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Autore: darpscarp    17/11/2014    0 recensioni
è una ragazza come tutte le altre,si chiama Martina,ha 13 anni, e la sua storia inizia con il suo primo giorno da terza media in una nuova città, fuori dalle sue abitudine tranquille , lei non è ricca rispetto ai suoi nuovi compagni, si vergogna e riesce solo a mentire alla sua nuova classe sulle sue condizioni economiche che la mettono molto a disagio, ma poi mentire non serve a nulla e capisce che non sono solo i soldi che rappresentano la dignità di un uomo....
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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No son diferentes 
 
Era il primo giorno di scuola, mi infilai sulle spalle la mia nuova cartella, ormai ero grande e fare la terza media in una nuova città mi spaventava, c'era una bella differenza tra un tranquillo paesino di montagna e una città rumorosa e grande.
Arrivai a scuola in macchina insieme a mia madre, il rumore scoppiettante del motore era fastidiosissimo, ma quella vecchia automobile era l'unico mezzo che ci potevamo permettere, salutai mia madre e scesi dalla macchina, lei abbassò il finestrino e mentre avanzavo verso l'ingresso mi urlò "BUONA FORTUNA".
Entrai in classe, poggiai la cartella e mi sedetti in prima fila, mi guardai intorno e vidi i miei nuovi compagni: " questi ragazzi di città hanno abitudini e modi di fare così diversi" pensai continuando ad osservarli.
Sentii suonare la campanella e la professoressa entrò pochi secondi dopo in classe, iniziò subito con l'appello e poi con il presentarsi proponendo a noi di fare lo stesso.
MI sentivo così inferiore rispetto agli altri, chi era figlio di medici e di chirurghi, chi di avvocati, chi di imprenditori di fabbrica e nessuno come me figlio di un lavapiatti; si sa che le persone povere non vengono ben apprezzate qui, l'avevo notato entrando a scuola, vidi un ragazzino disteso a terra appena maltrattato per le sue condizioni economiche "tuo padre fa lo spazzino, di conseguenza non vali niente" gridavano dei ragazzini intorno a lui, non volevo essere trattata anche io in questo modo, così pensai di mentire.
<< Mi chiamo Martina mi sono da poco trasferita qui>> dissi, non accennai nulla sul lavoro di mio padre,  ma non feci capire a nessuno che infondo ero povera. Passarono solo 30 minuti dall'inizio delle lezioni, le giornata a scuola non passano mai veloce, volevo solo andarmene via dalla classe, mi sentivo completamente diversa e pensare che avrei dovuto passarci un annoo, e la cosa mi spaventava.
Al suono della campanella d'uscita salii veloce in macchina cercando di  non farmi vedere dai miei compagni, cercai di evitare di dire a mia madre come stessero veramente i fatti e mi limitai a raccontare anche a lei una bugia.
Quando rientrai a casa, vidi mio padre seduto su una delle poltrone della sala, sembrava così stanco, lava un infinita di piatti al giorno, lo notavo spesso vedendo le sue mani rangrizzite dall'acqua, aveva la testa che gli penzolava da un lato, aveva gli occhi chiusi e un volto di chi ha lavorato troppo, fa tutto per me e la mamma, ed entrambe gli siamo molto grate, ma purtroppo qui le persone vengono apprezzate in basa ai soldi piuttosto che ai sacrifici. 
Era già passata la prima settimana di scuola, ed evitavo di andarci con la macchina, piuttosto preferivo farmi tutti i giorni chilomentri a piedi, mi vergognavo farmi vedere con quell'automobile a scoppio.
Fingendomi ricca strinsi subito amicizia, mi apprezzavano per le menzogne che raccontavo, no  per come ero veramente.
A volte non sapevo nemmeno cosa inventarmi per stare al loro passo,la situazione mi stressava, avevo pensato molte volte di raccontare le verità, ma come sarei stata trattata poi?
Ma si sa che la verità prima o poi viene sempre a galla, cercai in tutti i modi di tenerla nascosta il più possibile, ma nulla è per sempre.
Iniziai con l'essere evitata da tutti e maltrattata, mia madre non sapeva nulla e raccontarglielo non avrebbe migliorato di certo le cose.
Ma infondo cosa importava, potevano dirmi di tutto: offendermi, ignorarmi, ero fiera di mio padre e del suo lavoro, stavo bene con quel poco che avevo, infondo siamo tutti uguali di fronte alla legge, non importa se sei nero o bianco, ricco o povero, io mi sentivo al mio agio nel mio mondo, non avevo bisogno dei soldi per farmi degli amici ed essere apprezzata, perchè non si misura la DIGNITA di un uomo dal lavoro che fa ma da come lo fa.




ueilà gente XD

Sono ritornata anche io attiva con questa nuova storia appena sfonarta fresca fresca come le focaccelle di Banderas...hahahah XD
Sono stata spinta da un compito in classe che dovevo svolgere OBLIGATORIAMENTE XD ( guarda caso i fatti puramente casuali, citati dalla mia collega Lisa, hhahha caso strano ma facciamo la stessa classe, quindi i compiti sono gli stessi eheeh ).
Spero che vi piaccia, come sempre mi aspetto delle vostre recensioni se vi fa piacere, per dirmi se vi è piaciuta o devo migliorare in qualcosa in cui pecco :P!!! 

un bacione da
Vale <3



 
   
 
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