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Autore: Kotomy    21/11/2014    4 recensioni
"Avete presente Piccoli problemi di cuore? Ecco, proprio quell'anime in cui due adolescenti si ritrovano a vivere insieme perché hanno dei genitori oltremodo idioti. In questo preciso istante io e mia sorella Rin stiamo osservando la casa dei Taisho, pronte a suicidarci in qualunque evenienza. Sappiamo che sarà una convivenza più che impossibile ma siamo sicure soprattutto di due cose... primo: i nostri genitori hanno assunto qualche sostanza per arrivare a tale decisione. Secondo: con i due fratelli demoni non andremo per niente d'accordo. Poco ma sicuro."
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Piccoli problemi di testa e... di cuore

 


Chapter 1

 

 

[Kagome]

 

Spiegatemi quali menti malate scambierebbero i loro partner con quelli di un'altra coppia.

Io la risposta la so, ma non me ne capacito ancora. A quanto pare i nostri genitori hanno quel tipo di mente. Diciamo che hanno piccoli problemi di testa... Proprio piccoli... Forse grandi....

Ma chi voglio prendere in giro? Hanno dei giganteschi problemi di testa.

Posso capire che si conoscano dalle superiori ma arrivare addirittura a scambiarsi e andare a vivere tutti nella stessa casa come se niente fosse mi sembra pressoché impossibile se non addirittura irreale. La mia mente si rifiuta di prendere in considerazione questa idea, sa per certo che se lo facesse sprofonderebbe nella pazzia insieme a quella dei miei genitori dando loro corda e forse ammettendo che quello che stanno facendo non è poi così sciocco. Cosa che invece lo è, davvero tanto.

Io e Rin abbiamo provato a dissuaderli da questa folle idea ma per loro l'amore non ha ostacoli, anche se gli ostacoli in questione sono tre figli di cui due contrarie allo scambio e alla convivenza a cui saranno sottoposte per il resto della loro vita. Non riusciamo ad accettare l'idea di mettere un punto dove volevamo una virgola, di abbandonare per sempre l'idea di famiglia felice che avevamo tanto sperato e che eravamo quasi riuscite ad ottenere. Direi che mia sorella ha gli stessi pensieri che le frullano per la testa mentre percorriamo le strade di Tokyo. Tutte e due siamo spiaccicate con la faccia con il finestrino a guardare dietro di noi, nella vana speranza che nostro padre faccia retromarcia e ci riconduca alla nostra vecchia e adorata casa. Ma sappiamo che rimarrà un'utopia, papà continuerà ad andare avanti fino ad arrivare dai Taisho, senza rimpiangere la scelta presa e la stessa cosa varrà per la mamma. Nessuno dei due accenna ad avere un ripensamento o un senso di colpa verso noi poverette. Di Sota non si preoccupano neanche un po', sanno che a lui sta a cuore solo la loro felicità, non che per me e per Rin non sia importante, ma diciamo che preferiamo di più il nostro lato egoistico. Nessuna delle due vuole staccarsi dalle vecchie abitudini ed è più che normale. Doversi abituare ad una nuova famiglia, ad una nuova casa, a delle nuove situazioni e a delle nuove regole sarà davvero difficile, sarà un cammino pieno zeppo di guai, me lo sento dal profondo delle viscere..

Mi viene in mente una situazione ormai quotidiana, quando il professore deve riconsegnare i compiti e il panico più totale e l'ansia si impossessa del mio stomaco. Ecco, è la stessa sensazione come provo in questo preciso istante, lo stomaco non accenna a smettere di fare la box e il panico si sta impossessando di me. Faccio un lungo respiro, cercando di calmarmi e torno a guardare la strada che sfreccia sotto di me. Essendo Agosto, la città pullula di ragazzini che si godono gli ultimi istanti di libertà poiché prossimi ad iniziare il nuovo anno scolastico. La strade dall'asfalto bollente si fondono con i piedi dei passanti, il grigio del cemento viene coperto da tutti quei colori appartenenti alle scarpe di chi cammina. I negozi straripano di gente che approfitta degli ultimi sconti prima che la collezione invernale si faccia spazio tra le vetrine che portavano un sacco di colori fino a due mesi fa. Un ragazzo è appena uscito correndo, penso che in quella boutique ci sia l'inferno se non qualcosa di peggio osservando la faccia del tipo scampato alla morte. Alzo la testa, una coltre bianca ricopre l'azzurro del cielo e il sole ustiona la vista di chi cerca di sfidarlo con gli occhi. Ammetto la mia sconfitta e porto nuovamente i miei occhi sulla strada. Mancano pochi metri e poi... La fine. Anzi è appena arrivata.

