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Autore: Nisi    26/10/2008    8 recensioni
Quello che viene dopo, quel che accade tra Rosalie e Bernard dopo il 14 luglio 1789
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Settembre 1789

Rosalie non riusciva a dormire neanche quella sera. Non aveva più dormito decentemente da un paio di mesi a quella parte. Sì, da quella mattina in cui Oscar…
Era buffo: lei che aveva sempre pianto per un nonnulla, non era mai riuscita a versare una lacrima per la sua migliore amica, la persona che considerava una sorella e che non solo l’aveva salvata da una sorte più squallida della morte, ma che le aveva insegnato, silenziosamente come era il suo solito, che al mondo c’erano ancora molte brave persone e che alcune di esse erano nobili.
Che ore potevano essere? Non ne aveva idea, ma doveva essere tardi.
Sentì la porta che si apriva piano e che altrettanto silenziosamente veniva chiusa.
Bernard.
Suo marito era tornato e, a giudicare dal rumore che proveniva dalla cucina, stava versandosi un bicchiere di vino. Con un moto di stizza, capì che per l’ennesima volta Bernard aveva lasciato in giro il bicchiere sporco e non aveva riposto la brocca in modo che il vino non prendesse polvere.
Lo sentì entrare nella stanza e togliersi le scarpe. Il materasso cigolò quando lui si sedette sul letto per togliersi le scarpe.
“Ossantodio…” sospirò.
Bernard si girò a guardare la moglie e sospirò ancora.
Si spogliò lentamente mentre continuava a tenere gli occhi su di lei. Rosalie era bella e la sua pelle era morbida, soprattutto quella delle cosce, che adorava mordicchiare e succhiare. Rimase in camicia e si infilò sotto le coperte.
“Rosalie?”
“Mmmm?”
“Dormi?”
“No, no.”
Bernard sorrise nell’oscurità. “Beh, allora che ne dici di tirare un po’ tardi?” e fece scivolare la mano sotto la camicia da notte e tra le gambe della moglie. Quella sera la riunione era stata più accesa del solito e la carne di Rosalie non mancava mai di provocargli uno splendido oblio.
La sentì irrigidirsi sotto il suo tocco, lei che era sempre stata una gattina pronta a fargli le fusa al minimo cenno. “No, senti, Bernard. Non stasera. Io… io ho mal di testa?”
“Maledizione…” sibilò tra i denti lui. “E’ da due mesi che io e te non lo facciamo. Da quando Oscar e André sono…”
“Non dire niente! Taci!”
“No, adesso mi ascolti! Mi spiace, va bene? E’ stata una fatalità che io abbia ferito André a quell’occhio. Non avrei mai immaginato che sarebbe diventato cieco. Credi che non ci pensi tutti i giorni che se ci avesse visto, se la sarebbe evitata quella pallottola e che forse nemmeno Oscar sarebbe morta? Ma, per la miseria, sei mia moglie e dovresti perdonarmi!”
“Io non ti sto incolpando di niente. E’ che stasera non me la sento.”
“Non sto parlando solo del sesso, Rosalie. Ti parlo e trasali. Ti vengo vicino e ti irrigidisci. Non sono un mostro, per Dio!” e con quelle parole rabbiose, Bernard si alzò e lasciò la stanza, chiudendosi violentemente la porta alle spalle.
Rosalie si sentì assalire dal rancore e dalla rabbia.
Sì, perché le parole di Bernard erano vere.
* * *
Flash fic di 500 parole scritta in mezz’ora. In genere, non amo i titoli in altre lingue, ma la parola “Aftermath” rende particolarmente l’idea di quello che volevo esprimere.
Significa “quello che viene dopo” e mi è sembrata perfetta per questo tipo di storia.
E’ la prima volta che scrivo di Rosalie e Bernard, ma ho pensato che dopo gli avvenimenti della Rivoluzione, lei si sia sentita assalire dal rancore nei confronti del marito che, ironicamente, è stato colui che ha cominciato il conto alla rovescia alla fine del quale Oscar e André hanno trovato la morte.
   
 
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