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Autore: DanieldervUniverse    10/11/2014    3 recensioni
Squall e Cloud sono due rivali giurati dal primo giorno di scuola, e al terzo anno ancora non si quietano. Purtroppo il tempo non attenderà, e sotto la guida di Xemnas l'Organizzazione e i suoi alleati trameranno nell'ombra per loschi propositi. Gidan, Tidus, Lightning, Ashe, Yuna, Terra, Bartz, Aerith, Kain, Sephiroth, Jecht, Artemisia, Guerriero di Luce, Axel, Saix, i più grandi personaggi della saga incroceranno i propri destini in questa lotta, tra odio, morte, amore, intrighi e inarrestabili scherzi e gag. Ridete in allegria.
Coppie non canon: Rydia x Zexion; Artemisia x Sephiroth, Ashe x Lightning
Genere: Azione, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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A\N: Be, posso dire che è un po...sorprendente scrivere in italiano. Di nuovo. Ma basta perderci in nostalgie inutili e passiamo la mano: è tempo di finire la scuola.
FINAL YEAR AT FANTASY HIGH SCHOOL è arrivato!!!!!!


Dove siamo?

Be è piuttosto semplice: alla Fantasy High School, il liceo più trasgressivo di sempre.

In realtà è tutta una copertura governativa: il Garden (appunto la scuola) orbitante sopra l'oceano è stato finanziato dal governo e dalla società Shinra per concentrare in solo luogo orfani, promettenti guerrieri, alieni e dissidenti politici.

Qui vengono addestrati e “educati” a essere soldati al servizio dei vari governi, imperiali e non, e soprattutto per far affluire più volontari per le forze armate della Shinra, detentore dell'equilibrio politico ed economico.

La “scuola” dura tre anni, e bisogna essere almeno prossimi ai sedici per accedervi.

Ovviamente non va sempre così: molto spesso alieni e meta-morfi vengono identificati in ritardo e costretti ad iscriversi quanto prima; inoltre vari dissidenti riescono a sfuggire all'iscrizione forzata, a volte per molto tempo, e ci sono persino casi di persone molto giovani costrette a scegliere tra la galera o l'adesione al Garden.

Questo giorno è probabilmente uno dei peggiori: il rientro della pausa estiva, dove gli “studenti” (se tali li si può definire) nuovi devono accedere alla struttura per mezzo di bolle antigravità per la prima volta, sorvegliati da altrettante guardie di sicurezza.

La scuola risulta quindi sovraffollata.

Normalmente la sorveglianza era così alta per prevenire i rischi di un colpo di stato o attentati terroristici al Garden.

La costruzione era praticamente una piccola città, che si era estesa di molto durante l'estate precedente a causa dall'implemento dei dormitori appositi per evitare agli studenti di fare uno stressante avanti e indietro dalla costa al Garden e soprattutto per limitare i rischi di introdurre corpi estranei come bombe o altri elementi atti a causare danni alla struttura.

Il Garden era anche dotato di un sistema di autodifesa che era in grado di tenere testa anche allo stesso esercito della Shinra, il più avanzato disciplinato esistente.

Agli studenti del secondo anno sarebbe stato assegnato il compito di illustrare ai loro nuovi compagni le principali attività e la planimetria del Garden, oltre a rispondere ad eventuali domande dopo il discorso che apriva come tradizione tutti gli anni scolastici.

Tutti gli studenti, anche quelli del terzo anno, erano obbligati a partecipare.

Quistis deglutì sonoramente, un po' imbarazzata ma anche determinata a mostrarsi come un autorità scolastica.

Era una dei professori più giovani della struttura, e anche una degli ultimi arrivati.

Quando la presidentessa Cosmos le aveva assegnato il compito di pronunciare il discorso, Artemisia aveva iniziato a scoccarle occhiate ostili, pur mostrandosi affabile anche quando erano sole.

Quello che più di tutti la intimoriva, però, era il nuovo insegnante di scherma arrivato quell'anno: Sephiroth.

