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Autore: KatWhite    11/11/2014    1 recensioni
Non avevo mai pensato di potermi rispecchiare così tanto nelle nuvole, e continuo ad ammirarle, osservarle per analizzarle, a seguire il loro pigro movimento verso mete sconosciute ed infinite, lasciando trascorrere secondi, minuti. [...] Forse sogno ad occhi aperti per scappare dai mostri del passato, forse mi piace vedere le nuvole passeggiare.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono sdraiata in uno spiazzo erboso nel bel mezzo dell'anonimo nulla, qualche cinguettio e ronzio delle api mi tiene compagnia.
Mi godo il tepore della calura estiva e i timidi raggi di sole che mi accarezzano la pelle, e sorrido.
Guardo il cielo: è terso, azzurro e pieno di nuvole. Apparentemente non sembra esserci vento, ma sento delle piante stormire e vedo con la coda dell'occhio dei rami muoversi.
Ma il mio sguardo rimane fisso sul cielo, ed un particolare attira la mia attenzione: rimango incantata da quell'ammasso informe che sembra panna montata che si sposta senza nessuna logica, che è libera di andare dove più le aggrada. Non avevo mai pensato di potermi rispecchiare così tanto nelle nuvole, e continuo ad ammirarle, osservarle per analizzarle, a seguire il loro pigro movimento verso mete sconosciute ed infinite, lasciando trascorrere secondi, minuti. Rimango lì, bocca spalancata, occhiali scuri che nascondono le mie iridi castane sotto i raggi estivi e le nuvole che fuggono verso orizzonti inesplorati.
Forse sogno ad occhi aperti per scappare dai mostri del passato, forse mi piace vedere le nuvole passeggiare.

E parole lontane risuonano per la mia mente: "Non può piovere sopra le nuvole".



Note dell'autrice
Riporto qui un momento particolare che mi ha colpito veramente tanto durante questa estate.
E' breve, brevissima lo so, ma ha un quel non so che di mistico che spero di essere riuscita a rendere perchè è stato proprio questo a colpirmi. E poi c'è anche quel velo di tristezza che mi accompagna sempre, quella maledetta paura dei mostri che so che mi attanagliano sempre l'animo, anche se io non li vedo, e da cui mi piacerebbe scappare. Ma non siamo qui per parlare della mia vita e dei miei problemi da ragazza cupa e torbida. Perché è bello essere cupa e torbida.
Per ora la storia è conclusa, ma ponderavo nell'aggiungere anche una riflessione autunnale. Si vedrà prossimamente.

Ora scappo che vado a studiare matematica *si dispera*
Kiss, 
Emily.

  
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