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Autore: Ausel    11/11/2014    3 recensioni
Gli Dei dell'Olimpo si ritrovano a partecipare ad una seduta dell'Associazione Divinità Anonime. Cosa salterà fuori?
Il vecchio si sedette e Sharon gli rivolse un altro dei sui sorrisi. Dopo tutti gli anni passati all'Associazione Alcolisti Anonimi, era diventata un'esperta in quest'arte. Poco importava se i bisognosi, per una volta, erano immortali. «Ti va di parlarci del tuo piccolo problemino, Zeus?»
Zeus sbuffò. «Mia moglie dice che ho difficoltà a controllare la rabbia.»
Genere: Comico, Parodia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Gli Dèi, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Per Sharon (http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=485918), una delle persone migliori che conosca nonché l'unica alla quale permetto di amare Severus Piton quanto me u.u

 

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«Allora,» Sharon sfoderò un sorriso a 32 denti e percorse la stanza con uno sguardo «chi vuole iniziare?»

Il primo ad alzarsi fu un uomo sui 60 anni. Indossava pantaloni beiges e una semplice maglietta bianca, colore in tinta con le basette e la folta barba che gli contornavano il viso. «Io sono Zeus.» Fissò i presenti ad uno ad uno, come per sfidarli a sostenere il contrario.

Un coro si levò dalle sedie circostanti. «Ciao, Zeus.»

Il vecchio si sedette e Sharon gli rivolse un altro dei sui sorrisi. Dopo tutti gli anni passati all'Associazione Alcolisti Anonimi, era diventata un'esperta in quest'arte. Poco importava se i bisognosi, per una volta, erano immortali. «Ti va di parlarci del tuo piccolo problemino, Zeus?»

Zeus sbuffò. «Mia moglie dice che ho difficoltà a controllare la rabbia.»

La donna della sedia accanto alzò gli occhi al cielo.

«Qualcuno vuole dire la sua in merito?» domandò la coordinatrice.

Una donna alzò la mano sinistra, essendo l'altra occupata da un biscotto della fortuna. «La vendetta è il miglior mezzo per sfogarla.» 

«Magari se c'è sangue è anche meglio.» Aggiunse un tizio vestito come un ventenne degli anni ottanta, quando era chiaro che ne avesse almeno 40.

«Tanto, poi finiscono tutti da me.»

Un brusio si fece largo nella sala e Sharon lo zittì prontamente. «Sono felice di vedervi così partecipi. Chi di voi vuole condividere le sue esperienze, adesso?»

Una giovane prese la parola. «Mi dicono che sono superficiale.» Alta, snella, tacco 12, calze a rete. Impegnata a rifarsi il trucco. Chissà perché, Sharon non ne dubitava.

«Allora, dimostra di non esserlo.» convenne. 

«Mica facile. Io ci tengo all' aspetto, non come mio marito.»

L'uomo, chiamato in causa, alzò gli occhi dall'arnese che teneva stretto. «Ne abbiamo già parlato al gruppo per la Terapia di Coppia.»

«Qua ci vuole un haiku.»

Un grido di protesta fece desistere il biondo.

Sharon, dal canto suo, iniziava a rimpiangere gli Alcolisti. Una lampadina le si accese. «Signor Dioniso!»

«Uhm?» fu la risposta, proveniente dal catalogo "Il buon sommelier".

«Lei è un alcolista pentitosi, giusto?»

Il volto dell'uomo, quel poco visibile, s'incupì «Il vino non è alcol, è poesia. E non sono di certo pentito.»

La ragazza fece un sorriso amaro. Povera Sharon, ci sperava. Ma si ricompose subito. «Parliamo di cose positive: Cosa vi fa stare bene?»

«L'acqua.»

«I libri.»

«I campi.»

«Il pollo fritto.» Zeus assunse un'espressione sognante. «Lo adoro.»

«E sbagli, dovresti mangiare solo cibo biologico.» Gli occhi dell'anziana divennero come quelli di Ares, il ventenne cresciuto.

«Il mio portafoglio! Non c'è più!» Tutti gli occhi si puntarono su Atena, che aveva lanciato l'allarme, e successivamente su Ermes. 

Il dio alzò le braccia in segno di resa, colto in flagrante. «Ahò, volevo solo mandare un messaggio-Iride.»

«Sono a tre sedie da te. E sei il messaggero dell'Olimpo.»

Sharon tentò l'asso nell'amica. «Potremmo parlare di Percy Jackson, so che vi ha aiutato molto.»

E fu così che la coordinatrice rimase sola. Sbattè ripetutamente le palpebre e si lasciò andare su uno sgabello. Suo padre aveva ragione: avrebbe dovuto fare la segretaria.

   
 
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