Mio padre parcheggia la macchina davanti ad una villa. Mi volto a guardare la mia nuova casa e rimango estasiata dalla maestosità ma soprattutto dall'azzurro pastello che ricopre le pareti dell'abitazione e da un'aria di tranquillità a tutto l'abitacolo. Apro lo sportello della macchina e senza rendermene conto, resto con la gonna incastrata nella portiera. Porca paletta! Tiro adagio cercando di liberare il tessuto intrappolato dalla morsa della portiera ma mi è impossibile, se tirassi più forte si romperebbe. Fortunatamente mio padre corre in mio soccorso, sbloccando la macchina e permettendomi di liberare la mia gonna.

“Grazie Pa'” dico recuperando il mio borsone lilla con tutto l'occorrente dentro. Sposto i miei occhi sui miei fratelli e noto la faccia sorpresa di Sota seguita da quella di disgusto di Rin, non ha mai amato le persone ricche, dice che sono troppo altezzose per i suoi gusti e ancora mi chiedo come fa ad essere amica di quel miliardario di Kohaku. Mi rispondo dicendo che quest'ultimo non ha mai svelato a Rin il suo essere benestante fino a pochi mesi fa e lei lo ha accettato anche se contrariata. Rido vedendo la sua espressione e appena se ne accorge si volta verso di me, facendomi intendere che di lì a poco avrebbe vomitato per tutta quella sfarzosità. Effettivamente non c'è niente in questa villa che non metta in mostra la buona posizione della famiglia Taisho, un signore anziano sta potando i cespugli, i fiori che adornano la villa sono tutti dello stesso ed identico colore, nessuno si distingue. Le finestre posizionate in tutti e tre i piani risplendono e agli angoli hanno decori d'oro, il manico dello stesso materiale delle decorazioni. Il portone in legno antico è coperto da un arco che funge da tettoia. Il cancello che separa gli Higurashi dai Taisho è alquanto enorme e mi sento a disagio, quasi come fossi una carcerata dietro a delle sbarre troppo alte per essere scavalcate. Mi abituerò mai a tutto questo?

 

[Rin]

 

Voglio scappare adesso. In tre nanosecondi voglio eclissarmi senza farmi notare. Posso in qualche modo scampare a tutto questo?

Se apro la portiera della macchina cado fuori e rischio di essere investita per poi porre fine alla mia vita, il che non sarebbe tanto male in questo momento, se invece resto dentro dovrò affrontare questa situazione per poi morire, che sarebbe davvero orribile. Penso che la macchina sia più veloce ed indolore. Si, decisamente molto mooolto meglio la macchina, almeno non dovrò subirmi tutto questo. La mia mente sta elaborando un piano di fuga ma in questo momento il caldo della metropoli impedisce alla mia materia grigia di formulare un pensiero di senso compiuto o almeno un pensiero che abbia soggetto e verbo. Mi strofino circolarmente le tempie e chiudo gli occhi ma l'immagine della mia 'nuova famiglia' si fa spazio tra i miei pensieri provocandomi una fitta allo stomaco. Per di più non una famiglia normale, una famiglia piena di demoni! Anche mio padre fa parte della loro stirpe ma di un calibro minore appartenendo alla schiera dei mezzi demoni, ma pensare di vivere assieme a quattro demoni completi mi provoca un brivido lungo tutta la schiena. Solo mio fratello Sota è nato mezzo demone anche se ha sembianze umane in tutto e per tutto, mentre mia sorella Kagome ed io siamo non abbiamo nessun sangue demoniaco che ci scorre nelle vene, per nostra fortuna direi. A quest'ora ci saremmo macchiate di sangue un centinaio di volte come hanno fatto mio padre e mio fratello ormai in vita da un sacco di anni. Distolgo i pensieri dal mio albero genealogico e nella mia mente ricompare la 'famigliola felice' con cui dovrò condividere persino il bagno, al solo pensiero mi viene il vomito. Non ci tengo a farmi vedere in intimo da persone SCONOSCIUTE. Però devo ammettere che in una minuscola parte, quasi inesistente, la curiosità mi sta rodendo il fegato, chissà che aspetto hanno, avranno zanne affilate pronte ad annientarci oppure tratti dolci e delicati come quelli di mia madre o spigolosi come quelli di mio padre? A proposito dei miei genitori, ma cosa hanno fumato per arrivare a tale decisione?! Marijuana? Ashish? No, qualcosa di peggio, molto peggio. Scuoto la testa e subito dopo unisco la mani in segno di preghiera per poi chinare la testa.

