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Autore: OSUSprinks    24/10/2008    2 recensioni
Dopo lunghi tentennamenti, Filius riesce a invitare Pomona per un appuntamento romantico. Sarebbe il coronamento dei sogni di entrambi, sin dal loro primo incontro. Ma la sfortuna è sempre in agguato... e ricordate: la fretta è cattiva consigliera!
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Filius Vitious, Pomona Sprite
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Anche questa fic è stata scritta per un contest sul CR Boards all'inizio di quest'anno, gareggiando con una mia storia. Per la cronaca, siamo arrivate a pari merito, e lei ha vinto poi tirando a sorte il classico biglietto... Curiosità a parte, questo racconto mi ha colpito subito, alla prima lettura, e continuo ad amarlo moltissimo. Pare sia leggermente autobiografico, ma non ho indagato oltre.

Come sempre, fate felici Sprinkles e me: recensite!

la timida traduttrice,

Saki




Sentì la gola chiudersi e il cuore battere selvaggiamente nel petto. Con le palme premute contro il tavolo davanti a lei, Pomona provò a calmarsi. Cercò di afferrare la bacchetta, ma era fuori portata. Il viso, la bocca, le mani, le braccia- tutto il suo corpo sembrava gonfiarsi.
Disperata, provò ancora una volta, ma cadde dallo sgabello e piombò al suolo con un gemito silenzioso. Era una reazione allergica, qualcosa che non aveva mai avuto, e la peggiore a cui avesse mai assistito, in quasi trent'anni di insegnamento. Respirava a fatica, e si rese conto che anche se avesse raggiunto la sua bacchetta, non avrebbe avuto la forza di pronunciare alcun incantesimo. La trachea era ormai del tutto chiusa dal gonfiore e i polmoni avevano iniziato a bruciarle mentre iniziava a muoversi freneticamente. Concentrandosi sulle poche forze rimaste, Pomona cominciò a trascinarsi verso la porta che dava all'aperto. Mentre la vista iniziava a offuscarsi, giurò a se stessa che non aveva intenzione di morire proprio il mattino del suo primo appuntamento con Filius.



Dopo aver trascorso la mattinata a Hogsmeade per prepararsi al suo appuntamento, Filius prese la strada per tornare al castello. Sapeva che Pomona aveva ricevuto delle talee di una varietà particolare da una sua ex allieva che studiava in Sudamerica e, anche se lei non gli aveva detto nulla a proposito, era sicuro che non si sarebbe allontanata troppo dalle serre finché le nuove piantine non si fossero ambientate. Tenendo conto di questo, aveva riservato una saletta privata nel locale di Rosmerta, poi aveva ordinato una buona cenetta da uno dei suoi ristoranti preferiti di Diagon Alley, dove avrebbe voluto portarla comunque, e dando disposizioni perché gliela mandassero lì. Aveva ritirato dal negozio un vaso di Geranio Zannuto, il nuovo ibrido di cui le aveva sentito parlare in Aula Insegnanti qualche settimana prima, e gliel'avrebbe dato al momento di andarla a prendere in camera sua. Gli abiti nuovi gli stavano davvero bene, o almeno le streghe di Stratchy & Sons  sembravano pensarlo, e si adeguò. Ora aveva qualche oretta per preparare il suo speciale dolce al mascarpone, tornare a portarlo ai Tre Manici di Scopa, e tirarsi a lucido in vista dell'appuntamento.

Filius affrettò il passo verso le serre. Non aveva programmato di vederla prima di uscire insieme, ma era sua abitudine fermarsi a fare un saluto dopo pranzo, il sabato.

Di sicuro le avrebbe fatto piacere, no?