Uno squillo di tromba la fece sobbalzare, mentre il sipario si levava e le luci sul palco si accendevano.

Fece un ingresso trionfale, in tacco alto a spillo e con un abito attillato rosso che partiva dalle spalle e arriva fino alle ginocchia, mettendo in risalto la vita e schiacciando un po' i seni fuori misura che le avrebbero senza dubbio causato molte occhiate invidiose tra le studentesse più permalose, dato che lei era solo una diciottenne.

Si aggiustò gli occhiali sul naso e iniziò.

La sua voce riempì l'auditorium: forte, ferma e sicura, priva di emozioni o di qualsiasi tono affabile.

Parlò ininterrottamente per quasi dieci minuti, rossa come un peperone per lo sforzo ma senza perdere il proprio contegno.

La notizia che erano stato stabilito l'obbligo di assegnare agli studenti una stanza nei dormitori in cui soggiornare durante l'anno venne accolta con giubilo, e Quistis pote chiaramente sentire i già alcuni ragazzi aggregarsi in gruppi di due o tre, a volte persino quattro individui.

Purtroppo la giovane professoressa ebbe l'obbligo di annunciare che, a seguito di problemi d'organizzazione (e di pressioni economiche della Shinra), il Consiglio del Garden era stato costretto a stabilire di sua scelta i vari accoppiamenti di stanza.

L'entusiasmo scemò con incredibile rapidità.

-Non sarà possibile cambiare in futuro ciò che il Consiglio ha deciso. Temo che per molti ciò potrebbe essere un problema tanto dal punto di vista sociale che di comfort scolastico, ma in ogni caso abbiamo l'obbligo di ricordare a tutti di fare tutto il possibile per andare d'accordo ed evitare eventuali contrasti. È chiaro Leonheart? Strife?

La ragazza richiamò all'ordine i due studenti in prima fila, Squall e Cloud, i quali avevano passato tutta l'orazione a scambiarsi sguardi magnetici che facevano salire di molto la tensione nella stanza.

Soltanto persone dal cuore freddo, come Lightning Farron, Leader della Squadra Disciplinare, osavano sedere vicino a loro.

I due studenti la ignorarono del tutto, continuando a scambiarsi i loro sguardi violenti, tanto che alcuni fulmini cominciarono a crepitare tra gli occhi dei due.

Dopo alcuni richiami Quistis pensò di desistere quando un doppio *Bonk* risuono nell'aria.

I due rivali non si fissavano più, ma tenevano il volto rivolto verso terra con un bernoccolo in testa.

-Bene credo sia tutto. Ora vi prego di dirigervi ai vostri dormitori con il massimo ordine ed efficienza. I pass per le vostre stanze vi saranno consegnati nell'ufficio del direttore, nel caso alcuni di voi non l'abbiano ricevuto come posta durante l'estate. Prego andate...in pace- aggiunse infine riferendosi sempre ai due litiganti che avevano ricominciato a fissarsi male dal momento che si erano ripresi in contemporanea.


-Gentile da parte tua accompagnarmi alla mia camera, Squall- gli disse Rinoa mentre i due camminavano verso i rispettivi dormitori.

“Ti sto accompagnando solo perché le nostre camere sono una di fronte all'altra” pensò lui.

-Allora, come è stata l'estate?- gli chiese lei, infilando il suo braccio sotto a quello del ragazzo ed avvinghiandocisi come un peluche.

Squall alzò il sopracciglio.

-Hai passato momenti interessanti?- insisté, visto che lui non rispondeva.

-Si- fu tutto ciò che il bruno rispose.

Era un tipo molto alto, dal corpo sottile eppure scolpito da muscoli, i capelli castani lisci che ricadevano incolti fino alla nuca, la cicatrice che attraversava il suo volto dalla fronte fino a sotto l'occhio destro in obliquo.

Portava abiti neri sopra una maglia bianca, stravaganti e un po' borchiati.

