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Autore: Buttercups Company    12/11/2014    8 recensioni
Piccola "What if ... ?" partorita dalle nostre menti malefiche, speriamo che vi possa piacere. :3
{Dal testo}
«Gale, dov'è Peeta?»
Apre più volte la bocca, richiudendola immediatamente dopo, come se stesse cercando le parole.
«Io... Catnip... abbiamo fatto di tutto, davvero...»
Non riesco ad afferrare il senso di quelle parole.
È gravemente ferito?
È ancora a Capitol?
L'idea che Peeta sia ancora tra le grinfie di Snow mi dilania dentro.
Crea un vuoto dentro di me.
E poi capisco.
I suoi occhi diventano lucidi, diverse lacrime gli scendono lungo le guance.
«Lui... non ce l'ha fatta Catnip. [...]»
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Consigliamo l'ascolto di questa canzone durante la lettura.
  È una cover a dir poco splendida di All of me. Ne vale la pena, ascoltatela.
Grazie ancora.




Fare nodi. Fare nodi.
Nessuna novità. Fare nodi.
Tic-tac. Questo è un orologio. Non pensare a Gale. Non pensare a
Peeta. Fare nodi. Non vogliamo la cena. Dita scorticate e sanguinanti.
Alla fine, Finnick si arrende e assume la stessa posizione rannicchiata
di quando le ghiandaie chiacchierone ci attaccarono nell’arena. Io perfeziono
il mio cappio in miniatura. Nella mia mente scorrono di nuovo
le parole dell’ “Albero degli impiccati”.
«Finnick, tu l’hai amata subito, Annie?» chiedo.
«No.» Passa un bel po’ prima che aggiunga «Mi ha colto di sorpresa»
Interrogo il mio cuore, ma al momento l’unica persona che credo possa cogliermi di sorpresa è Snow.
Dev’essere mezzanotte, dev’essere già domani quando Haymitch apre la porta.
«Sono tornati. Ci vogliono all’ospedale.» La mia bocca si apre sotto un torrente di domande «È tutto quello che so.»
Vorrei correre, ma Finnick si comporta in un modo stranissimo, come se avesse perso la capacità di muoversi, così lo prendo per mano e lo guido come un bambino piccolo. Attraverso la Difesa Speciale, nell’ascensore che va un po’ di qua e un po’ di là, e ancora avanti sino all’ala dell’ospedale.
Quando entriamo, regna il caos più totale. Medici e infermieri che corrono verso barelle.
La folla attorno ad esse è talmente folta che non riesco a vedere i pazienti.
Siamo colpiti di striscio da una lettiga che trasporta una emaciata giovane donna priva di sensi con la testa rasata. Johanna Mason. La vedo e mi manca il respiro.
Non posso fare a meno di sentirmi in colpa per ciò che le è successo. Dopo tutto è colpa mia se lei si trova in questo stato.
Cerco Gale con gli occhi, e lo trovo seduto su una barella, intento a farsi estrarre qualcosa dalla scapola.
Intanto Finnick si è allontanato verso una ragazza dai capelli scuri e un po' arruffati, dagli occhi verde mare, come i suoi.
Annie.
Provo a cercare Peeta, ma non lo trovo.
Dove sei Peeta?
Mi avvicino a Gale, che intanto si sta facendo fasciare la ferita da cui poco fa il medico stava estraendo qualcosa
Lo abbraccio, felice che sia sano e salvo. Non del tutto sano, ma salvo, se non altro.
«Hey Catnip...»
«Sono felice che tu stia bene.»
Ci stacchiamo, e mi sorride. Eppure nel suo sorriso c'è qualcosa che non va.
Quasi una nota di... tristezza?
«Gale, dov'è Peeta?»
Apre più volte la bocca, richiudendola immediatamente dopo, come se stesse cercando le parole.
«Io... Catnip... abbiamo fatto di tutto, davvero...»
Non riesco ad afferrare il senso di quelle parole.
È gravemente ferito?
È ancora a Capitol?
L'idea che Peeta sia ancora tra le grinfie di Snow mi dilania dentro.
Crea un vuoto dentro di me.
E poi capisco.
I suoi occhi diventano lucidi, diverse lacrime gli scendono lungo le guance.
«Lui... non ce l'ha fatta Catnip. Gli hanno sparato mentre fuggivamo verso l'hovercraft. È stata una cosa abbastanza veloce, non ha sofferto. In quei pochi secondi che gli restavano mi ha detto di dirti che ti ama.»
