Era un tranquillo giorno di novembre…
“POWER TO THE PEOPLE! OH, HEY, HEY!
POWER TO THE PEOPLE! OH, OH, OH, OH!”
Va beh, forse nella vita delle Nazioni la parola “tranquillo” non era segnata su vocabolario.
Ma comunque, era un mattino di novembre abbastanza caldo, una bella giornata per essere autunno.
A casa di Arthur si era più frenetici del solito. L’inglese girava per la cucina cantando… un po’ troppo allegramente.
“WE'RE SHINING LIKE DIAMONDS
WITH FIRE IN OUR BONES
STANDING BESIDE YOU I'VE A FEELING THAT I'LL NEVER WALK ALONE!
WE'RE CHILDREN OF THE UNIVERSE, DON'T YOU KNOW!”
L’inglese, evidentemente non resosi che l’Eurovision era finito da un pezzo, stava mostrando le sue abilità canore ai suoi vicini…
“Arthur-san? Potresti gentilmente… ehm… cantare più piano? Non vorrai distrurbare Alfred-san… e i tuoi vicini…”
…e ai suoi ospiti. Infatti, quella mattina, Kiku e Alfred erano venuti a passare la mattinata insieme ad Arthur. A dire la verità, l’inglese aveva invitato solo il giapponese ma, tra che si era autoinvitato e tra che il bel britannico dalle folte sopracciglia… va beh mi avete capito… si insomma, ne era cotto e stracotto, anche l’americano tutto hamburger e frullati era finito insieme agli altri due.
Solo che quella era una mattinata particolare.
“Allora, Kiku, sei pronto?” chiese Arthur sorseggiando il suo amato thè Earl Grey appoggiato allo stipite della cucina.
“Ehm… Arthur-san… sei sicuro che andrà bene? Si insomma…” il volto del giapponese era vistosamente bianco, quasi del colorito del riso appena bollito.
“Oh dai Kiku! Non essere così precipitoso! È una cosa da niente!” rispose il maggiore con un sorriso. “Ci siamo passati tutti… è una cosa normale!”
“Ma Arthur-san! Ho paura che… che…” All’improvviso il giapponese sembrò quasi perdere i sensi, ma prontamente l’inglese gli porse un bicchiere d’acqua.
“Non pensi di esagerare?” gli chiese il biondo. “Sono cose da niente…”
“Arthur-san! Ma… ma… ma…”
Arthur incrociò le braccia. “Mi chiedo che cavolo sia venuto a fare quel megalomane del cavolo…” e poi rivolgendosi al suddetto megalomane: “Ma darmi una mano?!”
“Lo hai voluto tu, damerino, ora beccati questa!” rispose Alfred dal salotto. “Voglio vedermi tutta la scena di Kiku completamente sconvolto!”
L’inglese si esibì in uno dei suoi migliori facepalm.
“N-Non sei di aiuto, Alfred-san” commentò Kiku a braccia conserte. “Io sono spaventato a morte… ho paura che sia qualcosa di doloroso…”
“Oh insomma Kiku!” sopraggiunse Arthur prima che il giapponese finisse di parlare. “È una cosa N-A-T-U-R-A-L-E! Al massimo potresti uscirtene con un senso di vuoto…”
“Arthur-san?”
“…e potresti avere un senso di paranoia tipo ‘Ah! Ma come è possibile?!’ o ‘Ah! Ma questo non è possibile!’, cose del genere…”
“Arthur-san…?”
“… e magari dopo oggi non vorresti più farne a meno… potrebbe creare dipendenza! Io e da anni che ne sono quasi dipendente...”
“ARTHUR-SAN! KAMI-SAMA ASCOLTAMI! HO PAURA CHE IL DOTTORE MUOIA! PERCHÉ SE IL DOTTORE MUORE, COME CASPITA FA AD ANDARE AVANTI LA SERIE?! RIVER LO UCCIDERA?! DIMMI DI NO TI PREGO!” urlò tutto d’un fiato il povero giapponese esasperato, quasi sull’orlo della crisi isterica.
Arthur gli mise una mano sulla spalla e sorrise. “Kiku, sai che questo è solo il finale di stagione della sesta serie? Guarda che fino ad ora hanno girato l’ottava... e…”
“Volete venire voi due scansafaiche?! Tra poco inzia!” esclamò Alfred dal salotto. “Non volete mica perdervi l’inizio!”
Eh si, avete capito bene, le tre Nazioni avevano in comune la passione per Doctor Who. Per Kiku, che non aveva mai seguito una serie tv, era una cosa nuova e aveva paura che il finale lo lasciasse spiazzato, con l’amaro in bocca, e che possa accadere il peggio.
“A proposito, Arthur-san… quella maglietta… è una provocazione?” chiese il giapponese guardando la maglietta dell’inglese su cui era stampato il TARDIS e il logo di Doctor Who.
“Uhm, si, è tradizione che a ogni finale di stagione metto questa… ora andiamo! Voglio rivedere per la quarta volta quel momento epico in cui…”
“NIENTE SPOILER ARTHUR-SAN!” e così detto i due si diressero verso il soggiorno.

***

“Allora Kiku! Ti è piaciuto?” chiese Alfred curioso e con una punta di eccitazione.
“Oh God! È la quarta volta che lo rivedo ed è come se fosse la prima!” commentò Arthur tutto eccitato (e senza farsi vedere, stringendo la mano di Alfred).
Kiku, in risposta a tutto ciò, torò un sospiro di sollievo. “Sono contento che il Dottore non sia morto… Però non ho capito… ma River è sia la moglie del Dottore sia la figlia di Amy e Rory?”
E così dicendo, le tre Nazioni si lanciarono a una discussione che andò avanti per tutto il giorno.



Angolino autrice
Salve a tutti! Sono di nuovo io! Ebbene si, in questo periodo non mi libererete di me tanto facilmente u.u
Bene, questa ff mi è venuta in mente stamattina. Ho scoperto di amare Doctor Who da circa un mese e... oggi è finita la sesta stagione. Più o meno ho avuto le stesse paure di Kiku e le sue stesse paranoie xD così ho immaginato questa scena: un neo-fan insieme a due fan sfegatati che commentano il finale di stagione di questa serie stupenda.
Ah, se ve lo state chiedendo, c'è ancora l'ESC in mezzo xD infatti la canzone che canta Arthur è la canzone del Regno Unito di quest'anno, "Children of the Universe".
Beh ora vado.
Ciao!
Sakura Honda