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Autore: Beta Chan    20/11/2014    7 recensioni
[RanTaku un pò malinconica]
"Era ormai da diversi mesi che il mio migliore amico Shindou Takuto mi evitava ripetutamente e mi reputava una persona "strana".
Ma cosa significava in realtà quella parola?
Era una cosa positiva o negativa?
Cosa significava veramente essere visti come pecore nere della società opaca e omogenea...?
Proprio non lo sapevo...
Dovevo scoprirlo."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kirino Ranmaru, Shindou Takuto
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Strano.
 


Strano.

Strano come il mare in tempesta che rovescia l'acqua nella sabbia e porta con se tutte le sensazioni euforiche.

Strano.

Strano come la neve scarlatta e piena di colore che investe il mondo con l'insolita allegria e malinconia dell'inconscio.

Strano...

E' una parola fin troppo adatta per me...
Ma ci stò male. Mi fa male sentirtelo dire...
Soprattutto da te, Shindou.
Non me lo aspettavo per nulla al mondo.
Dal mio migliore amico... o quel che era il resto di te.
La somma delle tue parti migliori e invincibili che ti rendevano un Virtuoso nato.
Perchè non ti riconosco più... sei cambiato...
sei così sadico... ma non come lo sono io. No...
Sembra quasi che  provi gusto nel vedermi annegare in un mare di dubbi e illusioni.
Proprio quando le cose vanno in una giusta piega, ed il tempo si azzera, ecco che compari tu...
pronto a farmi crollare con una piccola frase che forse per te è innoqua, ma per me non lo è.
Ma è frustrante... credimi.
Essere visto sempre come quel ragazzo strano.
Non riesco a sfogarmi, ogni volta che ci provo finisce sempre allo stesso modo.
Con il mio riflesso nello specchio incrinato e il taccuino pieno di sbaffature d'inchiostro corvino con frasi rubate al vento di ciò che non ti ho detto.
E' incomprensibile.
Solo gli strani possono capire la stranezza.
E' la regola del mondo che gira, e le ore che passano incessanti intorno alla terra.
Però credimi... da te non me lo sarei mai aspettato... Mai. Sentirti pronunciare quella frase...

"Se conosco Ranmaru? Certo. Che tipo eh? Beh... è solo un ragazzo strano e sclerotico... ti consiglio di evitarlo. Combina solo guai... stanne alla larga..."

