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Autore: Mirhas    20/11/2014    1 recensioni
Riconosco il suono delle campane, che spiccano tra le voci attorno a me cullandomi col loro suono.
Comincio a guardare senza in realtà vedere. I miei occhi sembrano stanchi, forse dal troppo fingere.
Una ragazza dovrà fare una scelta molto difficile. Riuscirà a fare quella giusta?
Genere: Angst, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando gli ultimi rintocchi suoneranno


Mi guardo attorno vigile. Cerco di cogliere quei gelidi sguardi dandogli un senso, ma tutto mi sembra nuovo e strano. Le persone sono strane. Come se all’improvviso mi fossi risvegliata da un profondo sonno e la realtà in cui ho sempre creduto di vivere non esistesse per davvero.

I suoni arrivano alle mie orecchie quasi distorti o, meglio, soffocati. Sì, soffocati. Come se la mia mente cercasse di allontanarli per cercare di proteggermi da qualcosa. Da che cosa mi vuole salvare?

Riconosco il suono delle campane, che spiccano tra le voci attorno a me cullandomi col loro suono.

Comincio a guardare senza in realtà vedere. I miei occhi sembrano stanchi, forse dal troppo fingere.
 
Sento il mio corpo pesante come un macigno e provo a muovere leggermente un braccio. Sembra quasi di alzare un blocco di cemento da quanto è rigido.

Le persone intorno a me sembrano muoversi quasi al rallentatore, o forse è la mia mente a muoversi più in fretta. Sorrido a questo pensiero, ma poi mi sento male per averlo fatto. Perché un sorriso mi fa stare così male?

Le persone a questo mio gesto cominciano a diventare più nervose. Mi guardano con occhi colmi di terrore, arrabbiati cominciano a strattonarmi. Perché? Che cosa ho fatto?

E nonostante tutto rimango calma, tra i miei pensieri. Pensieri silenziosi e stanchi, come se volessero soffermarsi a contemplare il vuoto.

Qualcuno mi mette in mano qualcosa. Guardo l’oggetto senza capire, eppure so che dovrei riconoscerlo.
 
Alzo lo sguardo per cercare gli occhi di quella persona e anche lui mi sembra arrabbiato e in preda al panico.
 
Forse dovrei capire che cosa sta succedendo, ma non voglio lasciare questo senso di pace e tranquillità che mi avvolge. La mia mente mi vuole proteggere perché sa che probabilmente quello che scoprirò mi farà del male e, nonostante sia moralmente d’obbligo scoprire cosa sta accadendo, il mio respiro profondo e calmo mi rende incapace di svegliarmi.

Il suono delle campane accelera i battiti del mio cuore, ma la mia mente si rifiuta di assecondarlo. Questa pace è così bella che il suono dei rintocchi mi avvolge come un abbraccio. Con un sorriso stanco e triste mi domando cosa accadrà quando la campana suonerà gli ultimi rintocchi. Credo che sarà come dire addio ad un fratello.

Qualcuno tra la folla mi tira uno schiaffo e mi riporta brutalmente alla realtà. Le persone ricominciano a muoversi velocemente, i suoni diventano più forti e quelle che parevano semplici voci si trasformano in urla.

La guancia mi brucia e gli occhi incominciano a diventare più umidi, ma la mia mente comincia a ricordare e con orrore guardo l’oggetto che tengo in mano. Perché tra tutte le persone al mondo dovevo essere proprio io a fare quella scelta?
 
Quello che tengo in mano è un telecomando. Se scelgo di premere il pulsante rosso le persone intorno a me moriranno mentre a me sarà concesso di vivere, se scelgo il pulsante blu sarò io a sacrificarmi. Ora capisco il motivo di quegli sguardi. La scelta spetta solo a me e loro sono terrorizzati dall’idea che io non li salvi.
 
I rintocchi delle campane che scandisco l’ultimatum non mi sembrano più così dolci. Anzi, all’improvviso li sento freddi, distanti. Mi viene da piangere. Perché proprio io devo fare questa scelta? Non conosco nemmeno le persone attorno a me, come posso trovare la forza per fare una scelta così drastica? Io sono troppo giovane! Ho ancora tante cose da fare, tante cose da vedere!

Eppure per una questione morale mi dovrei sentire obbligata a farlo. Loro vogliono che io mi senta obbligata a farlo. Dopotutto cos’è una sola vita, in confronto ad un’intera città?

E cosa spera di ottenere il pazzo che mi costringe a farlo? La mia morte? La loro?

Vuole vedere se riuscirò ad essere un eroe e fare la scelta giusta?

E poi quale sarebbe la scelta giusta? Quella dettata dalla morale o dall’istinto di sopravvivenza? Chi ha deciso che una di queste due è più importante dell’altra?

I rintocchi delle campane si fanno sempre più forti. E se mi rifiutassi di decidere? Probabilmente moriremmo tutti.

Le persone intorno a me cominciano a perdere il controllo e ad urlarmi contro. C’è chi piange e mi supplica e chi mi accusa di essere un egoista. Come fanno a definirmi tale? La mia vita è ugualmente importante alla loro! Come posso pretendere che io prenda una decisione così importante senza pensarci! Dopotutto non è la mia città, non è la mia casa!

L’uomo che mi ha tirato lo schiaffo mi guarda con rabbia e mi dice di sbrigarmi a salvarli. Ma come possono essere così crudeli? Danno a me dell’egoista, ma anche loro lo sono! Mi stanno chiedendo di morire come se niente fosse? Si aspettano che una persona si sacrifichi per loro senza nemmeno chiederlo?

Ma sto mentendo a me stessa perché molti di loro me lo stanno chiedendo. Mi supplicano. Piangono.

Ma in entrambi i casi stanno cercando di costringermi, da una parte con la forza e la rabbia, dall’altra con la morale e la pietà. E in questo preciso momento me ne rendo conto. Nessuno di loro a pensato a me. Nessuno mi ha detto che, se anche non avessi scelto il pulsante blu, per loro sarebbe andato bene lo stesso.

Tutti si aspettano che io mi comporti da eroe perché, teoricamente parlando, ognuno al mio posto avrebbe fatto la scelta giusta. Ma nessuno di loro si sta comportando da eroe nei mie confronti, dicendomi di non sentirmi obbligata!

Perché mai dovrei rinunciare alla mia vita se loro non sono pronti a farlo per me.

Premo il pulsante rosso.

Forse dopotutto il mondo non ha bisogno di eroi.





 


Angolo dell’autrice
Lo so che questa storia è un po’ strana, ma io sono fatta così! Mi piacciono i finali diversi e i personaggi con delle psicologie complesse che a volte, come in questo caso, fanno delle scelte moralmente sbagliate. Tra l’altro, l’idea per questa storia mi è venuta ripensando ai film o libri con cui sono cresciuta, dove un semplice ragazzo/a si ritrova a coprire il ruolo di eroe, nonostante inizialmente non lo voglia. Alla fine, ogni volta, il protagonista sceglie di fare la cosa giusta e salvare tutti. Questa volta non è così!
Vi prego di farmi sapere che ne pensate, perché ci terrei molto!
Alla prossima!!

  
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