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Autore: Yumeji    14/11/2014    1 recensioni
Ma saalve, un piccolo appunto prima dell'introduzione vera e propria:
- in questa FF la coppia Shizaya è consolidata, anche se si limitano ad un rapporto odio/sesso;
- alcune cose che scriverò potranno non coincidere con l'opera originale (mi riferisco al light novel), ma questo non è un AU, quindi mi scuso in anticipo per i miei eventuali errori *inchino*;
Trama: (quella vera xD )
Si comprende il vero valore di qualcosa solo quando si rischia di perderla...
Di solito si dice cosi, ma esistono persone cosi ottuse (testarde), che non la capiscono neanche in questo caso o, meglio, non lo vogliono ammettere.
Una di queste persone è Shizuo, incapace di comprendere se stesso e ciò che lo spinge verso la persona che giura di odiare di più al mondo.
L'unico motivo per cui si impegna tanto per andare a salvare quella stupida pulce è solo per evitare che la sua scomparsa (essendo l'informatore per eccellenza di tutti i clan yakuza della regione), causi una serie di scontri a fuoco tra mafiosi per tutta la città. E' solo per questo, non c'è altro motivo.
Izaya è stato catturato, Ikebukuro rischia il collasso.
E il rapitore vuole Shizuo.
Genere: Azione, Dark, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Izaya Orihara, Shizuo Heiwajima, Un po' tutti | Coppie: Celty/Shinra, Izaya/Shizuo
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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Fu un risveglio dolce, tranquillo, il cervello si destò lentamente, colto prima da una leggera veglia che precedette il ritorno alla realtà. Tutti i fatti accaduti la sera prima gli apparivano talmente lontani da sembrare che si trattasse di un sogno, un incubo dettato dal dormiveglia da cui si era appena destato. Purtroppo, il fatto che si trovasse nell'appartamento di Shinra, a dormire sul suo divano, frantumò ogni sua più piccola speranza. No, il suo tormento non aveva ancora avuto fine, anzi, era solo all'inizio. Il sonno ristoratore che l'aveva colto era stata la sua ultima pausa, da quel momento avrebbe dovuto affrontare una lunga discesa verso un abisso oscuro, di cui non sapeva nulla e di cui i contorni gli apparivano fragili e frastagliati.

Avrebbe dovuto affrontare la realtà di Izaya, era l'unica maniera se voleva qualche speranza di ritrovarlo, e per quanto i loro mondi apparissero vicini, la loro distanze era pari a quella tra la terra e la luna. L'uno era il semplice satellite dell'altro e, per quanto sembrava bastasse allungare un braccio per raggiungersi, nonostante tutti gli sforzi, non sarebbero mai riusciti a toccarsi. Certo, ogni tanto capitava che una navicella spaziale lasciasse l'atmosfera terrestre e la raggiungesse, in quel caso riuscivano per lo meno a sfiorarsi, ma erano ben lontani dal comprendersi, dal conoscersi a vicenda.
Facevano sesso, ma esso ero solo un atto animale privo di significato, i loro animi non si raggiungevano, troppa fatica, troppi chilometri da colmare.
- Buongiorno!- lo salutò la voce squillante di Shinra, il cui viso fu subito nascosto dalla tazza di caffè fumante che gli porse immediatamente, quasi temesse di essere investito dai suoi occhi furenti o forse per paura di una sua futura reazione.
- Devi dirmi qualcosa?..- l'intuito di Shizuo era assai più acuto al risveglio, prima che la coscienza riattivasse del tutto le sue funzioni, era l'orario in cui la bestia che dimorava nelle sue ossa sembrava essere più vigile ed attenta, quasi sul punto di saltare fuori.
- Si, ho provato a svegliarti prima, ma non c'era verso di farti rinvenire...- iniziò con i preamboli il medicastro, l'espressione troppo carina e accondiscendente per essere sincera,
- ... che ore sono? - fu la fredda domanda del biondo, lo sguardo capace di frantumare una parete, e dal quale istintivamente Shinra si scostò (quasi, oltre alle straordinarie capacità fisiche, Heiwajima stesse sviluppando anche dei poteri ESP).
