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Autore: FeLisbon    09/11/2014    0 recensioni
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L'ultima scena da girare, l'ultima di una splendida avventura, di una splendida amicizia. Perché è questo che siamo Simon, amici?
..Un giorno di lavoro come tanti altri, eppure un giorno di lavoro come nessun altro per Robin.
(Parla Robin Tunney)
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eravamo seduti a quel tavolo, uno di fronte all'altra, io con una felpa grigia un po' logora che uso solo sul set e lui con la sua solita giacca scura. Ero imbarazzata, sapevo quello che stava per accadere e mi veniva da ridere, una di quelle risate isteriche. A stento trattenevo il sorriso e cercai di trasformarlo in un'espressione dolce, adatta al momento. Lui sembrava così tranquillo e a suo agio, ma sapevo che se avessi ridacchiato solo un pochino sarebbe scoppiato anche lui. Non avevo mai sentito così tanta tensione nell'aria! Mi sentivo così stupida, non era di certo la prima volta che mi veniva richiesto di girare una scena intima, nella mia carriera avevo fatto cose ben più difficili e imbarazzanti! Eppure questa volta mi si attorcigliava leggermente lo stomaco senza ragioni apparenti.

Ero così concentrata su quello che accadeva dentro di me che quasi mi dimenticai di dire la mia battuta, ma non potevo sbagliare proprio ora, o tutti avrebbero capito che c'era qualcosa che non andava, mentre io volevo solo sembrare più naturale possibile.

Mi concentrai su Simon, guardandolo dritto negli occhi. Anche se probabilmente era lui la fonte del mio turbamento mi sentii subito meglio, c'era sempre stata una forte amicizia tra di noi, per non parlare della complicità che avevamo costruito in tutti quegli anni insieme sul set! Incontrai i suoi occhi sorridenti e dolci e cercai di regolarizzare il respiro.

Appena finii la mia frase però, lui diventò improvvisamente serio, mi guardava con un'intensità così forte che ero seriamente tentata di abbassare lo sguardo, ma non potevo permettermelo! Lentamente ma con decisione si alzò e si protese sul tavolo, verso di me. Sentii tutta la calma che avevo riconquistato a fatica scivolarmi via dal corpo. Contemporaneamente i miei pensieri mi rimproveravano: “non sei una bambina, sei una professionista, porta a termine questa scena senza coinvolgimenti morali e facciamola finita!”. Con una mano mi sfiorò il mento, alzandolo impercettibilmente verso le sue labbra. Chiusi gli occhi...

“STOOP!”.

Li spalancai. Cosa!? Simon rimase per qualche secondo a guardarmi a quella distanza così ravvicinata, come paralizzato. Io cercavo di sembrare disinvolta e spavalda ma mi lasciai sfuggire un sospiro di sollievo. Il mio partner sorrise prendendomi in giro: “Sei sollevata? È così terrificante l'idea di baciarmi?”. Io di tutta risposta gli tirai una botta sulla spalla ridendo e spingendolo di nuovo verso la sua sedia. Finalmente la tensione si era allentata, eravamo tornati quelli di sempre, io e il mio amico, e mi sentii tranquilla e leggera. Mentre continuavamo a battibeccarci sottovoce e a lanciarci sguardi scherzosi, dalla regia ci spiegano perché avevano chiamato lo stop.

“Era perfetta, ottima prova, bravi ragazzi. Ora facciamo qualche minuto di pausa e poi giriamo la scena. Voglio che il bacio ripreso dalle telecamere sia il vostro primo bacio, sarete più spontanei e più veri, fidatevi.”. Sento qualcuno fuori dal set fare una battuta che non riesco a capire ed altri rispondere ridendo.

Avevo bisogno di acqua. Sentivo la gola completamente secca, così mi alzai e andai verso il tavolo con il piccolo rinfresco sempre imbandito. Con la coda dell'occhio vedevo Simon fermo parlare con la sua truccatrice. Avrei voluto averlo accanto in quel momento, per poterci chiacchierare come sempre e convincermi che gli strani sentimenti che avevo provato poco prima erano solo frutto dell'ansia da prestazione. Infondo era l'ultima scena di un'intera stagione, la scena più importante, quella che tutti i fan da anni attendevano! Si, probabilmente erano queste le ragioni del mio panico.

