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Autore: ImLimitedEdition    15/11/2014    5 recensioni
Divano, mi manchi già. Sbuffo.
Mi stringo di più nel mio giubbotto nero e mi dirigo a passo spedito verso la tabaccheria.
Fino a due minuti fa ero seduta nel mio angolo di divano con la coperta e una tazza di tea caldo. Sbuffo ancora.
[...]
Mentre poltrivo nel divano senza un vero obbiettivo giornaliero mia madre puntualmente mi ha svegliata dal mio meraviglioso stato comatoso chiedendomi di uscire in tabaccheria per comprarle una ricarica, e non era una vera richiesta, più una pretesa.
Trascinandomi in camera mi sono infilata le mie scarpe da ginnastica, il giubbotto e sono uscita.
Completamente struccata, spettinata ma soprattutto in pigiama perché ehi se devo oziare, almeno voglio farlo bene, e cosa c'è di meglio nello stare comode?!
E quindi ora eccomi qua, voi starete dicendo: sono scema ad uscire così?
Ma nah, la tabaccheria dista si e no cinque minuti a piedi da casa mia, che mai potrebbe succedere?
[...]
Cos'è che avevo detto? Che mai potrebbe succedere? Avrei qualche ipotesi.
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Storia, purtroppo per me, completamente vera.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SALVE SALVINO A TUTTEE prima di lasciarvi avventurare nella mia piccola storia voglio solo dirvi che tutto ciò che racconto in questa OS è accaduto realmente.
Quindi la pessima figura che vi sto per raccontare è avvenuta due giorni fa ahah 
Beh ora vi lascio leggere questa storia, purtroppo per me, vera, e vi lascio tutto il tempo per ridere ahahahah
Non so perchè io l'abbia scritta, ma ne avevo voglia quindi eccola qui ahah
Mi farebbe piacere se recensiste, baci. Homa. Xx


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Divano, mi manchi già. Sbuffo.

Mi stringo di più nel mio giubbotto nero e mi dirigo a passo spedito verso la tabaccheria.

Fino a due minuti fa ero seduta nel mio angolo di divano con la coperta, una tazza di tea caldo e l'ultima puntata di one piece in giapponese, l'adoro come lingua, e sopratutto adoro la voce dei miei personaggi preferiti, ovviamente guardo one piece con i sottotitoli italiani, non sono molto brava con le lingue, ho quattro in tedesco, figuriamoci quanto potrei avere in giapponese.

Ma stavo dicendo: mentre poltrivo nel divano senza un vero obbiettivo giornaliero mia madre puntualmente mi ha svegliata dal mio meraviglioso stato comatoso chiedendomi di uscire in tabaccheria per comprarle una ricarica, e non era una vera richiesta, più una pretesa.

Trascinandomi in camera mi sono infilata le mie scarpe da ginnastica, il giubbotto e sono uscita.

Completamente struccata, spettinata ma soprattutto in pigiama perché ehi se devo oziare, almeno voglio farlo bene, e cosa c'è di meglio nello stare comode?!

E quindi ora eccomi qua, voi starete dicendo: sono scema ad uscire così?

Ma nah, la tabaccheria dista si e no cinque minuti a piedi da casa mia, che mai potrebbe succedere?

Continuo a camminare sperando col tutto il cuore che il negozietto sia deserto come al solito e che ci sia il proprietario, quel vecchietto è davvero simpatico e poi meglio lui che il figlio altamente figo, ma troppo grande per i miei standart, o la figlia che non mi è mai sembrata molto simpatica.

Diciamo che non sa bene come si trattino i clienti e fidatevi io so bene come bisogna comportarsi con loro, ho un negozio di abbigliamento e nonostante entrino una miriade di clienti insopportabili e cinici, io li tratto molto meglio di come fa quella ragazza.

Arrivata al tabacchino sono pronta al mio destino, oh come la faccio lunga, noto il proprietario del negozio alias simpatico vecchietto, fuori col figlio altamente figo che fuma.

Beh se speravo che almeno quest'ultimo non mi vedesse mi sbagliavo di grosso.

Mi dirigo verso l'entrata superando i due ma vengo fermata dal proprietario.

“Ragazza che ci fai qui sola a quest'ora tardi?”- le cinque del pomeriggio? Okay che il cambio dell'orario ha fatto in modo che facesse buio prima, ma qui esageriamo.

Il figlio mi fissa in attesa che risponda qualcosa facendomi arrossire come un peperone.

“Devo prendere una ricarica per mia madre”- squittisco imbarazzata.

“Oh che brava ragazza”- continua il vecchio guardandomi dalla testa ai piedi, e solo ora mi ricordo di avere indosso il mio pigiama (sono solo dei pantaloni blu, niente con gli orsetti, peccato che sembrano tanto dei pantaloni da muratore, larghi, molto larghi, rovinati e sbiaditi) e se non ero rossa prima, ora lo sono, molto di più.

Imbarazzata mi trovo a giustificare balbettando in maniera vergognosa il mio abbigliamento: “si ma io vivo qui, nel palazzo là dietro, è per questo che sono in pigiama- mi indico imbarazzandomi a livelli smisurati e inscenando una risata esageratamente nervosa- non vado in giro così di solito.”-

E mentre il vecchietto che un tempo adoravo e il figlio ridono, molto sicuramente di me, io entro in tabaccheria aspettando che uno dei due mi raggiunga per servirmi.

