Libri > Percy Jackson
Ricorda la storia  |       
Autore: LauraPalmerBastille    17/11/2014    17 recensioni
Quando il panico sta per assalirlo, una voce calda e tranquilla lo riporta alla realtà.
“Va tutto bene?” chiede semplicemente. Nico apre gli occhi, ritrovandosene un altro paio verde acqua di fronte. Due occhi grandi, con un colore indefinibile.
Potrebbe dire che sono due bellissimi occhi verdi prato, ma non sarebbe la verità, visto che in quei occhi per qualche attimo ci vede anche una distesa d'acqua.
“Io sono Percy” dice il proprietario di quegli occhi, allungando la sua mano verso il più piccolo.
E l'unico pensiero di Nico è "questa volta o mi salva o mi ammazza".
*
[...]
Il ragazzo di prima che, con mutande decisamente molto succinte che non lasciano spazio all'immaginazione e una maglietta bagnata, balla (o forse il termine strusciarsi sarebbe più appropriato) su quell'asta metallica.
Il più piccolo non ne è sicuro, ma sicuramente il suo viso sta andando a fuoco. Di rabbia, di stupore, di imbarazzo, non si sa.. ma sta andando a fuoco.
“Ci hai portato in uno strip club!?” urla, senza però riuscire a sovrastare il rumore della musica.
Strippub, come ha fatto a non arrivarci prima!?
*
[Pernico]
[A tratti Jasico]
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jason Grace, Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Save me, Percy Jackson.

Nico kisses Percy

 

Nico” lo chiama una voce calda, bassa, confortevole. Ma lui la sente così lontana, così inafferrabile.
Nico..” ripete. Qualcuno lo sta chiamando, di questo ne è sicuro. Nico è lui. Nico di Angelo, 17 anni, statura media, 46 kg, secondogenito di una bella famiglia.
O almeno lo era.
Nico.. rispondimi, ti prego..” lo prega la voce. Sente una presa forte afferrarlo per le spalle, e scuoterlo piano. La sua vista si spanna per qualche attimo, e dei ciuffi biondi e ribelli entrano nella sua visuale insieme ad un paio di occhi azzurri.
Nico, sono Jason. Mi riconosci?” dice, mostrando la sua palese preoccupazione con quell'espressione corrucciata.
E Nico vorrebbe rispondergli che, no, non va tutto bene. Vorrebbe urlare di smetterla di scuoterlo, perchè il mondo gira già troppo anche da fermo. Ma sembra tutto così scuro, non sente le gambe, le tempie gli pulsano in maniera quasi dolorosa e.. da quando la sua testa pesa così tanto?
Socchiude gli occhi, e il viso del suo amico scompare alla sua vista, come tutto il resto.
Oh Dei. Nico, ti prego, non fare così. Rispondimi! Un dottore, ho bisogno di un dottore!” lo sente urlare, prima di cadere nelle tenebre. Lì dove il dolore sembra attenuarsi.

*

“Mpfrzc” è la prima parola che esce dalle labbra di Nico, mentre si stropiccia gli occhi con una mano e con l'altra prova inutilmente a dare un minimo di forma a quell'ammasso di capelli neri che si ritrova in testa.
“Sono assolutamente d'accordo con te” dice calmo un riposato Jason sul letto affianco, per poi sbadigliare e allungare una mano per spegnere la sveglia “Trovo il tuo vocabolario mattutino decisamente più vasto di quello che usi in tutto il resto della giornata”.
Nico, ancora con gli occhi chiusi, riesce ad afferrare il suo cuscino e a lanciarlo sulla faccia soddisfatta dell'amico che, impreparato all'attacco, viene colpito in pieno viso.
“Non mi serve un vocabolario vasto per fare roba di questo genere” borbotta il più piccolo, abbozzando un sorriso, per poi chiudersi dentro al loro bagno.
Anche Jason si ritrova a sorridere, sollevato dal 'buon umore' dell'amico per quella mattina.
Lui e Nico condividono ormai da quasi un anno la stessa stanza, nella stessa Università di filosofia e scienze umane. Avevano deciso un anno prima di intraprendere gli stessi corsi Universitari, e l'idea era uscita così spontanea e totalmente inaspettata dalle labbra di Nico, che Jason non aveva potuto fare altro che accettare.
Il più piccolo aveva semplicemente scrollato le spalle e aveva detto “Bhe, visto che non ho voglia di spendere un capitale per uno stupido appartamento direi che potremmo benissimo condividerne uno.”
E per quanto il più piccolo lo negasse, Jason sapeva che non erano solo i soldi a spingerlo a dividere l'appartamento con lui, ma la paura della solitudine. Lo aveva capito, ovvio, ma aveva deciso di non insistere su quell'argomento.
E ora si ritrovano in questa piccola stanza, in cui i due letti occupano tre quarti del pavimento, e il restante è occupato da calzini sporchi di Jason, vestiti sporchi di Jason, residui della cena di Jason, roba di Jason e a volte da Jason stesso.
E per quando Nico si lamenti ogni giorno del disordine che regna in quella stanza, la discussione finisce sempre con un Jason frustrato che nasconde la sua sporcizia sotto al letto, e un Nico esausto che ripete che 'nascondere' non è la stessa cosa di 'pulire'.
Ma loro stanno bene così e, come ogni mattina, Nico si lava con estrema lentezza, mentre Jason gli urla di sbrigarsi da fuori il bagno.

