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Autore: Atomic Chiken    08/11/2014    7 recensioni
I manichini sono sempre lì. A guardarti.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ally Stuart squadrò l'abito con disgusto. Era privo di gusto e colore, pallido come il manichino su cui si trovava. Chissà chi aveva il fegato di mettere certe schifezze in vendita! Invece di proseguire alla ricerca di un altro vestito, però, rimase ferma ad osservare il manichino. Portò lo sguardo nei suoi occhi neri e si sentì invadere da puro disagio. Dio, quei cosi le facevano venire i brividi! Odiava il modo in cui i loro occhi sembrassero seguire i suoi movimenti ovunque andasse.
"Abbassa gli occhi" gli ordinò scherzando e finalmente si decise a muoversi. Girò nel negozio per dieci minuti interi, quando alla fine trovò ciò che cercava. Tastò il vestitino, lo guardò attentamente da ogni angolazione possibile. Lo prese tra le mani e si posò davanti ad uno specchio lasciato marcire lì vicino.
Sì, era decisamente alla moda. Si abbinava perfettamente ai suoi occhi azzurri e il corpo formoso. Le sarebbe andato a pennello.
Trovò conferma in ciò che pensava quando notò un uomo guardarla insistentemente nel riflesso dello specchio. Trattenendo un sorriso compiaciuto, Ally si diresse verso i camerini. Vi entrò e iniziò a sfilarsi gli stracci che si era messa per uscire. Provava gusto nell'essere migliore degli altri, le piaceva trovarsi al centro dell'attenzione. Si definiva bellissima. Dio, era bellissima! C'era una fila di ragazzi che avrebbero voluto uscire con lei. Santo cielo, si sentiva onnipotente quando, rifiutando le loro proposte, aveva la possibilità di ammirare l'espressione delusa di quei babbei.
Finì di rivestirsi e ammirò la propria figura nello specchio del camerino. Sorrise, poi iniziò a ridere, contenta di essere così gnocca.
La risata le finì dritta in gola quando all'improvviso la tenda dietro di lei venne aperta. Non ebbe bisogno di girarsi o gridare.
In effetti, non ne ebbe nemmeno il tempo.
L'ultima cosa che vide fu il volto di un uomo, poi venne investita dall'oscurità.


Rinvenne dopo un'eternità. Sbattè le palpebre più volte, aspettò che il dolore allucinante alla testa si affievolisse e finalmente aprì gli occhi. Cosa diavolo era appena successo?
Si guardò intorno con circospezione, cercò di riportare alla memoria un luogo simile a quello in cui si trovava e iniziò a singhiozzare quando fallì nell'intento. Il cuore iniziò a battere all'impazzata quando si accorse di essere legata dalla testa ai piedi. Provò ad urlare senza risultati. Era come se qualcuno le avesse incollato le labbra l'una all'altra. Non si rese nemmeno conto di essersela fatta sotto, non sentì il liquido scivolarle lungo le gambe e inzuppare il pavimento.
La sua attenzione venne catturata dall'individuo che in quell'esatto momento entrò dalla porta davanti a lei. Le sorrise cordialmente e fece addirittura un cenno con la mano. La ragazza provò un nodo allo stomaco. Cosa voleva da lei?
"Mi chiamo Micheal" la informò avvicinandosi ad un tavolino. Prese una specie di bacinella e iniziò a mescolare. Ally avrebbe voluto gridare, chiedere aiuto, scappare da quel postaccio buio, ed invece rimase pietrificata a guardare l'uomo avvicinarsi.
Emise un gemito quando l'altro la toccò.
"Non fare così tesoro".
Davanti agli occhi increduli della poveretta iniziò a spalmarle sul corpo un liquido biancastro. Solo in quel terribile momento Ally si rese conto di non avere niente indosso.
Cominciò a singhiozzare mentre il calore insopportabile del liquido le bruciava la pelle. Aveva paura, molta paura. I singhiozzi divennero presto un pianto silenzioso. Avrebbe tanto voluto tornare a casa dalla mamma, farsi coccolare come una bambina. Uscire da quel posto e non tornarci mai più. Sarebbe diventata una persona migliore, avrebbe smesso di fare la stronza.
Il bruciore s'intensificò quando l'uomo l'ebbe ricoperta dalla testa ai piedi.
Ti prego...
"Brucierà per poco, tesoro, resisti solo ancora un po' " le disse indietreggiando con voce delicata. Poi incrociò le braccia al petto e la osservò compiaciuto con se stesso.
"Sarai bellissima".



Jessie Sullivan rimase ad osservare a lungo l'abito rosso. Non la convinceva per niente, eppure le piaceva. Alla fine si decise a provarlo. Se non le fosse andato bene ne avrebbe cercato un altro. Dov'era il problema?
Oh, già.
Quello. Quello era il problema. Lo stupido manichino che la guardava da quando era entrata nel negozio. Santo cielo, era così realistico! Provò un brivido lungo la schiena quando il suo sguardo venne a contatto con quello azzurro della statua. Dio, se le faceva venire i brividi! Odiava il modo in cui i loro occhi sembrassero seguire i suoi movimenti ovunque andasse.
"Abbassa gli occhi" gli ordinò scherzando.
Prese il vestito e lanciò un ultimo sguardo alla statuina, poi si diresse verso i camerini.









Angolo autrice:
Idea venuta all'improvviso. Ho provato a stenderla decentemente, adesso spetta a voi dire se sia riuscita nel mio intento o abbia fallito miseramente (propendo felicemente per la seconda opzione).
  
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