Decise che avrebbe sempre potuto chiederle delle nuove piantine, con la scusa di aver sviluppato un tardo interesse per la materia, e così si diresse verso la serra numero quattro, dove gli aveva detto che le avrebbe fatte crescere. La sua studentessa, Alice Prewett- anche se Pomona aveva fatto cenno ad un suo futuro matrimonio con il giovane Longbottom- studiava all'università di Erbologia del Sudamerica. In quegli anni si era imbattuta in numerose nuove specie, ed aveva iniziato una proficua corrispondenza con la sua ex insegnante. Filius sapeva che Pomona le era molto affezionata: se avesse notato che la imbarazzasse vederlo piovere da quelle parti prima dell'appuntamento, avrebbe fatto cadere il discorso su Alice, e il problema si sarebbe dovuto risolvere.

Con questo proposito, si sentì più emozionato di quando avrebbe mai ammesso al pensiero di uscire assieme alla donna che gli era sempre piaciuta, sin da quando aveva preso possesso della sua cattedra. C'era voluto un bel po' di tempo per raccogliere il coraggio di invitarla, perciò era determinato affinché tutto funzionasse alla perfezione.

Era quasi arrivato quando la vide. Irruppe in una corsa, forzando le sue gambette alla massima velocità possibile, e cadde in ginocchio accanto a lei. Con un grido, mandò il suo patronus a Poppy Pomfrey. Sentì un battito del cuore, ma niente di più. D'istinto, lanciò l'incantesimo blocca-allergia che Pomona gli aveva insegnato al suo arrivo a Hogwarts. Era stata la prima volta che avessero passato davvero del tempo insieme, l'inizio di una bellissima amicizia e, lui sperava, qualcosa di più.



“Lei è sicuro di volere che sia io ad insegnarglieli, professor Flitwick? Ci so davvero fare poco con la bacchetta, rispetto a tutti gli altri nostri colleghi.”

Aveva sorriso sul suo caffé mattutino, un particolare che accrebbe il suo interesse per lei, poiché anche lui preferiva quella bevanda al té. Desiderava vederla sorridere ancora, e ancora...

“Può chiamarmi Filius. E sono sicuro che lei sia più che qualificata per insegnarmi le tecniche di primo soccorso e qualsiasi incantesimo specifico della materia che possa servirmi. Vorrei imparare di più sull'Erbologia in generale, veramente.” Non aveva mai avuto nessun interesse per quella materia; Incantesimi e Trasfigurazione gli erano sempre stati più congeniali, ma sentiva che questa cosa sarebbe cambiata...

“Va bene, allora, Filius.” Lui sorrise a sentir pronunciare il suo nome, e lei arrossì lievemente. “Puoi venire questo pomeriggio nella numero uno, a qualsiasi ora... io sarò qui in giro.” Si alzò per uscire, ma poi si voltò verso di lui.“Puoi chiamarmi Pomona, o soltanto 'Mona, se vuoi.”



L'incantesimo stava funzionando; almeno una parte del gonfiore stava andando via. Non respirava ancora, e su questo non poteva porre rimedio: le afferrò una mano e la baciò, desiderando di poterla aiutare maggiormente.

“Filius?”

Poppy apparve dietro di lui e mentre si voltava, notò lo sguardo shockato e spaventato che le era balenato negli occhi prima di farsi in quattro: nel giro di pochi secondi l'aveva spinto da parte e aveva iniziato i suoi incantesimi diagnostici.



“Non sono teneri?” Pomona gli era seduta vicino, ad uno dei tavoli rotondi riservati allo staff di Hogwarts che presenziava al Ballo Annuale del Ministero.

“Cosa- voglio dire, chi?” Filius era rimasto a guardarla per tutto il tempo, pensando a come chiederle di ballare, e aveva colto solo metà della sua domanda.

“Poppy e Alastor.” Doveva essersi accorta della sorpresa nei suoi occhi prima di aver gettato un'occhiata dall'altra parte della sala da ballo e trovato la coppia in questione. “Non dirle nulla, ma credo proprio siano fatti l'uno per l'altra. Guardali.”

Non era completamente d'accordo, ma non aveva nemmeno da obiettare, specialmente quando colse l'espressione di leggera invidia sul viso di Pomona.

