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Autore: La_Birba    15/11/2014    3 recensioni
Non ero esattamente una tipa che ama socializzare, sapevo farlo, solo che non mi andava. Io, Bulma Brief, ero la ragazza che amava leggere e tuffarsi in ogni libro che leggeva. Io vivevo quelle avventure, insieme all'eroe di turno. Quindi in breve, nella mia testa avevo così tanti amici che non riuscivo manco a contarli tutti, mentre nella realtà ero io e basta. Odiavo il genere umano!
tratto dal primo capito. ecco in questa storia troverete una Bulma diversa, una studentessa modello che si innamorerà di un strano professore: Vegeta. spero vi possa piacere come sta piacendo a me scriverla :) ditemi cosa ne pensate di questa mia piccola malsana idea :)
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nuova scuola, nuova vita.

 

Nuova scuola, nuova vita, o così avevo sentito dire. Mi ero appena trasferita con i miei genitori nella Città dell'Ovest. Un cambiamenti radicale! Prima abitavamo in un piccolo appartamento in periferia, ed ora eravamo al centro di un enorme città. Mio padre era solo un piccolo contabile e questo trasferimento era dovuto al suo lavoro. L'avevano assunto alle Capsule Corporation. Era la ditta più ricca e grande del pianeta. Che nervoso! Per delle stupide capsule, mi ero dovuta trasferire. Non ero esattamente una tipa che ama socializzare, sapevo farlo, solo che non mi andava. Io, Bulma Brief, ero la ragazza che amava leggere e tuffarsi in ogni libro che leggeva. Io vivevo quelle avventure, insieme all'eroe di turno. Quindi in breve, nella mia testa avevo così tanti amici che non riuscivo manco a contarli tutti, mentre nella realtà ero io e basta. Odiavo il genere umano!

 

La scuola non mi era mai dispiaciuta, odiavo solo le persone che c'erano all'interno, tranne i professori, senza di essi non avrei mai potuto accrescere la mia conoscenza.

Il primo giorno di scuola stava iniziando ed io ero sotto le coperte, nulla mi avrebbe fatto alzare!

 

  • tesoro, sono le sette. Dai vieni a far colazione, nuova scuola, nuovi amici, nuovo tutto!

 

Mia mamma era un caso patologico! Ogni cosa, per lei, aveva qualcosa di positivo. Non sto scherzando! Quando avevo tredici anni mi ruppi una gamba inciampando su un gradino, quando lei arrivò all'ospedale, mi guardò sorridendo e mi disse “ Dai Bulma, sul gesso i tuoi amici potranno scriverti tante belle cose!” ecco questa è mia madre. Non so per quale strano motivo pensava che io potessi avere degli amici.

 

  • Bulma! Dai retta a tua mamma, non vorrai mica arrivare in ritardo il tuo primo giorno. Dai quando poi ti vengo a prendere passiamo in libreria.

 

Mio padre era molto diplomatico, sapeva come conquistarmi. Mi arresi e scesi. Una volta arrivata a scuola, trovai subito la mia aula, presi posto vicino la finestra in prima fila. Nell'ultima era risaputo che si sedevano i casinisti. In prima, invece, i secchioni, ed io ero tra questa categoria. Non ero mai andata sotto la A nei voti. Suonò la campanella, mi ritrovai come vicina una ragazza dai capelli neri come la pece. Non sembrava antipatica e neppure chiacchierona. Almeno una botta di fortuna.

 

Dopo poco entrò il professore di italiano e storia. Era solo un ragazzo, era giovane avrà avuto si e no 26 o 27 anni. Sembrava severo, aveva uno sguardo duro e agghiacciante. Ci fissò tutti, quando i suoi occhi incontrarono i miei abbassai lo sguardo.

 

  • Buongiorno! Io sono Vegeta Sayan. Sono il vostro nuovo professore di letteratura e storia. Non mi interessano i vostri nomi, se qualcuno non vuole seguire le mie lezioni è pregato di uscire. Non ho intenzione di essere disturbato da un qualche idiota. Bene ed ora prendete i libri che si inizia.

 

Ok, non era esattamente il professore modello. Ma non mi interessava, aprii il libro e fui catapultata nella sua lezione.

Il tempo volò tra una lezione e l'altra. Scoprii inoltre che la mia vicina si chiamava Chichi. Fece più e più volte commenti sul prof. Sayan, diceva che era proprio un bel ragazzo e cose simili. Non ci facevo molto caso. Anche se avevo 18 anni i miei ormoni dovevano ancora attivarsi. Mi sbagliavo comunque su Chichi, non ho mai sentito nessuna persona parlare così tanto. Ma capii una cosa, lei non sapeva socializzare. Credo che io almeno ero messa meglio, avevo tutti i miei amici dei libri, lei non aveva neppure quelli.

 

Prima ho detto una mezza bugia, non odiavo TUTTO il genere umano, ma solo una parte. Chichi faceva parte della minoranza che apprezzavo. In poco tempo legammo abbastanza. Facevamo i compiti insieme e lei era quasi sempre da me. In genere lei parlava sempre io non aprivo bocca quasi mai. Scoprii ogni suo minuscolo segreto. Alcuni li diceva proprio in mezzo alle frasi scomposte che diceva, altri li riuscivo a leggere tra le righe. Non sono mai stata una persona loquace e lei mi completava, probabilmente fu per quello che stringemmo un'amicizia eterna. Eravamo due pezzi di puzzle, ci incastravamo perfettamente insieme.

