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Autore: Nemorah    18/11/2014    1 recensioni
Hahn Florence, nata a Firenze vive al momento in una città Americana di cui non ha intenzione di svelare il nome.
Proviene da una famiglia ricca e grazie ad essi ha sviluppato strane abitudini.
Tra le quali il lavoro da coroner.
Florence è strana, solitaria e in qualche modo un po' altezzosa.
I suoi modi sono schietti, diretti. Questo fino a quando qualcuno non le impartisce una lezione che lei stenta ad imparare nella maniera opportuna.
In fondo però è questo che ci si aspetta da una piccola borghese cresciuta male.
Genere: Dark, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                           Prologo

                                           Frammenti: Primo pezzo del puzzle                                                                                  



Non sento niente. 
Mi sembra che qualcuno abbia infilato la mano nel mio petto e abbia tirato fuori tutto ciò che prima faceva di me un essere vivente, cuore, polmoni, fegato, milza.  
Il mio sangue era tutto per terra e intorno a me, mi circondava come un caldo abbraccio, un'aureola di colore.  Trovavo impossibile muovermi. Sentivo il corpo pesante come un macigno e allo stesso tempo dissolto in un poltiglia liquida. Sentivo di essere solo una coscienza distesa su un corpo ormai distrutto, inagibile, ferito e calpestato. 
Passarono ore, anni, forse secoli ma, ad un certo punto quei due pozzi oscuri che erano diventati i miei occhi marroni si aprirono. 
“Il cielo sopra di me. la legge morale dentro di me.”
Le superfici lisce e scure delle mie pupille erano diventate il palcoscenico di un cielo stellato color blu scuro come l'oceano.
Cosa mi era successo? Chi erano quelli? Perché non sento più il mio cuore battere ? Sono morta? Sono un fantasma ? Una dannata obbligata a guardare per sempre l'orrore della propria morte? 
Ricordo solo che un essere maligno ha aperto la mia cassa toracica, ci ha guardato dentro senza che io potessi fare niente. Poi mi ha lasciata li infreddolita e spaventata senza nemmeno una parola. Ha preso ciò che gli serviva e mi ha abbandonato dove mi aveva trovata, in strada in mezzo alla spazzatura a sguazzare nella pozzanghera della mia debolezza.     

Ero sorprendentemente lucida ma non ricordo molto di quella sera.
  
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