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Autore: Sarugaki145    18/11/2014    2 recensioni
Annabeth, seduta sulla spiaggia mentre guarda il mare, si lascia andare a tutte le angosce e ai pensieri che l'affliggono dalla misteriosa sparizione del suo fidanzato.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Quel maledetto profumo di mare.
 

 
Annabeth era seduta in spiaggia, con i piedi scalzi che toccavano la sabbia gelida di quell’inverno che le sembrava ancora più lungo e freddo degli altri, mentre abbracciava le ginocchia strette al petto.
 
La testa era fasciata da un cappellino in lana scuro, abbinato alla pesante sciarpa con cui cercava di ripararsi dal vento gelido che tirava dal mare di fronte a lei. Un sole pallido e spento era nascosto dietro grossi nuvoloni che preannunciavano pioggia, ma la ragazza sembrava non curarsene affatto, rabbrividiva solo quando una ventata particolarmente malandrina trovava una via per intrufolarsi sotto la sua bardatura.
 
Era assorta nella contemplazione dell’oceano di fronte a lei e nulla avrebbe potuto ridestarla dai suoi pensieri, se non la voce che così spesso negli ultimi tempi si era trovata a sognare, quella voce che da mesi non poteva più sentire perché lui era scomparso nel nulla, senza lasciarle un biglietto, senza un solo saluto, senza un ultimo bacio.
 
Gli occhi color tempesta di solito così luminosi erano velati di lacrime, mentre il cuore le faceva male solo al pensiero di cosa potesse essergli capitato.
 
L’arrivo di Jason nel campo mezzosangue l’aveva poi scossa, non solo perché pensava che avrebbe trovato lui al suo posto, avendo avuto una visione in cui Era le diceva di cercare il “ragazzo con una scarpa sola”, ma anche perché era conscia che quel biondo potesse portarla fino al suo ragazzo. Saperlo quindi in missione con quei due novellini di Piper e Leo, la faceva sentire inquieta, perché temeva che potessero non fare ritorno dalla loro missione quasi suicida per salvare la dea che più detestava e che quindi non avrebbe mai ottenuto le risposte che così tanto anelava.
 
I suoi timori sulla vera identità di Jason la perseguitavano e il fatto che lui avesse potuto subire una sorte molto simile non la faceva dormire la notte, temendo per la sua incolumità.
Una parte di lei però sentiva che era ancora vivo, che stava bene, ma era terribilmente lontano da lei, forse nemmeno si ricordava di tutto quello che avevano passato insieme.
 
Era diventato ormai un appuntamento quasi quotidiano quello di sedersi su quella spiaggia dopo l’ennesima giornata di inutili ricerche, perché il rumore delle onde e quell’odore di mare le ricordavano di lui, delle loro passeggiate su quella spiaggia dopo le lezioni, delle sue labbra sempre salate.
 
Spesso pregava Poseidone perché l’aiutasse, perché le desse un segno di dove si trovasse il suo figlio prediletto, eppure come tutti gli dei lui rimaneva in silenzio. Stava sicuramente succedendo qualcosa sull’Olimpo, l’aveva capito da giorni perché non riusciva a comunicare con nessun dio e questo poteva centrare con la sorte di lui.
 
Una pioggerellina iniziò a picchiettare sulla sua testa, mentre sulla spiaggia si formavano dei piccoli cerchiolini più scuri dove cadevano le gocce. 
 
Si toccò sovrappensiero quella ciocca di capelli grigi che le era rimasta dopo aver sostenuto il peso del cielo, che stava pian piano svanendo. Sembrava che ogni legame che possedeva con lui lentamente scomparisse e le sembrava ogni giorno più inutile lottare contro lo scorrere del tempo.
 
Strinse i pugni riempiendoli di due manciate di sabbia, lasciandola poi filtrare dalle nocche lentamente, ripercorrendo un’ultima volta tutti i luoghi in cui aveva già cercato tracce di lui. Aveva la necessità fisica di smettere di illudersi che quel profumo di mare potesse farle sentire meno la sua mancanza, quando ogni sua singola cellula urlava il suo nome.
 
Annabeth si alzò  in piedi, ispirando la brezza marina e lanciando un’ultima occhiata all’oceano prima di voltarsi.
 
 
 
 
Un tuono squarciò l’aria.
 
Quella era una promessa sullo Stige.
 
Avrebbe trovato Percy Jackson a costo della sua vita.
 
 
 
 
 
 
*Angolo dell’autrice*
Piccola fanfic senza grandi pretese, scritta perché Annabeth nel periodo in cui Percy è scomparso si rende conto di quanto sia indispensabile per lei. Qui è solo un piccolo scorcio di quello che secondo me può benissimo essere qualsiasi conclusione delle sue giornate mentre si strugge nelle ricerche.
 
Diciamo che l’ho pubblicata oggi per festeggiare l’uscita in italiano della casa di Ade, ecco! :)

Buona lettura a tutti!
Saru
  
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