Storie originali > Commedia
Segui la storia  |      
Autore: Aenor    20/11/2014    0 recensioni
Se si pensa all’inferno non si può non pensare alle medie. Lo so, voi adulti ben istruiti e bla bla bla (continuate voi con i titoli inutili ) se pensate ai quei tre anni passati sui banchi di scuola con quelle nuove figure chiamate “professori” non potete non definirli gradevoli. Vi siete dimenticati, o meglio abituati, al sapore che il vostro soprannome lascia nelle bocche altrui. Quei tre anni dove il bambino, o meglio preadolescente, non è ne carne ne pesce, sono gli anni delle etichette. Crudeli etichette che puntano a evidenziare un vostro difetto o a ricordare ai posteri una vostra figuraccia.
Sono anche gli anni delle prime cotte, di quelle che ti fanno perdere la testa e che di solito si concludono con un due di picche e secchiellate di lacrime.
Genere: Commedia, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

I DOLORI DEL GIOVANE ONESTO
 





 
 
Dall’ultimo banco la lezione pare sempre lontana, come se il professore parlasse ad altri e non al ragazzino che tende perdersi a guardare i campi aprirsi da dietro un vetro. Al professore non interessa nessun altro se non il genio, figura che probabilmente ogni classe possiede e che magicamente riesce a portare a casa voti altissimi terminando sempre con la dicitura “che culo, non avevo nemmeno studiato!”. Alunno odiato e non solo per invidia ma per il fatto che tutti gli adulti lo trattano in modo diverso, come se lui fosse più meritevole di essere ascoltato. Eppure anche Onesto ha qualcosa da dire ma lo tiene per se, sa come vanno le cose e che anche se urlasse nessuno vedrebbe di diverso se non due grandi chiappe targate Mc Donald.
Sta odiando quegli anni, le medie sono uno spreco di tempo. Perché non passare subito alle superiori? Allo studio specifico di cose che gli interessano oppure fare come in America dove si fanno un mucchio di corsi a scelta e test a crocette. Perché non è nato americano, ancora non lo capisce. Il grasso c’è, la passione per la televisione e i programmi che propina real time pure e possiede anche quella tipica mentalità Yankee che vede le armi come unico mezzo per guadagnarsi il rispetto.
Sta quindi seduto, senza accavallare le gambe se non vuole ribaltare il banco, a guardare un po’ il quaderno scarabocchiato e un po’ il paese che dalla finestra non sembra per una volta deriderlo. Abita in un piccolo paese, dove si conoscono tutti e sono tutti cugini o per lo meno parenti. Di quelli che quando una voce arriva si diffonde più velocemente della luce. Che i popolani siano pettegoli, si è sempre saputo, che essi siano anche interessati ai pettegolezzi che girano alle medie questo è tutto un altro paio di maniche.
Onesto è convinto che gli adulti si sentono soli, non riesce a spiegare altrimenti il loro continuo bisogno di impicciarsi nelle chiacchiere dei ragazzi e chiamare con i soprannomi i figli altrui. Soprannomi che rimarranno attaccati ai ragazzi per tutta la vita e che non puntano a mostrare il buono che c’è in una persona ma anzi, evidenziano difetti e ricordano ai posteri brutte figure. Sono insomma una fregatura, come il foglietto che di solito attaccano alla schiena di Onesto e che, cito testualmente, porta la scritta “dammi un calcio”.
Le medie sono quindi l’inferno terreno. Terribili sotto molteplici punti di vista, capaci di distruggere un bambino ( ops, preadolescente ) e di portarlo vicino alla voragine della depressione. Onesto chiama questi particolari “terribilità” e , visto che la storia è la sua, userò anche io tale dicitura.
Terribilità n. 1 : sono gli anni delle prime cotte.
Terribilità n. 2: le ragazze cominciano ad avere il ciclo e ad usarlo come scusa per il loro caratteraccio.
Terribilità n. 3: tutti giocano a calcio e chi non gioca a calcio è uno sfigato.
Terribilità n. 4: non si può mentire, la mamma lo verrà sempre a sapere.
