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Autore: echois    16/11/2014    4 recensioni
Bill è il ragazzo più popolare della scuola, quel tipo di ragazzo che tutti desidererebbero ardentemente come loro amico. Nonostante la sua "migliore amica" desideri che si fidanzi con il capitano della squadra di football, Bill si è innamorato di un ragazzo conosciuto su internet di cui sa solo il nome. Questo sconosciuto non vuole rivelargli nulla della sua vita privata e non vuole nemmeno farsi vedere nonostante frequentino la stessa scuola, ma l'invito alla festa più importante dell'anno cambierà le cose. O no?
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“Prometti che un giorno mi dirai chi sei?”
"Promesso" scrisse dopo un po' Tom.
[TomxBill]
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash | Personaggi: Bill Kaulitz, Tom Kaulitz
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incest
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Capitolo 1.

All you need is a computer.

 

 

 

“Bill? Bill!” lo chiamò una voce che riconobbe come quella di Miranda e sussultò. Si girò e vide la sua migliore amica – capelli biondo platino perfettamente lisci che le ricadevano sulle spalle, guance rosee, labbra rosse e un corpo incredibilmente magro – che lo guardava con un sopracciglio inarcato.

 

“Mi stavi chiamando, Miranda?” chiese sbattendo le palpebre più volte e lei sospirò.

 

“Ti stavo chiamando da circa mezz'ora” disse, esagerando come al suo solito. “A cosa pensavi? Ultimamente sei sempre distratto” Erano nella mensa della scuola; il loro era il tavolo più popolare al quale tutti avrebbero voluto sedere.

 

Bill alzò le spalle e la guardò, infilzò una patata arrosto con la forchetta e la portò alla bocca. “Beh, che volevi?” chiese. Doveva dare ragione a Miranda, ultimamente era sempre tra le nuvole. Era strano e distratto, non era il solito Bill. Il Bill di sempre era allegro, attivo e metteva sempre tutti di buon umore. Sapeva che colui che lo rendeva strano era una sola persona e questo non lo accettava.

 

“Che indosserai alla festa di venerdì?” chiese e bevve un sorso d'acqua dalla sua bottiglietta, Bill la guardò a lungo e in silenzio. “Oh, Bill, andiamo! Non dirmi che te ne sei dimenticato. È la festa più importante dell'anno!” Quando Bill continuò a guardarla senza proferire parola, la bionda sospirò. “Kevin ci ha invitato alla festa che organizzerà a casa sua questo venerdì, ricordi? Ti ricordi anche di Kevin? Alto, muscoloso, il capitano della squadra di football che ha una cotta stratosferica per te?”


 

“So, chi è Kevin, grazie per la descrizione” disse ironico e roteò gli occhi, infilzò un'altra patata arrosto.

 

“Ecco, dato che ci ha invitato, cosa indosserai?” chiese. Bill a volte odiava il suo essere così popolare. Essere popolare voleva dire essere circondato da gente ipocrita, dovere essere sempre al meglio ed essere invitato a tutte le feste il cui scopo principale era bere fino a dimenticarsi il proprio nome. A Bill non piaceva andare alle feste, andava solamente perché Miranda letteralmente lo trascinava, ma lui preferiva rimanere a casa e stare al computer con una tazza di tè caldo in mano.

 

“Non lo so, manca tanto a venerdì” disse pensieroso rigirando la forchetta nel piatto.

 

“Oh, Cristo, Bill!” disse alzando gli occhi al cielo e si girò verso di lui. “Kevin è il capitano della squadra di football, è il ragazzo più figo della scuola e vuole te!” lo indicò con un'unghia perfettamente curata. “È l'occasione perfetta per perdere la tua verginità con lui” disse sussurrando, sapeva quanto ci tenesse Bill a non far sapere che era ancora vergine, perchè per qualcuno come lui non aver ancora fatto sesso era una vergogna.

 

“Non voglio perdere la mia verginità con lui” disse scuotendo il capo e facendo una faccia schifata. Bill aveva osservato bene Kevin: era davvero un bel ragazzo con i suoi capelli castani un po' lunghi e il sorriso splendente, ma il ragazzo pensava che fosse un po' idiota. “Voglio perderla con qualcuno che amo davvero e che mi ama a sua volta” Sospirò. Non doveva pensarci. Non doveva pensarci, non doveva pensarci.

 

“Sì che la perderai, perchè so che quel ragazzo ti piace” disse e gli fece l'occhiolino.

 

“Piace più a te che a me” mormorò mogio.

 

“Oh, avanti, Bill. So che ti piace perchè io ti conosco” Il ragazzo non ne fu tanto convinto.

