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Autore: SimpleButEffective1    16/11/2014    1 recensioni
Era tutto finito ..... come tutte le cose anche tutto questo non era destinato a durare, lui con la sua vita ed io con la mia, pezzi differenti di puzzle differenti.
In fondo niente è per sempre no?
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Seduta li su quella stupida panchina, in quello stupido giardino tutto della mia vita sembrava risultare estremamente insulso.

Era riuscito a rovinare tutto e come al solito l'unica che ne doveva pagare le conseguenze ero solo e soltanto io.

Riguardai quello stupido messaggio mandato ... per sbaglio diceva lui.

Stupido coglione.

Non volevo più avere niente a che fare con lui.

Bloccai il telefono e lo infilai in tasca, alzai il volto ed asciugai le guance inumidite dalle lacrime.

Non volevo nemmeno che i suoi amici mi vedessero conciata in questo modo.

Rovistai nelle varie tasche dello zaino fino a che non trovai un pacchetto di Camel, lo aprii e all' interno trovai una sola di quelle armi pronte a devastarti i polmoni, ma a me andava bene così, non tenevo affatto alla mia fottutissima salute, avevo cose più importanti a cui pensare.

Decisi perciò di utilizzarla lo stesso... in fondo bisognava festeggiare, ero riuscita a levarmi di torno un fottutissimo imbecille.

La infilai tra le labbra e la accesi dandole il potere di uccidermi ... lentamente.

Aspettai pochi secondi e poi incominciai ad aspirarne il contenuto .... stupida vita.

Mi alzai dalla panchina e la infilai di nuovo fra le labbra, presi lo zaino e lo misi in spalla, ripresi la sigaretta ed espirai il contunuto per l'ennesima volta incamminandomi verso casa.

Lanciai sguardi furtivi intorno a me ma tutto era silenzio, tutto era calma, nessuna persona per strada, nessun cane rabbioso, niente di niente.

Terminai anche l'ultima sigaretta di quel maledetto pacchetto e la gettai a terra schiacciandola con la suola della scarpa sentendola sfrigolare a contatto con la gomma mentre la schiacciavo contro l'asfalto inumidito dalla pioggia di poche ore prima.

Continuai a camminare stringendomi nel cappotto a causa del vento gelato che proveniva dai tanti vicoletti lungo la strada.

Svoltai a destra alla fine della via riconoscendo la terza delle tante villette a schiera situate lungo la strada.

Dopo pochi passi vidi mia madre fuori in giardino insieme a mia sorella Jane.

Mia madre con uno scatolone in mano stava salendo le scale della casa che si trovava di fianco alla nostra, mentre mia sorella aveva in mano una lampada di quelle piccole da mettere sul comodino accanto al letto.

Un ragazzo sulla ventina gliela stava porgendo e le stava dando credo delle informazioni, mentre mia sorella annuiva e gli sorrideva.

Lui le sorrise a sua volta e dopo averle fatto una carezza la indirizzò verso casa sua.

Si rialzò e con un movimento secco della testa spostò la sua frangia castana che prima gli copriva parte dell' occhio destro.

Nello stesso istante vidi mia madre scendere le scale e cercai di non farmi notare, o mi avrebbe fatto scaricare pacchi su pacchi e buste su buste e sinceramente avevo di meglio da fare...

-Dana!-

Come non detto.

Ritornai indietro sui miei passi ed entrai nel giardino dei presunti vicini.

-Ciao mamma...-

Salutai con un gesto veloce della mano.

-Vieni forza aiutiamoli a scaricare tutta questa roba-

-certo.-

Risposi fredda.

Mi avvicinai all'enorme Polo blu parcheggiata di fronte al garage dove fino a poco fa mia sorella se ne stava a parlare con quel ragazzo.

Mi avvicinai alla macchina con fare sospettoso vedendo il ragazzo castano praticamente infilato nell' enorme bagagliaio mentre stava risistemando I sedili abbassati dell' auto.

-Posso... aiutarti?-

Lo vidi voltarsi di scatto e squadrarmi dall' alto verso il basso con I suoi occhi acquamarina, come se un' entità aliena gli avesse chiesto di aiutarlo con la sua navicella spaziale in panne nel retro di casa sua.... decisamente troppo fantasy.

-Si ... ehm ... no! no.-

Disse cercando di contenersi, alzai gli occhi al cielo e ritornai in giardino mentre mia madre stava parlando con una signora, forse poco più giovane di lei dagli occhi dello stesso colore di quelli del ragazzo.

Jane che intanto la teneva per mano si voltò di scatto sentendo I miei passi dietro di lei.

-Sorellona!-

Disse correndo ad abbracciarmi, mi abbassai e ricombiai l'abbraccio spostandole I ricci color miele dalla spalla per poterci appoggiare il mento.

-Ciao...-

Sussurrai al suo orecchio.

-Hai ancora usato quelle cose nel pacchetto?-

Sussurrò riferendosi alle sigarette.

-Sh.. solo una ... si sente molto?-

Risposi pacata io.

Non avevo minimamente pensato alla puzza di quella roba rimasta ancora addosso a me, solo ora mi stavo rendendo conto che quel maledetto odore era rimasto sia sulla mia giacca che tra I miei capelli.