Viene chiamato, anzi ripreso, e ora si trova con la bocca spalancata e gli occhi da pesce lesso aspettando che l’insegnante ripeta la domanda. Non è bene disposta a farlo, cambio alunno infatti e dopo aver borbottato “sei sempre il solito asino” provocando una risata generale, Onesto si trova ad aggiungere una nuova terribilità: bisogna fingere di stare attenti, la professoressa non te ne fa passare nemmeno una!
La lezione finisce, la campanella squilla e tutti si alzano. Non Onesto però, lui aspetta come sempre che Roberto si avvicini al suo banco per parlare della nuova figurina di Dragon ball trovata. Arriva in fretta Rob, è una sorta di Ranieri della situazione. È bello, aitante per un giovanetto della sua età e ha sul suo curriculum un, per usare il loro gergo, “casino” di ragazze che non solo gli “vanno dietro” ma che gli concedono di toccar loro il sedere durante l’intervallo. Al solo pensiero Onesto sospira, quando ci aveva provato lui in seconda media con una ragazzina detta “la Madonna” aveva ottenuto solo uno schiaffo. Forse avrebbe dovuto pensarci visto l’etichetta che la ragazza portava ma Onesto non è uno che pensa molto, anzi preferisce sia Rob a farlo per lui.
-Ehi, Rob! Ho trovato Gohan in versione super sayan! – Dice entusiasta il nostro eroe mentre agita la figurina plastificata. Rob lo guarda con sufficienza, uno sguardo che non gli aveva mai visto fare e che significava solo una cosa: si era fatto una ragazza più grande.
-Non mi interessano più quelle cosette, ora ho la ragazza e devo comportarmi da grande. Penso che spenderò la paghetta che mi dà la mamma per comprarmi quelle sigarette al gusto di cioccolato. La mia ragazza le fuma, sono una figata! – come volevasi dimostrare….
Onesto lo guarda, ha quell’espressione da cane bastonato che su di lui sembra quella di un cane in procinto di rubarti un biscotto, eppure Rob sembra pensarla diversamente visto che gli dà una pacca sulla spalla e lo consola dicendo – Dai Mc, te le farò provare vedrai. E poi magari Mariangela ti fa conoscere una sua amica, non sai che bocce che hanno! Mica come quelle della nostra classe, quelle sì che sono vere angurie!- Rob ride, Onesto invece lo fissa decisamente serio. Il suo migliore amico si sta dimenticato di una cosa fondamentale: lui non si chiama Roberto Massinari, non ha una villona o un bel corpo ma porta in eredità solo due genitori divorziati, una sorella che preferisce farsi il mondo piuttosto che studiare  e zii su zii fissati con la religione. Che speranze ha uno come lui con una femmina dalle grandi bocce?
-Non sono molto convinto….-
-Eddai Mc, vedrai che  te ne troviamo una! Dimmi di sì, come potrei mai andare al Mc Donald senza di te?
Si illumina, il nome Mc Donald lo mette sempre così di ottimo umore!
-Mc Donald? Quando?
-Sapevo che avresti accettato! Facciamo tra due giorni? Sai domani dobbiamo studiare per scienze, l’apparato riproduttore, te lo ricordi vero? E poi devo esercitarmi per non ridere, la Marella ha detto che la prossima volta che scoppio a ridere alla parola vagina mi mette la nota. –
- Me ne ero dimenticato *piccola bestemmia che noi copriamo con un sonoro bip*! Sì, sì va bene!– Guarda velocemente l’orologio digitale – Sono in ritardo, mamma sarà su tutte le furie perché sto perdendo radio Maria, a dopo! –Onesto raccoglie tutte le sue cose e più veloce che può esce dall’aula per andare nel cortile dove la madre lo aspetta canticchiando qualcosa che sembra “ti ringrazio mio signore “  e entra nell’auto.
Incontrerà davvero una ragazza dalle grandi bocce, non riesce ancora a crederci.
 

 



 
  Angolo autrice: i personaggi da me descritti sono ispirate a persone reali, così come reali sono alcuni dialoghi riportati nel testo. E' la prima volta che scrivo qualcosa di demenziale e spero che vi strappi per lo meno un sorriso. Non pretendete troppo da questa storia, è solo un tentativo di usare la scrittura come mezzo per divertire e non istruire. 



 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Commedia / Vai alla pagina dell'autore: Aenor