Vi prego, fate che sia una Candit Camera, tutto uno stupido e fottuto scherzo che verrà svelato appena nostro padre svolterà l'angolo. Tre...due...uno... NO. È la pura e semplice realtà, così crudele e menefreghista nei confronti di una ragazza sedicenne anni (quasi diciassettenne) che verrà sbranata dai suoi nuovi 'parenti'. Sul mio volto compare un'espressione di terrore e mi schiaccio contro il vetro guardando dietro di me e grattando le unghie sul finestrino come fanno i gatti.

Voglio morire. Voglio essere sulla punta più alta della corona della Statua della Libertà e buttarmi giù. Si, ho già pensato ad altri trecento tentativi di morte nell'ultimo quarto d'ora ma non posso farne a meno, non so come cavolo filarmela da questa assurdità. Non ho neanche diciotto anni per decidere per me, se li avessi avuti adesso sarei in Italia a godermi una bella vacanza con il mio migliore amico e forse non farei più ritorno in patria per non conoscere mai quegli essere oscuri che non devono essere nominati. Ma no, le famiglie hanno deciso di iniziare il trasloco ad inizio estate e quindi eccoci qui, il 31 agosto per le strade affollate di Tokyo. Mi sembra ovviamente ovvio. Vaffanculo mondo, vaffanculo vita e vaffanculo genitori con i criceti al posto del cervello. Maledico tutto quello che i miei occhi incrociano, a partire dal signore che sta attraversando la strada per finire con quel micio che si sta buttando dal quinto piano di un palazzo. Quanto vorrei essere nei suoi panni.

Abbasso il finestrino e sporgo la testa per assaporare gli ultimi minuti di libertà prima che la morsa della fine mi prenda. Prima che questa fatidica fine mi divori dai capelli alle unghie dei piedi mi volto verso Kagome e noto il panico impossessarsi del suo corpo piano piano. Le gambe le tremano impercettibilmente e gli occhi sono fissi sulla strada davanti a noi. Sota invece ha un Chupa Chups in bocca che continua a rigirarsi tra i denti provocandomi un senso di fastidio ogni qualvolta che quest'ultimi sbattono contro il dolciume. Non amo particolarmente i dolci se non fosse per i Mikado e i Mars e penso proprio che per i miei diciassette anni potrei farmi fare una torta di Mars con i Mikado al posto della candeline. Sarebbe una figata assurda, davvero. RIN! Concentrati su quello che è davvero importante adesso e cioè il tuo futuro pieno di guai denominati più comunemente demoni. Si è capito che io e questa specie non andiamo molto d'accordo ma di sicuro non è colpa mia se da piccola sono stata aggredita da uno di questi e solo perché quella fottuta palla era caduta nel loro giardino o per meglio dire, Yura l'aveva buttata nel loro giardino per puro sadismo

Maledetta demona con tette più grandi di quelle di Nami! No aspetta, forse quelle non le supera nessuno. Io per mia fortuna ho solo una terza e posso permettermi qualunque vestitino senza essere troppo evidente o troppo provocante. Può darsi invece che non amo particolarmente questa razza per il semplice fatto che sono freddi e senza cuore.