Come se mi avesse letto nella mente, salutò la ragazza con cui era e si avvicinò al punto in cui stavo io. “E così ci manca solo l'ultima scena, e poi avremo finito le riprese...”, mi sorrise in modo dolce, senza ironia. “Mi mancherà la mia Lisbon, sai?”. Mi commossi lievemente, ma tentai di non darlo a vedere, “Anche a me mancherà Lisbon, mi sento così a mio agio in questo personaggio, è come se abbandonassi una piccola parte di me.”. Silenzio. “E va bene, mi mancherai anche tu Sime”.

Quando ci chiamarono per cominciare le riprese vere e proprie stavamo ancora ridendo come due bambini. Non potei non accorgermi che, ogni volta che restavamo soli a parlare, le distanze tra i nostri due corpi diminuivano. Eravamo abituati a stare sempre vicini, uno accanto all'altra durante le riprese, e quell'abitudine ci rimaneva anche fuori dal set: le nostre braccia e le nostre mani si sfioravano sempre, e quella vicinanza mi faceva stare bene come poco altro, anche se non ne comprendevo la ragione.

Era ora di rimettersi al lavoro, ci scambiammo un ultimo sorriso complice e andammo a darci una sistemata. Speravo solo che lui non percepisse la mia preoccupazione per l'imminente ultima scena.

 

Eravamo seduti a quel tavolo, uno di fronte all'altra, ma questa volta eravamo truccati e vestiti di tutto punto. Come in un dejavu stavo rivivendo lo stesso momento, le stesse emozioni. Se durante la pausa pensavo di essere tornata in me stessa, ora mi accorgevo che non era vero. Ero imbarazzata, ansiosa, tremante... Se avessi dovuto ricominciare da capo una terza volta sarei diventata pazza, quindi doveva andare tutto bene alla prima ripresa, potevamo farcela.

Andò tutto liscio, le battute, i sorrisi... Vedevo i suoi occhi brillare e sapevo che i miei stavano facendo la stessa cosa, ma stranamente non dovevo impegnarmi per far sembrare vere quelle emozioni. Sentivo che Lisbon stava prendendo il mio posto. Io non mi sarei mai lasciata coinvolgere così tanto, ma lei si. Lisbon aveva sempre amato quell'uomo che le sedeva davanti, e lentamente cominciai a vivere quel sentimento. Infondo è questo che fa una brava attrice no? Si immedesima...

Lavoravo con Simon da così tanti anni che ero diventata brava a capire quando stava recitando e quando faceva sul serio, ma in quel momento mi sembrava tutto così confuso. Le sue pupille dilatate che mi perforavano l'anima, i suoi occhi umidi così pieni di emozione...possibile che non stesse più recitando? Possibile che una parte di lui stesse provando esattamente quello che Jane diceva di provare? Mi girava la testa, e se durante le prove avevo paura di scoppiare a ridere adesso temevo di piangere. Le sue parole di poco prima mi risuonavano nella testa: “Mi mancherà la mia Lisbon, sai?”. Cosa aveva voluto dirmi?

Cercai di non pensare più a niente, era troppo difficile essere due persone contemporaneamente! Così per qualche minuto fui solo Lisbon. Robin e i suoi pensieri razionali scomparvero.

Say it again”

Say what again”

Poi si fece serio, come prima, ma come non mai. Si avvicinò, mi sfiorò il mento e io sfiorai la sua guancia, delicatamente, impercettibilmente. Sentii il suo respiro lieve sulla mia pelle. Il mio cuore batteva così forte che per un'istante temetti che si sentisse nei microfoni. Chiusi gli occhi, questa volta nessuno “stop”. Le sue labbra sfiorarono le mie, prima piano, poi con più energia e intensità. Ci baciammo a lungo, un bacio dolce e pieno di passione. Tutto scomparve: le cineprese, i registi, i cameramen, le mille persone accalcate fuori dal set a guardarci curiosi... non c'era più nessuno, solo le sue labbra morbide sulle mie, solo lui ed io.

 

 

Non so dire cosa provai, non so spiegare quanta parte di me stesse recitando e quanta invece si fosse lasciata coinvolgere. Non so dire cosa provo ora. So che Lisbon amerà sempre Jane, so che i Jisbon (come usano dire i nostri fan) esistono davvero, ora più che mai.

E noi “Bunney”? Noi cosa siamo? Noi esistiamo davvero?

   
 
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