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Autore: LauLiu    11/11/2014    3 recensioni
La storia che voglio raccontare parla di una battaglia che avvenne in
un lontano passato quando ancora al potere c'erano re, regine, principi
e principesse. Questo mio racconto narra di un principe e di una
principessa che si trovarono improvvisamente a governare in uno
splendido regno in cui gli abitanti vivevano sereni grazie al totale
appoggio dei sovrani.
Ma cosa succede se improvvisamente cala l'oscurità nel regno
gioioso?
Come farà il regno a tornare agli antichi splendori?
Questa è la prima fanfiction d'azione che scrivo e che
volevo condividere con voi :)
Spero che vi piaccia, mi raccomando: recensite! ;D
Maka_baka
Genere: Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La principessa scarlatta.



La storia che voglio raccontare parla di una battaglia che avvenne in un lontano passato quando ancora al potere c'erano re, regine, principi e principesse. Questo mio racconto narra di un principe: giovane, bello, altruista e ben voluto da tutti; e di una principessa: anch'essa giovane, bella, solare e gentile.

Costoro erano fratelli, promessi sposi fin da quando la giovane dal sangue nobile venne al mondo.

Ebbero entrambi una felice infanzia fatta di gioco e d'istruzione.

A differenza di altri nobili essi crebbero a contatto con i loro sudditi infatti, molte volte, assieme ai loro genitori facevano scampagnate di qua e di là per il regno e non nascondo il fatto che parecchie volte scendevano in città per partecipare alle feste o agli eventi popolani.

Questo influenzò molto la loro educazione, infatti erano sempre pronti ad aiutare i più bisognosi rinunciando a parecchi dei loro beni per offrirli al proprio popolo.

Purtroppo quando il principe aveva 23 anni e la sorella appena 18, loro padre morì in battaglia, e la madre, colta da una disperazione che le impedì di andare avanti e governare il regno da sola, raggiunse il marito dopo 5 mesi dalla sua tragica scomparsa.

I due giovani, ormai orfani, dovettero prendere in mano le redini della situazione per far si che il regno non precipitasse nel baratro dopo la perdita dei due sovrani.

Il principe cambiò il modo di comportarsi dopo la morte dei due genitori diventando più freddo con chi lo circondava, impedendo inoltre alla compagna di scendere in città, perché riteneva colpevoli i suoi sudditi di non essere riusciti a proteggere il loro re in battaglia e di non esser stati di alcun supporto alla vedova regina.

Questo infastidì molto la giovane principessa, prossima a diventare moglie del suo caro fratello che ormai più caro non era a causa del suo attaccamento morboso e troppo protettivo nei suoi confronti.

La ragazza iniziò a dubitare di volersi sposare e questa sua insicurezza rovinò ancor di più il rapporto con il fratello.

Passarono così due anni e la data delle nozze si fece sempre più vicina.

Il principe peggiorò ancor di più caratterialmente: ebbe relazioni con varie donne, iniziò ad essere violento con la sorella che ormai aveva perso le speranze, finché un servo, con cui lei e il fratello giocavano da bambini, si accorse che qualcosa non andava e decise di starle vicino quando lei aveva bisogno di qualcuno con cui parlare.

Qualche giorno prima del matrimonio l'ormai non più nobile principe entrò con prepotenza nella camera della sua “amata” con una katana e la puntò verso di lei dicendo:

  • So che mi tradisci. È bello, secondo te, compiere adulterio anche prima del matrimonio?

  • Fratello, io non ho fatto nulla di simile, ma siete voi, ad avermi tradita e violata come se niente fosse! Non sono io, di certo, a dovermi pentire di qualcosa o a dovermi scusare per un'offesa nei vostri confronti!

  • Taci! Tu non hai diritto di incolpare il tuo signore!

  • Voi non siete il mio signore e mai lo sarete! E non lo sarete mai neanche di questo regno! Il nostro popolo vi odia e a causa vostra odia anche me, l'unica persona che dopo la morte dei nostri genitori ha fatto qualcosa affinché tutto ciò che era stato costruito non andasse perduto!

  • Come osi, tu, che tra qualche giorno diverrai mia moglie, rivolgerti a me, futuro re, in questo modo?

  • E come osate voi, puntarmi un'arma addosso profanando questo luogo, dove la memoria dei nostri genitori è ancora viva?

  • Questa è la mia casa e tu, qui dentro, non sei nessuno. Il mio nome qui, vale molto di più del tuo.

  • Cos'ha in più il tuo nome, Daisuke, del mio, Yoshi? Forse il fatto che tu sei il primogenito? Non credo, perché qui, trai due, la più apprezzata sono io.

  • Io ti avverto, un altro passo falso e ti ucciderò senza ripensamenti!

  • E allora sono pronta a combattere, fratello! Sono stanca di vivere tra quattro mura e di essere maltrattata da te!

  • Stai attenta a ciò che dici! O queste tue parole ti costeranno la vita.


È da qui che iniziarono ad esserci sempre più problemi trai due fratelli.