*

Nico ha sempre amato leggere, sempre. Ritiene infatti che la lettura riesca ad alleviare le pene di ogni persona, e a trasportarle in un'altra dimensione. La lettura può darci emozioni che il mondo esterno molte volte ci priva.
Ed è per questo che, ovunque vada, Nico ha sempre a portata di mano un libro. Non importa di che genere, ma lui è lì.
Ed è per questo che, adesso, mentre tutti approfittano della pausa pranzo per raccontare i loro fatti personali, lui è seduto in silenzio a leggere il suo fedele libro, mentre la sua 'cerchia' di amici discute su argomenti decisamente poco interessanti.
“Ragazzi” dice Drew, portandosi una ciocca di capelli dietro le orecchie “Piper è in ritardo. Qualcosa mi dice che anche questo esame le è andato male!” continua, scuotendo la testa con fare saccente.
Jason, dal canto suo, alza gli occhi al cielo esasperato. Non ha mai capito il motivo della rivalità che c'è tra quelle due ragazze, e sicuramente rimarrà sempre un mistero irrisolto.
“Piper ha studiato tanto per questo esame, ed è già stata bocciata quattro volte. Ormai le cose se le sarà imparate a memoria” le risponde Hazel, scoccandole un'occhiataccia “E non capisco proprio perchè tu debba pensare così presto al peggio!”
Drew scocca la lingua sul palato e alza gli occhi al cielo. “Non sto pensando al peggio, okay? Sono semplicemente realistica..”
Frank, al fianco di Hazel, sbuffa irritato, per poi stringersi di più vicino alla sua ragazza.
“Allora è sicuramente un caso che ogni volta che pensi 'realisticamente' tu stia dicendo qualcosa di male su Piper?” dice, portando un braccio sulle spalle di Hazel.
“Coincidenze. Pure coincidenze.”risponde, liquidando quel commento con un gesto della mano “Non è così, mio piccolo Jason?” chiede subito dopo, avvicinandosi con un balzo al biondo, arpionandogli il braccio con le sue unghie laccate e sbattendo i suoi occhi ben truccati.
“Io.. penso che, cioè.. eh?” balbetta, provando a staccarsi la ragazza con gentilezza dal braccio “Drew.. il mio braccio ha bisogno di sangue. La circolazione, sai..”
Nico alza per un secondo lo sguardo, e alla vista di una Drew attaccata al braccio di Jason, che prova ad allontanarla scuotendo l'arto imprigionato, gli fa nascere un sorriso spontaneo sulle labbra.
Nico li fissa tutti per qualche attimo. C'è Hazel, con quella chioma scura e ribelle che sembra assomigliargli così tanto. È la prima ragazza con cui riesce a parlare senza problemi, una delle poche a cui dice i suoi pensieri. Un po' perchè lei lo obbliga ad aprirsi, un po' perchè in fondo a lui piace parlare con lei. Poi c'è Frank, il suo fidanzato. Nico sofferma il suo sguardo su di lui per qualche attimo in più, e quando questo se ne accorge gli rivolge un sorriso caldo.
Il più piccolo si ritrova ad abbassare lo sguardo imbarazzato, mentre si chiede perchè quel ragazzo lo metta a disagio così tanto. Forse è la sua perenne gentilezza, quell'essere così calmo che lo fa sentire fuori luogo. Ma Frank è un bravo ragazzo, e questo Nico lo sa.
Drew invece è l'opposto di una brava ragazza. Fissata con l'aspetto esteriore ed i ragazzi, da il tormento a Jason dalla prima volta che lo ha visto senza maglietta, durante una partita amichevole di basket. Più volte Nico l'ha sentita dire esplicitamente che le mancava poco per riuscire a portare Jason nel suo letto, e più volte Nico ha dovuto trattenersi dallo scoppiare a ridere di fronte a tutti.
Non che Drew sia una brutta ragazza, ma se solo sapesse quante volte in camera Jason si lamenta della sua presenza, perderebbe tutte le speranze.
Sta per riabbassare lo sguardo sul suo libro, quando una voce squillante lo fa sobbalzare sulla sedia.
“Signore e signori!” urla qualcuno, dalla porta della mensa “Date il benvenuto alla nuova regina di filosofia antica!” continua, battendo forte le mani.
Come ci si aspettava, nessuno lo segue in questo applauso solitario, e il ragazzo si ritrova a battere le mani da solo. Jason scuote la testa rassegnato “Riusciremo mai a domare quell'euforico spagnolo?” chiede quindi, scuotendo più forte il braccio dove è attaccata Drew.
Nico si volta, ed incontra lo sguardo di un ragazzo dai capelli indomabili, lo sguardo scaltro e un sorriso divertito sulle labbra: Leo.
“Non ne ho idea, ma qualcosa mi dice che a Piper è andato bene l'esame..” risponde Hazel, mentre sorride alla vista di una gioiosa Piper che entra saltellando nella mensa, stringendo la mano a Reyna “E qualcosa mi dice anche che finalmente ha concluso qualcosa con Rey”.
Hazel si alza di istinto in piedi, quando la ragazza sorride felice. “Come è andato?” chiede quindi, facendo trapelare l'emozione dalla sua voce.
“Non ti è bastata la mia introduzione quando sono entrato?” dice Leo, mostrando il suo solito sorriso sghembo “La ragazza ha--”
“Ho preso 30 e lode!” urla quindi Piper, facendo zittire tutti. Il silenzio regna per qualche attimo, inghiottendoli tutti. Poi, tutto insieme, si innalzano urla e esclamazioni di gioia.
Hazel salta addosso alla ragazza, abbracciandola forte, seguita a ruota da Frank, Jason e Leo. Nico viene quasi investito da tutti loro, e riesce a rimanere seduto sulla sedia per miracolo. Scocca un'occhiata a Drew, e la sua faccia scocciata gli fa abbozzare un sorriso divertito.
“Nico, dai!” urla Piper, incrociando il suo sguardo “Vieni anche te nella mischia!”
E prima che possa nemmeno provare a negare, una forte mano di Jason lo afferra per il colletto e lo butta in mezzo a quel grande abbraccio di gruppo.
E in mezzo a quel calore di corpi e risate soppresse, riecheggia l'esclamazione di Leo “Stasera si festeggia!”

