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Autore: love is in the air    09/11/2014    0 recensioni
Questa storia parla di tre amiche molto affiatate: Martina che è un po' l'anima del gruppo, quella con cui ridi fino a pisciarti addosso, fino a romperti la mandibola in due e quella con cui puoi fare le meglio cazzate; Sarah, quella che sembra molto forte al di fuori, ma come tutte le donne, è fragile e perennemente indecisa e riguardo al fattore uomini ha già capito tutto; e poi c'è lei,Lola, quella che fa sempre ridere gli altri ma in realtà non è così felice, quella che fa le calzate più grandi, quella con cui puoi divertirti, quella con cui puoi bere fino allo sfinimento e soprattutto quella che si innamora dei ragazzi sbagliati.
Tutte tre erano una frana in amore ma aiutandosi riusciranno a venir fuori dal quel casino di emozione chiamato:vita sentimentale. Ora vi narrerò una storia di queste tre amiche, che anche nelle difficoltà più grandi riusciranno a sopravvivere seppur portando i loro sentimenti con loro, riusciranno sempre comunque, in un modo o nell'altro a ritrovarsi, a sparare cazzate, a parlare di problemi di cuore, a dispensare consigli utili sono a un procione in via d'estinzione, e sopratutto a stare unite in ogni circostanza.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Appena uscite di casa si salutarono. Martina e Lola si avviarono verso la fermata,come ogni mattina, per andare a quei dannati corsi che senza quel professorino d'inglese sarebbero stati molto noiosi. "Ma come siamo eleganti oggi,non vorrai mica fare colpo eh?" rise la bionda "sei sempre la solita". Ma nel preciso istante in cui Lola stava per aprire bocca per ribattere salì sull'autobus un ragazzo dai capelli scuri con degli occhi color caramello, alto e ben piazzato, da quello che si vedeva. Lei lo aveva già visto, ne era sicura. " Martina girati, a ore nove, ragazzo ben piazzato con i capelli neri, non lo conosciamo già?" chiese alla bionda. "Ah trovi sempre bei ragazz.." quando lo guardò , capì cosa aveva in mente la sua amica, sempre la solita! "E' Riccardo, fa il corso di filosofia con noi" "Mmh.. buono a sapersi. Ora ci sono due materie molto più interessanti" disse passandosi la lingua tra le labbra carnose. " Ieri cosa hai fatto Marti?" disse girandosi una sigaretta "Sono uscita con quel tipo, eem quello che mi ha presentato Sarah….ah si Filippo" rispose con un sorriso."E…? continua, cosa avete fatto porcellini?"chiese maliziosa. "Mah nulla" sorrise imbarazzata, "Sono andata da lui ed è partito un bacio e poi tu lo sai meglio di me come vanno queste cose, quindi ti lascio lo spazio all'immaginazione" Martina guardò l'amica e alzò gli occhi al cielo "Prenota la fermata invece di fissare il bel barbuto" disse notando che non aveva seguito nulla della sua conversazione. Lola fece una risatina nervosa. "Non lo sto fissando." Allungò la mano e premette il bottone rosso senza perdere di vista il ragazzo che, nel frattempo, si era alzato e si era messo dietro di lei per scendere. Mentre Martina ridacchiava sotto i baffi, Lola cercava un motivo per attaccare bottone ma lo fece lui, quando scesero dall'autobus. "Scusa, hai d'accendere?" chiese con una voce roca e profonda. Lei si frugò nelle tasche e tirò fuori l'accendino. "Tieni" disse passandoglielo con uno sguardo ipnotizzante. "Grazie. Eem… il tuo nome?" chiese mostrando i denti. Stava per rispondere quando la bionda rovinò, come sempre, il momento e richiamò l'attenzione della mora:"Lola dobbiamo andare o faremo tardi." Lei le fece una smorfia e salutò il ragazzo,che rimase un po' deluso. Andò via felice sapendo che poi avrebbe visto il professorino e sopratutto poi avrebbe fatto filosofia. "Sei proprio una stronza, io stavo cercando di concludere con quel bel fustacchione e tu mi interrompi così brutalmente?! Rovina momenti, per punizione mi offri la colazione." disse ripensando a quel ragazzo mentre si frugava nelle tasche per cercare il suo accendino, quando si ricordò che l'aveva ancora lui. Le scappò un sorriso da ebete; l'aveva proprio ammaliata quel tipo. PROV.RICCARDO Era ammaliato da quella ragazza che non si copriva i brufoletti come tutte le altre, che non ci pensava due volte a passarsi la lingua tra le labbra mentre lo guardava; sembrava diversa da tutte le altre come modo di fare, infatti, lo faceva sentire strano. Era diversa perché, quando, si sono guardati lei ha retto lo sguardo, non si è girata e non si è messa a ridere; non sembrava affatto impacciata quando lui le ha chiesto il nome, anzi sembrava scocciata perché l'amica l'aveva tirata via da quella discussione. Aveva ancora il suo accendino e non capiva se se l'era dimenticato o glielo aveva lasciato apposta. Si faceva troppi problemi per una ragazza che conosceva a mala pena. Pensò che le foglie di quella ghiandaia, così scure, assomigliassero ai suoi capelli fino al momento in cui la sua 'fiamma' non gli saltò addosso: una bionda simpatica che frequentava da troppo tempo per i suoi standard. Si salutarono con un bacio a fior di labbra, come di routine. "Ciao amore, come stai?". Amore, pensò lui, perché doveva chiamarlo così? gli dava un fottuto fastidio… "Bene" rispose atono. Non ce la faceva più a sopportare le dolcezze di Giulia in quel momento, era troppo impegnato a pensare a quella ragazza con gli occhi da cerbiatto che a conversare con la sua bionda. 