Le nozze vennero celebrate all'interno del palazzo reale e l'atmosfera che regnava durante la celebrazione era tutto fuorché felice, nessuno dei due neo coniugi era entusiasta di quest'unione e non fingevano nemmeno di esserlo.

Da quel giorno Yoshi cadde in un silenzio innaturale poiché era sempre stata una persona allegra e piena di vita, Daisuke, invece, continuò tranquillamente con i suoi passatempi senza curarsi minimamente della moglie che pian piano iniziava ad appassire e a consumarsi nel suo stesso dolore.

Passati due o tre mesi dal matrimonio il neo re continuava imperterrito a portare una donna nuova nelle sue stanze per divertirsi, finché non ci fu una svolta inaspettata.

  • Vostra Altezza, aspetti! Non può entrare!...

  • Ma come? Non mi è concesso entrare nella stanza di mio marito? Che assurdità!

  • Mia signora, mi dia ascolto-

  • Mi è vietato conoscere, per caso, la nuova ed ennesima “dama da compagnia” di mio marito?


Non ricevendo risposta dal servo aprì la grande porta della stanza che la divideva dall'uomo che aveva sposato e che era impegnato in un'attività movimentata con la nuova amante.


  • Mi scusi, Vostra Altezza, ma dovrei parlarle urgentemente.

  • Non vedi che sono impegnato?

  • Si, lo vedo, purtroppo per me, ma come si suol dire è...una questione di vita o di morte – disse accennando un sorriso beffardo.

  • Spero per te che sia importante, mi hai interrotto sul più bello.

  • Sono davvero dispiaciuta, comunque vi consiglio di vestirvi pesante, andremo fuori città.

  • Per quale motivo?

  • Lo vedrete quando arriveremo.


Uscì dalla stanza buia seguita da un Daisuke parecchio nervoso il cui passo era davvero pesante e il suono provocato rimbombava nel lungo corridoio che portava all'uscita della casa.

Ci misero un po' di tempo per uscire dalla città e i visi dei popolani che videro la carrozza reale attraversare la città mostravano il loro stupore poiché ormai era da tempo che non si vedevano i reali per le strade cittadine.

Una volta arrivati a destinazione Daisuke scese dalla carrozza e si girò verso la moglie che maneggiava qualcosa sotto il sedile su cui era seduta.

  • Allora, che vuoi?

  • Vi ricordate quando, prima del matrimonio, mi minacciaste di morte?

  • Certamente, e sappi che la “minaccia”, come l'hai chiamata tu,è ancora valida.

  • Mi fa piacere sentirtelo dire.

  • Perché hai smesso di darmi del voi? Chi ti ha dato il permesso?

  • Dimmi perché devo portare rispetto a una persona che con me non ricambia?

  • Chi ti credi di essere?

  • Una donna stufa di vivere in un carcere con un marito che non è tale è che si mostra senza pudore con una donna diversa ogni notte!


Scese dalla carrozza con due katane in mano e una delle quali la diede al fratello che rimase scioccato dalla temperamento della donna che aveva davanti e che, evidentemente, era cresciuta sempre più forte senza mai darlo a vedere.

  • Tu non sei brava con la katana, vuoi morire così facilmente?

  • E chi ti dice che io non sappia maneggiare un'arma?

  • Non te l'ho mai visto fare.

  • Ovvio,una principessa e ancor meno una regina non può farsi vedere con le armi. Ma ciò che non sai, caro fratello, è che nostra madre, fin da bambina, mi ha insegnato a combattere solo ed esclusivamente per difesa personale.

  • Ma tu hai la faccia di chi si vuole vendicare.

  • Esatto, voglio rendere giustizia al regno che tu hai sepolto con le tue stesse mani!


Yoshi estrasse la katana dal fodero e si scagliò velocemente contro il fratello che intanto si era preparato per la difesa.

Le tremavano le mani, alla regina, un po' per l'adrenalina e un po' perché, per quanto potesse essere adirata con Daisuke, aveva paura comunque di fargli del male.

Il marito schivava ogni suo attacco con grande maestria e facilità, maneggiava la katana in modo superbo e sicuro, sembrava che niente potesse sconfiggerlo.

Lo scontro continuava imperterrito e, sfortunatamente per la regina, il re aveva la meglio su ogni fronte.

Yoshi cadde a terra stanca e Daisuke si scagliò su di lei pronto a darle il colpo finale, ma con grande forza di volontà lei cercò di schivarlo spostandosi, ma reagì tardi, infatti venne colpita.

Una ferita.

Una ferita non molto profonda ma che bruciava tantissimo.

Dopo quella caduta, si ritrovò a terra un altro bel po' di volte, ma ogni volta sentiva dentro di se la forza crescere e si rialzava per continuare a combattere, non per lei, non per lui, non per il matrimonio ma per rivendicare il duro lavoro dei genitori e per riconquistare la fiducia dei suoi sudditi.

Lui rideva, ghignava soddisfatto mentre assaporava la vittoria.

Lei stanca, ferita e arrabbiata come non mai per non riuscire nemmeno a difendere i suoi ideali.

Inginocchiata a terra, con le mani poggiate sopra il prato verde, la katana a terra al suo fianco e una voglia di piangere e di urlare.

