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Autore: SaraRocker    12/11/2014    7 recensioni
A causa di un incantesimo lanciato per errore, Draco e Hermione si ritrovano costretti a rivivere il medesimo giorno continuamente. I due sono gli unici a rendersi conto di questo improvviso blocco temporale, e si troveranno perciò costretti a passare sempre più tempo insieme, il tutto tentando di ridare al tempo la sua reale andatura. Ce la faranno?
Estratto-
"Negli ultimi anni la mezzosangue Granger era diventata una ragazza dall'aspetto niente affatto sgraziato. Aveva assunto delle fattezze da vera donna, ed ora il suo corpo era una continua ed elegante curva. Oltretutto, non era più neppure particolarmente interessato a quella faccenda del sangue; la guerra era finita e nessuno aveva più tentato di inculcargli chissà-quali idee nella testa.
Ad essere sinceri, in quel momento la riccia lo eccitava persino con quella sua combattività."
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Salve!
Innanzi tutto, quello di oggi è un capitolo corto. Mi dispiace, ma ho in mente uno schema chiaro per la strutturazione dei prossimi, e dovevo assolutamente mettere un punto a questo ^^''

Siamo quasi alla fine della fanfiction, ed il prossimo sarà un capitolo fondamentale -la stesura è quasi finita- :)

Ringrazio tutti coloro che hanno recensito lo scorso chappy e... Spero vi ricevere altrettanti pareri! Siete sempre i migliori! Grazie mille :)

(mi interessa sapere cosa pensate del personaggio di Draco malfoy. Come sapete, un gravissimo dramma delle dramioni è la caratterizzazione del serpeverde, che non deve cadere nello sdolcinato, ma che comunque deve provare un diavolo di sentimento. Mi interesserebbe sapere che ne pensate, grazie)



|Redundant.














Probabilmente, si disse Hermione mentre reggeva tra le mani il proprio boccale di burrobirra, si sarebbe potuta vestire meglio. Quello, infondo, era una sorta di primo appuntamento, giusto? Oppure si stava sbagliando? Non voleva salperlo. Stava però di fatto che si sarebbe potuta impegnare di più nella scelta dei vestiti; aveva indossato in fretta un paio di jeans stretti ed una maglia a maniche lunghe con al centro una stampa di New York, risalente ad un viaggio che vi aveva fatto coi genitori almeno due anni prima. Draco non sembrava averci fatto caso, ma stava di fatto che lui, con quella sua camicia scura ed i jeans eleganti, la faceva sembrare incredibilmente scialba. E lei già più di una volta si era trattenuta dal dirgli qualcosa come 'possibile che, comunque tu ti vesta ed ovunque tu vada, devi essere sempre così dannatamente perfetto?', eppure non le sembrava il caso di fargli un complimento dopo tutto ciò che era accaduto. Non che non fosse estasiata per le scuse ricevute -un vero miracolo-, ma ancora non era certa di come si sarebbe dovuta comportare. Quando avevano fatto il loro ingresso nel locale, tutti i presenti li avevano guardati con una certa confusione in viso; infondo l'intero Mondo Magico sapeva chi fossero e, con altrettanta certezza, quali fossero i rapporti tra i due. In quel momento la riccia era riuscita a pensare unicamente che, se solo non vi fosse stato di mezzo l'incantesimo, nei quotidiani del giorno dopo avrebbe certamente trovato un articolo su una presunta relazione tra la Salvatrice del Mondo magico ed il giovane Mangiamorte graziato. Aveva sospirato per il sollievo, e si era diretta al piano bar insieme a Malfoy. Quest'ultimo aveva ordinato due burrobirre e, con una galanteria imbarazzata, le aveva detto che, nel frattanto, lei sarebbe potuta andare a sedersi. Hermione, per una volta, lo aveva ascoltato. Il ragazzo era poi tornato pochi istanti dopo con due boccali ripieni di quel delizioso liquido ambrato. Ed ora erano lì.