 

Un'altra cosa che odiavo era il “dolce far nulla”, volevo sempre tenermi occupata in qualche modo e siccome ho una di quelle memorie che ricordano ogni singola parola sentita, non studiavo mai. Prendevo appunti e stavo a sentire la lezione ed ero già pronta per l'interrogazione. Mi cercai un lavoretto serale, sfortuna vuole che l'unico che trovai fu in un pub. Dovevo servire cocktail dalle 20 e mezza fino all'una o anche le due. Accettai poiché era anche vicino casa, ci mettevo dieci minuti a raggiungere quel buco.

 

Non era esattamente il miglior posto di lavoro, soprattutto per una persona come me. Una sera di dicembre, mi ritrovai al balcone il professore Sayan! Ero imbarazzata, cos'avrebbe pensato di me? Una studente modello che lavora in un posto simile, inconcepibile! Sembrò non vedermi neppure, mi ordinò una vodka liscia e poi non parlò più. Stava lì a sorseggiare e basta. Alle due se ne andò, dopo avermi lasciato la mancia. Quella stessa scena si ripeté per svariati giorni.

 

La sera del 23 dicembre, arrivò come al suo solito il professore Sayan, dopo aver ordinato si rinchiuse nel suo silenzio. Tutto procedeva come sempre, erano ormai le due di notte, quindi era scoccata la vigilia di Natale da po'. Si alzò e se ne andò. Era l'ultimo cliente, quindi appena fu uscito mi andai a preparare per chiudere tutto. Appena misi il piede fuori dal locale, il gelo mi entrò dentro. Non nevicava ma si gelava. Mi accorsi che c'era una persona poco distante dal pub, fermo, appoggiato al muro. Era il prof. Andai verso di lui, in quanto casa mia era nella stessa direzione.

 

  • una studentessa modello come te Brief, non dovrebbe lavorare in un simile postaccio.

 

Rimasi per un attimo perplessa, non mi aspettavo che mi parlasse. Non sapevo cosa dire. Ero imbarazzata e congelata. Volevo solo andare a casa. Quando tirai dritto senza rispondergli, lui si mosse. Mi afferrò un braccio, mi strattonò per farmi girare e mi mise l'altro braccio dietro la schiena. Fu un attimo che parve durare almeno un secolo, la mano era salita dal mio polso fino alla mia guancia. Esitò un momento, ci fissammo negli occhi per istanti interminabili e poi mi baciò.

 

Era un bacio passionale, durante il quale mi strinse a sé. Tutto il freddo e il gelo che c'era in me, si sciolse. Ero impreparata, non partecipai infatti. Quando si staccò da me, provai un senso di vuoto nel non essere più stretta da lui. Non disse nulla e se ne andò. Ero immobilizzata, eppure avevo due pensieri che mi ronzavano in testa:

  1. la studentessa migliore dell'intera scuola aveva appena fatto una cosa proibita, avere atteggiamenti amorosi con un insegnante era vietato! O almeno credevo..

  2. AVEVO DATO, o meglio ricevuto, IL MIO PRIMO BACIO! Ok magari non sembra così importante, ma cavolo per me era fondamentale. La cosa più bella è che era stato esattamente come l'avevo immaginato.

Sia chiaro, non ero una tipa romantica o cose così. Però siamo oneste, tutte le ragazze hanno fantasie sulle loro prime volte. Ed io non ero da meno.

 

Dopo poco, il mio primo istinto fu di chiamare Chichi, avevo perso la cognizione del tempo, mi ero del tutto scordata che era notte fonda.

  • Bulma sei matta a chiamarmi! Hai visto l'ora?! Sono le due di notte!!

  • ILPROFESSORESAYANMIHABACIATO!!!

lo dissi tutto d'un fiato e sentii Chichi gridare al cellulare

  • COSA!?! puoi ripetere per favore?!

  • ok scusa. Ma sono troppo imbarazzata ed entusiasta allo stesso tempo! Il professore Sayan mi ha baciato! È accaduto tutto in un attimo. Dovevo raccontartelo. Scusa per l'ora!

L'euforia stava passando, per lasciare spazio alla reale e razionale Bulma.

  • Cavolo!! mi devi raccontare dove? Quando? Perchè? Voglio i minimi dettagli!! eh va già bene che non ti piaceva eh furbetta!!

Raccontai ogni cosa nei minimi dettagli ed una volta arrivata a casa misi giù. Erano le tre e mezza. Siccome ero tornata me stessa, ovvero quella razionale, mi domandai cosa avrei dovuto fare una volta tornata a scuola. Grazie al cielo, c'erano le vacanza di Natale, però prima o poi avrei dovuto affrontarlo, forse. La testa si riempiva di domande: perchè mi aveva baciato? Gli avevo forse fatto intendere qualcosa a scuola? Sarei stata espulsa?

Mi addormentai piena di dubbi e paure, ma sognando quel bacio dannato.

 

 

***tadan :) spero vi sia piaciuto :) non sarà un racconto molto lungo :) i consigli sono sempre ben accetti :) grazie a tutti :)

  
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