- Bhé... sono le 14:07 -
Finalmente capiva perché si era sentito tanto riposato, aveva dormito per quasi dieci ore! "Ah, non ho avvertito nemmeno Tom!!" fu scioccato dalla notizia, temendo, a causa delle brutte esperienze passate, di aver perso il proprio posto di lavoro, non essendosi presentato quella mattina.
- Non preoccuparti per il lavoro, qualche ora fa il signor Tom ha chiamato qui, non è riuscito a contattarti al cellulare e, dopo il Russia Sushi, non gli è venuto in mente altro posto in cui cercarti...- lo rassicurò quasi immediatamente Shinra, consapevole del timore che l'altro provava nel tornare disoccupato (soprattutto a causa del dispiacere che avrebbe provocato al fratello minore), erano paure che si erano istaurate in lui a causa dei suoi disastrosi precedenti (lo si poteva definire il suo "punto debole", l'unico al momento conosciuto). -... gli ho detto che ti sei presentato qui non una avvelenamento causato da sushi avariato e che per qualche giorno non saresti stato in grado di muoverti. Fino alla fine di questa settimana sei ufficialmente in malattia Shizuo - gli annunciò non nascondendo un certo orgoglio e un sorrisino divertito per il proprio operato, era stato un vero colpo di genio per una menzogna campata in aria, sul momento.
Fatti simili al Russia Sushi non erano rari e, che il biondo soffrisse di stomaco, era uno dei pochi lati umani del suo fisico invincibile.
- Hai quattro giorni per riflettere su cosa vuoi fare...- aggiunse, perdendo quel tono giocoso che aveva sino ad un attimo prima, facendosi di colpo serio,
- "Cosa voglio fare"..?- ripeté Heiwajima, fissandolo, lo sguardo crucciato e allo stesso tempo confuso. Un sorriso gli risalì a fior di labbra, - Perché, dovrei forse fare qualcosa? - rise con un peso simile a piombo a stanziarli sullo stomaco e nell'animo, - Se quel bastardo di Izaya si è fatto fregare non è affar mio! - sentenziò, evitando però di guardarlo direttamente negli occhi.
"Eppure, quando hai trovato il pacchetto, sei subito corso da me" pensò Shinra trovandolo piuttosto ironico, o per lo meno ipocrita, come poteva negare a se stesso che gli importasse dopo essersi presentato lì, con il fiatone e quello così sguardo disperato, penoso, "sembrava dovessi metterti a piangere.." riflette celando accuratamente simili osservazioni, per nulla intenzionato a provocare l'ira di Shizuo.
- Credo che ci sia qualcosa d'errato nella tua affermazione...- pesò ogni parola prima di aprire bocca, una congettura non troppo lieta per il biondo si era insinuata nella mente del medicastro, e non l'avrebbe abbandonato fino a quando non l'avesse tirata fuori.
- Cheèè..? - stava per replicare, ma il castano fu veloce ad azzittirlo,
- Ti hanno lasciato un messaggio direttamente sulla porta di casa. Chiunque sia stato a farlo, è evidente che ha tutta l'intenzione di coinvolgerti in questa faccenda (qualunque tipo di faccenda sia) - osservò cercando di smorzare quella tensione di cui si era riempita l'aria prendendo un'espressione più blanda e un tono non eccessivamente gravoso, intento che non gli riuscì, una nota di preoccupazione gli attraversasse il viso, una ruga vicino al labbro ne tradiva le reali emozioni.
- Quindi credi che non riuscirò a venirne fuori? - per un qualche motivo l'espressione di Shizuo era colma di sfida, quasi Shinra gli avesse appena proposto di vincere ad un gioco di società in cui era notoriamente scarso,
- Credo che ci verrai buttato dentro a forza in questa situazione - gli confidò, - Non penso ti lasceranno scelta... Probabilmente si tratta di persone a noi sconosciute - aggiunse, comprendendo all'istante di aver raggiunto il punto. Nessuno dei contatti di Izaya nella regione avrebbe mai compiuto un atto simile, troppo alto era il prezzo da pagare per la malavita del Kanto.
