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Autore: DreamWanderer    22/11/2014    6 recensioni
Draco abbandonò quel riflesso per andarsi a sedere sul letto a baldacchino. Pose il mento sulle mani giunte a pugno, cercando di riflettere.
Non riusciva a credere che la ragazza che aveva visto sfilare come una prostituta sul tappeto di un night club fosse la Sanguesporco Grifondoro Hermione Jean Granger.
STORIA VINCITRICE DEL TITOLO "BEST AU" DEL "neverending stories awards", ottavo turno.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista, Serpeverde | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie 'All for Love'
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Just For Love



          Back to Hogwarts


La mattina di Natale Draco si svegliò in un luogo familiare eppure, a dirla tutta, più accogliente di quanto non ricordasse: Hogwarts.

Quando, da ragazzo, aveva occupato il dormitorio dei Serpeverde incastonato nei sotterranei della scuola era stata sua abitudine, in quei giorni in cui si svegliava prima del solito, recarsi ai piani più alti per ammirare in santa pace la vista impareggiabile del castello e del parco ammantati delle prime luci dell’alba. Non gli era capitato molto spesso, per via delle lezioni, ed in realtà aveva cessato del tutto questo suo vizio con il passare degli anni: “guardare quattro rami e due o tre file di merlature con una faccia da triglia non era cosa che si confacesse ad un Malfoy”, gli aveva detto suo padre.

Successivamente, Draco aveva rimpianto tutte le occasioni che aveva rifiutato per ammirare la sconfinata libertà che regnava in quelle mattine silenziose. Perciò spesso, durante l’ultimo semestre – e soprattutto quando Hermione aveva il turno di notte in Infermeria –, aveva colto diverse opportunità per riparare a quel torto che aveva fatto a sé stesso.

Quella mattina, tuttavia, la prospettiva di una passeggiata solitaria per i corridoi delle torri non lo attraeva minimamente.

Ancora mezzo addormentato allungò un braccio alla sua sinistra, a stringere i fianchi caldi di Hermione. Sorrise nel sentire la sua pelle vellutata sotto la propria – sorrise nel rammentare di come proprio quel braccio, che ora percepiva distintamente la morbidezza del corpo di lei, per una manciata di interminabili anni non avesse conosciuto altro che il bruciore, il dolore e la consistenza della garza premuta contro la carne.

Rimuovere gli ultimi residui della maledizione non era stato facile – così gli aveva riferito Hermione, visto che lui era stato addormentato e non sapeva esattamente cosa fosse successo. Sorprendentemente, aveva scoperto che ricorrere all’Ardemonio per squarciarsi un braccio era stato la sua salvezza.

 

--Il Marchio non è solo un tatuaggio.-- gli spiega Hermione senza riuscire a guardarlo, appollaiata sul bordo del letto dell’Infermeria. --Serviva a Voldemort per chiamarvi a sé, ma anche per trovarvi. Doveva essere uno strumento di tortura a doppio taglio: doveva tormentare gli altri attraverso l’operato dei Mangiamorte e doveva tormentare i Mangiamorte che avrebbero potuto rivoltarsi contro colui che l’aveva impresso.--

Draco annuisce, attento, invitandola a continuare.

--Per torturare i Mangiamorte aveva due strategie: la prima era giocata sulla pressione psicologica esercitata dalla sua semplice esistenza, dalla consapevolezza che Lui poteva trovarli, che l’avrebbe fatto e che li avrebbe uccisi; la seconda invece doveva essere più un meccanismo di sicurezza che avrebbe disperso del veleno nell’organismo del traditore, se mai questo dovesse tentare di graffiarsi via il tatuaggio.--

Il biondo sgrana gli occhi, inorridito. --Il Marchio… è avvelenato?

La riccia annuisce con fare grave. --Non è inchiostro normale quello che viene usato per imprimerlo, è una pozione contenente una tossina non identificata che si diffonde nel corpo se la superficie del simbolo che lo “contiene” viene intaccata.--

Assurdo. Diabolico. Orribile.