Mi sento improvvisamente sprofondare nel vuoto.
No, non può essere, non può essere vero, Peeta non può essere morto.
Senza che io riesca a controllarle, le lacrime mi scendono copiose sul viso, il dolore per la perdita del mio Ragazzo del pane mi lacera l'anima come un dolore fisico, che non posso sopportare.
«Dimmi che non è vero» riesco a mormorare con la voce distrutta dalle lacrime «Dimmi che mi stai prendendo in giro, Gale.»
Lui china lo sguardo, sulla sua guancia scende una lacrima silenziosa, mentre mi prende tra le braccia e mi stringe forte a sé.
«Mi dispiace, Catnip.» mormora «Mi dispiace.»
Non ricambio neanche l'abbraccio. Resto interdetta stretta tra le possenti braccia del mio migliore amico.
«Lui ti amava, Catnip. Ti amava più di quanto io abbia mai fatto.»
«Lo posso vedere?» chiedo a Gale, rompendo il nostro abbraccio.
Lui annuisce silenziosamente, scortandomi con passo tremante verso una piccola stanzetta dell'ospedale del distretto 13.
Sento di poter crollare a terra da un momento all'altro, i singhiozzi mi scuotono il corpo, le mani mi tremano e sono terrorizzata dall'idea di dover vedere il suo corpo esamine, privo di vita. Un cadavere.
Appena entro nella piccola stanza buia trovo Haymitch, in piedi davanti al letto, che guarda Peeta con sguardo triste, mentre qualche lacrime silenziosa gli solca il viso ispido di barba.
Ma appena volto lo sguardo verso ciò che resta di Peeta, scoppio in un pianto isterico e inizio a tremare ancor di più, come una foglia solitaria trasportata dal vento autunnale.
Sta lì, il Ragazzo del Pane, immobile in quel letto freddo, con le mani abbandonate lungo i fianchi, sembra abbandonato a se stesso, ancor più bianco di quel che era.
Sembra che dorma ... Se non fosse per quella macchia di sangue che ha sul torace perforato.
È morto, il mio Ragazzo del Pane. È morto.
È andato via da me e non tornerà più.
Mi avvicino al letto piangendo, volendolo accarezzare, baciare, dargli un ultimo addio ... Perché forse solo adesso mi sto accorgendo di averlo sempre amato.
I due soldati che stanno nella stanza fanno per bloccarmi, dicendomi che non posso avvicinarmi, ma non vedo il motivo per cui non potrei avvicinarmi all'unico uomo che ho capito di amare veramente.
Voglio solo dirgli un addio, solo ... Non riesco nemmeno a pensarci.
Continuo ad avvicinarmi, mentre i soldati avanzano verso di me.
Mi siedo sul letto, prendendo la mano gelida di Peeta ed accarezzando i suoi ricci color grano tra le lacrime e i singhiozzi incessanti e tormentati.
Le due guardie continuando ad avvicinarsi e sento che stanno per portarmi via. Via da questo dolore, via dall'unico ricordo che mi resta del Ragazzo del Pane.
«Lasciatela fare» sento dire ad Haymitch, rivolto ai soldati «Ora mi sa che è meglio che usciamo tutti fuori.»
In pochi secondi restiamo solo io e Peeta, o ciò che resta di lui.
Grazie, Haymitch.
«Cosa ti hanno fatto?» mormoro fra una lacrima e l'altra, stringendo il suo corpo al mio «Cosa ti ho fatto, Peeta?»
Scoppio di nuovo in lacrime, baciando la sua fronte ripetute volte, con la speranza che possa svegliarsi e stare bene, stringermi fra le sue braccia calde.
Ma è così freddo ...
Bacio con delicatezza le sue labbra gelate dalla morte, accarezzo il suo viso, che pare rigato di lacrime ormai asciutte.
Almeno non ha sofferto, Gale ha detto che è stato veloce, che è rimasto cosciente solo per pochi secondi, ed è meglio così.
Aveva già sofferto abbastanza.
Dovunque lui sia adesso - a patto che sia da qualche parte - sono sicura che starà bene.
«Ti amo anch'io» sussurro, prima di risistemarlo sulle lenzuola bianche della brandina.
E stavolta è reale.
Stavolta so di amarlo davvero.