Izaya era il Burattinaio detentore dei fili del caos, le informazioni che spargeva nelle periferie di Ikebukuro erano i semi del male da cui sarebbero sbocciati fiori dai petali intrisi di sangue e violenza. Deteneva un potere straordinario, capace di destabilizzare anche la più solida delle organizzazioni malavitose.
Eppure, nessuno l'aveva mai sfiorato con un dito, per quale motivo?
- E poi, chiunque ti conosca direttamente sa che sarebbe un suicidio spingerti a fare qualcosa contro la tua volontà - commentò sovrappensiero, intento ancora a riflettere su eventi apparsigli fino a quel momento come un fatti ovvi.


[3 Dicembre 20XX - ora sconosciuta -]
Voleva vomitare. Non aveva nulla nello stomaco, nonostante questo quella sensazione non lo abbandonava.
Era un esigenza impellente, una nausea profonda che gli bagnava la fronte di uno spesso strato di sudore freddo e gli ricopriva la pelle di brividi. L'ambiente caldo umido della cella non lo aiutava, se ne sentiva soffocare. Avvertiva un pesante odore di muffa entrargli nelle narici, gli colmava i polmoni e, in un pensiero poco lucido causato dalla febbre, si immaginò l'interno del proprio corpo ricoprirsi di un qualche strano tipo di muschio verde.
Solo più tardi la logica lo fece sorridere a simili, assurde, congetture. Forse aveva passato davvero troppo tempo con quell'idiota di Shizu-chan, se era arrivato a partorire pensieri tanto surreali.
- Hai fatto un bel sogno..?- la voce di Benri risuonava dolce come uno zuccherino oltre la piccola grata posta in cima alla porta della sua prigione, per un istante il corvino ne intravide lo sguardo, sollevando faticosamente la testa da terra, - non lo avevano spostato dal punto in cui era svenuto, - gli sembrò di intravedere un pericoloso luccichio in quelle iridi nero pece, l'aguzzino appariva di buon umore e ciò mise immediatamente in allarme Izaya. C'era un solo motivo per cui un sadico poteva sprizzare tanta gioia da tutti i pori: aveva trovato altre maniere "divertenti" con i quali torturare il suo ultimo giocattolino.
Un senso di gelo percorse l'informatore, accentuandone il malessere, e solo allora si rese conto di avere le mani libere, per quanto la cosa gli fosse utile avendo il braccio destro totalmente inutilizzabile. Rotto all'altezza dell'avambraccio, lo avvertiva come un peso morto e un sottile panico gli fece temere di aver perso ogni sensibilità a quel arto. Una fitta però lo attraversò quando si sollevò per mettersi seduto, cancellandogli dalla mente ogni timore e formandogli sulla lingua qualche imprecazione colorita, le quali però si astenne dal proclamarle ad alta voce. Il dolore era un buon segno, significava che i suoi nervi funzionavano ancora, in qualche modo, con le giuste medicazioni, avrebbe potuto recuperarlo. "La comodità di aver una segretaria che ha studiato medicina... dopo che avrà smesso di deridermi, chiederò a Yagiri di medicarmi " rifletté traducendo tutta la sofferenza che gli attraversava le membra in un semplice sbuffò stanco, se si fosse messo a lamentarsi dal dolore l'avrebbe data vinta a Benri, e non stava poi tanto male da arrivare a quel punto.
- Nulla di speciale - decise di rispondergli, minimizzando l'argomento, Izaya non sognava, non lo faceva mai. La realtà che viveva era già esattamente come la desiderava, non aveva quindi bisogno di un mondo onirico in cui rifugiarsi durante il sonno. Ciò che vedeva in quell'oblio era solo un oscuro e profondo nulla in cui non poteva far alcunché, né agire, né tanto meno pensare.