--Come fate a sapere tutte queste cose? Quando le avete scoperte? E perché…--

…perché non sono morto?

Hermione, finalmente, alza il capo e fissa i propri occhi nei suoi. --Le tue cicatrici non erano superficiali, Draco. L’Ardemonio ti ha scavato il braccio, lasciando dei brani di carne cauterizzata anche nei tessuti più profondi dell’epidermide… e così facendo ti ha salvato la vita: il veleno del Marchio è rimasto intrappolato nelle cicatrici, che non presentano ricambio cellulare e che perciò non hanno permesso la diffusione delle tossine.--

Lui riesce solo a guardarla fisso mentre la sua mente fatica ad ingranare, dibattendosi, confusa e spaventata, in tutte quelle nuove e terribili informazioni.

Obietta: --Ma sanguinavo, a volte.--

Sul viso di lei si disegna una smorfia amara. --Quello non è un veleno normale. Sa che deve uccidere e cerca di farlo anche se non si trova in condizione di entrare in circolo. In qualche modo riusciva a risuonare con le tue paure e ad aprire dei tagli nelle cicatrici, ma i rimasugli dell’inchiostro erano incastrati talmente in profondità nel tessuto cicatrizzato da non riuscire comunque ad interagire con il resto dell’organismo. Forse, se fossero rimasti lì, prima o poi ci sarebbero riusciti… ma li abbiamo tolti, ormai. Non ti nuoceranno più.-- conclude, cercando di sorridergli rassicurante.

--Sapete tutto questo perché avete analizzato i campioni che avete estirpato da me.-- conclude il biondo.

Hermione scatta senza preavviso alcuno e gli prende il volto tra le mani per guardarlo con quei suoi occhi grandi che, ora, mostrano tutto il suo turbamento.

--Avrei potuto perderti, Draco. Se tu avessi colpito il Marchio in un qualsiasi modo che avesse lasciato anche una sola briciola di quello schifo in circolo, saresti morto.-- lacrime calde si affacciano alle sue ciglia. --Ti avrei perso e non l’avrei nemmeno mai saputo.--

Draco nemmeno perde tempo a risponderle: d’impeto alza il braccio sano per stringerle il mento tra le dita e attirarla a sé in un bacio fatto di sollievo e di paura. La sente rispondere alla sua passione, percepisce le sue mani aggrapparsi al colletto del suo pigiama.

--Signor Malfoy, lei dovrebbe riposare.--

Il richiamo severo di Madama Chips li spinge a interrompersi bruscamente. Si scusano in coro, abbassando i capi in segno di contrizione; quando sentono la porta del suo studio richiudersi sollevano gli sguardi l’uno sull’altra e si scoprono entrambi arrossiti. Cominciano a ridere piano, sentendosi improvvisamente due adolescenti colti sul fatto.

 

Draco si puntellò su un gomito e si tirò a sedere contro la testiera del letto, esponendo l’avambraccio alla luce mattutina che filtrava dalle finestre.

La sua riabilitazione era stata indolore e sorprendentemente rapida, a dispetto della complessità dell’intervento – avevano dovuto riaprire ogni cicatrice e scavare per poter richiamare, attraverso un incantesimo, tutti i frammenti infetti del Marchio, poi risistemare gli squarcio sul suo braccio dopo aver controllato che nessuna tossina fosse entrata in circolo. Il suo corpo era guarito in fretta, dando prova di quanto la tempra della famiglia di sua madre fosse ben presente in lui.

Ormai sulla sua carne erano impresse solo alcune linee biancastre – spesse e piuttosto vistose nonostante il suo incarnato pallido, ma nemmeno lontanamente evidenti come le crepe con cui aveva convissuto per anni.

E tutto grazie a lei, che aveva atteso, che aveva pazientato, che aveva insistito… che aveva rotto le scatole fino alla fine. E perciò, decise Draco, lei non avrebbe dormito un secondo di più.

Tornò a stringerle i fianchi morbidi tra le braccia e l’attirò a sé – senza badare troppo alla delicatezza – per poi annegare il viso nella piega profumata del suo collo, dove lasciò un bacio.

