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Autore: Alys_90    17/11/2014    7 recensioni
-Sana addio. È finita, non cercarmi mai più-. E così dicendo rientrò.
Akito Hayama mi aveva davvero lasciata. E per di più in quella squallida maniera.
Corsi via, disperata.
-ADDIO!-.
Akito ha lasciato Sana. Come procederà la vita di entrambi? Sarà stato un addio definitivo oppure torneranno nuovamente insieme?
A tal riguardo, un grande segreto verrà a galla e scompiglierà le vite di tutti i protagonisti ..
Questa è la mia prima Fanfiction! Spero sia di vostro gradimento!
Dedicata a Simone, il mio adorabile fratello. ♥
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Naozumi/Sana, Sana/Akito
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Hola! :D
Capitolo 26 postato! ♥
Spero vi piaccia, anche se molto triste .. :(
Ci sentiamo a fine capitolo! ♥


BUONA LETTURA ♥
E grazie ancora a chi recensice a e a chi legge soltanto ♥


Quando la vidi attraverso quel vetro sporco, il mio cuore ebbe un sussulto.
Sì, era proprio lei, ne ero certo.
Seka batteva i piccoli pugni sul finestrino ed urlava il mio nome.
Mi pietrificai, preso dal panico. La mia migliore amica si trovava in pericolo ed io dovevo salvarla, a qualunque costo.
Mi precipitai verso il furgoncino bianco ed entrai dalla portiera posteriore, aperta.
Ciò che vidi mi fece smettere di respirare per alcuni istanti. Il delinquente che mi aveva insultato e picchiato tempo addietro se ne stava accovacciato a terra, con Seka tra le braccia. Un fazzoletto giallognolo le ricopriva la bocca ed il naso, impedendole di respirare.
Seka si dimenò per alcuni secondi, prima di incrociare il mio sguardo e chiudere gli occhi.
Il ragazzo si voltò e quando mi vide sfoderò un sorriso strafottente.
-Oh, guarda guarda chi abbiamo qui! Cercavamo proprio te, sai? Questa è la tua amichetta, giusto? Mmm .. Lo sai che è proprio carina?- disse, accarezzando le gote di Seka.
Un fremito di rabbia mi ribollì nel sangue, penetrandomi nel petto. Alzai il braccio e gli sferrai un pugno in pieno viso.
Quel verme cadde a terra, grugnendo di dolore. Il suo naso prese a sanguinare e sul labbro iniziò ad aprirsi un taglio profondo.
-Razza di bamboccio inutile! Io ti ammazzo!-.
Non mi lasciai intimorire dalle sue minacce e, approfittando della situazione, mi rannicchiai accanto a Seka, abbracciandola. -Seka! Ti prego, svegliati! Mi senti? Apri gli occhi, forza!-. Le accarezzai i morbidi capelli color cioccolato e il viso, la cui pelle sembrava diventata di ghiaccio.
Il mostro si dimenava continuamente, in preda alla sofferenza. -Questa me la paghi! Stanne certo! Ragazzi, venite qui!- urlò, agitando le gambe.
Alzai la testa di scatto. Due figure possenti si stavano avvicinando al retro del furgone.
-Seka, avanti, svegliati! Dobbiamo andare!-. La mia voce supplichevole non servì a farle aprire gli occhi.
-Hey, ragazzino!-. Il tono malvagio di uno di quei tizi mi raggelò. -Dove credi di andare, eh?-.
Con tutta la forza che possedevo, presi Seka tra le braccia, scansai con un colpo veloce i due enormi uomini ed iniziai a correre sull’asfalto nero pece.
-Prendetelo, idioti!-.
-Agli ordini capo!-.
Mi voltai e li vidi seguirmi. Cavolo, erano veramente veloci. Nonostante la mia debolezza fisica però, anch’io correvo al massimo lungo la strada dell’ospedale.
Quando giunsi al vialetto dell’entrata principale mi guardai attorno, ma non vidi anima viva.