*

“No, no e poi no!”- esclama Nico, buttandosi di peso sul letto e incrociando le braccia al petto - “Non verrò mai!”
Jason sospira esasperato, alzando gli occhi al cielo. Scrolla le spalle e si siede sul letto di Nico, lanciandogli uno sguardo carico di tenerezza.
Senza dire nulla, poggia la sua mano tra i capelli del più piccolo e glieli accarezza lentamente, facendolo immediatamente rilassare. Nico si abbandona per qualche secondo a quelle carezze, per poi irrigidirsi e scostarsi bruscamente-”No, non mi convincerai mai! Non sono un cane che puoi convincermi con due carezze sulla testa!”- esclama irritato, dandogli le spalle.
“Nico, dai. E' per il bel voto di Piper, non puoi non esserci!”-cerca di convincerlo il biondo, spostando le sue piccole carezze dai capelli del ragazzo alla sua schiena.
“Non mi interessa. Non ho intenzione di andare in un locale assurdo!”
Jason sbuffa nuovamente, portandosi una mano in mezzo ai capelli.
”Non è un locale assurdo Nico, è solo un pub che--”
“Chi lo ha scelto il locale?”-lo interrompe il più piccolo, scoccandogli un'occhiataccia.
“Ehm.. Leo, mi pare, ma--”
“Non voglio più venire a nulla che organizza Leo!” risponde quindi, dandogli nuovamente le spalle.
Un sorriso divertito appare sulle labbra di Jason che, impossibilitato dal ribattere, ripensa all'ultimo locale in cui Leo li aveva portati. In una piena sera d'estate, loro si erano ritrovati in un Ice Club, un locale fatto completamente di ghiaccio, in maniche corte e pantaloncini.
Quella sera Nico si era preso un raffreddore così forte che era dovuto rimanere chiuso in appartamento per un'intera settimana, e Jason con lui per aiutarlo a rimettersi in sesto.
Rimesso, aveva detto pubblicamente che mai più avrebbe partecipato a qualcosa organizzato da Leo.
“Nico, dai, questa volta mi accerto prima che sia qualcosa di normale e poi--”
“No!” quasi urla, nascondendo la testa sotto al cuscino. A quel gesto così bambinesco ed infantile, un moto di protezione scoppia dentro il petto di Jason, che sorride sincero e avvolge le sue braccia toniche intorno al corpo del più piccolo, abbracciandolo.
Nico si ritrova seduto tra le braccia del più grande, e per qualche secondo non capisce cosa stia accadendo, sentendosi quasi a disagio. Ma poi il respiro cadenzato dell'altro lo tranquillizza, e si lascia riscaldare e tranquillizzare da quel goffo contatto.
“Nico..” sussurra il biondo, sfoggiando la faccia più tenera che questo abbia. “Fallo per me, dai..”
Il moro guarda l'espressione dell'amico per qualche secondo. La scruta, la osserva, per poi sospirare e scuotere la testa rassegnato.
“Jason... Senti, non so come dirtelo ma.. Io non verrò mai a questa dannata uscita” è la sua risposta, per poi ributtarsi con la faccia sul cuscino.
Jason sopprime un ringhio frustrato. “Non sarei voluto arrivare alle maniere forti, ma non me ne dai altra scelta” dice, prima di afferrare il corpo magro di Nico con le sue braccia e caricarlo sulle sue spalle.
“J- Jason.. dannato! Lasciami! Questo è un cavolo di sequestro di persona!” urla il più piccolo, dimenandosi come un pazzo.
“Ti denuncio, giuro che ti denuncio! Ti farò mangiare tutta la roba che lasci per la stanza! Lasciami, idiota! Non voglio venire!” sbraita, dando pugni e schiaffi sulla schiena dell'amico..
Ma prima che i suoi colpi possano anche solo sorbire un minimo effetto sul biondo, Nico si ritrova seduto e legato con la cintura di sicurezza sul sedile dell'auto.
Reprime un urlo di rabbia quando Jason si catapulta sul posto di guida e accende la macchina.
“Mi ringrazierai, Nico.”
“Taci, idiota” ringhia, prima di mollargli l'ultimo pugno sulla spalla.