Era come essere morti.
Non c'era niente se non lui stesso e, segretamente, ne era terrorizzato.
- Eppure sorridevi...- insistette Benri, dalla sua posizione, seduto con la schiena appoggiata alla parete, ad Izaya era impossibile vederne l'espressione, ma quella conversazione cominciava a non piacergli e, istintivamente, assottigliò lo sguardo, nell'osservare il punto da cui sentiva arrivare la voce del malavitoso. A cosa puntava, adesso? si domandò. Presto avrebbe ricevuto risposta.
- Hai ricordato qualcosa di bello? - gli suggerì e ancora Orihara non sapeva dove volesse andare a parare, - Oh, certo! Forse un viaggio a Okinawa? Con quelle sue belle spiagge bianche e il suo mare limpido è un posto perfetto per una vacanza o... chissà, un fuga d'amore? - si esaltò da solo, lasciandosi preda alle proprie congetture le quali, nonostante il tono scherzoso e frivolo, era ben studiate e andarono ad insinuarsi come tanti aghi di ghiaccio nell'animo di Izaya.
Ora cominciava ad intuire di cosa stesse parlando.
- Ahahahah!.. Ma che dico! Tu, Izzy, non sei certo il tipo da abbandonare di punto in bianco Ikebukuro. Ahahaaha, ma cosa sono andato a pensare? - scoppiò a ridere, e la sua risata sferzò crudelmente, come un vento gelido, l'informatore, -... Un atteggiamento simile è più adatto a dei ragazzini. Tu invece sei un adulto, giusto? Hai delle responsabilità...-
A fatica il corvino tentò di rilassare le spalle, senza accorgersene si era irrigidito man mano che Benri aveva continuato a parlare, segno di un nervosismo crescente, e si preparò per quanto possibile ad incassare il colpo che sapeva sarebbe arrivato. Era sempre stato bravo a recitare ed a mentire, ma quando si toccava certi argomenti diveniva difficile anche per un esperto come Orihara far finta che non gli importasse. Si faceva incredibilmente sensibile (per i suoi canoni), e sembrava persino capace di provare emozioni umane.
- Difatti, nonostante la tua giovane età sei il tutore di una ragazzina... una liceale se non erro, acc-! Com'è che si chiamava? -
- Saki - volle mettere rapidamente fine a quella pagliacciata Izaya, le manipolazioni erano di suo gradimento solo quando era lui a farle. - Non provare a toccarla...- aggiunse ringhiando, capendo di aver parlato solo quando udì la propria voce, la quale però gli risultò difficile da riconoscere, stranamente alterata.
Si sentì come se d'improvviso fosse divenuto un osservatore esterno alla situazione, non era più lui a muovere le proprie labbra, qualcosa sembrava essersi insinuato nel suo corpo e lo aveva cacciato. A forza era stato spinto lontano, in un angolo di se stesso a fare da semplice spettatore, qualcos'altro ne aveva preso il posto.
Forse perché era ancora sotto l'influsso delle droghe, forse a causa delle ferite o dell'emorragia, Orihara fu incapace di celare il flusso di emozioni che gli attraversavano l'animo, prima tra tutte la rabbia, feroce e aggressiva, la quale scavò un tunnel sino alla superficie, raschiando via ogni maschera di autocontrollo che solitamente, in caso di difficoltà, si apprestava ad indossare. Per la prima volta comprese il significato delle parole "vedere rosso", e in minima parte si avvicinò a quella furia da cui era investito solitamente Shizuo, ma era ben lontano dalla bestia in cui il biondo sapeva trasformarsi.
- Ooh..? Allora l'hai lasciata andare via libera, senza conseguenze,  perché di lei te ne importa - esclamò colmo di un divertito stupore Benri, felice di aver toccato i tasti giusti, fiero di se. Non era stato facile da trovare, Izaya lo aveva nascosto bene e per poco il malavitoso non aveva creduto sul serio alla semplice facciata che gli mostrava.