“Ma dove sono andati tutti?! Accidenti!-".
La porta a vetri scorrevole distava ancora molto e, non essendoci nessuno nei paraggi, il terrore di non raggiungerla e di non salvare la dolce ragazza che dormiva sul mio torace si propagò in ogni parte del corpo.
-Aiuto! Qualcuno mi aiuti!- gridai, sentendo l’eco propagarsi tutt’intorno.
Quando vidi le ombre scure e robuste dei due criminali avvicinarsi furtivi, riprese a correre, ma sempre più debolmente.
-Non ce la farò mai .. - sussurrai. La forza fisica mi aveva abbandonato negli attimi in cui avevo corso a perdifiato per raggiungere l’ospedale ed ora, che era a pochi passi da me, non vedevo vie d’uscita. Non dovevo permettere che Seka andasse di nuovo nei guai per colpa mia e, soprattutto, non dovevo lasciarmi avvolgere dalla spirale di tenebre che di lì a poco mi avrebbe risucchiato.
Non appena la speranza di riuscire a salvarci si affievolì sino a scomparire, vidi, in lontananza, una figura mingherlina uscire dalla porta e correre verso di noi.
La riconobbi subito.
Sana si affrettava, le mani in aria e il volto ricoperto di lacrime.
-Akito! Oh mio Dio!- gridò. Ci raggiunse poco dopo, abbracciandomi. Seka si incastrò tra di noi, aderendo ai nostri corpo accaldati.
-Che è successo?! Oddio, Seka!-. Sana la toccò leggermente sul braccio, attorno al quale vi era una fascia ricoperta di sangue secco.
-Ora non posso spiegarti! Dobbiamo portarla subito dentro! Forza, Sana! Ci sono degli uomini che mi stanno seguendo .. -.
-Sì, vieni, ti aiuto. Dobbiamo chiamare gli altri! Sono tutti di sopra e .. -.
-Bene bene! Eccovi qui!-.
Io e Sana ci voltammo al suono di quella voce così rude e cattiva. Ancora lui .. ancora quel malvivente subdolo e che avrei volentieri ripreso a pugni.
Sana mi strinse il polso, impaurita. -Akito, chi è quel ragazzo?- domandò, tremando.
Le rivolsi uno sguardo carico d’ansia, cercando invano di mascherarla.
-Chi sono io, dici? Mmm .. Lo vedi quel tipetto viziato accanto a te? Ecco io sono colui che vuole metterlo letteralmente fuori dai giochi!-.
Sana strabuzzò gli occhi, girando il capo nella mia direzione. Il profumo dei suoi capelli, mossi dalla leggera brezza della sera, mi inebriò le narici.
-Hayama .. Che significa .. ?-. Le lacrime di Sana sgorgarono sul suo viso più impetuose di prima.
Strinsi forte Seka per avere la certezza di averla ancora nel mio grembo, dicendo: -Sana .. Devi andartene .. Ora!-.
Lei mi guardò, allargando le iridi incantevoli, per poi lasciare la presa dal mio braccio. -Cosa?! No, assolutamente! Non abbandonerò te e Seka .. Mai!-.
-Hahaha! Ma per favore .. Smettetela con questa sceneggiata stomachevole!-. Il boss si coprì il naso, che nel frattempo aveva ripreso a sanguinare copiosamente.
Sana lo osservò terrorizzata, ignara della situazione nella quale io e Seka ci eravamo ritrovati poco tempo prima con quella banda criminale.
-Che vuoi da noi?!- gli urlò contro, senza smettere di singhiozzare.
Il ragazzo, ignorando la domanda di Sana, estrasse una lucida pistola e la puntò contro di noi.
Un silenzio assurdo ed opprimente si propagò nell’aria.
Il mio cuore smise di battere e i polmoni non riuscirono ad incanalare alcun soffio vitale.
Non mi mossi, ma strinsi Seka sino a lasciarle, probabilmente, dei segni sulla candida pelle.
Dopo pochi secondi, un potente “bang” risuonò attorno a noi.
 