*

Durante il tragitto in auto, la fantasia di Nico su quella serata aveva viaggiato molto. Aveva rabbrividito quando si era immaginato un locale fatto soltanto di fuoco e cose incandescenti, e aveva provato a buttarsi fuori dalla macchina in corsa e fuggire quando la sua mente aveva immaginato Leo che giocava con il fuoco del locale, bruciando ogni cosa lo circondasse.. lui compreso.
Jason era però riuscito a riprenderlo in tempo, chiudendo a chiave le portiere dall'interno.
Quindi, Nico tutto si sarebbe aspettato tranne che di ritrovarsi di fronte ad un tranquillo pub in cui non vi fosse presenza del ghiaccio o del fuoco.
Strippub” recita l'insegna sopra la porta, illuminandosi ogni tanto.
“Cosa hai in mente, Leo?” chiede subito Nico, buttando l'ennesima occhiata scettica al locale.
L'ispanico scrolla le spalle, per poi circondare la vita dell'amico con le braccia e scuoterlo “Questa volta ho scelto una cosa abbordabile, amico! Qualcosa per festeggiare tranquilli con Piper!”
Il moro lancia un'occhiata scettica anche a lui, per poi scostarsi dalla stretta e fissare insistentemente il locale.
“Entriamo!” cinguetta Piper, prendendo a braccetto Reyna. Drew, pochi passi dietro di loro, alza gli occhi al cielo e sbuffa. “Entriamo” dice, arpionandosi sul braccio di Jason e seguendo le due ragazze dentro il locale.
Nico rimane per qualche secondo fermo, insicuro sul da farsi. Da fuori il locale sembra innocuo, ma come può sapere cosa lo aspetta dentro?
“Nico?” lo chiama Hazel, notando la sua espressione perplessa “A cosa pensi?”
E il più piccolo sa che a quella domanda non c'è via di scampo. E tra l'entrare dentro il locale e lo stare a verbalizzare tutto quello che gli passa per la testa, Nico sceglie decisamente il locale.
Si allontana quindi dalla ragazza a passi pesanti, varcando la soglia e, quando butta uno sguardo allo spazio che lo circonda, non sa se piangere dalla gioia o rimanere totalmente sorpreso.
Nell'incertezza rimane impassibile quando nota che il locale è un semplicissimo pub.
Tavolini in legno, sedie in plastica, quadri di cantanti vecchi ma famosi attaccati alle pareti e un piccolo palco con passerella in mezzo alla sala, dove sicuramente nei fine settimana le band cantano.
Nota il suo gruppo di amici che si è andato a piazzare proprio al tavolo alla fine della passerella dove, se Nico nota bene, vi è una lunga asta metallica che parte dal pavimento fino a sparire nel soffitto.
Quando incontra lo sguardo di Jason, questo alza le sopracciglia come a voler dire 'io che ti avevo detto?', per poi invitarlo a sedersi vicino a lui con un gesto della mano.
Nico si trascina fino alla sedia vicino al biondo, e quando l'amico gli da una pacca sulla schiena ridacchiando Nico non può che alzare gli occhi al cielo e sbuffare.
“Sbrighiamoci per favore. Questo troglodita non mi ha nemmeno dato il tempo di prendere il libro che stavo leggendo” sbuffa il moro, incrociando le braccia al petto.
“Su, Nico! Ti divertirai.. posso assicurartelo!” si intromette Leo, facendogli poi un occhiolino decisamente sospetto.
“C- cosa.. cosa era quella cosa che hai fatto con l'occhio--” prova a dire, ma il braccio di Jason si ancora intorno alle sue spalle, strattonandolo e impedendogli di finire la frase.
“Pensa a divertirti e basta. È solo un semplicissimo pub” gli dice, per poi lasciargli un'ultima carezza sui capelli arruffati.
Il cameriere arriva quasi subito con dei bicchieri pieni di una bevanda strana che, Nico lo sa, Jason gli farà bere a forza.
“Buonasera ragazzi” dice il cameriere, poggiando un bicchiere di fronte ad ogni persona “Io sono Will, lo spettacolo dovrebbe iniziare tra pochi attimi.. Spero sarà di vostro gradimento! Per qualsiasi cosa sono sul palco. Buona serata” continua, per poi rivolgere un sorriso affabile a tutti e fare l'occhiolino. Drew emette un gridolino di gioia, mentre Piper le lancia un'occhiata scocciata e scrolla le spalle.
“C-che.. aspetta, Leo che show? E perchè anche quel cameriere ha fatto quella cosa con l'occh--” ma prima che Nico possa finire la frase, le luci si spengono nel locale.
Se fosse stato un black out, Nico si sarebbe aspettato dei versi di disapprovazione da parte degli altri clienti.. ma perchè stanno tutti applaudendo?