Lui non la guardava; i suoi occhi ghiacciati e brillanti restavano fermamente puntati sul boccale. I capelli gli ricadevano in parte sul viso, e le labbra erano costantemente schiuse, come sul punto di volere dire qualcosa, ma mai pronte a dirla davvero. La riccia, silenziosamente, lo contemplava. Seduta di fronte a lui, non poteva vedergli completamente il volto -in parte ostruito dai capelli che, scompostamente, gli scivolavano sulla fronte-, ma intravedeva la linea delle sopracciglia chiare, la punta delle ciglia che, chiudendosi, gli sfioravano le guance aguzze, e la forma delle labbra che, come non mai, desiderava assaggiare. A quel pensiero, scosse la testa. Doveva imporsi un minimo di freddezza dopo tutto ciò che era accaduto, no? Non poteva fargliela certo passare tanto liscia. Eppure non poteva evitare di arricciare almeno un poco le labbra nel vederlo così incredibilmente tranquillo, come mai prima di allora lo aveva davvero visto.
"Penso di non avere mai passato con te del tempo al di fuori dell'orario scolastico." esordì improvvisamente Draco, facendo sussultare di sorpresa Hermione. Il viso ancora basso e distante "Sai, intendo per scelta."
"Non si trattava di tua scelta quando casualmente ti imbattevi in me a Hogsmade e prendevi ad insultarmi?" domandò con un certo sarcasmo la ragazza, portandosi il boccale alle labbra e bevendo un piccolo sorso di burrobirra. Il ragazzo scrollò in modo quasi impercettibile le spalle.
"Tendevo a definirli imprevisti."
"Perchè parli al passato, furetto?" incalzò curiosa la strega. Il giovane non rispose, ma si limitò invece a corrugare la fronte, sorpirare -come fosse stato incredibilmente spossato-, e aprendere un sorso dal proprio bicchiere. Quel bizzarro silenzio si diramò per qualche minuto tra i due, sino a che il Serpeverde non schiuse le labbra.
"Sai, non credevo che saresti venuta." Disse infine Malfoy. Non aveva sollevato lo sguardo, ed aveva parlato con una voce incredibilmente pacata, senza doppi sensi o giochetti sotto.
La ragazza si sistemò sulla sedia, prese un breve sorso di burrobirra, e parlò "E perchè?"
"Perchè sono stato decisamente idiota, e di solito tu non sei gentile con gli idioti, mezzosangue." rispose con franchezza il biondo, passando la punta dell'indice sul bordo liscio e brillante del boccale in vetro. La riccia osservò quel movimento, seguendolo con lo sguardo.
"Essere venuta qui..." disse poi, imponendosi di controllare la voce, Hermione "Non vuol dire che io abbia dimenticato cosa è successo ieri sera." prese una pausa nella quale prese un respiro particolarmente profondo "Ma so quanto, per uno come noi, possa essere difficile domandare scusa. Scendere a patti con il proprio orgoglio." la ragazza sollevò lo sguardo, speranzosa all'idea di poterlo scontrare con quello di lui "Quindi voglio sapere che sta succedendo."
Finalmente, esaudendo ogni suo desiderio, Draco sollevò il viso, permettendo alla giovane di vedere i suoi occhi di pura tempesta. Sembravano più vivi del solito, con una scintilla straordinariamente potente che vi vibrava dentro. Le sorrise leggermente, per poi annuire.
"Ciò che ho detto ieri, erano un mucchio di balle." sentenziò infine il ragazzo, sollevando una mano all'aria e gesticolando appena. La giovane ne seguì i movimenti "Quando hai detto che ero geloso, mi sono sentito oltraggiato." rivelò, ostentando una certa arroganza nella voce "Mi sono sentito oltraggiato perchè tu sei una mezzosangue e, nel dirmi che ero geloso, mi stavi dicendo che io, purosangue di nobile famiglia, potevo provare un sentimento per te. In qualche modo mi è sembrato impossibile, ed ho avvertito qualcosa... Qualcosa impormi di ferirti." rivelò, guardandola severamente "Perciò l'ho fatto."
Hermione deglutì a vuoto, corrugando la fronte. Quando aveva preso la decisione di seguirlo ai Tre Manici di Scopa, non si era certamente aspettata tutta quella freddezza, quella sincerità... Eppure, in qualche modo, apprezzava ciò che stava facendo. Prima, nella sua camera, Draco era stato incredibilmente sbadato, ma pur sempre sincero. E le era piaciuto. Ora stava facendo altrettanto ma, nel farlo, la guardava dritto negli occhi, facendola quasi tremare di confusione e incertezza. E le piaceva ancora di più.
"Non sono il genere di persona che riflette prima di parlare, Granger." tornò a prendere parola il ragazzo, guardandola con franchezza "Ho vissuto una vita difficile, una vita in cui era conveniente tenere sempre il coltello dalla parte del manico... E mi è sembrato strano che, ieri, tu non avessi avuto l'intenzione di offendermi. Ora l'ho capito. Ma ieri sera era tutto confuso e..." si interruppe, deglutendo ogni parola che aveva trattenuto. Forse avrebbe dovuto dirle altro; del matrimonio, di Astoria, dei soldi che erano sul punto di finire... Ma il fato gli aveva dato una possibilità -o almeno di questo si era convinto-, e quindi non vedeva perchè mai avrebbe dovuto dirle più di quanto fosse davvero fondamentale. Non capiva perchè mai avrebbe dovuto aggiungere che, nel momento in cui gli aveva reso nota la sua stessa gelosia, lo aveva fatto tremare di terrore. Perchè la gelosia significava amore, e se lui non avesse amato Astoria, allora la sua vita -e quella della sua famiglia- sarebbe andata in fumo.