All'improvviso mi ritrovo con il viso letteralmente incollato al sedile di mia madre. Mi massaggio la guancia e imito tutta la mia famiglia; slaccio la cintura e scendo cercando di non inciampare come mio solito. Guardo terrorizzata la villa che mi si para dinanzi, così maestosa e sfarzosa. Voglio tornare a casa mia, che contava solo otto stanze ma che ci faceva sentire davvero tanto uniti. Volto il mio sguardo verso Kagome che cerca di liberarsi la gonna dalla macchina e che ringrazia mio padre appena ci riesce. Spalanca la bocca notando l'abitazione enorme e appena mi guarda porto due dita in gola. Di lì a poco avrei vomitato, ne ero più che sicura. Non ho mai amato il lusso e questa non sarà di sicuro la volta buona che riuscirò a farmelo piacere. Io e la ricchezza siamo due poli opposti, io a nord e il denaro a sud, non che guasti avere sempre qualche soldo con sé ma non così tanti da cagarli. Solo dalla casa posso intuire quanto saranno altezzosi gli inquilini e crudeli dato che stanno facendo potare le aiuole a un signore anziano, che riesce a malapena a chinarsi. Vorrei tanto aiutarlo ma un cancello mi impedisce di raggiungerlo. Mio padre si avvicina suonando al campanello e mentre aspetta una risposta, io inizio ad osservare tutta l'abitazione, finché il mio sguardo non viene catturato da un volto affacciato ad una finestra del terzo piano. Riesco difficilmente a distinguere se i tratti sono femminili o maschili e appena riesco a mettere a fuoco la vista, lo stalker sparisce dietro le tende. Simpatico quanto un tappo nel deretano. Sbuffo e mentre afferro il mio borsone azzurro, il portone si spalanca così come il cancello. Dalla casa esce un signore con dei fluenti capelli argentei legati in una coda, gli occhi ambra ci fissano felici, le guance contrassegnate da striature violacee si allargano per permettere ad un sorriso di illuminare il volto dell'uomo. È alto e prestante, fasciato in uno smoking dalla giacca nera e i pantaloni bianchi. Ok, devo ammettere che se quello è il nuovo compagno di mia madre, mi va quasi bene. Ho detto quasi ma di sicuro non posso dire che sia orrendo anzi devo ammettere che è davvero splendido, mio padre in confronto sembra il ranocchio mentre lui è già in fase post bacio. Da dietro di lui sbuca una donna altrettanto bella e dai medesimi capelli e occhi. Beh, direi che si sono trovati. Potrebbero essere l'uno il gender bender dell'altra. Il suo corpo fasciato in una tailleur beige mette in risalto le sue forme così perfette e così ben proporzionate, altro che Belen Rodriguez. Si, so abbastanza cose dell'Italia ma è perché è il mio paese preferito e so quasi tutto quello che lo riguarda. A partire dalla pizza per finire con il Colosseo.

Sbatto le palpebre per tornare a concentrarmi sulla futura moglie di mio padre e i miei occhi si focalizzano in quelli miele di lei che le conferiscono uno sguardo freddo, allo stesso tempo quell'impercettibile sorriso le dona una dolcezza quasi velata. Si porta una ciocca dietro l'orecchio e una delle sue mani si poggia sulla sua guancia coprendo quei marchi che la contraddistinguono come il suo ex -marito. La pelle nivea sembra essere fatta di porcellana, nessuna imperfezione solca il suo corpo.

A questo punto arrivo a chiedermi come caspita fanno due angeli come loro a non volersi più! Troppa perfezione forse? Per prediligere i miei genitori devono avere qualche problema. Si, critico molto la mia famiglia ma è normale, mi hanno fatto un torto e io adesso li ripago con le mie considerazioni mentali su quanto siano inutili rispetto ai Taisho. Proprio mentre mio padre sta per prendere parola...

 

[POV KAGOME]

 

Da dietro quelle due perfezioni scolpite da Madre Natura stessa, spuntano due ragazzi. Uno dei due mi fissa accigliato, sembra non sopporti il mio odore mentre l'altro mi ignora direttamente, non che la cosa mi dia fastidio ma almeno un 'ciao' potrebbe rivolgermelo. Il ragazzo disgustato porta un jeans strappato e una camicia di cui i primi due bottoni aperti lasciano intravedere quanto anche con lui, Madre Natura si sia divertita a far del suo meglio. Sorride divertito al mio sguardo puntato sul suo collo e distolgo gli occhi guardandolo di sottecchi, e noto che subito dopo avermi rivolto una smorfia, sposta il suo sguardo su Rin strabuzzando gli occhi. Guardo mia sorella stringere i pugni e puntare i piedi sul terreno. Si conoscono? Si e probabilmente non scorre tanta simpatia tra i due.

L'altro ragazzo, molto più alto, più serio e più composto rientra in casa seguito dall'altro fratello senza neanche essersi presentato, non che gli altri componenti l'abbiano fatto. Sarà un vizio di famiglia. Scrollo le spalle e mi affianco a mia sorella e a mio padre.

“Non vedevamo l'ora che arrivaste”. La voce possente e allo stesso tempo suadente dell'uomo fa sciogliere letteralmente mia madre che si appoggia al braccio del suo 'compagno' appena il cancello che li divide si spalanca.

“Naraku finalmente”.

“Seiya sono così felice di rivederti”. Seiya Taisho, ex-moglie del signor Taisho, futura compagna di mio padre Naraku. Wow. La donna lascia un'impronta di rossetto sulla guancia di mio padre che sorride ricambiando il gesto con qualcosa di più passionale. Mi volto per evitare la scena e noto l'assenza di Rin. Ma dove... Che caspita ci fa di nuovo in macchina?!