***
 
-Fuka, prendi questo-. Alzai lo sguardo, incrociando gli occhi di Aya.
Tra le mani teneva un recipiente di plastica arancione dal quale fuoriusciva del fumo leggero. -Ti ho portato del thè caldo-.
Sorrisi, grata di avere un’amica così premurosa. -Grazie Aya, ne avevo davvero bisogno-.
Non vedevo l’ora che le cose ritornassero com’erano sempre state un tempo.
Desideravo che Akito guarisse, che Sana riconquistasse la memoria e che Seka tornasse.
Desideravo che tutti noi ricominciassimo ad essere la storica compagnia di amici spensierati e senza problemi.
Desideravo che i miei due migliori amici vivessero la loro storia d’amore senza intralci né problemi.
Nessuno di noi aveva più ricevuto alcuna notizia da quando Hayama si era dileguato nell’oscurità della notte per cercare Seka. Un misto di paura e sconforto si diffuse dentro di me, dopo aver appurato che forse non lo avrebbero più trovato.
Mi guardai attorno. La signora Misako e Rei stavano seduti nelle poltroncine del corridoio, confabulando sottovoce, Naozumi, poggiato al muro, fissava il pavimento, Tsuyoshi sussurrava qualcosa ad Aya, seduti accanto a me.
Il signor Hayama, Natsumi ed il padre di Seka, invece, avevano deciso di parlare col medico e con l’agente di polizia che era giunto sul posto dopo la scomparsa di Akito.
La loro disperazione era cresciuta in maniera spropositata, ingigantendo il dolore e la sofferenza che provavano.
-Forse è meglio se andiamo di sotto da Sana .. - disse Aya, lanciando un’occhiata a Gomi e Hisae in piedi accanto all’ingresso del reparto.
-Voleva stare un po’ da sola. Lasciamole ancora qualche momento .. - sentenziai, sorseggiando la mia bevanda calda.
-Sì, hai ragione- sentenziò Tsuyoshi, stringendo la mano della sua fidanzata.
Mi alzai, camminando lentamente verso la grande finestra di vetro che dava sull’entrata dell’ospedale. -Che brutta situazione .. Ragazzi, voglio che finisca tutto al più presto!- esclamai, sentendo gli occhi bruciare.
Aya si alzò, abbracciandomi per la schiena. -Fuka, non ti abbattere. Sei una delle persone più forti che abbia conosciuto. Devi avere fiducia .. Torneranno, vedrai-.
Lacrime silenziose solcarono le mie gote. Volevo crederci .. anzi, dovevo crederci.
Abbassai il capo, stringendo i pugni.
Mi sentivo inutile. Non potevo fare nulla per cambiare le cose, se non aspettare e sperare. Quel senso d’impotenza mi fece scoppiare in un pianto dirotto e straziante.
Tsuyoshi si alzò di scatto, sorreggendomi.
Il loro abbraccio attenuò in parte il dolore che mi attanagliava lo stomaco.
Sospirai, proferendo: -Grazie amici. Senza di voi non so che farei!-.
Aya e Tsuyoshi abbozzarono un dolce sorriso.
Mi asciugai le guance arrossate con l’orlo della manica, riosservando il cielo buio all’esterno. Le stelle brillavano e la luna splendeva talmente tanto da riflettere il proprio bagliore tutt’intorno.
Guardai verso il basso e, dalla flebile luce dei lampioni nel vialetto, riconobbi alcune figure dai lineamenti non ben distinguibili muoversi animatamente.
Appoggiai le mani al vetro, annebbiando la superficie trasparente con il mio respiro accelerato.
“Oh mio Dio, no! Non possono essere loro!”- pensai, acuendo la vista in modo da poter riconoscere quelle ombre avvolte nella semioscurità.
-Sono loro!- urlai, rivolgendomi agli altri. -Akito e Sana! Ma .. con chi stanno parlando?-.
Aprii la finestra per poterli vedere più chiaramente. Aya, Tsuyoshi e tutti gli altri accorsero nella mia direzione, affacciandosi alla vetrata pulita.
-Sì, sì, quello è mio figlio!- strillò il signor Hayama, sorreggendosi sulle spalle di Natsumi. -Ed in braccio porta Seka!-.