Non soddisfatta dalla risposta Rinoa gli si strinse addosso ancora di più, spingendo il gomito del ragazzo nella sua scollatura -Me ne puoi raccontare qualcuno? Tipo...non so, l'arma che ti è stata assegnata?

Per un istante negli occhi del ragazzo apparve un barlume, che si spense subito -Un Gunblade!- disse, quasi con entusiasmo (considerati i suoi standard).

-Gunblade?!- lei quasi schizzò fuori degli stivali – Ma è una arma rarissima. Di solito viene data ai migliori...oh! Ah! Scusa non volevo sembrare troppo lusinghiera...- “Oh cavolo e proprio il mio tipo!” pensò lei sorridendo impacciata, con le guance rosse.

Lui la guardò strano.

Troppo imbarazzata per continuare a guardarlo, Rinoa riportò lo sguardo sul corridoio notando il numero 321 su una porta alla loro destra -Ehi abbiamo raggiunto la tua camera!- esclamò lei, tornando guardare il suo compagno, il quale era improvvisamente interessato a tutt'altro.

Rinoa seguì il suo sguardo e vide venirgli incontro Tifa e Cloud, i quali sembravano intenti ad una tranquilla conversazione tra amici, almeno finché il biondo non scorse il caro Squall e inevitabilmente il suo sguardo fu magneticamente attratto a quello del rivale in bella tenuta.

Tifa incrociò gli occhi di Rinoa, sorpresa tanto quanto la collega.

Cloud andò a fermarsi precisamente a pochi millimetri da Squall, mentre una aura viola contornata da fulmini li avvolse.

Entrambe le ragazze sospirarono pesantemente, deluse da come le rispettive conversazioni erano state interrotte.

Poi incrociarono i loro sguardi sconsolati.

Tifa alzò il suo pass -Io sto nella camera 322. Tu?- chiese.

-Anche- rispose Rinoa, con tutta la sua gioia che ormai l'aveva lasciata come un guscio vuoto.

I due ragazzi intanto erano intenti a fissarsi.

-Vedo- Tifa sospirò di nuovo, prima di raddrizzarsi e sorridere -Almeno ho Cloud nella camera di fronte- scosse i suoi capelli castani con un aria disinteressata, facendo anche rimbalzare distintamente il gigantesco seno, protetto solo da una maglia bianca striminzita.

-Ah-ah- Rinoa si sentì un po' offesa dal gesto, per poi ricordarsi di un piccolo dettaglio -Aspetta: anche Cloud sta alla 321?

-Si perché?- Tifa chiese un po' sorpresa, prima di rendersi conto del problema attuale.

Entrambe le ragazze si voltarono verso i due, i quali erano ormai avvolti nel buio da cui spuntavano soltanto gli occhi e i fulmini che sprizzavano qua e là.

“Chi è il cretino che li ha messi nella stessa camera?” pensò Tifa, al limite della disperazione.


-Etchì- fece Artemisia, a qualche centinaio di metri di distanza.


-E mi raccomando!- disse Tifa puntando il dito contro i due ragazzi seduti sul letto davanti a lei -Non vi azzardate fare risse qui dentro o giuro che vi stacco la lingua, chiaro?

I due annuirono, entrambi con un bernoccolo in testa.

Tifa sbuffò e usci con passo di marcia dalla stanza per dirigersi nella propria, mentre Rinoa richiudeva la porta -Ah, buona fortuna- disse allegra, prima di chiudere.

Non appena il *clack* del sistema di chiusura si attivò i due si lasciarono andare all'indietro sul letto, con un sospiro di sollievo.

-Mamma mia, quella ragazza è un demone- Squall pensò ad alta voce.

-Concordo- Cloud replicò, girandosi verso il rivale, che ricambiò lo sguardo.

Rimasero a fissarsi impotenti per lungo tempo.


-Hurrà- esclamò Tidus, saltando con il pugno sollevato in giro per la stanza -Un intera camera tutta per noi!

-Evvia!- Gidan gli diede un sonoro doppio cinque in aria.

