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Autore: Ardespuffy    29/10/2008    1 recensioni
Sorride al noi distorto che immagina riflesso entro la cornice dello specchio.
È eccitata e non dovrà far nulla per nasconderlo.
(...)
Genere: Introspettivo, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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A tutti i noi del perché lo stai facendo

A tutti i noi del perché lo stai facendo.

A tutti i noi che smettila di guardare. Non smettere mai.

Ai noi tutti del sempre rendiamo grazie.

 

E al mio noi. Prevalentemente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Gira e rigira nelle narici, corrompendo l’olfatto

integerrimo, lui, fino a prova contraria

.

Quell’odore.

Sputa e ci ripensa, arriccia il naso.

Malva e violetta? Estratti di…

Qualunque cosa sia, fa davvero vomitare.

Sputa, sfrega, sputa, risciacqua. Lo stridere muto dei rubinetti, onomatopea umiliata e confusa

come arriva l’acqua nei tubi? da piccola non riusciva a capirlo. ora se lo chiede con rabbia che le punge la gola

.

Si tira su, ignora lo specchio

intenzionalmente

.

Fissa l’odiato rettangolino del mese, quello agli estratti di malva e violetta, che per l’occasione si veste di un lilla sciapito

senza richiamare i colori che reclama, osserva. sa che quelli non corrispondono. lo sa perché lo sa (lei)

.

Qualcosa che gorgoglia

è un verbo appassionante, non lo è?

tra le gambe acuisce il disprezzo, e al tempo lo muta in un tepore più dolce.

È grata a quei giorni in cui il tumulto del liquido in festa che nasce dal suo essere

giovane e

viva può fondersi alla lava rossa del sangue sorto per il suo essere

giovane e

donna.

Quando avverte quella pulsione, ma il calendario vede rosso, allora non ha di che preoccuparsi. Ogni traccia dell’eccitazione sporca finirà col perdersi, non vista, in correnti d’umido deliziosamente giustificate, più o meno regolari, variamente provvidenziali.

Gli assorbenti profumati sono un’invenzione stupida.

Avvolge le dita

che non ricordava

bagnate, indispettita, nella tela ruvida dell’asciugamano, ripulendosi da stille di dentifricio in schiuma

masticato e non digerito. eterno bolo al gusto di fluoro. forse che potrà smacchiarle la gola?

.

Le viene in testa

(lei)

.

Di colpo, e perché si stupisce, poi? Non può concepire l’eccitazione morbosa che la sconvolge dal fondo del ventre senza che immagini troppo simili a quella si palesino

senza vergogna

con la loro forza dirompente.

Clitoride che vibra, intimidita, e infine pulsa cosciente.

Non ha mai creduto che il battito del cuore fosse collegato a quelle cose, ovviamente. Non lo hai mai fatto e non vuole iniziare.

Però c’è qualcosa nel petto che segue lo stesso ritmo stravolto

un due – tre – sette – cinquanta senza criterio

cui danzano le labbra, piccole e grandi, schiudendosi più volte nel loro bacio muto. Voglia di bocca che annega nel flusso di sangue e negli estratti di malva e violetta.

(Lei)

la emoziona.

Non dovrebbe; è così.

Raccoglie l’odiato

anelato

rettangolo di lilla incoerente, bugiardo sin dalla superficie. Permette che le scivoli fra le dita, scorrendo appena sotto i binari invisibili dei tendini; infine lo ripone dove deve, tra la pelle nuda dei fianchi e l’elastico molle dei calzoni.

Il tocco effimero di una mano basta a destare l’allarme d’ipersensibilità

fantastica

erotica.

Sorride al noi distorto che immagina riflesso entro la cornice dello specchio. È eccitata e non dovrà far nulla per nasconderlo.

Neanche insabbiarne le cause.

In sostanza

la toilette enseigne

crede di amare quei giorni del mese.

Finché ci saranno

(lei)

potrà esploderle in testa. Scrosciarle nel petto.

Lasciarsi vivere.

(Lei.)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Chissà come ho fatto a saltar su con qualcosa del genere. Qualcosa di tanto femminile.

Io, che ho relegato la donna nei più indegni cantucci della mia produzione letteraria (quanto suona importante).

Ad ogni modo, visto che manca un significato evidente, ciascuno cerchi pure il suo. È questo il senso del nonsense, giusto?

(No.)

 

 

  
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