"Sono un bastardo menefreghista e calcolatore, mi diverto a sfruttare qualsiasi persona che mi si avvicina. Sono un mostro e nulla più" questo dicevano tutte le informazioni riguardati il carattere dell'informatore di Ikebukuro, Benri aveva faticato non poco (nonostante i mezzi non gli mancassero), a trovare altro. Aveva dovuto avanzare a tentoni, andando avanti con la semplice certezza che tutti ne possedevano uno, ogni essere umano per quanto spregevole, crudele, bastardo fosse. Persino Izaya non poteva vivere senza QUELLO.
E, alla fine, era venuto fuori. Una splendida nota stonata nel comportamento del corvino, capace di rivelare il disegno nascosto, lo strato più profondo - oltre al ruolo di Informatore, oltre al Burattinaio, - di Izaya Orihara. Aveva trovato il suo cuore!
La sua umanità l'aveva insinuata tutta in quella ragazzina, l'unico punto debole che si era concesso, questo era in realtà Saki e il vero motivo per cui non l'aveva stretta a sé quando se ne era andata, nonostante fosse una pedina di cui avrebbe ancora potuto servirsi.
"Uno scacchista esperto non si fa rubare neppure un pedone se sa che esso può tornagli utile in qualche modo", quindi, perché lasciare che lei e quel ragazzo gli fuggissero?  Ciò a Benri non era mai tornato.
Fatte delle ricerche più approfondite aveva infine scoperto come due ragazzini, minorenni e senza lavoro, potessero viaggiare per il paese senza preoccupazioni, era Izaya a pagare i loro conti, risolvendogli ogni problema di tipo finanziario supportandoli con un investimento di una certa somma di denaro (al quanto alta), alla fine di ogni mese.
- Mi deludi Izzy, se eri consapevole del suo valore avresti dovuto liberartene in maniera definitiva - commentò Benri sprezzante, ridendosela di gusto, ricolmo a tal punto del proprio esorbitante ego da rischiare di scoppiare, simile ad un palloncino riempito con troppa aria.
- Fatti i cazzi tuoi, sadico pervertito...- e avrebbe voluto aggiungere qualche espressione ben più colorita l'informatore, sempre rivolto alla soglia chiusa della propria cella, ma la lucidità si fece presto largo nelle sue membra provate. Il suonò di un campanello d'allarme gli martellò nelle orecchie provocandogli una terribile fitta, il cervello richiamava la sua attenzione, un'intuizione l'aveva appena folgorato, causandogli quell'emicrania da cui era stato appena colpito.
La rabbia che stava provando non era normale. Non era da lui, gli penetrava nella pelle, sin dentro alle ossa e assopiva ogni ragionamento. Davvero cominciò a credere di essere posseduto, per poi realizzare, con un sorriso amaro, di essere ancora sotto l'effetto dei stupefacenti fornitigli da Benri. Sapeva di non essere del tutto stabile, emotivamente parlando, ma aveva un proprio autocontrollo, e questo non lo perdeva mai, se non in casi speciali (il 98% dei quali finivano con lui e Shizuo che fornicavano come conigli nel primo luogo appartato capitatogli a tiro).
- Eppure è l'azione più logica da fare - continuò a parlare Benri, il volto sempre invisibile agli occhi di Orihara, poiché era appoggiato con le spalle alla parete di fianco alla soglia della cella, - ... per rendere una catena più forte basta eliminarne l'anello debole, è ovvio no? -
A quel commento Izaya non si trattenne dal scoppiare in una grassa e rumoroso risata, forse un tantino sforzata, ma che voleva esprimere all'altro quanto ritenesse sciocco il suo ragionamento, sperando anche di fargli perdere il suo ormai noto autocontrollo.