 

 

*

 

 

Bill accese la luce ed entrò nella sua stanza chiudendo la porta. Era letteralmente innamorato della sua stanza, amava il suo letto matrimoniale così comodo. Si buttò su questo e si tolse le scarpe. Poteva anche fingere di essere malato quel venerdì e rimanere a casa, ma Miranda sarebbe sicuramente venuta a casa e lo avrebbe buttato giù dal letto. Quella ragazza era un incubo sotto forma di sogno, non sapeva nemmeno perchè la definisse la sua migliore amica. Si alzò e prese il suo pc bianco dalla scrivania e lo accese. Prese un elastico e legò i suoi lunghi capelli mori in una coda alta e squittì quando sentì che qualcuno l'aveva contattato. Corse di nuovo sul letto e vide un messaggio da Guitar_Boy89.


 

“Bentonato! :)” recitava il messaggio e Bill sospirò felice. Accese la webcam e si vide immediatamente proiettato sullo schermo.


 

“Ciao, Tom” disse e sorrise, si alzò dal letto e raggiunse la scrivania. Prese una salviettina struccante mentre sentì il suono di una notifica. Tornò a letto e si sedette a gambe incrociate, lesse il messaggio.


 

“Hai passato una buona giornata?” chiedeva Tom, premuroso come al suo solito. Bill e Tom non si conoscevano da molto – solo da un anno – ma già erano diventati buoni amici. Un anno fa Bill si era iscritto a Skype e aveva ricevuto una richiesta da un contatto, Guitar_Boy89. Aveva accettato pensando fosse un ragazzo della sua compagnia, ma quel Guitar_Boy89 un giorno lo contattò e iniziarono a parlare. Avevano molte cose in comune, ma la cosa che a Bill piaceva di più di Tom era che lo ascoltava e lo accettava per quello che era. Tom lo aveva visto in tutte le sue sfaccettature – struccato, in pigiama, appena sveglio, in lacrime e sorridente – ma era sempre rimasto e questo lo apprezzava.


 

“Oh, Tom, a volte vorrei semplicemente strozzare Miranda” disse alzando lo sguardo al cielo e iniziò a struccarsi. Bill sapeva tutto di Tom, ma non sapeva chi fosse. Sapeva solo il suo nome, non sapeva il suo cognome e non sapeva nemmeno com'era fatto. Infatti, ogni volta che parlavano, Bill accendeva la webcam mentre Tom non aveva mai voluto farsi vedere.


 

“Cosa ti ha fatto questa volta?”chiese Tom. Bill guardò la salviettina sporca di trucco e sospirò. Avrebbe tanto voluto vedere Tom, secondo lui era un bel ragazzo. Lo aveva solo immaginato e lo aveva immaginato bellissimo.

 

“Mi costringe ad andare a stupidissime feste i cui unici scopi sono bere e scopare. A volte mi chiedo perchè siamo ancora amici e ogni volta mi rispondo che è lei che ci tiene ad essere mia amica perchè sono popolare. Alcune volte vorrei non esserlo” disse e passò a struccarsi l'altro occhio.

 

“Beh, non è poi così bello essere ignorato da tutti” lesse e sospirò di nuovo.

 

“Almeno la gente intorno a menon si aspetterebbe nulla da me. Inoltre se trovassi un amico, so che lui non starebbe con me solo perchè sono importante. Cioè, sai cosa intendo” disse e si alzò per buttare la salviettina nel cestino. Si tolse la maglia e la poggiò sulla sedia. Si avvicinò al comodino e prese la maglia del pigiama e se la infilò. “E poi Miranda è così antipatica con me. Voglio dire, dovrebbe smetterla di farmi pressione! Non voglio nemmeno venire a quella fottutissima festa, inoltre quel Kevin puzza!” Si buttò sul letto e sbuffò, incrociò le braccia.

 

“Kevin?” chiese Tom.

 

“Sì, il capitano della squadra di football” disse imitando il tono di voce di Miranda e fallendo miseramente. “Miranda dice che ha una cotta per me, ma io penso sia un idiota” Cacciò fuori la lingua in una smorfia disgustata.

 

“Ah, quel Kevin! Allora sì, ti do ragione: puzza” scrisse e Bill sorrise, mise il gomito sul ginocchio e si resse il capo. “Vedo Miranda ogni giorno a scuola. Non ha ancora capito che il biondo platino non va più di moda?”

 

Bill abbassò lo sguardo e sorrise. “Vedi anche me ogni giorno a scuola?” chiese con voce bassa, il sorriso dipinto sulle labbra. Bill sapeva anche che Tom viveva nella sua stessa città e che frequentava la sua stessa scuola. Si guardava sempre intorno sperando che qualcuno si avvicinasse a lui e gli dicesse di essere Tom, ma nessuno lo aveva mai fatto.

