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Autore: Molly Grey    17/11/2014    3 recensioni
La vicenda è ambientata qualche mese dopo la 6x22.
Un lunedì a cena a casa di Wayne e Grace, con la partecipazione di Kimball.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Patrick Jane, Teresa Lisbon | Coppie: Jane/Lisbon
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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POV Lisbon


Lunedì 


<< Patrick? Sei pronto? >>
<< Si, fammi infilare i pantaloni...>>
<< Jane! Siamo già in ritardo, prova a immaginare cosa penserà Grace se tardiamo ancora! >>
<< Teresa, calmati. Non siamo in ritardo. Ho portato avanti le lancette del tuo orologio. >>
<< Sei un emerito idiota! >>


Uscii di casa sbattendo la porta e abbandonando Jane in centro al salotto, con la camicia sbottonata e, ovviamente, senza pantaloni. 
Entrai in macchina e mi misi ad aspettare.                                                                                     
Ero in preda ad un certo nervosismo, data la regolarità con cui alternavo lo sguardo dalla porta di casa al mio polso, dove le lancette dei minuti non accennavano a rallentare. Mi misi a suonare il clacson e il risultato fu una sfilza di lamentele da parte dei vicini. 

Mi arresi al fatto che Jane sarebbe uscito di casa quando avesse voluto. Chinai il capo verso lo schermo del cellulare e inviai un messaggio a Grace, avvertendola del nostro ritardo.                   
In quel momento udii una portiera aprirsi delicatamente per poi essere chiusa con uno scatto secco. Lanciai il cellulare in borsa e volsi lo sguardo verso la strada. In un attimo accesi il motore e premetti il piede sull’acceleratore.



20 minuti dopo


Accostai la macchina sul viale. Estratte le chiavi, spalancai la portiera e aspettai che Jane scendesse.
Si avvicinò a me e, seppur con qualche esitazione, mi prese per mano e sussurrò delle scuse al mio orecchio. Mi voltai verso di lui e allacciai le braccia attorno al suo collo. 

<< Prometti di fare il bravo. Non mettermi in imbarazzo e non ti azzardare a parlare delle nostre faccende private agli altri. >> 
Mi rivolse il suo meraviglioso sorriso suadente e lentamente si avvicinò. Ci baciammo dolcemente, quasi a siglare un patto silenzioso tra noi.
Mano nella mano, salimmo le scale che portavano al piccolo portico della villetta di Grace e Wayne. 
Non ebbi nemmeno il tempo di bussare che la porta si spalancò, rivelando il volto sorridente di Grace, che ci invitò ad entrare.
Ci accompagnò in cucina, dove trovammo Wayne con la testa nel frigorifero. 

<< Tesoro? >> mormorò Grace. 
Wayne si voltò con un enorme panino al salame in bocca. 
<< Le vecchie abitudini non si perdono mai, eh Wayne? >>  esclamò Patrick ridacchiando.
Wayne quasi si strozzò con l’enorme boccone che stava ingoiando. 
<< Non avete idea di quante volte abbia assistito a questa scena. >> 
Ci voltammo tutti verso la porta della cucina, dove trovammo Cho, che non perse la sua aria impassibile nemmeno in quel momento. 
<< Vi voglio tutti fuori dalla mia cucina! Il menù è una sorpresa! Su, su, fuori, fuori. >>  ordinò Grace, accompagnandoci alla porta con la mano sinistra poggiata sul mio fianco e quella destra sulla schiena di Patrick. 
Wayne ci seguì a ruota, e Cho ci fece strada per il soggiorno. In quel momento la testa iniziò a girare, e istintivamente portai le dita alle tempie e iniziai a massaggiarle. Mi accomodai sul comodo divano di pelle bianca e afferrai un cuscino da porre dietro la nuca. Patrick si avvicinò e mi accarezzò la fronte. Poi, si sedette al mio fianco e mi chiese se stessi bene. Cho e Wayne borbottavano qualcosa a proposito di me e Jane. Vidi Wayne allungare a Kimball una banconota da cento dollari. Sorrisi impercettibilmente pensando al fatto che nonostante fosse cambiato tutto, noi fossimo sempre gli stessi. Patrick aprì la bocca per dire qualcosa, ma fu interrotto da Grace, che ci invitava a raggiungere la sala da pranzo. Wayne non se lo fece ripetere due volte e corse verso la tavola imbandita che lo attendeva. Cho alzò gli occhi rassegnato e seguì Rigsby, ma con meno entusiasmo. Nel frattempo, mi accorsi che i giramenti di testa erano passati. Mi alzai dal divano e Patrick mi raggiunse cingendomi un fianco con il braccio. Rimanemmo in quella posizione fino a quando un secondo richiamo di Grace ci costrinse a filare in cucina.


