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Autore: _Marlena_    20/11/2014    4 recensioni
In quel momento aprì gli occhi.
Era una dea.
O forse un angelo?
No, di sicuro era qualcosa di meglio.
E i suoi occhi. Erano blu. Di un blu perfetto.
E stavano proprio guardando me.
Aveva appena aperto gli occhi, e io fui la prima persona che vide.
Notai un piccolo scintillio in quel mare che erano gli occhi di quella ragazza.
Ma non riuscivo ad andare oltre.
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Storia interrotta per mancanza di idee. Scusate.
Genere: Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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«Oh, andiamo Matt! Non posso credere che tu mi abbia convinto a venire qui con te!» dissi sfregandomi le mani lungo le braccia coperte dal cappotto.
Eravamo in fila fuori dal botteghino, in attesa di prendere i biglietti per poter entrare allo spettacolo.
Era una serata particolarmente fredda, soffiava un forte vento e il cielo era coperto da uno spesso strato di nuvole bianche. Avrebbe presto nevicato.
«Dai Amy non fare così» disse dandomi una pacca sulla spalla e scoppiando a ridere quando vide che lo stavo guardando male.
«E poi tu sei l’unica in grado di apprezzare come me un bel culo» e alzò le sopracciglia mordendosi il labbro inferiore sussurrandomi questa ultima frase.
«Matthew!»
Lo sapeva benissimo che mi dava fastidio quando diceva queste cose davanti ad altre persone. Quello che facevo sotto le coperte riguardava solo me.
Gli diedi un pugno sul braccio, sapendo che non gli avrei fatto male.
La fila si muoveva lentamente, anche se mancavano poche persone davanti a noi. Mi guardai intorno, osservando chi mi circondava.
C’era un gruppo di ragazzi, avranno avuto sui 20 anni, e parlavano concitati fra loro immaginando cosa sarebbe successo da lì a breve. Molto probabilmente era la prima volta che assistevano ad una cosa del genere.
Come me dal resto.
Dietro di loro c’erano vari uomini, di diverse età. Alcuni sembravano padri di famiglia, altri uomini soli, lasciati dalle proprie mogli e in cerca di una piccola distrazione, o che non erano ancora riusciti a trovare l’amore della loro vita.
Mi piaceva osservare le persone che incontravo lungo la mia strada. Immaginavo la loro vita, le loro storie passate, i dolori e le gioie. Erano poche le volte in cui mi sbagliavo su qualcuno. In genere riuscivo a leggere le persone molto bene.
Arrivò il nostro turno e Matt pagò anche il mio biglietto, dicendo che era un piccolo anticipo sul mio regalo di compleanno. Peccato che compissi gli anni due mesi dopo.
Entrammo nel locale e lasciammo i nostri cappotti al ragazzo del guardaroba, che mi guardò abbastanza incuriosito, ma non ci feci molto caso poiché il mio migliore amico mi stava raccontando della sua ultima conquista.
Proseguendo, arrivammo nel locale vero e proprio. Era una stanza abbastanza grande, dalle pareti nero lucido e lampade a muro che riflettevano una luce soffusa ma capace di illuminare bene il locale. Ci dirigemmo verso il bancone e Matt salutò il barista ordinando subito dopo due birre. Quando tornò da noi con le nostre ordinazioni mi guardò e disse al mio amico, senza però staccarmi gli occhi di dosso e indugiare più del dovuto sul alcune parti del mio corpo, cosa ci facesse lì una bella ragazza come me, facendomi poi l’occhiolino e sporgendosi dal bancone per avvicinarsi. Mi avvicinai anche io a lui, presi una delle due birre dalle sue mani e gli risposi che ero in quel locale per lo stesso motivo del mio amico, e me ne andai senza aspettare una risposta, lasciandolo lì imbambolato.
C’erano diversi tavolini rotondi disposti davanti ad un palco, molti erano occupati così mi sedetti vicino alla parete di sinistra, nel primo tavolino davanti al sipario blu ancora calato.
Matt mi raggiunse e si sedette accanto a me.
Appoggiai la mia mano sulla sua e lo osservai bene.
Sarebbe stato il perfetto principe azzurro, quello che tutti le madri avrebbero voluto vedere accanto alla propria figlia: occhi azzurri, capelli castani corti e leggermente mossi e una piccola barba che gli correva da un orecchio all’altro lungo la mascella.
Matthew era stato il primo a cui avevo detto che mi piacevano le ragazze. Gli scoppia a piangere davanti quando si mise a ridere, poi mi abbracciò e mi disse che saremmo andati assieme in cerca di giovani donzelle da sedurre.
Sorrisi a quel ricordo. 
 
https://www.youtube.com/watch?v=t6l4H689FtM

Poi le luci si abbassarono gradualmente e il brusio si spense mentre il mio cuore accelerò di qualche battito, senza che me ne rendessi conto. E senza saperne il motivo.
Il suono di un pianoforte riempì il locale e mentre il sipario si alzava, si aggiunsero il suono di una batteria e di un contrabbasso.
Sul palco, disposti a semicerchio e in penombra, c’erano diversi ragazzi che suonavano.
Al centro del gruppo si poteva vedere lo scintillio delle gambe lunghe di una sedia in acciaio. Si intravvedeva anche la sagoma di qualcuno, ma era ancora ricoperto dall’ombra, come a volerne celare l’identità.
Poi una luce si accese proprio lì, ad illuminare tutto, e le parole di  quella canzone riempirono l’area.
    Come and share
    This painting with me
    Unveiling of me,
   The magician that never failed