'Almeno scopa bene' disse tra sé e sé, per convincersi a smettere di pensare alla bruna. Intanto nel super-market, Sarah si stava dando da fare ad aprire gli scatoloni e a riporre le cose sopra le mensole. 'Che palle, ogni volte sempre la stessa storia, cerco di mettere i fagioli su quella fottuta mensola e non ci arrivo mai' pensò, quando all'improvviso un ragazzo prese quei fagioli e li mise al loro posto; quando si voltò notò due occhioni verdi, delle labbra carnose e dei capelli lunghi che cadevano su quel visto. "G-grazie." disse imbarazzata a quel ragazzo mai visto prima. "Prego. Io sono Davide e tu sei? " sorrise sornione "Sarah , piacere." "Uno di questi giorni usciresti con me? Scusa se te lo chiedo così senza peli sulla lingua, ma sono nuovo e non conosco nessuno e vorrei che qualcuno mi facesse fare un giro per Londra se a te va bene" Sarah rimase spiazzata da quella domanda inaspettata ma accettò e il giorno dopo aveva un appuntamento con Davidesenzapelisullalingua. Era impossibile che una come lei, con tutte quei problemi di autostima e tutto riuscisse ad attirare un ragazzo così carino. Non lo credeva nemmeno lei, infatti, ne rimase stupita. Continuò a pensare all'accaduto per tutta la giornata. Dall'altra parte della città, una ragazza e la sua sigaretta stavano aspettando, come al solito, che il bel professorino d'inglese scendesse dalla sua macchina. Lola lo fisso e lui la squadrò. Era vestita particolarmente bene oggi, pensò il bel uomo. Era da un po' che l'aveva notata e da un po' che la pensava e che ricollegava tutto quello che avesse qualcosa in comune con lei. Ma non poteva andare con una sua alunna e quindi decise di mettere le cose bene in chiaro, anche se non voleva. "Ciao Lola, come stai?" chiese imbarazzato, quella ragazza lo metteva in soggezione. "Molto bene ora che la vedo, Ed" la mora sottolineò quel soprannome come se volesse sfidarlo, come se volesse dire dire: per me non sei solo un professore e lo sai benissimo che potresti diventare qualcosa di più. Con quelle parole a Mr. Carter venne voglia di baciare quelle labbra carnose ma poi si rese conto che se l'avesse fatto non ne sarebbe uscito fuori. Quindi decise porre una fine a quella cosa:" Senti Lola, io lo so bene cosa stai cercando di fare… Ma sono il tuo professore d'inglese e non voglio avere problemi. Quindi io direi che tu dovresti smetterla di comportarti così e darti una mossa a finire quel tema che ti ho dato settimane fa." Detto questo se ne andò e lascio Lola spiazzata. Lei non capiva, mai nessuno l'aveva trattata così, tutti si erano sempre arresi al modo di fare della mora. Quel giorno saltò lezione e disse alla bionda che sarebbe andata a comprare 'qualcosa' per la sera . Con quel 'qualcosa' Lola intendeva tequila. Quella sera lei si sarebbe ubriacata per frenare quel sentimento che sentiva crescere dentro e che riusciva a spegnere solo con la sua amatissima bevanda alcolica. Nemmeno lui sapeva come aveva fatto a non cedere a quelle labbra ma nel secondo che se n'era andato se n'era subito pentito. Doveva avere il suo numero, per chiederle scusa e invitarla fuori a cena. Ma la sua coscienza riaffiorò e lui non capiva se avrebbe rischiato la usa carrierra per quelle labbra carnose. Decise che quella sera doveva andare a farsi un giro nei meandri di quella città nebbiosa. Martina, che stava seguendo la lezione di filosofia, senti che qualcuno la stava chiamando. Si girò e vide un Riccardo che le disse di uscire fuori dall'aula con lui; lei lo fece. Riccardo gli chiese dove fosse Lola e lei mentì dicendo che si era sentita male. Lui le chiese il numero della bruna e lei, ovviamente, glielo diede. Finito il corso di filosofia tornò a casa, da sola. A casa la stava aspettando uno spettacolo penoso: una Lola e una Sarah brille, ed erano solo le otto di sera. Visto che anche a lei in quel periodo non andava tutto bene: cambiava ragazzo ogni due settimana, non sapendo nemmeno lei il perchè e all'università non capiva nulla di filosofia; decise di bere pure lei. Verso le dieci decisero di uscire, cose che non avrebbero mai dovuto fare. In un appartamento pronto per una notte di fuoco Riccardo prese una decisone: mollare Giulia e concentrasi su quella ragazza, che lo faceva diventare pazzo con un solo sguardo. Decise di uscire per fare un giro nelle vie di quella Londra in pieno autunno. Vide le foglie gialle e marroni che lentamente cadevano dagli alberi in una danza che solo l'autunno portava. Era la sua stagione preferita: le frequenti piogge, il paesaggio così colorato e, sopratutto, amava quella stagione perché i bar tenevano aperto più a lungo in quel periodo, quindi più possibilità di rimorchio. Quella stessa sera, mentre stava tornando a casa, notò delle gambe familiari… Il giorno dopo Sarah si svegliò con un forte mal di testa e andò in camera di Lola per chiedere i fatti della sera precedente, ma quando entrò in camera sue lei non c'era.
  
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