-Ah, ora si fa la bella vita- rispose ad entrambi Bartz, mentre apriva la finestra che dava sull'immenso parco sul lato sud dei dormitori.

-Ah, che aria fantastica che tira quassù- disse ancora il ragazzo, appoggiando il gomito al bordo dell'apertura.

-Ora voglio vedere se mi è proibito giocare a BlitzBall qui in giro!- esclamò Tidus tirando un pallone apposito fuori dalla sua sacca da viaggio e lanciandolo contro la parete con tale forza che la stanza tremò.

-Cavoli queste pareti resistono bene!- Gidan osservo, primo che un altro rimbombo segnalasse al trio che nella stanza affianco si trovava Lightning.

Ammutolirono tutti e tre, maledicendo il consiglio per averli affiancati a quel mostro.

-Be, poteva andarci peggio- Bartz rispose andando a sedersi sul suo letto -Potevano esserci Squall e Cloud.

Gli altri due annuirono, d'accordo con il collega.


-Maledizione- mormorò Lightning, fissando al parete in comunicazione con la camera accanto.

-Cosa?- le chiese Ashe, vice di Lightning nella Squadra Disciplinare e coinquilina attuale.

-Quest'anno sarà infernale- rispose la giovane donna dai capelli rosa.

-A chi lo dici- le fece eco la bionda, conscia anche lei a cosa la coinquilina si riferiva -Ricordo ancora quando mi hanno infilato l'urticante nella biancheria intima, o quando mi hanno ricoperto il cuscino di panna. Oppure tutte le umiliazioni che ha dovuto subire il povero Firion per causa loro.

Un sonoro *Crack* segnalò alla guerriera di aver crepato la spalliera di una sedia.

-Controllati. Non possiamo punirli senza prove certe: siamo la Squadra Disciplinare. Noi diamo sempre l'esempio, non importa cosa succede o quante umiliazioni dobbiamo subire- Lightning si volse, iniziando a radunare l'occorrente per farsi una doccia.

-Hai controllato che non ti abbiano sostituito lo Shampoo con il cioccolato come l'anno scorso?- le chiese Ashe, ricontrollando meticolosamente il contenuto dei suoi bagagli.

-Si, tranquilla- rispose Lightning, mettendosi l'asciugamano sul braccio e facendo per avviarsi.

-Sei certa che l'asciugamano non sia pieno di melassa?- insisté l'altra.

-Si- rispose Lightning, cominciando ad essere seccata.

-E che nell'accappatoio non sia nascosto un qualche insetto?

-Si!

-E che...

-Ashe chiudi il BECCO!- un aura di intento omicida si librò per la stanza facendo ammutolire all'istante la ragazza bionda.

-Umf- Lightning entrò nel bagno, tornata alla normalità, e chiuse la porta dietro di se con un tonfo sordo.

“Oh mio dio che cosa ho fatto!” pensò in silenzio la rosa, arrossendo e prendendosi il capo tra le mani “Adesso mi odierà per sempre”.


Xemnas fissò fuori dalla finestra, abbracciando con lo sguardo tutto il circondario, cogliendo ogni dettaglio degli edifici del Garden che si stagliavano alla sua vista.

-Quest'anno tutto cambierà- disse rivolto alla folla radunata dietro di lui -Quest'anno non ci fermeranno. Quest'anno siamo forti, e ci alzeremo, trionferemo! Trionferemo su coloro che osano opporcisi! Trionferemo su coloro che vogliono dominarci come fossimo pecore, e non lupi con artigli affilati come coltelli e fauci come tenaglie! Restate uniti al mio fianco, miei compagni, e rovesceremo il male che ci governa! Prima questa scuola insulsa, poi la Shinra e le sue armate, quindi il mondo intero! E lo plasmeremo in un mondo nuovo, libero per noi e i nostri figli! Unitevi a noi, e trionfiamo insieme su questo male che ci circonda!- alzò la mano al cielo in segno di trionfo, mentre tutti coloro che gli erano attorno confermarono la loro adesione, chi più chi meno.