[Sei mesi dopo]


Sono totalmente spaventata all'idea di rivederlo.
Peeta è rimasto in una capsula criogenica per tutto questo tempo.
Quando sono uscita da quel maledetto obitorio, sei mesi fa, ho fatto richiesta di poter riavere il corpo dopo la guerra.
E ora eccolo qui, nel bosco, più precisamente al lago, davanti a me, in una specie di bara di ferro.
Ho così tanta paura.
Non dovrei. È Peeta. Era Peeta.
Le mani, il mio intero corpo, tremano mentre avvicino il dito al pulsante grigio al lato della "bara".
Il pannello superiore si solleva, andandosi a posizionare al lato opposto a quello del pulsante.
Diversi vapori gelidi escono dalla capsula, ed eccolo qui.
È privo della maglia, indossa solo dei pantaloni di tuta neri e posso benissimo vedere il foro che gli attraversa il petto.
Sento gli angoli dei miei occhi pungere, e non provo neanche a trattenerle, queste lacrime, perché ne ho bisogno.
Mi dispiace così tanto...
Accarezzo un'ultima volta i suoi capelli, la sua guancia leggermente ruvida a causa della leggera peluria bionda lungo la mascella.
È così freddo, così pallido.
Mi allontano da lui, ma solo per pochi minuti, giusto il tempo di raccogliere alcuni fiori.
Sistemo con cura i denti di leone, i soffioni e gli altri fiori selvatici che ho trovato in giro lungo il suo corpo, finendo col bagnarlo con le mie lacrime.
Poi lo noto. Accanto al pulsante grigio ce ne sono altri due, denominati in basso.
"Specchio" e  "Chiuso"
Incuriosita, premo il pulsante "specchio" e immediatamente la facciata superiore che si era spostata di lato diventa trasparente.
Non premo di nuovo "chiuso" perché tornerebbe grigia, credo.
Invece, premo il pulsante grigio che avevo premuto all'inizio e chiudo la bara.
Le lacrime non cessano di scendere, mentre la faccio scivolare lentamente nella fossa che avevo scavato prima.
La ricopro di terra, per poi incastrare la lapide nel terreno.


Peeta Mellark
13/02/2154 - 26/05/2171

Requiescat in pace,
amore mio.




Circondo anche la lapide di fiori.
E sento solo il bisogno di allontanarmi, ora. Non reggerei altro tempo in piedi.
Alcune ghiandaie si sono appollaiate sui rami degli alberi presso la tomba.
Così fischio la canzone della Valle, quella che l'ha fatto innamorare di me, prima di andarmene.
E le ghiandaie cantano questa dolce litania, accompagnando il suo sonno eterno.



 ~
How many times do I have to tell you,
Even when you’re crying, you’re beautiful too?
The world is beating you down,
I’m around, through every move.






Note di due persone crudeli:

Che dire ragazzi, noi amiamo con tutta il cuore questa OS. L'idea ci è venuta dal nulla.
Poi, io (Joker) mi sono ricordata di questa cover e ho pensato di consigliarla per la lettura.
Credo sia a dir poco stupenda, e adatta a questa storia.
Speriamo possiate amarla, come l'abbiamo amata noi.
Perdonateci le lacrime, se ci sono state.
Come al solito, per ogni dubbio e curiosità, siamo qui ad aspettarvi sulla nostra pagina Facebook.


With love,




Buttercups Company
   
 
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