Una ragazza era seduta su una sedia alta, come quella dei banconi dei bar. Però non era completamente seduta, si appoggiava e basta.
Aveva un lungo vestito blu che le fasciava alla perfezione il corpo. I capelli erano neri come la notte, raccolti in un’acconciatura semplice ma elegante. Aveva gli occhi chiusi, come se si stesse concentrando e volesse estraniarsi da tutte quelle persone che la fissavano.
    This deep sigh
    Cover all my chest
    Intoxicated by
   A major chord

Notai che manteneva il tempo con il piede sinistro, mentre con la mano destra reggeva il microfono.
Si muoveva lentamente, oscillava piano, seguendo la musica. Come se seguisse il ritmo del suo cuore.
    I wonder do I love you or the thought of you?
In quel momento aprì gli occhi.
Era una dea.
O forse un angelo?
No, di sicuro era qualcosa di meglio.
E i suoi occhi. Erano blu. Di un blu perfetto.
E stavano proprio guardando me.
Aveva appena aperto gli occhi, e io fui la prima persona che vide.
Notai un piccolo scintillio in quel mare che erano gli occhi di quella ragazza.
Ma non riuscivo ad andare oltre.
    Slow, love, slow
    Only the weak
    Are not lonely
Si alzò dalla sedia e scese le scale del palco, iniziando a camminare lentamente e in modo sensuale fra tutte le persone sedute nella sala.
Muoveva le spalle mentre cantava.
Viveva la canzone.
Era bellissima.
Sembrava essere appena stata catapultata dagli anni ’50. Una di quelle donne che cantavano nei locali blues e jazz, dove si ritrovavano i malviventi a bere whisky, fumare sigari e giocare a poker. Proprio come nei film. Solo che lei sembrava così reale.
    Southern blue
    Morning dew
    Let down your guards

    I love you
    
Ice cream castles
    Lips to ear rhymes
    A slumber deeper than time

L’ultima persona a cui passò di fianco fui io. Aveva catturato la mia attenzione come nessun altro con quei suoi occhi. Notai che spesso si voltava a guardarmi, mentre passava vicino alle altre persone.
E mi sorrideva.
La stavo seguendo da quando era scesa dal palco. Mi resi conto che avevo la bocca leggermente aperta, quindi la richiusi, vedendola avvicinarsi a me.
Mi sfiorò la schiena prima di allontanarsi e io sentii un brivido percorrermi tutto il corpo.
    Slow, love, slow
    Only the weak
    Are not lonely
Era tornata sul palco, ora sembrava di nuovo irraggiungibile.
E mentre il chitarrista faceva un assolo, lei posò il microfono nell’asta e si voltò, dando le spalle al pubblico. Il vestito le lasciava scoperta tutta la schiena.
In  quel momento decisi che aveva una schiena perfetta.
La vidi portarsi le mani sulle spalline come per farle scivolare lentamente giù.
Si stava spogliando.
Il mio cuore sembrava seguire lo stesso ritmo della musica ora.
Era incessante, veloce, martellante.
Una spallina era scivolata.
Notai che aveva un tatuaggio sulla spalla, ma non capii bene cosa fosse. Era troppo lontana.
E anche l’altra spallina era andata.
Abbassai la testa, incapace di guardare.
Sentivo che il mio viso stava andando a fuoco, i miei occhi si stavano inumidendo e avevo una strana sensazione allo stomaco.
Non riuscivo a capire.
Non riuscivo a capire cosa mi stesse succedendo.
    Slow
Ero lì per quello dopotutto.
    Slow, love, slow
Sapevo che sarebbe successo.
Eppure non riuscivo a guardare quel miracolo che si stava spogliando.
Ricordai di avere Matt di fianco, così mi voltai a guardarlo.
Era rapito dalla quella visione sul palco.
Potevo capirlo bene.
Guardai il resto delle persone in quella stanza. Erano tutti uomini. E avevano tutti lo stesso sguardo.
Mi resi conto di essere l’unica donna in quella stanza.
Così mi concentrai il più possibile sulla bottiglia fra le mie mani, nonostante riuscissi ancora a vedere cosa stesse succedendo con la coda dell’occhio.
    Slow, love, slow
    Slow
    Slow
Sperai che almeno la sua intimità fosse coperta.
Ormai la musica era sparita.
Sentivo solo il mio cuore nelle orecchie e la sua voce.
La sua bellissima voce.
Sentii un lungo applauso alla fine. E diversi fischi.
Poi il sipario si abbassò e io finalmente riuscii ad alzare la testa.




N.d.A.
Buonasera! O buongiorno, dipende da quando state leggendo la storia xP
Questo è un piccolo esperimento, non avevo mai scritto una sogn-fic, ma questa canzone... Come potevo non scriverci una ff sopra?
Comunque loro sono i Nightwish! Il mio gruppo preferito <3
Spero vi piaccia la canzone e in generale la mia storia :)

A presto, sperando di avere ancora ispirazione per continuare la storia!
  
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