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Autore: TurningSun    16/11/2014    3 recensioni
Il Ministero era entrato negli affari di Hogwarts e nessuno poteva farci qualcosa.
Eppure qualcosa si doveva fare.
“Forse dovremmo fare qualcosa da soli.”
“Cosa intendi?”
La scala si stava muovendo verso un altro pianerottolo, così Neville si appoggiò al muro lì vicino e Hermione sistemò la propria borsa a terra.
“Imparare ciò che non ci insegnano, da soli. Tu sei intelligente, Hermione, e… Potresti insegnarci qualcosa. Lezioni alla Torre Grifondoro, ad esempio.”
**Questa storia partecipa al contest "Dimmi il tuo nome… E ti dirò che pacchetto avrai!" di Winstar.love**
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Neville Paciock
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Eccomi qui, di nuovo, con una storia per un contest! 
È stata una bella sfida per me: si tratta della mia prima What if? e chi mi conosce sa quanto detesti uscire dai fatti narrati nel libro. Perciò ho fatto una storia che non sia troppo distante dalla realtà del libro. 
Spero vi piaccia! ^___^



About tomorrow




We dream about tomorrow,
Know that hope will always come to those in need.
The best of us is left 
After the storm has shown his anger,
And the skies have tried
To bring us to our knees.
We are standing, we're still standing.
(Alive - Arrows to Athens)



 
La Professoressa Umbridge assegnò, come compito per la lezione successiva, di leggere due volte il capitolo 33 “in modo che le nozioni penetrassero bene”.
I ragazzi chiusero i tomi, in silenzio, senza nemmeno provare a chiedere compiti differenti. 
Erano alcune settimane che non facevano altro che leggere e rileggere le stesse pagine.
Hermione aveva già letto il libro un paio di volte e, in classe, si tratteneva dall’urlare contro la professoressa in rosa. Lei voleva imparare qualcosa di nuovo, fare veri incantesimi e avere la possibilità di mettere in pratica ciò che aveva appreso nelle lezioni prima. Invece, tutto quello che facevano durante le lezioni era ricopiare passo passo ogni pagina.
Hermione non lo credeva possibile, ma la Professoressa Umbridge le stava facendo odiare quel libro. 
Si alzò dal proprio posto e raggiunse Ron ed Harry, i quali camminavano senza rivolgersi parola. Solo quando furono tutti fuori dalla classe, iniziarono i bisbiglii.
“Non è giusto. Ancora leggere questa roba!”
Con sua sorpresa, Hermione riconobbe la voce di Neville prima di girarsi verso di lui. Si fermò e gli fu accanto.
“Dovremmo imparare di più.” Sussurrò Neville, fissando il libro di Difesa contro le Arti Oscure. “Dopo quello che è successo l’anno scorso.” Sospirò. “Anche se nessuno crede a Harry… È giunto il momento di pensare al futuro, non credi, Hermione?”
Lei lo guardò incuriosita: Neville aveva gli stessi suoi pensieri, le sue stesse preoccupazioni. “Sì, lo credo anche io. Non stiamo imparando nulla per colpa di quella megera.”
Subito si guardò intorno, speranzosa che nessuno avesse sentito ciò che aveva appena detto ad alta voce.
Erano da soli, ai piedi delle scale che portavano all’ingresso della Torre Grifondoro.
“Per quanto, l’anno scorso, le lezioni del Professor Malocchio fossero dure, almeno abbiamo imparato qualcosa.” 
Dal tono di voce che aveva utilizzato si capiva quanto fosse stato pesante per lui il quarto anno di Difesa contro le Arti Oscure, ma Hermione aveva imparato  da tempo che Neville aveva una forza e un coraggio unico, che solo il Cappello Parlante aveva visto.
“Già, vorrei che si potesse fare qualcosa di concreto. Forse parlare con il Professor Silente o la Professoressa McGranitt potrà migliorare queste lezioni.”
Ma appena finì di parlare, anche alle orecchie di Hermione, le proprie parole risultarono inutili e senza senso. Parlare con i professori non avrebbe cambiato nulla, se non peggiorato le cose. Il Ministero era entrato negli affari di Hogwarts e nessuno poteva farci qualcosa.
Eppure qualcosa si doveva fare.
“Forse dovremmo fare qualcosa da soli.”
“Cosa intendi?”
La scala si stava muovendo verso un altro pianerottolo, così Neville si appoggiò al muro lì vicino e Hermione sistemò la propria borsa a terra.
“Imparare ciò che non ci insegnano, da soli. Tu sei intelligente, Hermione, e… Potresti insegnarci qualcosa. Lezioni alla Torre Grifondoro, ad esempio.”
La ragazza sentì le proprie guance scaldarsi: le stava proponendo di fare lezioni clandestine.
“Neville, io…” Lezioni clandestine? Erano totalmente contro le regole e se li avessero scoperti? Inoltre, lei non era così brava a spiegare o almeno con Harry avrebbe avuto buoni risultati. “Ti ringrazio, ma non possiamo. Sarebbe contro le regole…”
Il viso di Neville si oscurò e rimase in silenzio fino a che non entrarono nella Torre Grifondoro.
Hermione guardò il ragazzo, goffo e triste, salire le scale del proprio dormitorio.
Dovremmo fare da soli.
Potresti insegnarci qualcosa.
 
