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Autore: Nahash    15/11/2014    3 recensioni
Dead era forse il componente del gruppo più misterioso nella sua semplicità. Soffriva. Soffriva e basta e i suoi gesti non erano che un'acclamazione del suo stato d'animo e della sua tristezza.
Non si sentiva a casa e spesso, cercava di fuggire, almeno con la testa, lontano da quel mondo che lo faceva sentire uno straniero.
Per questo, Ingve, ci metteva tutta l'anima in quello che faceva, donando alla scena anche il suo sangue...
[...]
Spettacolo. Era questo che serviva alla gente. Spettacolo, anche su quel palco a Sarpsborg. I vetri rotti delle bottiglie infrante, di quelle bottiglie che avevano svuotato poco prima per sentire più calore, meno timore e per serpeggiare nella follia, erano perfetti per offrire l'orrore alla marmaglia di spettatori che adoravano i Mayhem.
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Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Note: Buonasera a tutti, questa è la prima Os che posto in questo fandom (se così può essere definito) Ascolto i Mayhem da quando ho quindici anni, sono dieci anni ormai e alcune tematiche, come alcuni momenti dalla vita di alcuni membri, mi hanno sempre affascinato, così oggi, colta dall'ispirazione mentre pensavo a Dead mi è venuto in mente di scrivere questa piccola os senza pretesa, ma spero che vi piaccia comunque.
Ps: Ho messo l'avvertimento ooc perché essendo Dead esistito veramente, anche se ora non c'è più, è stato comunque un personaggio di cui si possono solo immaginare i pensieri e non averne l'assoluta certezza.


Everything Here Is So Cold
Everything Here Is So Dark
I Remember It As From A Dream
In The Corner Of This Time

[Freezing Moon]

 
Lo specchio era il riflettente del mondo che lui odiava. Non c'era un motivo, lo odiava e basta. Quando doveva mettere in scena la sua maschera per i suoi concerti, però, non aveva scelta. Doveva prostrarsi davanti a lui.
Quando passava il trucco nero intorno agli occhi, che come gocce scendevano all'ingiù nascondendo le lacrime ormai prosciugate dalla sua pelle, si sentiva come un clawn, ma Yngve non voleva far ridere i bambini, ma spaventare le folle.
Il suo intento non era quello di convertire le persone, ma quello di ristorare la sua anima, nascondendo e avvolgendo le sue grida all'interno della sua voce e così: cantava. Lo scream più bello del genere e forse l'urlo greve della sua sofferenza.
Una volta salito sul palco dimenticava tutto. No. Non se stesso, ma ciò che gli ruotava intorno, celandosi dietro quella sua emozione. Dietro il brivido della paura che provava nel stare in mezzo la gente. Eppure, ricordava che in Svezia era felice, che lì rideva.
Sul palco era importante la scena e cosa c'era di meglio se non mettere in mostra sé stessi sebbene il terrore fosse la cosa che più lo spaventava? Forse, era proprio quello che lo faceva cantare, il brivido della paura che gli attanagliava tutta la pelle, il brivido che dalla fine della schiena, saliva fin sopra il collo e lo riscuoteva del tutto facendogli dare il meglio di sé.
Quella paura, quella lucida consapevolezza, quella mistificazione della sua sensibilità, lo faceva sbarcare su un altro pianeta e allora, allora aveva bisogno del sangue.
Spettacolo. Era questo che serviva alla gente. Spettacolo, anche su quel palco a Sarpsborg. I vetri rotti delle bottiglie infrante, di quelle bottiglie che avevano svuotato poco prima per sentire più calore, meno timore e per serpeggiare nella follia, erano perfetti per offrire l'orrore alla marmaglia di spettatori che adoravano i Mayhem.
Così, portando le braccia in avanti, come se volesse abbracciare il pubblico, ma alla distanza di sicurezza giusta, portò il vetro rotto a ferire le sue carni. Non bastava. Dead non era soddisfatto. Si tolse la giacca e la maglia e prese a ferirsi anche il ventre.
La calca era troppo eccitata, troppo su di giri per rimanere sconvolta. No, loro erano estasiati e avrebbero bevuto il sangue di Dead solo per sentirlo dentro di loro, per sentire il suo dolore scorrere impassibile dentro le loro vene.
Tutto questo mentre la chitarra straziata di Euronymous gli faceva da sottofondo, da colonna sonora per il suo passaggio. Estasi. Dead non avrebbe abitato quel mondo, almeno per qualche momento.
Ygve imperterrito continuava a cantare, dando il meglio di sé, come il capitano che non abbandona la nave, lui cavanta. Cantava e il suo sangue scendeva. Cantava e il suo sangue colava.
Non importava se diventasse sempre più pallido, nessuno lo vedeva, il cerone lo copriva bene, ma lui sentiva il freddo invadergli le membra e allora pensò che, effettivamente, non lo percepiva solo nella sua testa, ma anche nel suo corpo.
Il suo volto si contraeva mostrando la bellezza delle strofe che pronunciava. Oh come era dedito ai Mayhem Dead. Oppure era soltanto un'illusione di chi guardava?
Ormai sotto ai suoi piedi c'era una pozza di sangue e le voci che lo chiamavano, cominciava a sentirle lontane.
«Dead, devi fare qualcosa...» Una voce calma arrivava silente a lui. Non sembrava affatto preoccupata nei suoi riguardi, forse più divertita dalla situazione in sé, tanto che aveva aspettato la fine del concerto per riportarlo al mondo reale e al suo dissanguamento.
«Non serve. Sto bene. Non è come sembra. Non sento niente. Non sento niente.» Bisbigliò mentre il suo corpo si accasciava a terra privo di sensi.
Ci fu chi per un attimo lo credé morto beandosi di quel breve momento, e chi invece, riuscì a soccorrerlo.
Almeno quella sera, la vita del giovane Blackster non sarebbe finita nel sangue.


Darkness Is Growing, Eternity Opens
The Cememtary Lights Up Again
As In Ancient Times
Fallen Souls Die Behind My Steps
By Following The Freezing Moon

[Freezing Moon]
   
 
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