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Autore: Lylawantsacracker    15/11/2014    3 recensioni
SPOILER NONA STAGIONE. AMBIENTATA SUBITO DOPO LA 9X23.
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Quale sarà il comportamento di Dean ed i suoi rapporti con Sam e Castiel? Sarà una persona completamente nuova o riuscirà a far prevalere il suo lato umano?
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza | Contesto: Nel futuro
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Maybe there's a God above
Through you he tried to teach me love
A long and winding road that led me to you
Don't think I've abandoned hope
Still I'll hang onto this rope
I won't let go till I find our Hallelujah


 

Abigail era china sulla tavoletta di argilla, in preda alla rabbia più cieca. In quel momento sarebbe dovuta essere a casa a studiare con Marie, a fare progetti per il suo futuro, non in quella gelida e sudicia grotta a collaborare ai piani di un demone. Si promise che gliel'avrebbe fatta pagare. Si sarebbe vendicata, in qualche modo.
Ma continuò a decifrare quei dannati ideogrammi, illegibili per chiunque altro. Ce l'aveva quasi fatta.

 

Castiel e Gabriel si guardarono con serietà. Stava per calare la sera, e loro erano a pochi passi di distanza dalla villa. Il suo interno era illuminato, ma non sembrava esserci molta attività all'interno. Osservarono con ansia Crowley avvicinarsi alla porta d'ingresso, a passo lento e guardingo.
L'ex re infernale bussò tre volte.
Si ritrovò davanti Bela Talbot, la cui espressione si fece subito gelida. - Ma guarda te chi si rivede.
- Sono venuto a parlare di affari. - rispose Crowley nel suo solito tono gelido e calmo, sebbene stesse pensando che quello era uno dei peggiori piani mai escogitati. A dire il vero non era neanche un vero e proprio piano.
Bela lo squadrò dall'alto in basso. Esitò un istante, poi si scansò per farlo entrare. - Ok. Sentiamo cos'hai da dire.
Si accomodarono sul divano nell'ampio salone, a distanza di sicurezza.
- Non che abbia qualcosa contro di te, Bela... Ma preferirei parlare con quello che comanda qui dentro, sai com'é.
Bela gli lanciò un'occhiataccia e con un gesto della mano gli torse il collo. Crowley imprecò, ma si trattenne dal reagire. - Bada a come parli, idiota. - disse secca. - Comunque Dean non è qui al momento. Quindi o parli con me, o niente.
- Dean è qui, invece. - disse Dean mentre entrava nella stanza. Si avvicinò a Bela e Crowley scrutando quest'ultimo con attenzione. - Ed è decisamente curioso di sentire quello che hai da dire.
Crowley deglutì. Il nuovo re infernale aveva un'aria piuttosto minacciosa.
- Sono venuto qui per... per collaborare.

 

Abigail era ancora china sulla vecchia scrivania di legno marcio, intenta a decifrare la tavoletta. La testa le faceva terribilmente male e la sua vista stava iniziando ad offuscarsi. Era stanca. Tutta quella situazione le sembrava così terribilmente irreale. In effetti la stava prendendo anche troppo bene, in fin dei conti chi si aspettava che il mondo a cui era abituata fosse abitato da demoni e creature malvage? Quelle cose accadevano solo nei film horror di cui lei e Marie erano appassionate. Marie. Abigail si chiedeva come stesse in quel momento, cosa stesse facendo. Erano ormai passati tre mesi.
Alzò di scatto la testa, sentendo strani rumori. Nulla era diverso. Le fredde pareti della grotta in cui si trovava erano uguali a prima. Si risistemò sulla scomoda sedia in ferro arruginito e chinò nuovamente la testa, cercando di concentrarsi. Le mancavano solo poche righe. Sperava che sarebbe riuscita a comprendere quello che c'era scritto una volta terminata la traduzione, visto che così com'era non aveva molto senso.
Un altro rumore. Alzò di nuovo la testa e per poco non urlò.
Davanti a sé c'era un uomo dall'aria stanca e da un lungo impermeabile sgualcito.