 

“Sì” digitò Tom.

 

“Sono carino?” disse alzando lo sguardo sul computer.

 

“Sei incredibilmente bellissimo” lesse e arrossì, scoppiò a ridere.

 

“Oh, grazie!” disse e fece un enorme sorriso a Tom che poteva vederlo. “Perchè non vieni mai a salutarmi, allora?”

 

“Non ti piacerebbe sapere chi sono” digitò velocemente il ragazzo e Bill corrugò la fronte.

 

“Perchè? A meno che tu non sia l'inserviente della scuola, a me piacerebbe vederti” disse e sorrise. “Prometti che un giorno mi dirai chi sei?”

 

“Promesso” scrisse dopo un po' Tom. “Wow, pensavo che non avrei mai visto Bill Kaulitz struccato!” Bill rise portando la testa in avanti per il messaggio ricevuto.

 

“Non dirlo a nessuno, ma anche io mi strucco alcune volte” disse e sorrise. Non vedeva l'ora che Tom gli dicesse chi fosse.

 

 

*

 

 

“Bill, ultimamente sei strano” disse Miranda in uno di quei rari momenti in cui erano da soli. Erano seduti su una panchina in marmo e Bill stava facendo finta di leggere un libro. Aveva deciso di andare fuori in giardino per leggere durante la ricreazione, ma Miranda l'aveva seguito come una sanguisuga. In giardino a ricreazione, complice il vento freddo di metà febbraio, non c'era molta gente: alcuni ragazzi fumavano; c'erano dei nerd che parlavano di videogiochi e un altro ragazzo.


Bill roteò gli occhi e la guardò. “In che senso, Miranda?” chiese senza essere realmente interessato alla conversazione.

 

“Ogni volta che cerco di parlare con te sei tra le nuvole oppure mi rispondi in modo freddo” disse spiegandogli il problema. “Io non ti riconosco più, non sei più il ragazzo che ero abituata a conoscere”

 

“Sono lo stesso ragazzo di un anno fa” disse girando pagina.

 

“No, Bill,non è vero” disse scuotendo il capo. “Prima eri sorridente, allegro, rispondevi a tutti con un sorriso. Adesso se ti parlo è come se ti dessi fastidio”

 

“Mi dai fastidio” borbottò Bill innervosendosi. Girò il capo e guardò il ragazzo che, seduto sotto un albero da solo, aveva una chitarra in mano. Era piuttosto strano: aveva i capelli raccolti in una coda alta, un cappello, una fascia e indossava abiti enormi. I suoi capelli, di un bel biondo cenere, erano racchiusi in dreadlock.

 

“Cosa?” chiese Miranda, sorpresa di ciò che Bill aveva detto.

 

“Mi dai fastidio” ripetè Bill più forte. “Mi usi solamente e non mi conosci affatto. Sono così stanco di fingere di essere tuo amico, se fossi realmente la mia migliore amica t'interesseresti di più a me. Ma non lo sei, e questa situazione mi dà immensamente fastidio” si alzò e prese il libro in mano. “E non ci vengo a quella fottuta festa!” urlò e girò, quasi correndo per entrare nell'istituto. Il ragazzo coi dreadlock, che aveva assistito a tutta la scena, guardò Bill andare via, si disse alcune parole d'incoraggiamento e si alzò per raggiungerlo.

 

Quando fu abbastanza vicino a lui, si fece forza e ci provò. “Bill?” lo chiamò e il moro, sentendosi chiamare, si girò e alle sue spalle vi era il ragazzo strano che era fuori in giardino. Perchè lo aveva seguito? Lo guardò da capo a piedi.

 

“Non ora, okay?” disse, si girò e continuò a correre. Tom lo guardò andare via sospirando.

 

 

*

 

 

Bill sospirò e chiuse la porta, vi appoggiò la schiena contro e chiuse gli occhi. Si sentiva così stanco, non aveva cenato per niente – era molto strano, Bill adorava mangiare – e voleva solo dormire. Ma non sarebbe riuscito a dormire se prima non avesse parlato a lungo con Tom. Accese il computer e si sedette sul letto a gambe incrociate, aspettando che Tom lo contattasse come faceva di solito, ma non lo fece. Bill guardò a lungo il computer e pensò che forse il ragazzo si era un po' scocciato di contattarlo sempre per primo, così lo fece lui.