“Prego entrate, non restiamo qui fuori” ci invita Seiya spalancando la porta. Sono tutti in procinto di avviarsi verso l'ingresso ma un mio colpo di tosse li fa girare e senza fare troppi giri di parole indico Rin dentro l'automobile; mia madre sbuffa e sorridendo fa entrare noi per poi avviarsi verso mia sorella pronta a farle la lista dei pro dell'unione. Prima di chiudere la porta dietro le mie spalle, sbircio un'ultima volta e subito dopo rimango estasiata dall'interno della casa. È davvero una villa extra-lusso, i divani in pelle rossa, il parquet bianco, il lampadario di cristallo... Sembra di essere in un hotel a cinque stelle. Si ispira aria di nobiltà in qualunque angolo della casa e inizio a sentirmi inappropriata in questo ambiente.

“Avete perso qualcuno per strada?” sbotta all'improvviso lo stesso ragazzo che si scambiava le occhiatine con Rin.

“Sono appena arrivati e già se la danno a gambe. Pensavo che sarebbero resistiti per almeno una settimana” continua divertito. Lo guardo con fare omicida e appena se ne accorge non fa altro che accentuare la sua smorfia di piacere.

“Resisteremo una settimana, un mese e persino un anno, piccolo botolo ringhioso!” borbotta Rin spalancando la porta e catturando tutta l'attenzione su di sé. Mia sorella ha del fegato da vendere, io mi sarei divertita in altro modo ma lei è molto più schietta di me. Si avvicina con fare pericoloso al ragazzo, fino a posizionarsi a pochi centimetri da lui, gli tira una ciocca per farlo abbassare e porta i loro visi vicini. Le loro labbra distano pochi millimetri, gli occhi si fulminano e la mano di Rin tiene ancora stretta la ciocca di capelli del ragazzo.

“Stammi bene a sentire Inuyasha, questa volta resisterò finché non sarai tu a cadere al suolo stramazzato e senza forze. Mi sono spiegata?!” ringhia mia sorella. Inuyasha la fissa, non stacca il suo sguardo da lei e proprio mentre sta per porre fine alla distanza che separa le loro labbra arriva l'altro fratello interrompendo il divertimento del minore.
“Inuyasha... Queste scene, risparmiatele” dice distaccato.

“Sesshomaru se tu non hai voglia di divertirti, questo non significa che neanche io debba averla” risponde ridendo e allontanandosi. Sesshomaru si avvicina a me per poi

oltrepassarmi e andare verso la cucina dove scompare dietro la porta di legno.

“Perdonate i miei figli, purtroppo hanno dei caratteri davvero particolari” spiega il padre.

“Oh Inuno sta tranquillo. Di sicuro non posso dire di avere tre angeli io... Come avete potuto vedere, una di loro ha già mostrato il suo carattere peperino. Gli altri due fortunatamente sono un po' più razionali e più calmi rispetto a quella testa calda di Rin” continua mio padre ridendo e appoggiando una mano sulla spalla di Inuno che si unisce alla sua risata.

“Bene ragazzi, le vostre stanze sono al secondo piano. Rin la tua è quella accanto a quella di Inuyasha, Sota la tua è in fondo al corridoio mentre quella di Kagome è quella di fronte alla stanza di Sesshomaru”.

Perfetto direi. Davanti all'unico ragazzo che non ha degnato nessuno di noi se non suo fratello e per fargli una ramanzina. Di bene in meglio.

Riprendo il mio borsone e affianco Sota e Rin nella salita verso le camere da letto. Appena ci ritroviamo nel corridoio, ci separiamo alla ricerca della nostra stanza. Stasera mi farò raccontare qualcosa da Rin, sono curiosa di sapere cosa è successo tra lei e Inuyasha.

 

Angolo scrittrice *^*
 

Salve bella gente, se state leggendo vuol dire che avete finito il capitolo.

Beh, come vi sembra? Fatemi sapere.

Prima di chiudere, vorrei spiegarvi il perché questo stravolgimento del carattere di Rin.

Questo personaggio è da poco che ha catturato la mia attenzione e l'unico particolare che non mi piaceva era il suo carattere, troppo dolce e bambina (Ma dai xD) e così ho voluto cambiarla radicalmente sia per darle un tocco mio, sia perché ho voluto prendere spunto da una Rin cazzuta di cui avevo letto in una fic.

Adesso che ho spiegato il perchè di questo cambiamento, posso concludere :)
Grazie per avere letto e recensite se vi interessa o vi è piaciuta :3

Baci Kotomy ♥

 

   
 
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