Abigail strinse gli occhi. Era sicuramente uno di quei demoni, visto che era praticamente apparso dal nulla. L'uomo le se avvicinò piano. Lei lo osservava guardinga.
- Ciao. - disse lui in tono amichevole ma cauto. - Io sono Castiel, un angelo del Signore.
Malgrado la situazione poco piacevole, Abigail non poté fare a meno di scoppiare a ridere. Quello decisamente non se lo aspettava.
-
 Quindi esistono anche gli angeli adesso? - chiese poi con un sorrisetto divertito.
- Sì. - rispose Castiel con calma, annuendo. - Ma non c'é tempo di parlarne in questo momento. Dobbiamo uscire di qui il prima possibile.
Abigail lo squadrò. - E come faccio a sapere che stai dicendo la verità e non sei un demone bastardo come gli altri?
Castiel sospirò. - Non lo sono. Voglio solo sapere il contenuto della tavoletta per poter guarire Dean senza la sua collaborazione. Devi fidarti. Il tuo aiuto sarebbe davvero importante.
- Beh, ho altra scelta? - sbuffò Abigail. Come se fosse stata libera di rifiutare.
Castiel inclinò leggermente la testa di lato, perplesso. - Non ti sto obbligando, Abigail. Sto solo chiedendo il tuo aiuto. - disse piano. - Non sono un demone.
La ragazza esitò un momento. - Come hai fatto a sapere che mi avevano rinchiuso in questo posto? - chiese con sincera curiosità. In effetti Dean l'aveva rinchiusa in tutta fretta e in gran segreto, non rivelando la sua posizione neanche ai collaboratori più fidati.
- Ho i miei informatori. Ora andiamo. - la esortò Castiel con impazienza.
Abigail gli passò la tavoletta. Si alzò dalla scomoda vecchia sedia di metallo e si apprestò a seguirlo.

All'improvviso, però, si ritrovarono circondati dalle fiamme. Abigail si strinse a Castiel istintivamente, spaventata.
Castiel, intanto, osservava in silenzio la figura che si era materializzata al centro della caverna, stringendo leggermente la tavoletta a sé.
Dean battè piano le mani, con la Prima Lama sporca di sangue stretta in una di esse, e un ghigno malvagio sul volto.
- Peccato, tigre. Ce l'avevi quasi fatta. Peccato che non puoi battere il Re dell'Inferno.
Castiel lo fulminò con lo sguardo. - Olio sacro incendiario mentre eri invisibile, eh? Una mossa poco onesta.
Dean scoppiò in una risata fragorosa. - Sveglia, angioletto, ti sei forse dimenticato che sono un demone? - lo schernì. Poi si fece improvvisamente serio. - Ora consegnami quella tavoletta e ti faccio uscire di qui.
Castiel non si mosse di un millimetro. Dean alzò gli occhi al cielo e attirò Abigail a sé con un rapido gesto della mano. La ragazza gemette spaventata, mentre la stretta di Dean intorno al suo collo si faceva soffocante.
- Dammi la tavoletta, Castiel. - ripeté Dean lentamente, scandendo bene le parole. - Dammi la tavoletta e non torco il collo alla ragazza, e poi amici come prima.
- Noi non siamo amici. - replicò Castiel, gelido. - Tu non sei Dean Winchester, il Dean a cui volevo bene. Sei solo un involucro vuoto e crudele.
Scese il silenzio. Dean, suo malgrado, non poté fare a meno di assumere un'espressione ferita. Lasciò andare Abigail, che dobo avergli affibbiato una coraggiosa gomitata nello stomaco andò a ripararsi dietro di Castiel, e alzò le mani in segno di resa.
- Come vuoi tu. Stavo solo scherzando. - disse Dean ostentando un tono annoiato. - Comunque, vedo che non hai intenzione di cosegnarmi quella maledetta cosa. Cosa vuoi che facciamo, allora? Giochiamo a twister? Facciamo le parole crociate? Ci scontriamo in una battaglia rap?
Castiel rimase impassibile, per nulla divertito, ma gli si avvicinò leggermente. Aveva notato che le sue parole avevano colpito in qualche modo Dean; forse c'era ancora speranza.
- Dean. - disse in un tono adesso pieno di calore. - Smettila. Lasciati curare.
Il demone rimase a fissarlo stupito per qualche secondo, poi scoppiò a ridere. - Ma dai, Castiel. Lo sai anche tu che stai solo sprecando tempo. Non c'è alcun bisogno di "guarirmi". Che divertimento ci sarebbe se no?
- So che non lo pensi davvero. - rispose Castiel guardandolo con serietà.