 

“Ehi, Tom! :)” scrisse e inviò il messaggio, aspettando che gli rispondesse. Il ragazzo era online ma non si degnava di rispondergli e Bill si chiese perchè. Tom lo aveva sempre contattato per primo e rispondeva sempre velocemente ai suo messaggi. Si grattò una guancia e decise di provare un'altra volta. “Okay, tu mi stai ignorando” digitò, ma anche questa volta Tom non gli rispose nonostante fosse online, il ragazzo s'innervosì leggermente. “Mi dici almeno cosa diavolo ho fatto?” scrisse e questa volta Guitar_Boy89 gli rispose.

 

“No, uhm, non e' colpa tua, Bill. Sono io” scrisse e Bill corrugò la fronte.

 

“Non capisco, mi dici cosa sta succedendo?” digitò leggermente confuso. “Accetta la videochiamata, piuttosto” scrisse accendendo la webcam e si vide riflesso sullo schermo, sorrise a Tom. Bill sapeva che il ragazzo lo aveva visto in mille e più situazioni, ma preferiva sempre che lo vedesse nel suo stato migliore.

 

“È come se stessi inseguendo la cosa sbagliata, è impossibile e mi sto solamente facendo male. È come se sbattessi la testa contro il muro aspettando che crolli ma alla fine non lo fa, capisci?” scrisse e Bill lesse con la fronte corrugata.

 

“Ho capito, ma non so a cosa ti riferisci” disse Bill e posizionò le mani sulle sue gambe.

 

“Non importa” scrisse e Bill si sentì inutile. Il ragazzo lo aveva sempre consolato durante i suoi momenti di tristezza, ma ora che si stava confidando con lui gli sembrava così difficile capire, nonostante volesse farlo disperatamente, e altrettanto complicato consolarlo.

 

“No, Tom, tu ora mi dici tutto. Ti ascolto” disse sistemandosi meglio sul letto e aspettando che Tom gli scrivesse qualcosa.

 

“Non capiresti” scrisse solamente e Bill strabuzzò gli occhi leggendo.

 

“Chi ti dice che non lo farei?” disse sentendosi leggermente offeso e un po' irritato.

 

“Non voglio litigare” digitò e Bill scosse il capo, determinato ad andare in fondo alla questione.

 

“Nemmeno io, ma—” qualcuno bussò alla finestra e sospirò. Si alzò e si avvicinò alla finestra, l'aprì. Miranda sostava fuori dal suo balcone che si guardava in giro, sussultò vedendo Bill, come se non se lo fosse aspettato.

 

“Bill, quando ti deciderai a mettere delle scale?” chiese con sguardo languido e Bill si fece da parte per farla entrare, Miranda si sedette sul letto accanto al computer. Bill aveva un albero vicino la sua finestra, il moro ci si arrampicava per uscire quando i suoi genitori non gli avevano dato il permesso, mentre Miranda lo utilizzava per entrare in camera di Bill. Simone non riteneva Miranda molto simpatica, per questo la guardava sempre in modo cattivo quando entrava in casa loro, quindi Miranda preferiva entrare dalla finestra. Bill si sedette davanti al computer abbassando la finestra di chat con Tom anche se lui poteva ancora vederlo. Miranda si girò verso di lui e sospirò, indossava dei leggins bianchi e una maglia bianca e rosa con le scarpe da ginnastica, Bill ebbe come l'impressione che quello fosse il suo pigiama. “Bill, mi dispiace per tutto, okay? Hai ragione, ultimamente mi sto comportando in modo scorretto nei tuoi confronti e ti prego di scusarmi” disse mettendosi una mano sul cuore e guardando Bill con occhi lucidi. Il moro pensò che fosse un'ottima attrice. “Voglio ritornare ad essere la tua migliore amica, quella con cui ti confidi, quella che ti capisce subito”

 

“Non ti preoccupare, Miranda, ti perdono” disse e la ragazza gli gettò le braccia al collo stringendolo e cacciando un urlo eccitato, Bill cercò di ricambiare l'abbraccio come poteva.

 

“Quindi verrai alla festa, vero? Domani possiamo andare a comprare il vestito” disse Miranda ancora tra le sue braccia mentre gli accarezzava lentamente il petto, Bill la lasciò andare.

 

Bill la guardò a lungo e poi sospirò, improvvisamente gli venne in mente un'idea brillante. “Certo! Ci mettiamo d'accordo domani, va bene?” Miranda urlò eccitata e si alzò.

 

“Fidati, Kevin è una persona meravigliosa! Bene, ci vediamo domani, ciao Bill!” disse e uscì chiudendo la finestra alle sue spalle, Bill rise quando la sentì urlare mentre si arrampicava sull'albero.

 

Guardò lo schermo e aprì la chat con Tom che aveva assistito a tutta la scena. “Quella è pazza! Ma che problemi ha?” aveva scritto e Bill rise.

 

“Già, è pazza” disse e guardò in aria. “Tom, ti va di venire ad una festa?” 

 

   
 
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