Voleva che lui sapesse ciò che lei aveva provato e continuava a provare.

  • Madre...perdonatemi...non sono riuscita a rendere onore ai vostri insegnamenti...


La voce le tremava come mai le era successo, calde lacrime incorniciarono il suo viso, mentre pian piano sentiva la sua fine sempre più vicina.

  • Una regina che piange?! Uno spettacolo che non si vede tutti i giorni!


Una risata.

Una sola risata riuscì a rianimarla.

Gli occhi castani della regina si illuminarono e bruciavano per le lacrime versate e represse. Delle fiamme di rabbia e determinazione si accesero nei suoi grandi occhi che un tempo erano colmi di sola bontà.

Afferrò un'ultima volta l'arma, guardò il fratello e si mise in piedi.

In quel momento si sentiva carica e sicura di se.

Si, poteva farcela.

E fu in quel momento che iniziò lo scontro più duro poiché nessuno dei due voleva essere sconfitto dall'altro e fecero entrambi di tutto per non essere né feriti né disarmati.

La battaglia fu un susseguirsi di attacchi, difese, movimenti rapidi, piccole e gravi ferite sul corpo.

Le due katane tremavano ogni qual volta esse si scontravano e ciò rispecchiava le anime dei due combattenti che ormai non potevano più stare l'uno accanto all'altra.

Daisuke si preparò al colpo finale, aveva tutta l'intenzione di volerla uccidere, di vedere il suo cadavere inanime giacere a terra.

Ma non fu questo l'esito della battaglia.

La ragazza strinse fortissimo il manico della katana e con uno scatto rapido si avvicinò pericolosamente al marito che rimase sinceramente colpito dalla decisione che egli leggeva negli occhi della giovane regina.

Le due katane si scontrarono con molta forza, quando esse si separarono Yoshi sferrò un colpo secco alla lama del fratello che perse il controllo dell'arma a causa dell'impatto.

La regina colse l'attimo al volo e sferrò l'ultimo colpo che disarmò l'uomo, rimasto incredulo ma deciso a riprendere possesso dell'arma; lei gli puntò la spada al collo.

  • Oh... dejavù!

  • E quindi, sorellina...hai vinto...

  • No, non del tutto.

  • Che vuoi dire?

  • Questa è solo una parte della mia vittoria.


Finì la frase appoggiando la punta della lama al collo dell'uomo.

  • Se volevi uccidermi, che bisogno c'era di portarmi fin qua, eh?

  • Io non volevo gettare del sangue nel luogo dove noi siamo cresciuti.

  • Giusto! Tu sei quella che non voleva profanare il luogo dove siamo stati educati!

  • Esattamente.

  • Che brava ragazza...sai che ti dico? Non ti ho mai voluta sposare, ti ho sempre odiata! E sai perché? Perché loro volevano più bene a te che a me!

  • Ti sbagli, loro stravedevano per te! E tu che fai? Calpesti e infanghi il loro lavoro e la loro dignità e io questo non lo posso assolutamente accettare!


Detto ciò con un rapido e netto movimento squarciò il petto del fratello con la lama.

Gli schizzi di sangue macchiarono l'abito bianco e candido di lei e anche il suo viso armonioso e angelico venne sporcato.

Lui, ormai, giaceva a terra.

Il suo petto si alzava e si abbassava lentamente, la sua morte era prossima.

Sul suo viso era accennato un lieve sorriso.

Gli occhi brillavano leggermente, forse per il dolore recato dalla ferita o forse per essersi, in qualche modo, levato un peso dal cuore.


  • Fratello...io non volevo ucciderti, ma tu hai recato troppo dolore a troppe persone e non potevo né far finta di niente né perdonarti.

  • Sei diventata grande, Yoshi...e mi rendo conto di non esser stato né un buon fratello né un buon marito...

  • Hai ragione: sei stato pessimo in entrambi i ruoli e questa è la tua punizione.


Daisuke guardò un'ultima volta la figura che imponente si mostrava davanti a lui ed esalò, infine, il suo ultimo respiro.

  • Nonostante tutti i tuoi sbagli spero che la tua anima,caro fratello e mio sposo, riposi in pace.


Fu così che si concluse la battaglia trai due fratelli: lei ne uscì vittoriosa, lui sconfitto ma con la consapevolezza di aver sbagliato.



Passò qualche anno dallo scontro e il regno, grazie alle premure della regina, si risollevò sempre più dal buio in cui era calato tempo addietro.

Ci fu un altro matrimonio tra Yoshi e il servo, nonché suo fedele amico, che l'aveva supportata quando ancora era sposata col fratello e che lei, fin da piccola, amava.

Quest'unione rese il regno ancora più forte poiché i due coniugi erano in ottima sintonia ed entrambi erano disposti a tutto per il bene del popolo.

La regina Yoshi, dopo lo scontro col fratello, riprese velocemente la fiducia che il regno, a causa del fratello, le aveva tolto.

Lei divenne simbolo di forza, coraggio e determinazione; un esempio da seguire per tutti quanti.

   
 
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