- Sei ammattito del tutto..?- si innervosì il malavitoso, non aspettandosi da lui una reazione tanto stupida e spavalda,
- No, no...- negò cercando di soffocare una seconda risata che gli risaliva alla gola partendo dalla stomaco, -... è che, sai, sono un appassionato di anime, e la tua frase mi ha ricordato una puntata che ho visto l'altro giorno - spiegò, lo sguardo nero pece acceso di una luce arrogante e crudele, il genere di occhiata che riservava ai pezzi di cui aveva deciso di liberarsi, gettandoli nella spazzatura.
Per un istante le sue iridi sembrarono attraversate da un riflesso scarlatto, il quale fu capace di donargli un aria mefistofelica, temibile e minacciosa nonostante le condizioni penose in cui si trovava. E per quanto Benri non avesse potuto vederne la mutazione, avvenuta in quella manciata di secondi, avvertì qualcosa di diverso nella sua voce quando riprese a parlare.
- Sai, seguendo il tuo ragionamento, probabilmente, la catena cesserebbe di esistere... - gli spiegò Orihara, -... perché ci sarà sempre un anello più debole rispetto agli altri e, continuando a toglierli, finirà che ne rimarrà solo uno, il quale ormai solo non avrà più alcuna utilità - decretò accennando ad un altro risolino, - Io sono un amante dell'umanità, e amo studiarne tutte le più recondite bassezze, ogni forma di codardia. Ebbene, se l'intera umanità fosse una catena, a parer tuo, quale posto occuperebbero i malavitosi che avvelenano la società e portano il mondo a stagnare in un putridume sporco d'urina?.. - c'era qualcosa di veramente terribile nelle sue parole, quasi scaturissero dall'inferno, - Secondo me, la brava gente che vi guarda dall'alto delle loro vite candide e pulite non si farebbe tanti scrupoli ad eliminarvi come se si trattasse di piccole bestioline nocive, piccoli ratti di fogna dispensatori di malattie e pestilenze - rise, e sta volta Benri fu certo che gli fosse totalmente partito di cervello.
- Parli quasi come se la cosa non ti riguardasse, eppure tu fai parte della stessa cerchia - osservò sentendosi pizzicare in un punto dietro la nuca. No, forse si stava sbagliando, Izaya non stava impazzendo, anzi, stava tentando di riprendere le redini del gioco, orchestrando a piacimento il loro discorso, deviendolo dalla sua via principale, ovvero da Saki, il suo "cuore".
- Ti correggo, io sono un semplice osservatore. Mi limito a studiare tutto ciò che reputo curioso, il caso vuole che altri siano interessati a sapere cosa hanno visto i miei occhi e udito le mie orecchie e mi pagano per saperlo - avrebbe voluto alzare le spalle, palesando una sicurezza del tutto falsa, ma capace di ingannare chiunque.
- E Shizuo Heiwajima è ciò che ritieni "curioso"? - decise di non dargli troppe libertà di manovra, toccando sull'argomento che al momento gli premeva maggiormente,
- Affatto. Shizu-chan è una bestia, un mostro, non fa parte dell'umanità. E' un esistenza a sé, e non suscita in me alcun interesse, poiché d'umano non ha nulla (tranne l'aspetto) - per una qualche ragione la sua risposta suonò troppo perfetta per risultare vera, stava mentendo. Erano entrambi due bugiardi di professione sentivano l'olezzo di menzogna a chilometri di distanza e sapevano quando una loro stessa bugia veniva svelata dall'altro. Difatti, Izaya intuì immediatamente di non essere creduto.