Artiglia la sua mano sulla gamba di Jason, e gli stritola l'arto fino a sentir dolere la mano. Poi fissa insistentemente la passerella di fronte a lui, e quell'asta gli sembra sempre più sospetta.
“Jason..” riesce a sibilare, prima che un tizio su una sedia a rotelle salga sul palco, con un microfono in mano e faccia calare il silenzio.
“Pronti?” dice soltanto, con sguardo pieno di malizia.
Perchè le persone hanno iniziato a spostarsi sui tavoli vicino alla passerella? Perchè loro ci sono proprio di fronte?
Ma i pensieri di Nico vengono interrotti dalla musica a volume spropositato che si diffonde nel locale. Il moro è costretto a coprirsi le orecchie con le mani, cercando un attimo di pace per le sue orecchie.
Cerca lo sguardo di Jason, che però fissa sorpreso il palco.
E quando Nico si volta vede ciò che pensava non avrebbe mai visto, e che forse non avrebbe mai voluto vedere: il ragazzo di prima che, con mutande decisamente molto succinte che non lasciano spazio all'immaginazione e una maglietta bagnata, balla (o forse il termine strusciarsi sarebbe più appropriato) su quell'asta metallica.
Il più piccolo non ne è sicuro, ma sicuramente il suo viso sta andando a fuoco. Di rabbia, di stupore, di imbarazzo, non si sa.. ma sta andando a fuoco.
“Ci hai portato in uno strip club!?” urla, senza però riuscire a sovrastare il rumore della musica.
Strippub, come ha fatto a non arrivarci prima!?
Nico guarda furioso Jason, che gli rivolge un'occhiata colpevole e scuote la testa rassegnato.
“Sei uno stronzo!” urla Piper nell'orecchio di Leo, ridendo forte. “Lo sai che mi piacciono le ragazze!”
L'ispanico si volta e fa una finta espressione sorpresa “Ma non mi dire!”
La ragazza scoppia a ridere di nuovo, e la sua mano va a finire sopra quella di Reyna, che le rivolge un sorriso dolce.
Nico, dal canto suo, sta fumando di rabbia. Non voleva venire, Jason lo aveva portato con la forza, e ora si ritrova letteralmente di fronte ad un ragazzo che si sta strappando la maglia bagnata con le mani, mentre ragazze eccitate (tra cui Drew) gli infilano soldi dentro le mutande.
Nico spalanca gli occhi e arrossisce ancora di più quando il ragazzo gli rivolge un'occhiata sensuale, circonda l'asta con una gamba e ci si struscia in maniera provocante, per poi lanciargli l'ennesimo occhiolino della serata.
“Diamine, Nico! Hai fatto conquiste!” è il commento di Leo. Ed è la goccia che fa traboccare il vaso.
“Io me ne torno a casa” dice, senza accertarsi che gli altri lo abbiano sentito. Si alza in malo modo dalla sedia e in fretta esce dalla prima porta che gli si para di fronte, sbattendola forte, lasciandosi dietro la musica incessante e quel diavolo di ragazzo.
Si appoggia al muro e prende una grande boccata d'aria fresca, per poi ributtarla fuori in uno sbuffo pesante. Prende la testa fra le mani, e cerca di rimettere la rabbia dentro quella piccola scatola che tiene dentro di sé.
'Controlla le emozioni' si ripete dentro, cercando di riprendere il controllo 'Loro non ti comandano, lo sai... respira, inspira.'
Sente il suo corpo raggiungere il pavimento troppo velocemente, mentre i pensieri iniziano ad annebbiarsi.
'Resisti, sei più forte delle tue emozioni' pensa.
Quando il panico sta per assalirlo, una voce calda e tranquilla lo riporta alla realtà.
“Va tutto bene?” chiede semplicemente. Nico apre gli occhi, ritrovandosene un altro paio verde acqua di fronte. Due occhi grandi, con un colore indefinibile. Potrebbe dire che sono due bellissimi occhi verdi prato, ma non sarebbe la verità, visto che in quei occhi per qualche attimo ci vede anche una distesa d'acqua.
“Ei, ti senti bene?” chiede di nuovo la voce, e questa volta Nico esce ufficialmente dalla trance. Il proprietario di quei occhi è un ragazzo dai capelli neri che, inginocchiato di fronte a lui gli sta sventolando una mano di fronte agli occhi.
“Credo di dover chiamare un'ambulanza..”
“N-no” farfuglia finalmente Nico, dando segni di vita. Il ragazzo lo guarda sorpreso, come se ormai lo avesse già dato per morto, e poi gli rivolge un sorriso caldo.
“Accidenti, che colpo che mi hai fatto prendere!” ride, con quella risata bassa “Sei uscito di corsa e sei tipo svenuto sul muro! Come ti senti?”
