Film > The Phantom of the Opera
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Autore: Lady Lucilla    23/10/2008    2 recensioni
E se Christine non si fosse innamrata di Raul? E se il Fantasma fosse stato più...umano? Questa è una revisione del Fantasma dell'Opera vista....secondo me!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Phantom Of The Opera”
Cap. Band Of Moon

Il teatro dopo l’ultima rappresentazione del Faust si era svuotato molto velocemente, le luci in sala erano stata spente e il palcoscenico era spoglio delle solite scenografie.
Le ballerine si erano ritirate nelle loro stanze a cinguettare riguardo la nuova Primadonna e riguardo il comportamento da screanzato di Bouquet.
Nel teatro non girava nessuno, a parte un vento gelido che usciva dalle fessure delle botole, si infilava tra gli scalini e si infrangeva contro le pareti fredde del teatro.
Christine Daae camminava silenziosamente per il suo camerino e attendeva che il suo Angelo della Musica venisse a trovarla. Ma quella sera era diverso, era adirata con la Voce, aveva capito che quello che sentiva non era il canto dell’angelo inviatole da suo padre, ma quello del famigerato Fantasma dell’Opera. Rattristata e arrabbiata decise di infilarsi tra le coltri del suo letto, decisa a non pensare alla Voce. Ma non appena si accomodò la veste da notte un vento gelido spense tutte le candele della stanza e la cantante rimase nell’oscurità più totale. Poi lievemente, in lontananza Christine sentì una voce maschile, profonda e dolce che la chiamava:
“Christine…Christine…” lei si alzò dal letto e disperata cercò in quelle tenebre la voce del suo Angelo.
“Sono qui Voce…fatti vedere, ma bada, so chi sei e devi smetterla di nasconderti dietro una falsa maschera!”, ma la voce non rispose e per un secondo la ragazza si abbandonò allo sconforto, doveva essersene andata.
Uno scricchiolio fece rialzare la cascata di riccioli color dell’ebano di Christine che si vide riflessa nello specchio che ricopriva tutta la parete destra del suo camerino. Un’onda attraversò la superficie e un vento gelido investì la ragazza. Poi…una voce, in lontananza.
“Guarda nello specchio, io sono li, fai che il tuo sguardo incroci i miei occhi!”
Christine camminò meccanicamente verso lo specchio, ammaliata da quella voce sensuale, vide un’ombra che la sovrastava, allungò la mano ma le sue dita non sfiorarono la superficie dello specchio incontrarono un muro d’aria gelida. Chiuse gli occhi e fece l’ultimo passo, un vento freddo la scosse in un brivido tremendo ma un lungo mantello le cinse le spalle e due mani guantate le sfiorarono il viso, risaldandola. Non ebbe né paura né timore, si abbandonò a quelle mani e chiuse gli occhi. Fu un attimo. Viaggiò nel vuoto abbracciata a quella Voce che aveva preso forma umana e, quando li riaprì, si ritrovò su una barca che attraversava un lago sotterraneo. Era ancora abbracciata alla Voce, ma non ebbe il coraggio di guardarla negli occhi, quindi lasciò che lo sguardo vagasse sulla superficie del lago.  L’acqua si infrangeva su sponde di pietra ornate da enormi candelabri dorati e magnifiche tende di broccato nero e rosso adornavano le pareti. Infine uno specchio enorme si impadroniva di tutta una parete riflettendo il lago.

“I have brought you to the seat of sweet
music's throne . . .
To this kingdom where all must pay
homage to music . . . “

Christine sentiva la voce dilagare per il Lago e si abbandonò a lui, stringendosi ancora più e chiudendo gli occhi.
Approdarono sulla riva e lei dovette abbandonarlo:

“Let the dream begin, let your darker side give in
to the power of the music that I write 
the power of the music of the night .. . “