 
 
°°°


 
Hermione girò l’angolo per percorrere il corridoio davanti alla Sala Grande mentre Ron avrebbe dovuto controllare che il piano del Bagno dei Prefetti.
In silenzio, avevano sceso le scale fino al quinto piano. Era così presa dai propri pensieri, che nemmeno si accorse quando lui la salutò e si incamminò sul corridoio.
Era conscia del fatto che troppo spesso era disattenta e sia Harry che Ron non mancavano di sottolinearlo con siparietti poco carini mentre erano nella Sala Grande.
 
“Se n’è andata di nuovo.” 
Hermione ci mise alcuni secondi per rendersi conto che la propria forchetta era piantata nel purée e che Ron stava sospirando sconsolato.
“Dovremmo comprarle una campanella da utilizzare nei casi in cui non ci ascolta.” Harry rise piano, prima di mangiare alcune carote.
“Quindi sempre.” Fu la risposta pronta di Ron mentre azzannava del pollo. “Il mio braccio mi farebbe male dopo un giorno intero!”
“Smettetela voi due!”
“Oh, Harry, Hermione è tornata sulla Terra! Com’era lo spazio?”
 
Hermione si chiese se Ron avesse ancora i segni rossi del libro di Aritmazia sul braccio sinistro.
A lei non era dispiaciuto affatto colpirlo più volte con il tomo finché non si fu soddisfatta.
Lei voleva trovare una soluzione per le lezioni di Difesa contro le Arti Oscure.
E, forse, l’unico ad averle fornito del materiale era stato Neville.
Dalla settimana precedente, il ragazzo non faceva che arrivarle vicino e sussurrarle nuove idee di come poter aggirare la Professoressa o a quali studenti rivelare le loro idee. Il fatto che Neville avesse nominato i gemelli Weasley e Lee Jordan per primi, la fece dubitare sull’intelligenza del mago: le lezioni si sarebbero trasformate in ore di vendita di oggetti e cibo illegali.
E, non potevano perdere tempo dietro ai prodotti Weasley, se davvero il Signore Oscuro fosse tornato. 
Le loro vite erano in serio pericolo.
Soprattuto quelle mie e di Ron. Era il pensiero che ricorreva più spesso nella sua mente quando erano alle lezioni della Professoressa Umbridge.
Lei e Ron sarebbero rimasti sempre al fianco di Harry, che era sicuramente sulla lista delle cose da eliminare di Voldemort.
Hermione aveva ovviamente messo in conto la protezione del Professor Silente, ma qualcosa le diceva che non sarebbe bastata.
Loro dovevano essere in grado di proteggersi e proteggere chi avevano accanto.
Se nessuno glielo insegnava ora, quando avrebbero appreso tutto il necessario?
Camminando sul lungo corridoio illuminato dalle torce infuocate, si strinse nel pesante mantello e sistemò la grande sciarpa, in modo da coprirle il naso.
Avrebbe parlato con Neville la mattina seguente. Dovevano trovare un modo per imparare.
E, forse, aveva appena trovato chi poteva insegnargli tutto.
 
