I
Cavalieri della Tavola Rotonda
Rientro
a casa dopo una giornata di pesanti
allenamenti.
Il silenzio che mi accoglie è segno che i bambini
stanno facendo il riposino pomeridiano e Susan, probabilmente,
sarà da qualche
parte e non mi avrà sentito rientrare.
Prima di concedermi una bella doccia calda, unica
cosa che al momento potrebbe darmi sollievo, mi siedo cinque minuti sul
divano
del salotto, per riposare i muscoli.
Chiudo gli occhi e mi rilasso. Il mio allenatore
oggi mi ha caricato di lavoro più del solito, ma come dice
lui stesso “Se vuoi
mantenere quel bel fisico da Tony Stark devi lavorare sodo. Ogni
giorno.”.
Il rumore dei passi di Susan mi riscuote dal mio
torpore ed apro gli occhi per vederla avvicinarsi a me.
“Ciao Amore” dice, sorridendo, per poi abbassarsi
sul divano e lasciarmi un dolce bacio sulle labbra.
“Guarda cosa ho visto oggi quando sono andata dal
pediatra con Avri” e detto questo mi lancia una rivista.
La prendo svogliatamente e inizio a fissarla. E’ una
rivista di gossip. Una di quelle che le donne amano tanto
perché dentro di essa
possono trovarvi notizie succose sui vip.
Guardo la rivista e poi rivolgo il mio sguardo
confuso a Susan.
“Leggi l’articolo a pagina tre” mi
consiglia.
Sfoglio noiosamente le pagine e quando arrivo a
quella da lei indicata, il titolo dell’articolo, che
campeggia proprio al
centro della pagina, mi colpisce all’istante.
“Jude
Law ritrova il
suo amico Guy Ritchie nel nuovo film a sfondo storico del regista di
Sherlock
Holmes”.
Leggo
l’articolo con improvvisa attenzione e
curiosità. Ma più leggo, più la
domanda che mi si forma bene in testa è: “Perché Guy non mi ha detto
niente?”.
Da quello che scrive l’articolo la trama del film
sembra interessante. Ho sempre detto a Guy che avrei avuto enorme
piacere,
nonché voglia, nel poter girare un altro film con lui.
E poi… Bhe, non c’è bisogno di
specificare l’E POI!
Lascio cadere, di scatto, il giornale accanto a me e
prendo il telefono che avevo poggiato nel tavolino davanti il divano.
Compongo il numero di fretta; non ho bisogno di
cercarlo in rubrica, tanto l’ho imparato a memoria molto
tempo fa.
La comunicazione fa un paio di squilli, poi Guy
risponde.
“Hei Rob, qual buon vento?” chiede allegro.
“Perché non me lo hai detto, Guy?”
chiedo, senza
neanche curarmi di rispondere alla sua domanda.
Ci sono rimasto male? Sì, ci sono rimasto male!
Molto male.
“Ehm, amico, dovrei sapere a cosa ti riferisci?”
chiede confuso.
“Il film, Guy, il film! Perché non mi hai chiamato
per dirmelo?” spiego, per poi alzarmi in piedi e percorrere a
grandi passi il
perimetro della stanza.
Ho bisogno di sbollire la delusione; lo ammetto.
“Non credevo ti sarebbe interessato, a dir la
verità”. Se pensa di rabbonirmi con questa
semplice spiegazione ha davvero
fatto male i suoi conti.
“Certo che mi sarebbe interessato. Guy avevi
promesso che mi avresti chiamato se si fosse presentata una occasione
del
genere!” dico tutto d’un fiato.
La mia arrabbiatura palese nel tono usato.
“Rob non ho mai promesso una cosa del genere. Me lo
sarei ricordato. E poi, scusa ma quale occasione? Ho fatto film prima
di questi
e non hai fatto problemi, e ora?” la scia in sospeso la
domanda, ma quando
fatico a dargli una risposta riprende a parlare.
“O forse il motivo è un altro? Forse non sono io
il
problema, ma bensì gli attori scritturati. Anzi, oserei dire
UN attore in
particolare…?”.
La sua domanda presuppone una risposta. Risposta che
io fatico a dargli.