L'unico che rimase impassibile era Sephiroth, appoggiato ad un angolo della camera, la lunga katana in mano, reclinata verso il basso.

-Non vuoi essere dei nostri, Sephiroth?!- Xemnas gli si rivolse con ardore, sperando di convincerlo.

L'uomo l'osservo con lo sguardo vacuo, disinteressato -Non mi opporrò a voi- disse, raddrizzandosi -Se avrete problemi chiamatemi. Ma non contate che io ci sia sempre- finì, uscendo dalla stanza.

-Noi ci stiamo!- Seifer rispose in un altro angolo della stanza -Potete contare sul nostro supporto. Anche se...preferirei ci fosse concesso un approccio più anonimato. Non volgiamo entrare a far parte dell'organizzazione direttamente, ma restare suoi alleati nell'ombra- il biondo ghignò malevolo.

I suoi due compagni Rajin e Fujin annuirono in assenso al loro leader, obbedienti (e pure troppo stupidi per aver capito una parola del discorso).

-Concesso. Vi daremo disposizioni al più presto, fratelli e sorella. Ora andate, e aspettate la voce della nostra chiamata alle armi- Xemnas rispose ai tre.

Seifer assentì con un cenno del capo e uscì a sua volta dalla camera, seguito dagli altri due.

-E tu, Artemisia? Non fremi forse di sfuggire da questa trappola mortale? Di rispiegare al vento le tue ali?- stavolta il ragazzo si volse verso la donna appoggiata alla scrivania, silenziosa.

Lei rimirò le proprie mani per qualche istante.

-Fate in modo di non mettervi sulla mia strada- proferì, per poi scomparire ad un gesto delle medesime.

-Credo nella tua voce come credo nel mio potere. Io, Seymour, accetto di unirmi alla vostra campagna in nome della nostra indipendenza- il ragazzo dallo sguardo orgoglioso e dai lunghi capelli blu si pronunciò così, prima di scomparire a sua volta, sicuro della propria chiamata.

-E tu, Kain? Non reclami forse di voler proteggere a qualsiasi costo coloro che ami?

Il biondo guerriero chiuse gli occhi: era massiccio, molto alto, e con un volto duro, sofferente.

-Sarò al tuo fianco se me lo chiederai.

Con un gesto di commiato uscì dalla porta a passo marziale.

Xemnas passò il suo sguardo sulle persone rimaste.

-Tredici di voi, eh?- alcuni annuirono -Bene. Da questo momento miei compagni, risplendiamo come la luce dell'alba. Che tutti ricordino questo giorno! Oggi nasce l'Organizzazione XIII!

-Credevo fossimo quattordici- obbiettò un ragazzo biondo con il ciuffo a punta.

-Il XIII rappresenta voi che avete risposto alla mia chiamata senza esitare, neanche per un attimo! Sorgete fratelli! Presto il mondo sarà libero!


-Cavoli che lusso- disse Yuna, rimirandosi nel gigantesco specchio.

La ragazza adocchiò il grosso livido che si era fatta sull'occhio destro quando aveva ricevuto in testa una palla da Blitzball, che l'aveva colpita mentre passeggiava per il parco quel pomeriggio.

-Mi chiedo chi sia l'idiota che lancia le palle così casualmente- rifletté, sbuffando di rabbia.

-Ti sei risposta da sola: un idiota!- Paine le rispose scocciata dal letto, mentre tirava fuori l'ennesima sigaretta, accendendola.

-Mah, potrebbe anche darsi che sia un idiota, ma chissà che tipo di idiota. Magari è carino...

-Sogna pure Rikku- le rispose Yuna, lanciando alla cugina con un occhiata di sbieco -Sogna pure.


Serah lasciò vagare il proprio sguardo sul parco, lasciando che i profumi e i suoni le fluissero intorno, rendendola partecipe di quel nuovo mondo tanto atteso.

Non aveva ancora incontrato la propria compagna di stanza, ma non le importava più tanto.