“Bene, penso” risponde, toccandosi la fronte ormai dolorante.
Il ragazzo osserva il suo gesto e aggrotta la fronte “E' la musica, eh? Sono dovuto uscire anche io per lo stesso motivo, quella roba ti distrugge i timpani!”
Il più piccolo annuisce in risposta, cercando di levare la nebbia che ogni tanto gli appanna la vista.
“Sei stato trascinato qui, vero?” gli chiede con tono dolce, poggiandogli una mano sulla spalla. Nico annuisce di nuovo.
“Andiamo, ti aiuto a rialzarti. Non puoi stare seduto per terra. Pensi di farcela?”
“Si, ce la faccio” risponde brusco, levando la mano del ragazzo dalla sua spalla “Da solo.”
L'altro, dal canto suo, lo guarda sorpreso per qualche secondo, per poi ridere piano “Sei un gattino arrabbiato, eh?”
Nico gli rivolge un'occhiataccia mentre prova ad alzarsi “Non chiamarmi mai più gatt.. Ah” geme, per una fitta alla testa più dolorosa delle altre.
Il braccio del ragazzo raggiunge immediatamente la vita di Nico per sorreggerlo, la sua mano calda si ancora sul suo fianco e il più piccolo può sentire i muscoli tonici che il ragazzo nasconde sotto quella maglietta.
“Sarai pure arrabbiato, ma se fai da solo cadrai di nuovo. Vieni, lì c'è una sedia.”
Nico non può nemmeno provare a lamentarsi che il ragazzo ha già iniziato a trascinarlo. Perchè hanno tutti questa brutta abitudine di decidere per lui, o a farlo muovere con la forza?
Quando si siede sulla sedia, l'altro si inginocchia di nuovo per guardarlo negli occhi. Nico gli lancia un'occhiataccia ed ha come risposta un sorriso intenerito.
“Mi piacciono i gattini arrabbiati” ammette il più grande, facendo andare a fuoco il volto dell'altro.
“Ho detto di non chiamar--”
“Io sono Percy” dice, allungando la sua mano verso il più piccolo che, ancora infastidito dal commento precedente, si limita ad una scrollata di spalle.
“Peccato che io non te lo abbia chiesto.”
“Mh..” mugola Percy, ritirando dietro la mano con un sorriso furbo sulle labbra. “Sai che se non mi dici il tuo nome potrei continuare a chiamarti gattino arrabbiato per tutta la serata, vero?”
“Nico” ammette immediatamente, deglutendo forte “Sono Nico.”
“Nico, eh? Bel nome. Hai anche un cognome?”
Il più piccolo alza gli occhi al cielo, infastidito.
“Vuoi anche la via di casa mia e il mio codice fiscale?”
“Col codice fiscale non penso di farci molto, ma se vuoi dirmi la via--”
“Di Angelo. Sono Nico Di Angelo” sbuffa, per dare un punto a quella situazione.
“Bene, Nico Di Angelo” esclama il più grande, arruffandogli i capelli con una mano, per poi controllare l'orario sul suo orologio “Io sono Percy Jackson, sono in colossale ritardo e mi ha fatto molto piacere conoscerti. Sono qui anche domani alla stessa ora, se ti va di venire..”
Le guance di Nico si tingono immediatamente di un rosso acceso “Cosa?”.
Ma il ragazzo, dopo avergli rivolto l'ultimo sorriso caldo, si volta e corre di nuovo dentro il locale. Quando apre la porta la musica esce fuori per qualche secondo, facendogli pulsare la testa.
Nico rimane solo in mezzo alla brezza serale, ripensando a cosa è appena successo e, soprattutto, se quello che il ragazzo gli ha appena proposto è un nuovo incontro tra di loro.
“Nico!”
Il ragazzo si volta, incontrando lo sguardo preoccupato di Jason. Il biondo sbatte la porta dietro di sé, rivolgendogli uno sguardo quasi esasperato.
“Nico, Dei del cielo, sei qui, stai bene!” quasi urla, prima di stringere il gracile corpo del più piccolo tra le sue braccia.
“Cosa hai? Sei tutto rosso in volto! Stai male?”
Il commento dell'amico non fa che aumentare l'imbarazzo di Nico, il cui volto si accende ancora di più.
“I-Io.. sono solo un po' frastornato.”
Jason gli rivolge uno sguardo incerto, prima di sorridere intenerito.
“Quel rossore non mi sa molto di malattia, sai? Sicuro che non sia successo nulla?”
Nico si alza in piedi di scatto, come scottato.
“C-cosa? Certo che non è successo nulla, idiota! Cosa sarebbe potuto accadere in questo spiazzo abbandonato?” esclama inacidito, sentendo il rossore espandersi su tutte le guance.
Il biondo ridacchia, per poi prendere il più piccolo sotto braccio. “Io ipotizzavo solo! Non si può mai sapere..”
“Un idiota, sei un completo idiota” afferma, prima di dargli un pugno sulla spalla “ed ora torniamocene a casa. Ho bisogno di dormire.”