 
°°°
 
 
Il mattino seguente, Hermione trovò Neville ad aspettarla davanti alla porta della classe di Storia della Magia. Aveva i capelli spettinati, come se si fosse svegliato pochi minuti prima e il maglione sporco di marmellata.
“Ciao, Hermione.”
“Buongiorno, Neville. Volevo proprio parlarti.”
Lo stupore sul viso del ragazzo fu accentuato dagli occhi sgranati e un rossore sulle guance.
“Sì, a proposito delle lezioni.” 
“Oh! Quelle lezioni. Hai deciso di accettare? Perché, Hermione, io credo che siano importanti, così come lo credi tu, e sei la strega più intelligente che conosca!”
Fu il turno di Hermione di sentirsi in imbarazzo. Si ricompose, decisa a  parlargli seriamente della sua iniziativa. “Neville, vuoi ascoltarmi?”
Il ragazzo si fermò immediatamente e mise le braccia dietro alla schiena.
“Sono certa che dovremmo fare delle lezioni e imparare da soli quello di cui abbiamo bisogno. Però, non mi ritengo adeguata per il ruolo di insegnate; per questo, credo di aver trovato chi possa insegnarci.”
“Ma tu… Tu sei bravissima in tutte le materie.”
“Sì, ho dei buoni voti.” Pronunciare quella frase, la fece sentire presuntuosa. “Però non ho pratica con gli incantesimi che dovremmo imparare e noi abbiamo bisogno di qualcuno che abbia vissuto in prima persona situazioni di pericolo e utilizzato incantesimi di difesa.”
Neville guardò il pavimento per alcuni secondi; dopo aver capito di chi stesse parlando, sollevò la testa per guardarla, meravigliato. “Lui ha già acconsentito?”
“Non ho detto nulla a nessuno, per ora. Tu sei il primo a cui l’ho detto perché mi hai dato quest’idea. È merito tuo Neville.”
“Oh, io non… Non ho fatto nulla.” Sorrise, mentre le guance si imporporavano. “Parlerai a Harry di questa idea, oggi?”
“Penso proprio di sì. È giunto il momento di pensare al futuro, no?”
Si sorrisero e, insieme, entrarono in classe.
 
 
 
 
Fine
 
 
 
NdA: 
  • Il titolo si rifà sia alla canzone “we dream about tomorrow” e alla frase che del mio pacchetto che credo si possa tradurre sia come “it’s time to think about the future” o “it’s time to think about tomorrow”.
  • Non avendo mai scritto What If, ho cercato di mantenere la storia più attinente possibile  al libro, in quanto detesto le storie che non c’entrano nulla con i fatti narrati. Quindi, in questa storia il What if è: e se fosse Neville a far nascere l’idea dell’ES? Spero si sia capito.
  • Ho ipotizzato che Hermione e Ron uscissero dalla Torre Grifondoro che si trova al settimo piano e si dividessero per fare la ronda. Dato che il bagno dei Prefetti si trova al quinto piano, li ho fatti scendere insieme almeno fino a lì.
  • Questo era il mio pacchetto: 
J: obbligo What if? 
E: obbligo inserire frase: è giunto il momento di pensare al futuro. 
S: ambientazione castello di Hogwarts 
I: personaggio Neville Paciock 
A: personaggio Hermione Granger.
  
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