Più che altro era interessata alle attività che offriva il Garden, dalla semplice magia alle evocazioni, dal Blitzball ai combattimenti all'arma bianca.

Aveva sentito molto spesso parlare di quei particolari intrattenimenti dalla sorella, rinomata come una delle migliori in tutta la scuola, e ciò non aveva potuto far altro che accrescere il proprio desiderio di iscriversi al Garden, e potervi partecipare dal vivo.

Ad un certo punto notò un tipo: alto, biondo chiaro, quasi bianco, un cappotto bianco lungo fino alle caviglie e un berretto da neve.

Non poté scorgere il volto da quella distanza, ma poté notare il suo muoversi furtivo e silenzioso, guardingo.

Chi diavolo era quel tipo?


-Dunque prima eri un ladro se ho ben compreso?- Hope rivolse uno sguardo curioso al suo coinquilino.

-Già: un orfano di strada dovrà pur sopravvivere, no?- Vann rispose, seduto sul davanzale della finestra.

Il ragazzo più giovane annuì in silenzio, per poi concentrarsi nuovamente sul disfare i suoi pochi bagagli.

-E qual è la tua storia?- il biondo non poté resistere dal chiedere.

Hope non disse niente.

Ignorò la domanda e iniziò a sistemare i propri effetti personali.

-Come vuoi. Quando sarai pronti me lo dirai- Vann non smise di sorridere mentre proferiva la frase.

Hope si arrestò per un attimo, poi riprese la sua attività.

-Ehi, che hai?- insisté Vaan, curioso più che mai.

-Eh? Oh, niente, pensavo a delle cose- rispose l'altro, continuando a fare quello che faceva.


Quando la porta della camera di Garnet si aprì lei notò subito che qualcuno si era già sistemato.

“Accidenti, speravo di incontrare subito il mio compagno di stanza. Se solo tutti quei dannati agenti non fossero in giro...”.

La ragazza entrò quasi di corsa e sospirò di sollievo quando la porta si chiuse alle sue spalle.

“Se qualcuno mi riconosce è la fine. Mi chiedo cosa gli costasse a mia madre di spedirmi qui subito invece di chiudermi dentro il castello. Eh, no invece: deve essere sempre tutto complicato! Scendi dalla torre di notte con tripla sorveglianza e i riflettori che sparano luce ovunque (a proposito, grazie mille Shinra), allontanati di almeno venti miglia correndo e senza pause, disperditi nella folla, ruba degli abiti, ruba dei soldi, trova uno stramaledetto pseudonimo che non ti faccia sgamare o far sembrare un idiota, iscriviti, supera l'ispezione, manometti il sistema di riconoscimento, liberati della guardia che ti ha scoperto, impara almeno un minimo di combattimento e scherma, e sopravvivi alla prima...” -Che fai?

La ragazza scattò sul posto, voltandosi verso l'uscio.

Le porte erano chiuse, ma all'interno della camera si trovava un altra ragazza, con dei lunghi capelli rosa (credevo che solo le mie pantofole fossero rosa -Garnet-), poco più alta (e decisamente con meno curve) ma un po' più matura nello sguardo e nel portamento.

Dopo averla squadrata per poco, la principessa si fece coraggio e le chiese -Sei la mia coinquilina?

-Si. Mi chiamo Serah Farron a proposito- le porse la mano.

-Daga. È un vero piacere- rispose, ricambiando il gesto.

“Accidenti, un nome migliore non mi poteva venire in mente!” si rimproverò.


A\N: Ehhhhhhhhh stop! Ok fine primo giorno, compagni di stanze o altre cose simili. Ho detto che il crossover era tra tutti i Final Fantasy ma tutti i personaggi richiederanno tempo per essere introdotti. Per ora state rincuorati che Cloud, Squall, Gidan, Tidus e Sephiroth ci sono(la presenza dei Organizzazione XIII era d'obbligo, mi dispiace). Recensite se volete e godetevi il racconto. Alla prossima. Ciao.

  
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