*

Gli occhi gli pesano, ma prova ad aprirli lo stesso. Sente la bocca impastata e il torpore dello svegliarsi dopo un lungo sonno gli ricade immediatamente addosso, come la realtà.
Nota una piccola flebo attaccata al suo braccio magro, e istintivamente rivolge lo sguardo alla stanza che lo circonda.
È normale che le pareti siano così chiare? E perchè ci sono così tanti fiori di fronte a lui? È forse morto?
Cerca di fare un riepilogo mentale sulla situazione.
'Io sono Nico di Angelo, 17 anni, statura media, 46 kg, secondogenito di una bella famiglia.'
Famiglia. Perchè sente un dolore lancinante al petto quando pensa a questa parola?
Mamma?” chiama, voltando piano la testa verso la porta “Mamma? Papà? Bianca?”.
Nessuna risposta.
Mamma!” urla con voce quasi disperata. Quel luogo gli mette paura, e perchè il petto gli fa così male? C'è qualcosa che la sua mente non vuole ricordare.
Bianca! Papà! Dove siete!”.
La porta cigola, e Nico quasi non cade dallo spavento. “Mamma?”
Jason si affaccia dalla porta, per poi entrare e richiudersela dietro. Ha uno strano sguardo, che non rassicura per niente Nico. Uno sguardo distrutto, carico di dolore, rosso per il pianto.
Jason...” pigola “Cosa sta succedendo? Cosa ci faccio qui?”.
Il biondo si siede vicino a lui, sul letto, e passa la sua mano sulla guancia del più piccolo, accarezzandogliela. Un singhiozzo esce dalle labbra del più grande, che cerca di reprimerlo prendendosi la testa fra le mani.
Jason..” lo chiama, e dal suo tono trapela la preoccupazione.
Jason alza il viso ed incontra lo sguardo perso di Nico. Non può dirglielo, non può. Ma deve. Deve farlo.
Nico..” dice, mentre i suoi occhi diventano di nuovo lucidi “Io.. mi dispiace”.
Per cosa?” 
Jason rimane per qualche attimo sorpreso dalla sua risposta, poi si sistema meglio sul letto e si schiarisce la gola.
Ricordi che eri a casa mia stamattina, vero?” chiede, lasciandogli un'altra carezza sulla guancia.
Come in un puzzle, dei piccoli pezzi ritornano al posto giusto, e Nico inizia a ricordare.
Si” risponde, e sente l'ansia salire.
Ricordi della telefonata che hai ricevuto?”
La polizia. Lo aveva chiamato la polizia, ora ricorda.
Si.”
Ricordi cosa ti ha detto?”
No” risponde. Ricorda solo il dolore che lo ha pervaso, Jason che diceva di aver bisogno di un dottore e poi il buio.
Jason boccheggia, e prende una grande quantità d'aria.
Qualcuno è entrato in casa tua, mentre eri da me” comincia. La sua voce trema, e Nico con essa. “Questo qualcuno era armato e..”
No” sussura Nico così piano da non farsi sentire da Jason, quando qualcosa dentro di lui esplode. “Non dirlo, ti prego.”
Tuo padre ha provato a fermarlo ma...”
No, ti prego..”
Ha sparato, come un pazzo..”
Smettila..”
Sono morti, Nico..”
NO!” urla. E poi il silenzio. Le lacrime iniziano a scendere silenziose sulle sue guance, e il dolore è così forte da non riuscire quasi a sentirlo.
Gli formicola tutto il corpo, e sente gli occhi bruciare.
Non sa se sta ancora respirando, non sa dove si trova, non sa chi è lui.