--Sveglia…- le soffiò all’orecchio.

Lei mugugnò un diniego. --Ancora cinque minuti.--

--Sveglia…-- insisté il biondo, scivolando con le labbra lungo la sua spina dorsale.

La riccia sospirò. --Chiudi le tende, c’è troppa luce.--

--Se è per questo c’è anche un casino da far accapponare la pelle in tutta la stanza, vista la… fretta che avevamo ieri sera.-- le rispose la sua voce da un punto non ben definito sotto il copriletto.

Lei brontolò qualcosa di indistinto riguardo alla sua mania di volere tutto subito.

--Granger, sveglia.--

Hermione spalancò gli occhi all’improvviso e squittì, scattando di lato con le coperte strette al petto. Stizzita, allungò una mano per scostare i lembi delle lenzuola che non aveva trascinato con sé, scoprendo un Draco molto sorridente e molto soddisfatto di sé stesso.

--Mi hai morso!-- lo accusò, più incredula che arrabbiata. --Scusa, ma ti pare il caso?!--

Lui si strinse nelle spalle in risposta. --Non ti volevi svegliare.--

La riccia alzò gli occhi al cielo e sospirò. --Sei impossibile.-- soffiò indispettita, ma gli permise di stringerla a sé mentre lasciava gli occhi sorvolare sulla camera che condividevano. --Dici che Blaise e compagnia ce l’hanno con noi per la nostra fuga precipitosa di ieri sera?--

Draco le posò un lento bacio su una spalle, mugolando soddisfatto nel sentire la sua schiena nuda aderirgli al petto. --Abbiamo passato con loro la sera della Vigilia, abbiamo aperto i regali e abbiamo brindato. Se ne faranno una ragione.--

Lei sorrise, la mano che scivolava lungo il suo braccio e risaliva fino al suo viso per poi attorcigliarsi ai suoi capelli fini. --Abbiamo effettivamente lasciato un gran disordine.-- commentò senza un vero motivo, solo per sentire la sua voce roca per il risveglio.

Draco la guardò, la dolcezza e la malizia che giocavano a nascondino tra le sfumature dei suoi occhi chiari. --Avevamo altro a cui pensare.--

La giovane donna arrossì, sorridendo timidamente nel sentire le proprie gote scaldarsi: stavano assieme da mesi, ma riusciva ancora a farla reagire come una ragazzina.

Quel ballo di gala dei primi di agosto era stato per loro una rivelazione, un inizio. Hermione non avrebbe saputo dire per quanto avessero danzato, passando da una sinfonia all’altra senza nemmeno accorgersene, perduti com’erano in quel labirinto di sguardi e di figure. Non ricordava nemmeno gli ospiti che salutavano prima di andare; ricordava solo la propria mano stretta in quella di Draco, la loro corsa su per le scale mentre lui, con un sorriso luminoso ed estatico quanto il suo, la guidava verso la camera padronale – la sua camera.

Tutto ciò che era accaduto subito dopo, invece, lo ricordava bene – tremendamente, dolorosamente, meravigliosamente bene.

Rammentava anche il giocoso applauso di Daphne e Pansy e Blaise e Theo quando, la mattina dopo, avevano riconosciuto l’espressione inebetita e raggiante che aveva colonizzato i loro volti; Harry aveva accennato un lieve brindisi con la sua tazza di tè, Ginny le aveva rivolto un soddisfatto gesto d’approvazione.

Incredibilmente, persino la Professoressa McGranitt aveva sorriso quando li aveva sorpresi per caso a baciarsi in un nicchia di un corridoio durante un cambio d’ora, anche se si era premurata di chiedere ad Hermione di mantenere una condotta appropriata quando nei paraggi degli studenti – una raccomandazione che non aveva fatto a Draco, invece, ben sapendo che l’avrebbe preso come un divieto e che, per inconscio spirito di ribellione, avrebbe quindi fatto di tutto pur di contravvenirvi.

Sorrise a quel pensiero, assorta; poi un lieve morso sul collo la riportò alla realtà.