“'Mona, vuoi ballare?”

Lei aveva sorriso e annuito con semplicità.



“FILIUS!”

Cercò di schiarirsi la mente scuotendo la testa, mentre la voce di Poppy s'insinuava tra i suoi pensieri.

“Filius, ho bisogno che ti calmi. Pomona starà bene, ma ho bisogno del tuo aiuto per portarla in infermeria. Ce la fai o devo chiamare qualcun altro?”

Si sorprese ad annuire e seguì le istruzioni di Poppy mentre la trasportavano fino al castello. Tutto quello che riusciva a pensare fu al tempo che aveva perso fino a quel momento. Se Poppy si sbagliava, se Pomona non fosse stata meglio... no, non poteva nemmeno pensarci.



“Non rimpiangi di non esserti sposato da giovane?”

Avevano accompagnato gli studenti per la loro gita a Hogsmeade, ed erano seduti su una panchina fuori dai Tre Manici di Scopa.

“A volte sì” rispose lui, osservando una coppietta che entrava nel pub tenendosi per mano.“Ma spero che tu non ti sia già arresa a riguardo, Pomona! Hai ancora un sacco di tempo per pensare a questo. D'altra parte, Hogwarts non è ancora pronta per fare a meno di te.”

“Oh, non credo che ci sia da preoccuparsi per il momento. E poi, anche se mi sposassi, vorrei restare a Hogwarts. Non potrei immaginare di lasciare te... e gli altri nostri colleghi, voglio dire. Siete diventati la mia famiglia.”

Filius notò il suo rossore e come avesse distolto lo sguardo. Osò sperare che dicesse il vero.

“E che dire di te? Perché non ti sei mai sposato? Questa è una cosa che mi ha sempre sorpreso. Di solito i migliori sono sempre accoppiati.” Sorrise, un poco provocante.

Ora fu lui ad arrossire. “Penso che la ragione sia ovvia.”

Lei annuì, partecipe. “Immagino che sia stato difficile avere una vita privata, con tutto il lavoro che ti ha tenuto occupato. Devi aver viaggiato parecchio, per raggiungere il tuo livello di conoscenze. E' stato lo stesso per me.”

Lui la fissò, sbalordito. “No.” Tossì. “Intendevo la mia altezza.”

Si strinse nelle spalle, aspettandosi un commento condiscendente, con un tono melenso: pensava che gli avrebbe assicurato che un giorno 'qualcuno' l'avrebbe guardato per quello che era, non solo per la sua statura, anche se non si sarebbe trattato di lei. Attese, ma invano.

Invece lei sembrò quasi triste mentre rispondeva:“Sì, suppongo che vorresti frequentare qualcuno alla tua altezza. Penso di poterlo capire.”

Filius era sempre più stranito. Si chiese se stesse facendo la finta tonta, ma Pomona non era il tipo da prenderlo in giro... almeno lo sperava.

“Ma no, non io! Voglio dire che la maggior parte delle streghe non vorrebbero farsi vedere in giro con qualcuno alto la metà di loro!”

“Questo significa che la maggior parte delle streghe non sanno cosa si perdono, a non volerti conoscere meglio.”

L'aveva quasi baciata, allora, in quella stradina del villaggio, circondati dai loro studenti. Sì, l'avrebbe fatto, se Minerva McGonagall non fosse arrivata ad aiutarli a radunare i ragazzi. Quel momento era stato cruciale per spingere da parte le sue paure e si era ripromesso che le avrebbe chiesto di uscire: ma quando e come, non lo sapeva ancora.



Ora eccolo, seduto accanto al suo letto, a tenerle la mano. Poppy li aveva lasciati soli dopo aver dato a Pomona una pozione calmante, assicurandogli che era stato in realtà il suo incantesimo a salvarla. Mentre l'infermiera gli spiegava tutto questo, lui non l'ascoltava, tutto intento a guardare Pomona, ad ascoltare il suo respiro, a guardare il colorito delle sue guance che tornava acceso come sempre.