Dean ridacchiò sarcastico. - Ne sei così sicuro? Wow, angioletto, sei fottutamente ingenuo, cazzo. - disse sprezzante. - Non capisci. Amo essere un demone. Amo sentire le anime gemere e implorare mentre le squarcio con le mie mani. Due giorni fa, per esempio, ho riscosso l'anima di un padre di famiglia che aveva venduto l'anima per, se non sbaglio, sposare la donna che amava. Cristo, gli umani sono proprio degli imbecilli. In ogni caso, era a casa a festeggiare il compleanno della figlia, compleanno che ho un po' rovinato, soprattutto per colpa dei miei adorati segugi infernali. E dire che i cani non mi sono mai piaciuti. Beh, era solo per fare scena, però. Non potevo lasciare a loro il divertimento di farlo a pezzi, cosa che ho fatto io con l'aiuto della mia fidata Prima Lama. Avresti dovuto sentire come urlava. Sembrava un maiale durante la macellazione.
Il racconto e la delizia sul volto di Dean fecero rabbrividire Castiel, inorridito. Stava per ribattere, quando si sentì improvvisamente libero. L'espressione di Dean si trasformò in una maschera di rabbia. Castiel si voltò. Il fuoco era scomparso, ed Abigail era in piedi con un'espressione trionfante sul volto e un secchio arrugginito tra le mani.

- Piccola stro.. - sputò Dean, e stava per avventarsi su di lei quando Castiel gli si parò davanti.
Dean indetreggiò. Non aveva intenzione di colpire Castiel; non ancora, per lo meno.
- Wow, non sapevo che un olio magico del genere si spegnesse con un po' di stupida acqua. - disse Abigail con sarcasmo. - Sei stato troppo premuroso nel darmi dell'acqua con cui dissetarmi questi giorni, Dean.
Il demone la fissava con odio. Castiel lo guardò.
- Beh, dobbiamo salutarci Dean. - disse. Si avvicinò ad Abigail per poter smaterializzarsi insieme a lei, ma Dean le fece perdere i sensi con un rapido gesto della mano, mandandola a sbattere contro le pareti della cella, e si avventò su Castiel.
Questi si dimenò ma non riuscì a liberarsi dalla stretta di Dean. Il demone era incredibilmente forte.
Dean strinse il collo di Castiel con la mano che tringeva la Prima Lama, mentre con l'altra cercò di sfilargli la tavoletta dalle mani, ma non c'era nulla da fare. Castiel era debole e la grazia che aveva in corpo non era la sua, ma era sempre uno degli angeli più potenti.
Castiel riuscì finalmente a liberarsi e cadde a terra dallo sforzo. Si rialzò in fretta.
Stava per svanire, ma Dean, in quella frazione di secondo, riuscì a precederlo.
Dean gli si avventò addosso con una furia cieca, istintiva, e affondò la Prima Lama nello stomaco di Castiel, che spalancò gli occhi azzurri. Da questi e dalla bocca uscì una luce bianca e si accasciò a terra.
Il demone si rese conto di essersi spinto troppo in là. Si inginocchiò e prese Castiel tra le braccia, in preda all'orrore. L'angelo era ancora cosciente, ma la grazia presa in prestito era svanita. Ora era umano, e quella ferita era ancora più letale, adesso. Guardava Dean con tristezza, mentre quello lo stringeva delicatamente.
- Cas... - mormorò Dean tremando visibilmente, estraendo piano la Prima Lama dalla ferita sgorgante sangue e tamponandola come meglio poteva con la mano. - Non...non volevo farti questo. Scusami...Sono un mostro, lo so. Ma ti prego, non morire. Per favore Cas..
Lo sguardo di Castiel traboccava perdono. Sollevò debolmente una mano e accarezzò il volto di Dean, che socchiuse gli occhi al suo tocco.
- Non ti preoccupare, Dean. Veglierò su di te. - sussurrò in tono rassicurante. - Olani hoath ol.
Poi chiuse gli occhi, e il respiro già debole si fermò definitivamente.