-La mia bambina!- gemette il signor Kobayshi.
Osservai meglio e vidi una piccola ragazzina dai capelli lunghi tra le braccia di Akito.
-Presto, dobbiamo assolutamente andare da loro! Stanno parlando, anzi discutendo, con dei tizi che non ho mai visto! Nonostante non riesca a distinguerli perfettamente, sono certa che siano degli estranei!-.
-HAYAMA! SANA!-. Naozumi li chiamò con tutto il fiato che aveva, senza ottenere alcuna risposta. Eravamo al dodicesimo piano, non ci avrebbero mai sentiti da lì.
-Avanti, andiamo!- dissi, iniziando a correre.
-Oddio, aspetta Fuka!-. Aya mi trattenne per un braccio, portandosi una mano alla bocca. -Guarda .. -. Mi lasciò andare, indicando in direzione di Akito e Sana.
Sospiri terrorizzati aleggiarono in quel corridoio stretto ed opprimente.
Un numero indefinito di mani si aggrappò ai vetri delle finestre, lasciando una grande quantità di impronte.
Mi avvicinai ad Aya e riosservai ciò che stava accadendo sotto di me.
L’estraneo che stava davanti ad Akito e Sana aveva estratto qualcosa dalla tasca .. qualcosa di piccolo, nero e lucente.
Sentii il respiro fermarsi e gocce di sudore freddo solcarmi la fronte. Non riuscivo a parlare, a muovermi o a fare qualsiasi altra cosa, sinché un paio di occhi azzurri mi oscurarono la visuale. Due mani robuste ma dal tocco delicato mi costrinsero a voltarmi, incrociando lo sguardo di Naozumi. -Fuka, vieni con me!-.
Presi a correre con lui, incrociando le mie dita alle sue.
Chiamammo l’ascensore, in preda alla paura più folle. -Muoviti, cazzo!-.
Naozumi premette il pulsante di chiamata più e più volte, finché una porta metallica non si aprì all’improvviso. -Andiamo!-.
Entrai in quella gabbia rumorosa, pigiando sul pulsante “Piano terra”.
Mi rannicchiai in un angolo, incapace di proferir parola. Naozumi strinse la presa e mi guardò intensamente. -Sono qui con te, Fuka. Ti prometto che non accadrà nulla-.
Volevo fidarmi di ciò che aveva detto, ma non ci riuscii. I miei amici erano in pericolo e stavano rischiando la vita .. Era troppo. Un capogiro mi colse e mi fece cadere a terra.
-No, no Fuka! Stai sveglia! Guardami!-. Le pozze celesti di Naozumi penetrarono nelle mie, permettendomi di non svenire. Erano così profonde e belle ..
“Piano terra”. Una voce fastidiosa annunciò il nostro arrivo.
-Vieni!-. Naozumi mi prese in braccio, stringendomi forte. Lo cinsi per il collo, ubriacandomi della sua fragranza.
Non volevo nemmeno guardare. Desideravo soltanto portare Akito, Sana e Seka in salvo al più presto possibile, prima che fosse troppo tardi.
Naozumi superò la porta scorrevole dell’ospedale, sotto lo sguardo stupito della receptionist di turno. Corse rapidamente lungo il vialetto, continuando a tenermi stretta sul suo torace. Poi, senza alcun preavviso, si immobilizzò.
-Che .. che succede? Perché ti sei fermato?-.
Posai gli occhi sul suo volto, irrigidito in un’espressone di puro terrore.
-Naozumi .. -. Mi posò delicatamente a terra, evitando di farmi male, senza voltarsi.
Mi girai piano e la scena che vidi mi paralizzò gli organi vitali.
Del sangue si riservava sul freddo lastricato, un proiettile giaceva vicino ai miei piedi e .. un corpo immobile era disteso a terra.
 
Ed eccomi di nuovo! :)
Lo so, è tristissimo! :'( Però, come dico sempre, i nostri protagonisti non si arrendono mai! ♥
Posterò il capitolo 27 o uno di questi giorni o la prossima settimana! 
Alla prossima! Un bacione! :*


Alys_90

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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