“Mhm, Fil, cosa stai facendo?”

“Sto cercando di mettere insieme un regalo per la mia nipotina.” Era seduto sul pavimento della Sala Insegnanti, con intorno un gran numero di pezzi che sembravano appartenere ad una bicicletta Babbana.

“Oh, è carino.” Lui si accorse che i suoi occhi si posavano divertiti su quel disastro. “Di che cosa si tratta, esattamente?”

“Una bicicletta!”

Lei sembrò perplessa, ma prese le istruzioni, dimenticate su un tavolino, prima di sedersi.

“Posso darti una mano?”

Lui cercò di non mostrare troppo entusiasmo.

“Magari!”

Lentamente, pezzo dopo pezzo, con Pomona che leggeva davvero le istruzioni, finirono di montarla. Aggiungendo qualche incantesimo di sicurezza, avevano concluso il lavoro, ma lui non voleva separarsi da lei così presto.

“Devo portarla nel mio ufficio. Hai voglia di qualcosa da bere?”

Pomona sorrise e disse: “Dopo un lavoro così, ne abbiamo bisogno tutti e due.”

Continuarono a ridere e chiacchierare per tutto il tragitto. Lui mise via la bicicletta e versò due JT, il drink che lei preferiva, prima di sedersi vicino a lei sul sofà.

“Quand'è il compleanno di tua nipote?”

Filius le porse il bicchiere.

“In realtà è domani, ma la festa sarà tra una settimana.” Fece una pausa per sorseggiare il suo drink, poi senza pensare aggiunse:“Ti va di venire con me?”

Non appena ebbe pronunciato quelle parole, Filius si sentì ridicolo. Erano settimane che cercava un modo per strapparle un appuntamento, e ora se ne veniva fuori con la festa di compleanno di una bambina di cinque anni?

“La tua famiglia non troverebbe strano che porti un'amica?”

Ora o mai più, decise lui. Non avrebbe più avuto una simile opportunità.

“Pensavo che, forse, potremmo uscire insieme questo weekend. Allora non saresti più solo un'amica. Se ti va...”

Abbassò gli occhi al bicchiere, sentendosi un ragazzino come da anni non gli era più capitato. Aveva dimenticato come fosse difficile esporsi a quel punto.

“Sarebbe bellissimo.”

Filius stava per versare il suo drink, tanto era sorpreso. “Davvero? Sabato andrebbe bene?”

Il sorriso di lei era smagliante, e si sentì come se le nuvole si fossero dissipate e il sole splendesse su di lui.“Perfetto.”



“F-Filius?”

Pomona si guardò intorno, perplessa e disorientata nel trovarsi in infermeria. Lui era seduto accanto al suo letto, tenendole la mano, e sembrava immerso nei suoi pensieri finché lei non gliela strinse e gli chiese di nuovo:

“Filius, che cosa è successo?”

“Pomona! Oh, Merlino sia ringraziato. Ero preoccupatissimo. Poppy me l'ha detto che ti saresti ripresa, ma- Oh, sono contento che ti sei svegliata.”

Era saltato su lasciandole andare la mano, e per un attimo rimase delusa, prima che lui le accarezzasse il viso, scostandole i capelli dalla fronte, e indugiando con il palmo sulla sua guancia per un poco.
Lei si sporse per prendere il bicchiere d'acqua sul comodino, ma aveva la spalla intorpidita.

“Faccio io, su.”

Le tenne il bicchiere mentre prendeva un sorso. Di nuovo, le sfiorò il viso con l'altra mano, e anche se le sembrava di essere stata investita da uno stormo di ippogrifi in fuga, si sentì meglio all'improvviso.

“Ma cosa mi è successo?”

“Hai dimenticato di seguire le norme di sicurezza che tu stessa avevi stabilito e così facendo hai spaventato a morte Filius e me, ecco cos'è successo!”