-Un po'-

Rispose lei.

-Mantieni il segreto d'accordo?-

Lei annuì così sospirai e mi rialzai prendendola per mano.

Raccolsi lo zaino rimasto a terra e poi mi incamminai verso mia madre e quella donna.

-Ah! Dana vieni qui voglio presentarti Johanna.

Mi incamminai verso le due donne e sorrisi alla donna rossiccia che mi offriva un dolce sorriso.

Ricambiai e le strinsi la mano.

-Johanna questa è mia figlia maggiore Dana, Dana lei è la nostra nuova vicina si chiama Johanna-

Ci presentò mia madre.

-Piacere Dana-

Esordii

-Piacere mio io sono Johanna!-

Rispose la donna con voce allegra e pacata.

-Ti presento anche mio figlio Louis ...-

Disse girandosi intorno poi richiamò il ragazzo che stava chiudendo la macchina.

-Louis!-

Il ragazzo si girò di scatto infilando le chiavi in tasca, e a testa bassa venne verso di noi spostando di nuovo la frangia troppo lunga.

Infilò la lingua tra le labbra inumidendole e si avvicinò a noi sorridendo.

Di sicuro non era riuscito ad incantarmi ne prima, ne ora.

Rimaneva il solito ed insulso ragazzo perfetto il classico tipo dei film insulsi per liceali dove mezza scuola sbava dietro a questa specie di mito vivente... patetico.

Certi tipi non mi incantavano affatto.

-Louis lei è Dana!-

Disse la donna con voce evidentemente eccitata.

-Piacere ... Louis-

Disse lui placidamente.

-Dana.-

Risposi fredda stringendogli la mano con fare disinteressato.

Lui sorrise mostrando due file di denti perfettamente bianchi.

Sforzai un sorriso alzando appena gli angoli delle labbra.

Era tutto così forzato ... una di quelle tipiche situazioni di circostanza in cui odiavo ritrovarmi.

-Bhe ... Grazie dell'aiuto Margot, allora ... il mio numero lo hai ed io ho il tuo. Per qualsiasi cosa chiamami!-

-Va bene! Anche tu conta pure su di me se hai bisogno di qualcosa!-

Dissero scambiandosi un abbraccio e un bacio sulla guancia

-Ciao! Ciao ragazze!-

Disse la donna

-Arrivederci signora!-

Risposi io per tutte e due

-Ciao Johanna!-

Scambiarono gli ultimi convenevoli e poi io, mia madre e mia sorella ce ne tornammo a casa.

Appena varcata la soglia di casa appoggiai a terra lo zaino e tolsi le scarpe ormai diventate fastidiose, feci per salire le scale per andarmene in camera ma la voce di mia madre mi fece tornare indietro

-Signorina!-

-si?-

-Vieni qui-

Disse secca.

L'ansia stava salendo sempre di più, pregai che non avesse scoperto il fatto che avessi fumato quella maledetta sigaretta.

-Che c'è?-

Dissi cercando di essere il più disinvolta possibile.

-Hai per caso ripreso a fumare?-

Beccata in pieno.

Il battito riprese più velocemente di prima.

-No-

Dissi cercando di mantenere la calma.

-Non mentirmi!-

Sbraitò.

Sussultai dopo che le sue urla arrivarono alle mie orecchie, morsi l'interno della mia guancia e spostai lo sguardo verso la figura minuta di mia sorella Jane che si stava nascondendo dietro lo stipite della porta del salotto.

-E anche se fosse?!?-

Sbraitai anche io

-Non puoi dirmi ciò che posso e non posso fare!-

-Certo che posso! Io sono tua madre!-

Urlò lei

-No che non lo sei! Non lo sei mai stata!-

-Abbiamo già parlato di questo! Il fatto che tu sia stata adottata non cambia il rapporto fra me e te! Tu devi obbedirmi in ogni caso! Hai capito?-

Sentii gli occhi incominciare ad inumidirsi e prudere... come poteva essere così crudele con me?

La odiavo già abbastanza e non volevo soffire per colpa sua.

Morsi ancora di più l'interno della guancia e cercai di ribattere alle sue parole anche se la giornata era già andata di merda e non volevo peggiorarla ulteriormente.

Richiusi la bocca ed abbassai lo sguardo cercando disperatamente di coprire le ennesime lacrime che scendevano lungo il viso.

La sorpassai e salii di corsa le scale incominciando a singhiozzare, aprii la porta e la richiusi a chiave dietro di me.

-Avrei preferito morire piuttosto che venire adottata da te ...-

Sussurrai tra I singhiozzi prima di lasciarmi cadere a terra in un pianto liberatorio.

 

*Spazio autrice*
Ciao a tutti scusate per la lunghissima assenza, so di aver fatto aspettare tantissimo per una recensione o qualcos'altro ... non volevo giuro ma non ho più avuto tempo di aggiornare o scrivere cose nuove, giuro che mi impegnerò di più.
Ad ogni modo spero che questo primo capitolo possa piacervi :)
PS: se non trovate più la storia su Zayn sul mio profilo c'è un perchè ... l'ho cancellata non mi convinceva scusatemi anche per questa ma davvero non mi piaceva più.
A presto,
SimpleButEffective1
  
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