Furono proprio queste le parole che la mia stranezza mi sentì udire al timpano.
Tu che parlavi al telefono... ed io che origliavo con le lacrime che minacciavano di cadere pericolosamente  dai miei occhi cerulei...
Da quel giorno il rapporto fra di noi è cambiato, non mi hai più parlato... e non so proprio il perchè.
Mi sento sbagliato. Troppo. Completamente.
Per te combino solo guai... e pensare che ci tenevo a te, che eri per me il motivo dei miei sorrisi gioiosi.
Facevo il pazzo per farti ridere, e tu mi parlavi alle spalle.
Sfiduciato, tradito, diverso.
Non ho nulla di normale, se non l'esistenza stessa.
Strano.
Chi sono io?
Un folle ragazzo che molti scambiano per una ragazza, con dei bizzarri capelli color fragola raccolti in due codini sbarazzini...
Molti ragazzi mi prendono in giro per il mio aspetto, dicono che sono ridicolo, strano e inadeguato.
Secondo loro sembro una donna. Troppo effemminato per essere un uomo.
In poche parole... sono un'ammasso di stranezza.
Eppure non riesco a capire una cosa...
Distinguersi dagli altri, è una cosa positiva? O... negativa?
Risposta purtroppo non ce n'è.
Non trovo nessuno che condivida i miei stessi gusti, le mie passioni, i miei sbagli del passato. Le mie follie perenni.
Sono sempre stato quel tipo euforico ma malinconico al tempo stesso.
Un'essere strano in mezzo a centinaia di maschere della realtà.
Una farfalla fragile insieme ad un gruppo d'acquile forti.
In poche parole... la classica  pecora nera che va indietro alla massa e parte dalle origini.
Niente è perfetto per me.
Una parola, persino una minuscola sillaba, può rovinare l'esistenza delle persone. Ma soprattutto la mia.
La vita da ragazzo strano non è per nulla facile da affrontare.
Perchè tutti ti guarderanno sempre male, rideranno, e tu non puoi far altro che lasciarli affogare nella loro autocommiserazione alla stranezza e ingenuità, perchè loro tanto non possono affatto capirti.
Nessuno può capire uno strano, se non lo strano stesso.
Son concetti difficili da capire, ma è così Takuto.
Non ti riconosco più amico mio...
Sei stata la mia prima cotta... il mio primo amore...
Cosa ti è successo, perchè sei così cambiato?
Perchè mi dici sempre frasi maligne per vedermi sfiduciare nella poca autostima che ho per colpa tua?
Non mi sembri un uragano, non mi sembri una tempesta invincibile quando fai così...
Ma soltanto un piccolo granello di sabbia nel mare della vita.
Perchè in fondo, io me ne infischio di te e delle tue manie da perfettino, io vado avanti...
Perchè la stranezza è vita.
La diversità è bella.
Essere unici è stupendo.
Ci sei solo tu, ed il mondo.
Nulla di più.
Ed io da questo momento ho imparato a ridere, ad infischiarmene dei commenti della società opaca e tutta uguale.
Io mi distinguo dagli altri, ho una mia forte e contagiosa personalità, e non permetterò a nessuno di incrinarmela con delle piccole frecciatine.
Nemmeno a te... Shindou Takuto.
Perchè in fondo ti voglio ancora bene, ti amo ancora, anche se non te l'ho mai detto.
Ti aspetto sempre, ogni notte... perchè  so che un giorno aprirai finalmente quei tuoi stupendi occhi color caffè e tornerai da me.
Ne sono più che sicuro Shindou, ed io mi siederò su di una panchina, e ti aspetterò. Da sempre e per sempre.
Quando anche tu diventerai come me, strano agli occhi di quella odiosa società, finalmente mi ritroverai e potremo nuovamente stare insieme, continuare una storia già scritta e segnata dall'amicizia e dall'amore.
Amarci come più crediamo e vogliamo.
Apro speranzoso gli occhi celesti, e osservo il mio riflesso dipinto nello specchio di casa.
Sorrido euforico, e mi sciolgo i capelli rosei dai miei soliti codini buffi e spensierati.
Infine li raccolgo rilassato in una ciocca, e inizio a pettinarli, formando piano piano una treccia femminile del medesimo colore della fragola.
Rido senza un preciso motivo per la mente, e mi guardo soddisfatto allo specchio.
Non importa se così sarò preso in giro...
Se apparirò strano...
Perchè la stranezza è positiva, è vita.
La stranezza siamo noi due insieme, caro Shindou.
Non scordartelo mai.
Perchè io di certo non lo farò.
E come promesso, esco e corro a casa tua, con l'intento di confessarti  un'altra volta tutti i miei sentimenti nascosti, e cercare di essere capito e compreso dai tuoi occhi color cioccolato.
Le tue iridi  sono così scure... così profonde... mi mettono i brividi se ci penso. Persino tu.
Ma non importa... voglio tornare dal mio migliore amico per rivederti nuovamente e farti diventare strano come me.
Suono ansioso il campanello color dell'oro, e aspetto impaziente una tua risposta.
Ho voglia di baciare ancora una volta quelle labbra sottili e screpolate che tanto smanio e adoro... accarezzare come prima i tuoi capelli ondulati e fluenti che sanno di vaniglia e crema dolce.
Alla fine mi vieni ad aprire, e mi guardi sorpreso.
Di certo questa visita non te l'aspettavi... ti si legge fin troppo bene in volto.
Fai per chiudere la porta e andartene, ma con uno scatto ti blocco i polsi, facendo intrecciare le tue dita con le mie.
Rabbrividisco e trasalisco di piacere per quel contatto... mi era così mancata la vicinanza dei nostri corpi. La tua pelle delicata ma ruvida nelle dita per il troppo esercizio al pianoforte, mi fa perdere per un attimo la mia concentrazione e determinazione nei tuoi confronti.
«Cosa vuoi?» mi domandi indifferente, guardandomi dritto in fondo ai miei occhi infiniti.
«...Voglio essere strano insieme a te, Takuto...» ti rispondo infine, aumentando la stretta tra le nostre mani ormai divenute calde e sudate per l'emozione.
Abbasso un attimo gli occhi cerulei, per poi rialzarli nuovamente e guardarti curioso nelle iridi marroncine...
Hai un'espressione indecifrabile in volto, non riesco a leggere le tue emozioni...
Quella che sto provando è un'ansia piacevole...
Chissà cosa mi dirai...
Proprio non lo so.
Ma spero in qualcosa di più.
In una nostra riconcigliazione.



 


-Angolino dell'arcobaleno

SALVE a tutta la popolazione di Efp!!
Holaah! Mi siete mancati!!  ^^
E poi che dire...?
Finalmente una RanTaku l'ho scritta!
Non siete felici?! *le lanciano i pomodori*
Vabbeh... veniamo subito alla fic in se vah!
Premetto che ieri sera mi era presa una depressione assurda... tremenda... voi non potete capire...
Mentre mi stavo deprimendo per bene, con un bel barattolo di nutella sotto il braccio... SBAM!  Colpo di genio! Momento Eureka! (?)
Mi metto al computer ed esce fuori questa "roba"... devo ammettere che forse è un pò troppo deprimente, ma vabbeH  U.U
Ciò che ho scritto rappresenta il mio stato d'animo, ciò che prova Ranmaru in definitiva è ciò che sento io... #discorsi contorti livello master :)
E poi che dire? Niente.. ditemi cosa ne pensate, commenti, errori e se vi è piaciuta o meno!
Ora smetto di rompervi le scatole  e me ne vado a mangiare un altro bel barattolo di nutella!
Ciau ciau!! :3
Alla prossima!!

-Beta-Chan

 

   
 
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