Le tese la mano e solo allora Christine vide il volto della sua tanto adorata Voce, portava una mezza maschera sulla parte destra del volto,una maschera bianca come la  luna.  Lei prese la mano e si fece guidare sulla sponda, non ebbe timore di quel volto spezzato a metà, era ammaliata dalla sua voce e da quegli occhi neri, profondi come il mare. Lui cantava e lei gli era ormai così vicina che avrebbe potuto guardargli nell’anima.
Ma quando sentì le sue mani sul suo volto Christine si riebbe, uscì da quel torpore in cui era caduta e si ricordò della sua rabbia nei confronti di quell’ uomo che l’aveva ingannata per tanto tempo! Con gesto fulmineo strappò la maschera al fantasma e la lanciò lontana, verso il Lago nero. Lui strappò alla notte un grido di rabbia misto a dolore, spinse lontano Christine e si coprì la metà di volto con una mano. La magia si era rotta.
“Maledetta! Cosa ti ho fatto per meritarmi questo!” era sconvolto e la rabbia gli era salita al volto.
Christine non disse niente ancora terrorizzata da ciò che aveva visto, un volto per metà alterato da cicatrici e solcato da venature bluastre,sfigurato dalla crudeltà del destino. Lui, pazzo, le si avvicinò e le prese il polso:
“Perché?” lei, con le lacrime agli occhi per il dolore, prese coraggio, ma rivolse lo sguardo lontano da lui:
“Mi hai ingannata, ti sei spacciato per un Angelo della Musica, mi credevi così ingenua o tanto sciocca da non rendermi conto del tuo tranello malvagio?” il fantasma si scostò dalla ragazza e guardò verso lo specchio che li rifletteva, contemplò le loro immagini fino a quando una risata senza gioia affiorò alla sua bocca.
“Il caro visconte ha svolto meravigliosamente il suo compito, è riuscito a deturpare la tua mente un sentimenti che prima non conoscevi…con sentimenti che avresti dovuto provare per me!” scrutò torvo Christine “scommetto che ti ha riempito la testa di idiozie, ti avrà detto che io voglio solo ammaliarti e prendermi la tua gloria, che sono un ciarlatano e un...”si bloccò e scoppiò in una risata sarcastica “che sono un Don Giovanni! Non è vero?”
Gli occhi di Christine fuggirono dallo sguardo dell’uomo davanti a se, e così quello urlò trionfante:
“I tuoi occhi non mentono bene quanto la tua lingua Christine, ho ragione quindi!”
“Io non provo nulla per Raul e lo sai, c’eri anche tu quella sera nel mio camerino, hai ascoltato la nostra conversazione, ti ho sentito!”
“Certo che mi hai sentito! Ho voluto che tu mi sentissi! Ed è per questo che hai trattenuto le parole, sapevi che ti ascoltavo!” come una serpe si girò verso la ragazza “Tu mi hai fatto una promessa, ricordatene!” urlò indicando l’anello che Christine portava al dito.
“Tu! Fantas…
“No!” la voce dell’uomo rimbombo nella stanza “non c’è nessun Fantasma dell’Opera per Christine Daae, solo Erik!”.
Christine rimase impressionata da quelle parole, allora c’era veramente un uomo sotto quella maschera, anche lui aveva un nome e probabilmente anche una storia!
Erik vide l’immagine di Christine riflessa nello specchio, era così bella con i capelli sciolti che le ricadevano sulle spalle e con gli occhi bagnati dalle lacrime. La vide chinarsi e raccogliere la sua maschera da terra. I loro sguardi si incrociarono nuovamente lungo lo specchio. Erik si pentì per quello che aveva detto, spense il ghigno che aveva in volto e la guardò negli occhi.
“Perdonami…non avrei dovuto!” le porse la mano e lei, dolcemente, gli diede quel pezzo di luna che brillava alla luce della candele.
Indossò la maschera e vide la ragazza avvicinarsi,sempre di più. Le sue mani gli cinsero le spalle e il suo viso si appoggiò al suo petto, poi, in un sussurro, disse:
“Io sono il tuo angelo della musica, per sempre!” un fremito scosse Erik, che appoggiò le sue mani sul corpetto di Christine, leggermente.
Rimasero così per lunghi attimi, uniti come non lo saranno mai,fino a quando non rintoccarono le cinque del mattino. Si sciolsero da quel tenero abbraccio.
Tristemente Erik si infilò il mantello e salì sulla barca, guardò Christine e disse secco:
“Ti staranno cercando!”

I suoi occhi seguirono l’immagine della ragazza fino a quando non scomparve dietro lo specchio del suo camerino, non riuscì a trattenere un gemito di sofferenza, l’aveva abbandonata, doveva abbandonarla! Ancora una volta, tra le braccia e tra i sussurri di quel damerino del visconte de Chagny.

  
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