odiavo le mie serate voluttuose, odiavo tutta la gente che vi partecipava e che stava con me solo per favori occasionali, o peggio per stare con me, fino alla mia, non lontana morte, per poi diventare ricchi, odiavo la musica che echeggiava su quel dannato terrazzo, ma più di tutti odiavo me stesso.

A quel punto un taxi mi passò davanti, lo chiamai distrattamente e vi salii a bordo, ma su quei morbidi sedili mi addormentai immediatamente ... mi svegliai quando la corsa era terminata ... aspetta ma quale corsa?, non avevo chiesto di andare da nessuna parte all'autista, ma lui si girò verso di me, e porgendomi delle chiavi mi disse "ecco le chiavi della sua casa signore, credo voglia guardarla all'interno per l'ultima volta prima di dirle addio" ... Notando un ragazzino che dormiva sul sedile davanti gli chiesi "ma io ho già sentito la sua voce", "certo che ha già sentito la mia voce, io sono il suo agente immobiliare, mi ha chiesto di vendere questa casa, e di notte faccio il tassista, sempre con mio figlio al mio fianco, ma la prego ora entri dento e dia un'ultima occhiata alla sua casa di gioventù".

Scesi dal taxi ed entrai in casa, accesi la luce, che illuminava ad intermittenza quella vecchia catapecchia, l'arredamento era il solito, corsi nella mia cameretta e accendendo la luce notai subito una figura angelica appesa al muro, che dominava tutto intorno ... era lui ... i ricordi d'infanzia mi passarono ad una velocità allucinante nella mia testa e il mio grande amore di gioventù mi si impresse davanti, l'emozione fu talmente forte che quasi svenni dallo shock ... era il poster di John Lennon che era appeso sopra il mio letto quando ero un bambino ... i testi di Jealous Guy, Imagine, e Working Class Hero, tornarono impressi nella mia mente, così strappai il poster di John dal muro e ritornai in strada ... il taxi era già andato via ... e guradando ancora il poster di John che stringevo tra le braccia pensai ... "Lennon era un genio, la musica è vera e d'ora in poi sarà lei il mio amore ... ora la mia vita è vera"
   
 
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