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Autore: Anna Mellory    29/10/2008    3 recensioni
Rise amaramente, mentre le dita affondavano tra i capelli: quando era cambiato tutto?
Quando aveva smesso di essere presente nella vita della sua famiglia?
Laura di certo non l’aveva aiutato, forse aveva dato il colpo di grazia alla relazione con sua moglie, ma quando era davvero iniziato tutto?
[In Treatment]
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Il primo bacio sulla luna - Deve essere così

Rating: Pg

Personaggi: Paul Weston

Disclaimers: il telefilm "In Treatment" e relativi personaggi appartengono alla HBO.

Buona lettura ^^


# # #


IL PRIMO BACIO SULLA LUNA

Deve essere così






Mettere a dormire suo figlio Max non era stato difficile.
La promessa di raggiungerlo più tardi nel grande letto matrimoniale lo aveva tranquillizzato e, abbracciato al orso di peluche di quando aveva cinque anni, si era addormentato.
Scese al piano terra, gli scricchiolii della scala che sembravano rimbombargli nelle orecchie, e raggiunse a passi strascicati la cucina.
Quella casa era vuota.
Rosie si era rifugiata da un’amica e sarebbe ritornata solo lunedì. Ian era al college e dubitava che sarebbe ritornato a casa, almeno per il momento.
C’erano solo lui e Max, da soli per tutto il weekend,anche se quel sabato in qualche strano modo era già passato.

Kate era partita per Roma.
Con il suo amante.

Sospirando, mise il bollitore del the sul fornello acceso. I popcorn del cinema gli erano rimasti sullo stomaco.
Quel pomeriggio erano andati a vedere “Spiderwick” ma a metà spettacolo erano usciti dalla sala, Max si annoiava a vedere un film tanto stupido.
Avevano girovagato per il centro commerciale sottostante al cinema: entrati nella libreria, Max aveva insistito a comprare un libro di meccanica e durante il viaggio di ritorno aveva continuato a fargli domande sul funzionamento di una macchina.
Era sveglio suo figlio.

L’acqua iniziò a bollire.
Paul spense il fornello e con cautela versò il liquido bollente nella tazza. Attese che la bustina spargesse l’aroma alla menta e poi la buttò.
Mescolando con un cucchiaino si apprestò a tornare al piano di sopra. Passò davanti allo studio e si bloccò: aveva chiuso  entrambe le porte d’entrata?
Entrò ma non accese la luce.
La luna illuminava fiocamente la stanza rendendola quasi un altro luogo: era veramente lì che Paul passava le sue giornate?
Era lì che il suo matrimonio aveva cessato di esistere?

Lentamente, particolari familiari presero forma: le foto dei suoi figli, la barca che gli aveva regalato Sophie, la macchina per il caffè di Alex…
Odiava quell’oggetto.
Alex glielo aveva imposto con la forza, aveva spostato le foto della sua famiglia e l’aveva piazzata lì marcando il suo territorio. E Paul lo odiava perché nel corso del tempo si era accorto che quella stanza era l’unica che gli appartenesse in tutta la casa.
Rifletteva ciò che veramente era: un uomo triste e solo, incapace di realizzare che il suo matrimonio stava andando a fondo.

Si sedette sul divano e, dopo aver poggiato la tazza sul tavolino, si prese il volto tra le mani.
Gli mancava Kate, gli mancava tremendamente.
Sebbene facesse di tutto per non farlo vedere a Gina, temeva che il suo comportamento, la sua rabbia fossero degli indicatori abbastanza evidenti della sua sofferenza.
Si chiese quando fosse stata l’ultima volta che avevano fatto l’amore.
Due? Tre mesi prima? O forse di più?
Eppure era certo di ricordare ancora come le sue labbra lo facessero impazzire ogni volta che gli baciava l’orecchio, come fosse sorpreso ogni volta che carezzava il suo corpo con le mani.
Della sua risata, invece, non aveva memoria.
Le sue grida, oh sì, quelle le ricordava bene. E le lacrime anche.
Lacrime tra le grida.
Poteva essere il titolo perfetto per un libro thriller.

Rise amaramente, mentre le dita affondavano tra i capelli: quando era cambiato tutto?
Quando aveva smesso di essere presente nella vita della sua famiglia?
Laura di certo non l’aveva aiutato, forse aveva dato il colpo di grazia alla relazione con sua moglie, ma quando era davvero iniziato tutto?

-Papà?-
Paul si riscosse dai suoi pensieri.
- Max, che ci fai ancora in piedi?-
Il bambino dallo stipite della porta lo guardò leggermente colpevole:-Avevo freddo e poi tu non tornavi più-
L’uomo si alzò dal divano ed in pochi passi fu di fronte al figlio: - Se vai in giro con i piedi scalzi ci credo che hai freddo- disse, spingendolo in corridoio e chiudendo la porta dello studio.
Mano nella mano arrivarono alle scale.
- Aspettami qui un attimo che vado a spegnere la luce della cucina- gli sussurrò Paul, dandogli un leggero buffetto sulla guancia.
Max annuì e con uno sbadiglio si sedette sul primo gradino stringendosi le ginocchia al petto. I riccioli scuri erano scompigliati e gli occhi, sebbene pesti per il sonno, vigili.
- Ecco fatto ora possiamo andare a letto- disse Paul, sorridendo leggermente.
- Mi porti in braccio?- chiese il bambino allungando le braccia.
Paul lo guardò sorpreso: aveva la schiena a pezzi ma la strana luce negli occhi del figlio gli impedì di rifiutare.
Passando le braccia sotto le ascelle del bambino lo issò da terra. Subito le gambe di Max si allacciarono strettamente alla sua vita, le braccia attorno al suo collo ed il viso nascosto nell’incavo della spalla.
- Ti voglio bene, papà- mormorò con voce sottile.
A Paul si strinse il cuore.
Accarezzò quasi con riverenza la testa riccioluta del figlio e gli posò un bacio sulla fronte.
- Anch’io te ne voglio piccolo-

Finite le scale, il bambino era profondamente addormentato e Paul, osservano il sorriso leggero che gli adornava le labbra, strinse la presa attorno al suo corpicino e si diresse verso la camera da letto.



FINE



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Note

La passione per questa telefilm è scoppiata tutta di un botto a fine settembre quando Cult ha cominciato a trasmetterlo ogni giorno. Ho scaricato tutta la serie e me la sono sparata tutta in una settimana, anche se le ultime puntate non sono ancora riuscita a vederle.
Questa fic l’ho scritta di getto settimana scorsa mentre aspettavo l’inizio delle lezioni in università: il risultato non mi convince più di tanto,probabilmente è troppo affrettata.
Non so nemmeno se sia una one-shot o meno. So solo che è incompleta.
Perciò chiunque abbia voglia e tempo di darmi un parere, lo prego di farlo, gliene sarò molto grata.
Anna Mellory

  
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