Dean continuava a premere la ferita istericamente, come se fosse servito a qualcosa. Ormai era intriso del sangue del suo vecchio amico. - No. - disse con voce rotta. - No, no, no.
Lasciò la presa su Castiel, che rimase a terra disteso, e si alzò. Iniziò a camminare avanti indietro, le mani sporche di sangue sul volto segnato dal dolore.
- NO! - urlò a pieni polmoni.
Aveva ucciso Castiel. Il suo timore più grande si era avverato. Aveva ucciso il compagno di tante sfortune, tante avventure passate insieme. Aveva ucciso colui che l'aveva salvato dall'inferno, colui che l'aveva sempre messo al primo posto. Colui che aveva abbandonato un esercito di angeli, di suoi fratelli, per potergli stare accanto.
Il dolore era insopportabile. Non era più abituato ad una pena del genere; era decisamente umana.
Dean prese a pugni le pareti della grotta fino a scorticarsi le mani. Non c'era niente che avrebbe potuto fare per salvare Castiel. Era troppo tardi.
Dopo un breve istante di riflessione cambiò idea. Forse sì, c'era qualcosa che in effetti poteva fare.
Si inginocchiò accanto al corpo già freddo dell'angelo, e mise con delicatezza le mani sulla ferita, ormai priva di sangue da versare. In fondo era un demone. E non uno qualsiasi; aveva il potere di Caino, il Padre dell'Omicidio, il Cavaliere Infernale. Se potevano riuscirci gli angeli, perché non poteva riuscirci lui? Avrebbe riportato Castiel in vita, in qualche modo.
Concentrò tutto il suo potere sulle mani, ma non riuscì a sortire alcun effetto. Castiel restava inerme. Forse i demoni non erano capaci di fare del bene.
Dean provò per ore, impiegando tutta la forza che aveva. Ben presto il sangue iniziò a uscirgli dal naso e dagli occhi, in una sorta di pianto inquietante. Bloccò un conato di vomito e finalmente si rialzò, asciugandosi il volto.
Aveva fallito miseramente. Non c'era alcun modo di riportare in vita Castiel. Stava per andarsene, quando si ricordò della tavoletta. Era accanto a Castiel, macchiata del suo sangue.
Dean l'afferrò e la getto a terra, urlando dalla frustrazione, rompendola in mille pezzi.
Poi svanì, sentendosi come se avesse lasciato una parte d'anima dietro di sé.

 

Castiel aprì gli occhi, confuso, e si mise a sedere. Il pavimento era sporco di sangue, ma lui stava bene. Abigail era ancora priva di sensi, appoggiata alla parete della grotta.
Non c'era alcuna traccia di Dean.
Intanto, l'angelo dai capelli color sabbia che aveva assistito a tutto l'accaduto, nascosto, si rese visibile.
- Samael. - disse Castiel sorpreso. - Cosa ci fai qui?
- Colpo di fortuna, fratello. - rispose l'altro in tono mellifluo.

Castiel lo guardò perplesso.
- Ti ho riportato in vita, Castiel. - spiegò Samael, mentendo spudoratamente. - Ho visto Dean ucciderti. Non credo ci sia più speranza di riportarlo indietro.
Castiel scosse la testa. - Ti sbagli... Prima che morissi mi ha tenuto stretto a sé, chiedendomi perdono.
Samael ostentò sorpresa. - Non che io ricordi, mi dispiace. Forse stavi avendo delle allucinazioni; è comprensibile, visto che stavi morendo, e lo stavi facendo da umano.
Castiel si sentì crollare. Si alzò piano, mentre una sensazione di vuoto lo invadeva.
- Dobbiamo ucciderlo, Castiel. Il vero Dean è scomparso per sempre.
L'altro annuì. - Lo so.
Samael reprimette un sorriso trionfante. - Bene. Dobbiamo trovare qualcuno che ti ceda la sua grazia, però.
Castiel sospirò e scosse la testa. - No, Samael. Portami al bunker, per favore. Voglio lasciarmi la mia vecchia vita alle spalle.
Samael annuì, e dopo che Castiel ebbe preso Abigail tra le braccia, svanirono nel nulla.





















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Scusate. Davvero.
Non so cosa dire.
Mi dispiace tantissimo per il ritardo, perché il fatto che ci siano persone che leggano le mie storie mi rende davvero felice, e farle aspettare così tanto mi fa davvero sentire in colpa. Non ho smesso di pensarci un attimo questi tre mesi, ma fino ad un paio di settimane fa non riuscivo a toccare niente che riguardasse Supernatural. Non sopporto più quella serie tv ed ho un bruttissimo rapporto con essa al momento. Non sto neanche guardando la decima stagione.
All'inizio di questa fanfic ero ancora abbastanza ingenua e avevo deciso di scriverla più simile alla serie tv stessa possibile, e si è rivelata una scelta poco saggia. Rimpiango molte cose che ho scritto ma non posso cancellarle.
In ogni caso scusate ancora, sto scrivendo questo capitolo da due settimane ma avevo davvero un blocco enorme, spero non faccia troppo schifo.
Scusate ancora.
- Lyla

La canzone è Plead the Fifth di sunnySniper su soundcloud. Sentitela, è bellissima e scritta apposta per la destiel :)

  
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