"E?" domandò Hermione, non capendo perchè mai il ragazzo avesse lasciato il proprio discorso in sospeso. Malfoy la guardò. Fu un istante, ma ad entrambi parve un secolo, ed i loro occhi si scambiarono così tante parole che quasi non fu più necessario parlare.
"E a me piace il nostro sesso, le nostre litigate, il tuo viso, ed il tuo corpo... E, in qualche strano modo che ancora non capisco, il tuo cervello." Draco sghignazzò, facendo sussultare la riccia "Insomma, non mi è mai piaciuta la mente di una ragazza, ma tu... Tu sei diversa. In senso buono, immagino." 
Hermione era stupita. Non aveva idea di come avrebbe dovuto reagire. Non aveva mai visto Malfoy ridere in quel modo così imbarazzato e sincero, di una felicità reale. Dentro se avvertì qualcosa di molto simile ad un sussulto, come se il suo cuore avesse preso a correre dall'emozione. E tutte quelle parole sembravano una dichiarazione. Una vera, senza prese in giro o frasi sconclusionate su quanto avrebbe voluto prenderla e portarla in un letto. Le stava parlando in modo così attento e, per quanto Draco non fosse un ragazzo dolce, le piacque comunque, con quel suo modo di fare.
"Questa cosa... Che significa?" domandò infine la ragazza, timorosa di avere frainteso, decisa a non volere più soffrire.
"Non so se sarò in grado di spiegarmi oltre, mezzosangue... Non sono bravo in queste cose, ma-" si interruppe, sollevando d'improvviso lo sguardo verso la giovane. Si alzò poi in piedi e, allungandosi sopra il tavolo, le giunse a pochi centimetri dal viso. Le prese il mento tra pollice ed indice e, senza esitare -convinto come mai prima di allora era stato-, la baciò. Le loro labbra si scontrarono dolcemente, senza malizia, ma solo con la semplice intenzione di sentirsi dopo troppo tempo. Draco stentava quasi a crederci, ma dall'ultima volta che si erano baciati era passata solo qualche ora. A lui era sembrata un'eternità. Buttò le proprie mani tra i ricci morbidi di lei e, in risposta, la sentì sussultare sorpresa. Eppure non si negò al bacio. Rispose allo sfiorarsi di labbra, al mordicchiarsi vicendevolmente, ed al sospirare l'uno nella bocca dell'altra. Infine si allontanarono.
Gli occhi di lui, constatò silenziosamente Hermione, erano torbidi di passione. Ma, infondo, vi era anche qualcos'altro.
"So solo che voglio che sia così." mormorò Draco, facendola fremere completamente.  Sentiva i muscoli molli, e gli occhi le si stavano lentamente facendo lucidi. Le sembrava di sognare e, improvvisamente, dimenticò ogni cosa: smise di pensare al nodo temporale, al fatto che avrebbe potuto significare la fine del mondo, ed al fatto che di fronte a lei c'era niente popodimeno che Draco Malfoy. Decise di pensare unicamente all'amore che, forte ed impavido, cresceva in lei. Ma rimase in silenzio.
Si portò una mano al viso e, sentendo le labbra arricciarsi per l'emozione, annuì. Draco la osservava confuso, forse persino teso. La ragazza, sempre mantenendo il silenzio, fece il giro del tavolo e lo afferrò per la mano destra. Lo trascinò poi verso l'uscita del locale. Malfoy, semplicemente, la seguì. Una volta fuori, vennero investiti da una leggera folata di vento che scompigliò i capelli di Hermione. Draco osservò quella distesa di ricci scombinati muoversi e, quasi istintivamente, le sistemò una ciocca. Lei non parlò, rimanendo sbalordita. Gli si accostò poi ad un orecchio e, in un mormorio appena udibile, parlò.
"Che ne dici di tornare al castello?"
Draco ghignò sghembo "Non aspettavo altro."



















Le lenzuola verdi -erano nella stanza di lui- avilluppavano entrambi, nascondendo ad un eventuale occhio estraneo la loro unione. Draco, sopra di lei, completamente affogato nel piacere e nella passione, quasi faticava a sentire la voce acuta della ragazza, i gemiti impossibili da trattenere. Si muoveva dentro la riccia con trasporto, sentendola rispondere ai movimenti dei loro bacini. Faticava a tenere gli occhi aperti, attenti, ma alla sola idea di potere perdere un'espressione di Hermione, tutto gli risultava più semplice. Non voleva perdersi neppure un attimo, neppure una smorfia di appagamento. Lei si mordeva il labbro inferiore, pieno ed invitante, e nel mentre gli graffiava la schiena in modo quasi animalesco. Draco sapeva che stava gemendo o che, comunque, si tratteneva a stento. Eppure era troppo concentrato in quel meraviglioso piacere -nella carne di lei, nel suo corpo assolutamente mozzafiato- per poterla davvero sentire. Voleva farla sentire bene, e voleva che lei sapesse quanto assolutamente ci tenesse. E non gli importava di sentirsi incredibilmente debole o stupido, perchè Hermione era una roccia. E, in qualche modo, era sua.












 
  
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