Lui era Nico, il fratello di Bianca, la sorella pazza e iperprotettiva che lo accompagnava fino alla classe della sua lezione. Era lei che il pomeriggio si metteva vicino a lui per aiutarlo con i compiti, ed era con lei che la sera Nico giocava a Resident Evil, sfidandosi a vicenda.

Lui era Nico, il figlio di Maria, la mamma tanto paziente quanto divertente. Era lei che lo accompagnava a scuola e gli scoccava un bacio sulla fronte prima di salutarlo. Era con lei che Nico preparava la torta ogni pomeriggio, per poi mangiarla durante i compiti.

Lui era Nico, il figlio di Ade, il padre duro ma giusto. Era a lui che si era rivolto quando a scuola veniva preso in giro per il suo corpo troppo magro. Era lui che, all'uscita da scuola, aveva messo paura a quei tre ragazzini dicendogli che era la guardia del corpo di Nico. Era grazie a lui se ora poteva andare ogni giorno a scuola senza preoccupazioni.

Lui era Nico, ma chi è ora?

Morti, sono tutti morti. Solo, sei rimasto solo. Vivo, sei l'unico vivo. Da loro, ritorna da loro.
Voglio andare a casa..” sussurra, fissando un punto della parete di fronte a sé.
Cosa? Nico, io non penso che..”
Ti prego” dice, spostando il suo sguardo vuoto negli occhi del biondo “Voglio andare a casa. Riaccompagnami a casa...”
Jason lo fissa, e un'altra lacrima silenziosa solca gli occhi del più piccolo, per poi bagnargli la guancia. Il biondo si affretta ad aciugargliela con la sua mano.
Okay, andiamo a casa.”

E mentre Nico si alza in piedi, sa già quali sono i suoi programmi per il futuro.
*


ANGOLO MIIIIO!:D

Ma ciao! Eh già, sono tornata! Cavolo, da quando ho finito l'altra storia Pernico ho avuto un serio blocco dello scrittore.
Stavo tipo ogni giorno a chiedermi "e adesso? cosa scrivo?"
E questo blocco dello scrittore mi è rimasto per.. tre mesi?
Poi l'altro giorno ero sotto la doccia e BAM! Colpo di genio!
Gente, ve lo straconsiglio. Se avete un blocco fatevi una doccia. Funziona sicuro!
Ed è uscita questa cosa, così, di botto u.u
Come al solito torturo il nostro caro Nico.. ma cosa ci si vuole fare? Quel ragazzo ha un passato così tormentato ed è così bisognoso d'amore che non farlo soffrire nelle ff è quasi impossibile!
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento! Lasciate una recensione se volete! Mi farebbe piacere sapere se è di vostro gradimento, o se devo fermarla al primo capitolo u.u
Un bacione, LauraPalmerBastille! <3

  
Leggi le 17 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: LauraPalmerBastille