- Si dice che serve un mostro per riconoscerne un altro, e dal modo in cui parlavi poco fa sembra che neppure tu ti ritenga un essere umano Izzy... - c'era stato qualche minuto di silenzio prima che Benri prendesse parola, abbastanza perché l'informatore cominciasse a credere se ne fosse andato. - Quindi, adesso mi chiedo, è stato forse a causa di Heiwajima se hai deciso di tramutarti in un mostro degno di fargli da avversario? Temevi si sentisse solo a portare il peso del "diverso", del "reietto"?.. Hai un lato inaspettatamente dolce, Izzy - rise ironico,
- Adesso sono io a chiederti se sei uscito di senno, non capisco cosa blateri - si stizzì Orihara, il tono aspro, lo sguardo sottile,
- Me lo immagino, il te adolescente: "con lui di certo non mi annoierò" avrai pensato di sicuro qualcosa del genere; "Lui è una bestia, non è un pedina con cui gingillarsi, ma è abbastanza stupido da farmi divertire" sono convinto che hai fatto i salti di gioia nel trovartelo di fronte. Dopo tutti quei esseri umani che ti eri costretto ad "amare", ecco qualcuno che potevi finalmente odiare, poiché (come hai detto tu poco fa), d'umano ha solo l'aspetto...- aveva perso la possibilità di sviare il discorso, alla fine era Benri che continuava a condurre la partita, - ... però, infine, ti sei reso conto di non essere alla sua altezza. Quale delusione deve'essere stata per il tuo povero cuoricino -
- Ti avviso che io sono due tacche sopra a quel cervello di protozoo. Avrà pure una forza ercolina, ma non gli è ancora riuscito di acciuffarmi - si sentì punto nel vivo, come ogni qual volto ci fosse Shizuo di mezzo,
- Certo, certo... adesso è diverso, lottate alla pari - gli concesse, quasi stesse accontentando un bambino viziato intento a fare i capricci solo per azzittirlo,  - Questo perché hai deciso di indossare i panni del mostro pure tu, perché ti annoiava fare l'essere umano ed eri rimasto ammaliato dalla forza della bestia... Ma se Heiwajima aveva le doti del mostro nel sangue, a te mancavano - gli occhi si Izaya si fissarono sull'uscio, quasi potessero scalfire la solida lastra di ferro che componeva la porta, - Il ragionamento che hai fatto è stato semplice: "se Shizuo è un mostro nel corpo, allora a me basta esserlo nello spirito"; hai lasciato la tua umanità per avvicinarti a qualcuno che, invece, la propria umanità non l'ha abbandonata ma a cui è stato comunque donato l'appellativo di "mostro"... Ah, sei proprio un romanticone -
- Falla finita! - lo ammonì Izaya, stanco di quella favoletta e delle balle sul proprio conto, irritato di non riuscire a trovare alcun modo per replicare.
Era vero. Lui mostro non lo era nato, a differenza di Shizuo, lo era diventato per sua scelta, ma l'Heiwajima non aveva avuto tutto quel peso a cui Benri sembrava piacer tanto credere. Aveva parlato a quel modo solo per irritarlo, per farlo vacillare, e c'era riuscito.
- Peccato solo che tu non sia stato in grado di liberarti del tuo "cuore", questo ti rende un mostro incompleto Izzy ...- una sensazione di gelo tramutò la calda e afosa stanza in una cella frigorifera, un brivido percorse la pelle dell'informatore, -... ma non preoccuparti, visto che tu non ci riesci, ci penserò io a liberarmene -
"Saki..." socchiuse lo sguardo Izaya, chinando il capo quasi avesse appena ricevuto un colpo in pieno petto, dire qualunque cosa sarebbe stato inutile, avrebbe solo confermato ciò che Benri già sapeva, quindi saggiamente soffocò le imprecazioni con cui stava per riempirsi la bocca, mordendosi la lingua per fare forza su se stesso, arrivando a farsela sanguinare.

- Per prima cosa dovremmo contattare Yagiri - propose Shinra, in piedi dietro al divano su cui Shizuo era seduto,
- E perché?- gli chiese questi, confuso. Sapeva di aver già sentito da qualche parte quel nome, ma non riusciva a ricollegarlo a nessun volto,
- Non lo sai..? E' la segretaria di Izaya -
- Da quando Izaya ha una segretaria?! - si stupì voltandosi verso di lui, quasi si volesse assicurare che non si stesse prendendo gioco di lui, ma il castano alzò le spalle, scuotendo un poco la testa, l'espressione sconfortata di chi comprendeva poco le azioni di un altro.
Il motivo per cui ad Izaya servisse una segretaria era uno dei suoi numerosi misteri. 
  
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