Poppy sembrava furiosa e sollevata insieme... furiosa prima di tutto. Ora il ricordo di quella mattinata tornò nella mente di Pomona: la fretta di mettere a dimora le talee il più presto possibile, per riuscire a trascorrere il resto della giornata a prepararsi per uscire con Filius... Aveva aspettato così tanto prima di ricevere un simile invito, al punto di mettere quasi da parte le sue speranze, e ora aveva rovinato tutto.

“Oh Filius, il nostro appuntamento!”

“Appuntamento? Dovevi uscire con qualcuno? Pomona Jane Sprout! Non posso credere che tu non l'abbia detto a nessuno!”

In un attimo, Poppy si era trasformata dall'infermiera cocciuta e professionale all'amica pettegola, e Pomona non riusciva a immaginare una situazione peggiore.

“Poppy, per favore, potrei uscire di qui adesso?”

Filius stava guardando da un'altra parte ed era sicura che fosse imbarazzato, chi non lo sarebbe stato? Poppy agitò la bacchetta per un poco- per fare che cosa, Pomona non ne era sicura- ma sembrò soddisfatta mentre le metteva in mano qualche boccetta di pozione antidolorifica.

“Sì, puoi andare. Prendi queste quando ne senti il bisogno, ma dovresti star bene. E voglio tutti i dettagli domani." Pomona avrebbe potuto ucciderla con lo sguardo che le lanciò, e Poppy non convinse nessuno aggiungendo: “Su come ti sarai ripresa, naturalmente.” Rendendosi conto della gaffe, Poppy le schiacciò l'occhio prima di sparire dietro la porta, lasciandoli soli.

Pomona chiuse gli occhi e provò a controllare la propria frustrazione nei confronti di Poppy e di non mostrare, arrossendo, il suo imbarazzo.

“Non siamo obbligati ad andarci, sai. Se non te la senti, ma soprattutto se non vuoi che nessuno lo sappia, ecco, questo è un buon motivo per non uscire con me.”

Si alzò a sedere, spalancando gli occhi, ignorando la lieve vertigine che la colse.

“Di cosa stai parlando, Filius?”

Lui le dava le spalle, guardando dalla finestra. Con un sospiro profondo, si voltò a guardarla e Pomona gli lesse in volto una tristezza mai vista prima.

“Parlo del nostro appuntamento. Se ti...” Sembrava cercare una parola adatta mentre la sua espressione cambiava da triste a quasi arrabbiata. “vergognavi troppo per dire alle tue amiche che saresti uscita con me, ecco, non sei costretta a farlo.”

“Vergognarmi? Filius, ero eccitata all'idea di uscire con te. Lo sono ancora! Non l'ho detto a nessuno perché non volevo che lo sapessero, nel caso tu...” Si sentiva ancora un poco intontita quando si muoveva troppo.

“Nel caso che io... che cosa, Pomona?”

Ora teneva di nuovo gli occhi chiusi, questa volta per l'imbarazzo, e si morse il labbro prima di parlare. “Avessi deciso che non eri davvero interessato a me.”

Lo fissò mentre pronunciava le ultime parole; aveva bisogno di vedere la sua reazione. Lui era rimasto senza fiato.

“Tu pensi di non piacermi? Avrei voluto stare con te sin dal primo momento che ti ho incontrata!” Si avvicinò, era in piedi davanti a lei, ed erano quasi con gli occhi negli occhi dal momento che lei era seduta sul letto.

“Filius, io-”

Non sapeva più cosa dire, perciò non si risentì di essere interrotta dal suo bacio. Dopo un istante troppo breve, le loro labbra si allontanarono ed entrambi sorrisero.

“Allora l'appuntamento è ancora valido?” Pomona accompagnò le parole con un sorriso seducente.

“Assolutamente sì.” rispose Filius, e la baciò di nuovo.


Quella notte, Pomona sentì di nuovo la gola chiudersi e il cuore battere forte nel petto... ma per una ragione completamente diversa...

  
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