Oh ma mi sbagliavo di grosso, solo ora, dopo essere stata fuori per almeno una decina di minuti ed aver sbandierato al mondo che sono in pigiama mi accorgo che dentro c'è la figlia del proprietario che parla con qualcuno.

Mi volto a guardare il suo interlocutore e ho una paura matta di essermi incantata.

Non conosco questo ragazzo, ma l'ho incrociato più volte a scuola, avrà qualche anno in più di me ed è decisamente un dio venuto dai cieli per abbassare l'autostima di qualsiasi ragazzo del mondo.

Mi guarda apatico senza nessuna espressione e io mi perdo nei suoi lineamenti dolci, i capelli ricci e biondi e il piercing ad anello sul labbro inferiore.

Credo abbia gli occhi verdi ma non li distinguo bene e forse è meglio che smetta di fissarlo prima che peggiori la mia situazione, mi dispiace non potrò bearvi di una descrizione migliore.

Sposto la mia attenzione alla ragazza voltando le spalle al giovane sperando che non si metta a fissarmi e non si accorga di cosa indosso.

“ehm ciao, mi servirebbe una ricarica da 5 euro, wind”- aspetto che mi dia la carta con dentro i 5 euro da ricaricare nel telefono così che io possa andarmene in fretta da qui, ma invece la vedo dirigersi verso un apparecchio.

Oh no, fa le ricariche manuali.

“Scusa, non le vendi le carte?”- chiedo.

“No mi dispiace, faccio solo le ricariche col computer- fa una pausa concedendomi un sorriso di circostanza -il numero?”-

oh no, no no no no, mia madre ha due telefoni, e adesso a chi la faccio questa dannata ricarica?

Perché si, presa dalla fretta sono riuscita a dimenticarmi il telefono, è incredibile!

Quello stupido aggeggio me lo porto perennemente con me, anche sotto la doccia, ma adesso no, ovviamente dovevo dimenticarmelo.

Mi riscuoto velocemente dai miei pensieri accorgendomi di essermi incantata, e l'ultima cosa che voglio è fare una brutta figura, come se non l'avessi già fatta presentandomi qui in pigiama, ma dicevo, decido di sfidare la sorte e detto il primo numero di mia madre che ricordo.

Comincio a dire i numeri accorgendomi che c'è qualcosa che non quadra ed infatti la ragazza si mette a ridere e mi guarda.

“sai che manca un numero vero?”- ride.

Mi mostra il foglio con su scritto il numero che ho dettato ed in effetti ha ragione lei.

Rossa come un pomodoro detto il numero giusto pagando e scappando via da quel tabacchino.

È la figura peggiore che io abbia mai fatto, almeno non può andare peggio.

Mi dirigo verso casa a velocità razzo.

Appena arrivata entro nel mio appartamento sedendomi nel divano e pregustando le future ore di ozio che mi aspettano.

Ho parlato troppo tardi, una furiosissima madre, nonché la mia, entra in soggiorno guardandomi arrabbiata.

Che ho fatto?

“Hai fatto la ricarica al numero sbagliato!- ops, stupida sorte -fila in tabaccheria e fammi una nuova ricarica, al numero giusto questa volta- oh no -ah, mi devi 5 euro”-.

Perché sono così sfigata perché?

Mia madre non mi da il tempo di mettermi qualcosa di adeguato e mi butta letteralmente fuori l'appartamento.

Per la seconda volta mi dirigo verso la tabaccheria stringendomi nel mio leggero cappottino.

Scorgo il proprietario ed il figlio più avanti dalla postazione dove li avevo lasciati prima, a parlare con un uomo, meglio, così non mi notano, entro nel tabacchino sperando che il dio greco non sia ancora lì.

Ma sono una povera illusa, interrompo per la seconda volta il loro discordo e do di nuovo le spalle al ragazzo.

“Ehm ciao ancora, mi serve una seconda ricarica ad un altro numero”- chiedo imbarazzata.

La ragazza ride di cuore esclamando: “ah bene, mi sono divertita prima quando hai sbagliato numero”- ride.

No ti prego infierisci di più, te lo chiedo in ginocchio, fammi arrossire ancora.

Rido nervosa al suo commento mentre le detto correntemente il secondo numero (aiutandomi col telefono che questa volta ho portato).

Non oso immaginare l'espressione del giovane dietro di me e salutando velocemente corro via da lì.

È finita.

Scherzavo, un ciao urlato in maniera esagerata mi fa sobbalzare e mi costringe a girarmi dove l'adorabile vecchietto mi saluta sorridente.

“Hai già finito l'altra ricarica?”- esclama il figlio ridendo, mi volto verso l'entrata dove trovo il giovane e la figlia fissarmi, insieme al proprietario, suo figlio e l'uomo con cui parlavano prima.

Non mi sono mai sentita così fissata ed in imbarazzo in tutta la mia vita.

Sento di essere arrossita fino alla punta dei capelli, il che è buffo visto che sono rossa.

Mi riscuoto dai miei stupidi pensieri e corro via salutando tutti nervosamente.

Corro verso casa e appena arrivata entro nell'appartamento dove mia madre mi aspetta seduta sul divano con uno sguardo leggermente sofferente.

“Mamma e adesso che ho fatto?”- chiedo esasperata.

“Tesoro, ti hanno rubato la bici, di nuovo”- di male in peggio.

Cos'è che avevo detto? Che mai potrebbe succedere? Avrei qualche ipotesi.

Che giornata pessima!

  
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