Colto alla sprovvista, mi guardo intorno per cercare
supporto in qualcosa. O meglio, in qualcuno. Ma quando i miei occhi si
posano
su Susan la vedo a braccia conserte che mi rivolge un sorriso furbesco.
Perfetto, mi sono fatto incastrare da mia moglie
come se fossi un fesso.
“Si, hai ragione tu” ammetto, bisbigliando nella
cornetta.
“Oh Robert, ma non puoi comportarti da bambino ogni
volta che c’è lui di mezzo” dice il mio
amico con rassegnazione. Come se questo
fosse l’ennesimo mio capriccio.
Ed in effetti…
“Oltretutto, Rob, non te l’ho detto
perché con tutti
i film per la Marvel che devi girare, mi spieghi quando avresti trovato
il
tempo per girare i miei film? Hai capito che si tratta di un progetto
lungo…”.
Non avevo pensato a questo, devo dire la verità.
Però, mi piacerebbe veramente, veramente tanto lavorarci.
“Non avevo riflettuto su questo” ammetto,
tristemente.
Dall’altra parte della cornetta, sento Guy emettere
l’ennesimo respiro sconsolato.
“Da quant’è che non vi
vedete?” chiede con
tenerezza.
“Bhe, ci siamo sentiti quando è nata Avri,
ma… ma…”
balbetto, per poi far cadere la risposta nel nulla.
“Ho capito. Vi siete sentiti, ma non è
bastato.”
“Già” sospiro, affranto.
“Senti, posso provare a riservarti dei biglietti per
la prima di Londra, ma non posso prometterti nient’altro. Va
bene Robert?”
“Sarebbe perfetto amico!” gli urlo eccitato.
“Non vedo l’ora. Vedrai, sarà un film
magnifico e tu
avrai tanto successo!”. Guy è un grande, sapevo
che avrebbe trovato il modo per
accontentarmi.
Vorrei saltellare per la stanza, ma le mie gambe
doloranti mi ricordano che non è proprio il caso.
“Si, già. Grazie!” risponde imbarazzato.
Poi
aggiunge. “Ora parlane con Susan e poi chiama Jude. Sono
certo che gli farà
piacere sentirti.”
“Lo farò subito” sorrido
“Grazie ancora Guy. Ciao!”
e chiudo la chiamata.
Poso il cordless sul tavolino e mi giro verso Susan.
E’ ancora tutta sorridente, così come
l’avevo lasciata.
“Allora, che ha detto?” chiede curiosa.
“Che non mi ha detto niente perché sono troppo
impegnato con la Marvel”. La vedo alzare gli occhi al cielo
con fare
rassegnato, mentre emette un sospiro.
“Ti avevo detto la stessa cosa io. Ma tu non hai
voluto sentire ragioni. E ora guarda!” fa un gesto vago con
la mano, come per
indicare la situazione di “trappola” in cui mi sono
andato a ficcare da solo.
Impossibilitato a rescindere il contratto con la
Marvel e obbligato a subordinare i miei piani ai loro voleri.
“Si, hai ragione. Come sempre d’altronde”
ammetto
sconfortato.
“E poi che ha detto?” torna a chiedere.
“Oh, ha detto che mi farà avere i biglietti per la
prima di Londra” dico con un leggero sorriso felice.
Ho già detto che non vedo l’ora?
Vedo Susan ritornare a sorridere, questa volta, in
modo malizioso.
“Quindi quante settimane di soggiorno a Londra vuoi
che ti prenoti?”.
Fine
Note:
Chi non
muore si rivede, penserete voi. Ebbene, dopo
essermi trasferita in una città alla punta opposta
d’Italia rispetto a quella
dove ho sempre vissuto; dopo aver cominciato, ormai da più
di 2 mesi l’esperienza
universitaria; dopo un periodo di penuria d’ispirazione
nonostante la voglia,
oggi è avvenuto il miracolo!
Anche grazie alla notizia che muove questa storia.
Ovviamente Jude è veramente stato scritturato nel film di
Guy (da cui è tratto
il nome della fic).
Così, dopo vari scleri con la sempre disponibile
LadyElric92
siamo arrivati alla “nascita” di questa piccola
cosina.
Quindi spero che vi piaccia, che vogliate lasciare
un commento e…
Alla prossima!!!!
Ps. Vi lascio
il link della notizia : I
Cavalieri della Tavola Rotonda