<< E così, voi due... >>  iniziò Grace.
<< Si, Grace? >>  domandò Patrick.
<< Voi due... Insomma, state insieme. >> 
<< Si. >> 
<< E tu dicevi che avevano un rapporto fraterno! >> esclamò Wayne, col dito puntato verso Cho.
<< No, io dicevo che facevano solo sesso! >> si difese Kim. 
In quel momento arrossii come non mai. Jane mi rivolse un sorriso malizioso, a cui risposi con una gomitata nelle costole. 
<< Vi assicuro che non è mai stato così! >> sbottai, arrossendo ancora di più.
<< Teresa, non mentire. Lascia che Kim intaschi i suoi duecento dollari da Wayne. Ecco, noi…>>
Wayne e Grace dimostrarono il loro interessamento all’argomento incitando Jane a continuare. Per loro sfortuna lo interruppi.
<< Avevi promesso. >> bisbigliai. 
<< Teresa, ma non ti... >>  incominciò Patrick.
<< Stai zitto o stanotte dormi sul divano. E non scherzo. >> lo misi a tacere e non gli permisi di ribattere in alcun modo. 
Grace e Wayne scoppiarono in una sonora risata. Dopo qualche secondo si unì a loro anche Cho. 
Io e Patrick ci guardammo negli occhi per un istante, prima di ridacchiare assieme agli altri.
Dopo essermi stropicciata gli occhi, la mia attenzione si focalizzò sul tacchino posto sul tavolo e le verdure che lo accompagnavano. Mi assalì un conato di vomito tale da correre in bagno con le labbra sigillate e la mano posta sulla bocca. Grace mi inseguì e assistette al mio catastrofico rigettare. Io china sul water e lei intenta a tenermi fermi i capelli e a chiedermi se volessi che chiamasse Jane. Io scossi la testa più volte e la rassicurai sul fatto che Jane non fosse indispensabile in quel momento. 
<< Teresa? >>
<< Mmh? >>
<< Per caso hai pensavo all'eventualità che tu possa essere incinta? >>
<< No. Penso sia un virus. Non dire a Jane delle tue supposizioni, Grace. Per favore. >> 
<< Non lo farò. Lo prometto. >>
<< Grazie. Ora torniamo di là, non voglio che gli altri si preoccupino. >>
<< Teresa, sei sicura di stare bene? >>
<< Si, si, è tutto passato. >> 
Camminai da sola fino alla sala da pranzo, sotto lo sguardo apprensivo di Grace. Mi sedetti a tavola, allungando la mia mano verso quella di Patrick e stringendola forte. 
E se fossi stata veramente incinta? Immaginare un fagotto con gli occhi di Patrick tra le mie braccia mi entusiasmava non poco, eppure ero terrorizzata da quella eventualità. 
Rassicurai tutti del fatto che stessi meglio, ma non convinsi Patrick, che mi osservava con la coda dell'occhio di tanto in tanto. 
<< Non ci avete raccontato come è finita con quel tipo che doveva sposare il capo... Come diavolo si chiamava Grace? Me ne hai parlato tu ieri! >> esclamò Wayne.
<< Si chiama Pike, amore. >> 
Mi si strinse un nodo alla gola. Speravo di non sentire nominare Marcus Pike mai più. 
Jane si affrettò a rispondere, sapendo che io non ne avrei parlato volentieri. 
<< Ecco, qualche giorno fa mi ha raggiunto all'FBI e abbiamo discusso. Poi Teresa si è unita a noi e ha confermato di non voler partire con lui e di non sposarlo. Lui si è ritirato a testa bassa ed è tornato a Washington a mani vuote. >> 
<< Ti ha picchiato? >> chiese Wayne.
<< Nah, non sa neanche tirare un pugno, figuriamoci conciarmi per le feste. >> 
<< Nemmeno tu saresti capace di lottare con un uomo. >> replicò Cho.
Tossii per soffocare una risata. Fu completamente inutile, dato che mi si allargò un sorriso enorme in faccia. 
<< E invece ne sarei capace. Proviamo? >> 
<< Jane, non dire cazzate. >> Quando lo chiamavo per cognome, sapeva che non scherzavo.
<< Se fossi in te non mi metterei contro Cho. Io sarei in grado di stenderlo però. >> dichiarò Wayne. 
<< Vuoi unirti al gioco, Rigsby? >> esclamò Kimball.
<< Sì, perché no. Sarà facile. >> 
<< Adesso basta. >> intervenne Grace. 
<< Ora vi calmate e vi sedete a tavola. Subito. >> ordinai col mio famoso tono autoritario.
<< Amore, lasciaci divertire. >> implorò Patrick, con gli occhi da cane bastonato. 
<< Vi divertirete in altro modo. >> gli risposi. 
<< In che modo? >> domandò malizioso. 
Lo baciai velocemente e lui, soddisfatto della mia risposta, si sedette, capendo che avremmo approfondito il bacio una volta tornati a casa. 
Cho e Rigsby erano ancora in piedi. Bastò nominare il dessert per convincere Wayne a sedersi. Il povero Kimball si rassegnò a lasciar perdere l'affascinante idea della lotta corpo a corpo, e si accomodò a sua volta.
<< Come è lavorare all'FBI? >> chiese Wayne.
<< È diverso. Nuova squadra, nuovo capo, nuovo ambiente. >> rispose Cho.
<< Il divano è decisamente più comodo! >> aggiunse Patrick.
<< Tu Teresa che ne pensi? >> domandò Grace.
<< Mi manca lavorare con tutti voi. Sono felice di non essere più il capo e di non dover riparare più ai casini che combinava Jane. >> 
<< Reese, non esagerare. So benissimo che in fondo di divertivi ad attuare i miei piani brillanti! >>
sostenne Patrick.
<< Sì, peccato non fossi tu quello che passava ore a compilare scartoffie e a rispondere a reclami e denunce! >> 


Passammo il resto della serata a parlare di tutto ciò che fino a due anni prima era proibito.
Come la storia di Grace e Wayne.
Le figure imbarazzanti.
Episodi inediti. 
Colleghi.
Il passato di Cho.
Il passato di Jane.
Il mio passato.


Eravamo semplicemente cinque persone, un tavolo e una cheesecake. 


Il miglior lunedì di sempre.




_________________________________________
ANGOLO DI MOLLY


Spero tanto vi sia piaciuta. Vi prego, anzi vi scongiuro di segnalarmi eventuali errori e soprattutto se i personaggi sono OOC. Spero di riuscire a pubblicare ogni lunedì. 


Un abbraccio a tutti,
Molly

 

  
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