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Autore: lapoetastra    18/11/2014    3 recensioni
La battaglia è finita.
Voldemort è stato sconfitto.
La scuola è terminata.
E Draco Malfoy deve parlare con Harry Potter, a tutti i costi.
Per ringraziarlo, per cercare di farsi perdonare.
Per dirgli addio.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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< Potter? Ti posso parlare un momento? >
Quella voce strascicata arrivò alle orecchie di Harry facendogli dimenticare ciò che stava facendo.
Si girò di scatto.
Era proprio come aveva immaginato: dietro di lui c'era Draco Malfoy, il suo più acerrimo nemico dopo Voldemort.
< Che cosa vuoi? >, gli domandò, più bruscamente di quanto avesse voluto.
I Malfoy gli avevano salvato la vita, dopotutto.
Eppure non riusciva ancora a fidarsi del più giovane di quella famiglia, che per tanti anni gli aveva reso la vita impossibile, a scuola.
< Io...volevo solo salutarti >, disse Draco, piano, quasi vergognoso.
Harry si stupì, sia per ciò che l'altro aveva detto, sia per il tono che aveva usato, per una volta non freddo ed altezzoso, ma dolce, quasi...sincero.
< Oh. Bene. Allora addio, Malfoy >, rispose, ancora distante, ricominciando a preparare il baule.
Ma Draco non demorse: < Potter... Harry, io volevo anche ringraziarti per avermi salvato la vita, nella Stanza delle Necessità. Se non ci fossi stato tu, io... e ti chiedo scusa. Di cuore, devi credermi. Mi dispiace per tutto ciò che ti ho fatto dall'inizio della scuola. Ma soprattutto per essermi alleato con Tu-sai-chi, Voldemort >, disse, esitando giusto un attimo prima di pronunciare quel nome.
Fu proprio ciò che toccò qualcosa nel cuore di Harry, facendo di colpo svanire tutta la rabbia ed il rancore.
Si girò verso Draco, che intanto era lì, umile come mai in vita sua, le guance pallide e scavate e gli occhi rivolti verso terra, un po' lucidi.
Che si fosse commosso, forse? Impossibile. Non era da lui.
< Non ti preoccupare, Malf.. Draco. Davvero. Anche io devo ringraziarti per avermi salvato la vita, durante la battaglia, mentendo a Voldemort. Quindi, siamo pari. >
Draco alzò lo sguardo d'improvviso.
Sì, erano lacrime, quelle che brillavano come stelle nei cieli azzurri che erano le sue iridi.
Gli porse la mano, un po' titubante.
Harry la prese, senza esitazione.
Poi, con uno slancio di commozione, lo tirò verso di sè e lo abbracciò.
Draco rimase per un attimo inerme, tra le forti braccia dell'altro.
Dopo un po', si sciolse, e ricambiò la stretta con affetto e passione, come se lui fosse la sua ancora di salvezza, a cui dover rimanere aggrappato per non annegare.
Perchè in effetti era convinto che sarebbe soffocato, prima, se non avesse detto ad Harry tutto ciò che per troppo tempo aveva cercato di tenere rinchiuso nella parte più intima e segreta del cuore.
I sentimenti che il giovane provava erano devastanti, e totalmente nuovi per lui.
E pianse, singhiozzando in un modo che normalmente avrebbe considerato da femminucce.
Non gli importava, ora, di apparire debole.
In fondo lo era davvero.
Lo era sempre stato, e per questo si faceva beffe di chiunque intorno a lui e si era unito a Voldemort, con la speranza che gli donasse il potere e la fama che aveva desiderato per tantissimo tempo.
Ma non era andata così, ed adesso il peso di tutto ciò che aveva fatto, in quegli anni, in particolare ad Harry, gli gravava sull'anima come un macigno insostenibile.
Potter, intanto, stringeva forte il corpo scosso dai tremiti e dai singhiozzi di Malfoy.
La sua pelle era calda, morbida e liscia come quella di un bambino.
E i suoi capelli erano color dell'oro, ed Harry non riuscì a trattenersi dall'accarezzarglieli, piano, dolcemente, nel tentativo di calmarlo e beandosi allo stesso tempo di quei biondi fili di seta che gli scorrevano tra le dita.
Quella sensazione, mista allo stupore e all'incredulità per il cambio repentino nel comportamento di Draco, lo emozionarono.
Grosse e delicate lacrime iniziarono a scorrergli lungo le guance, ed Harry scoprì che non poteva - non voleva - fermarle.
Rimasero così per molto.
Poi d'improvviso, un po' imbarazzati, si staccarono.
Si guardarono negli occhi, quegli occhi ancora lucidi di entrambi che testimoniavano il nuovo sentimento di amicizia ed affetto nato tra loro.
Era arrivata l'ora della partenza.
Dovevano separarsi, e non solo per l'estate.
Stavolta era per sempre.
Non sarebbero più tornati ad Hogwarts, non avrebbero più dovuto assistere a noiose lezioni e sostenere esami terrorizzanti.
Ma non si sarebbero più rivisti, e questo angosciava tutti e due, anche non lo avrebbero mai ammesso.
< Io.. io devo andare >, sussurrò Malfoy, titubante, desiderando con tutto se stesso che non fosse così.
Senza guardare Potter, si avviò a testa bassa, con passo malfermo, lungo la strada.
Poi, di colpo, sembrò ritrovare tutta la baldanzosità che da sempre lo aveva contraddistinto, e si girò verso Harry, che era rimasto immobile.
< Addio, campione >, disse, con la solita voce fredda e strascicata, mitigata però da un sorriso che proveniva direttamente dal cuore.
< Ci vediamo, campione >, rispose Harry, non riuscendo ad impedire anche alla sua bocca di curvarsi all'insù.
Malfoy si voltò nuovamente e riprese a camminare, canticchiando a bassa voce, tra sè e sè "Perchè Potter è il nostro re...", fino a quando si confuse tra le ombre della sera e scomparve alla vista.
   
 
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