--Mi stai ignorando, Granger.-- si lamentò il biondo, stringendola contro di sé per avvolgerla meglio col proprio corpo e sentirla il più vicina possibile. --Non mi piace e non ci sono abituato. Persino in classe pendono tutti dalle mie labbra.--

In effetti, il giovane Professor Malfoy era incredibilmente portato per l’insegnamento e stava collezionando soddisfazioni ed elogi, ma lei non poté fare a meno di prenderlo in giro. --Solo perché le ragazzine non riescono a staccarti gli occhi di dosso e perché i ragazzi sperano che qualche incantesimo rimbalzi e sfregi questo tuo bel faccino.--

Draco rise di cuore mentre allentava la presa per permetterle di girarsi a fronteggiarlo. --Mia cara, sei in errore: i ragazzi sperano che qualche incantesimo rimbalzi per essere spediti in Infermeria ed essere accuditi dalla bellissima e bravissima assistente di Madama Chips.--

In effetti – amori più o meno platonici e del tutto ipotetici a parte – entrambi godevano di una certa popolarità tra gli studenti: erano due nuovi membri del corpo insegnanti ed erano giovani, il che significava che dovevano aver avuto esperienza diretta della terribile Seconda Guerra Magica.

Hermione sorrise e sfregò felinamente il capo contro il viso di lui. --Geloso?--

La sua risata le riverberò tra i capelli. --Un po’.-- le sollevò il mento con un dito, guardandola negli occhi. --Gelosa?--

--Ovvio. Quindi, mio caro, ho intenzione di tenerti qui a letto tutta mattina e stancarti per bene, in modo che tu non abbia nemmeno la voglia di considerare accettare le avances delle tue piccole studentesse.--

Draco ghignò, le mani calde che scorrevano per i suoi fianchi irresistibili ed oscillavano lentamente su di lei, accarezzandole le gambe e la schiena. --Mi sembra una buona idea. Così buona, in effetti, che credo m’impegnerò anche io per stancare te ed assicurarmi che tu non rimanga insoddisfatta.--

La baciò a fondo, con passione, intrappolandola tra sé e il materasso morbido; tuttavia le braccia di lei si incrociarono sul suo petto e si distesero per spingerlo indietro.

--Non ci provare, amore.-- gli ringhiò contro le labbra, intervallando i baci alle parole e dando inizio ad una di quelle loro così piacevoli schermaglie. --Stai sotto tu.--

Draco premette il bacino contro di lei, mordendole piano la gola e lottando dolcemente per non permetterle di ribaltare le posizioni – non ancora, almeno. --Non te la darò vinta senza combattere, amore.--









 

Angoletto!

Ma buondì!
Ebbene sì, signore e signori, siamo arrivati alla fine: questo è l'epilogo di Just for Love.

Non so cosa dire, veramente ^^' è strano pensare che sia finita, visti tutti gli anni che è stata in ballo, incompleta o con aggiornamenti in ritardo, a languire... e invece fin qui ci siamo arrivati.
Non so nemmeno se posso definirla esattamente una "fine"... perché ho qualche shottina successiva in mente: una su Astoria, una su Shannon e Annabelle, una su Blaise che va a conoscere i Weasley... cosette così, insomma. Conto di cominciare a postarle tra un mese al massimo e di pubblicarle ad intervalli regolari di ogni due settimane, come ho fatto finora per questi ultimi capitoli... quindi, se siete interessati a scoprire possibili retroscena di questa serie, tenete d'occhio la mia
pagina autore o la mia pagina Facebook!
Inoltre, visto che devo ancora cominciare, volevo chiedervi: delle tre che ho elencato ce n'è una che vorreste leggere per prima in particolare? Potrei provare a pubblicare prima quella che riceve più "nomination", se mi riuscisse! Scrivete pure le vostre eventuali preferenze – non per forza in una recensione se non avete il tempo, basta anche una voce di commento su FB. Cercherò di tenere in conto eventuali preferenze – tempo e ispirazione permettendo, ovviamente!

Da ultimo, ma non per importanza, se qualcuno di voi fosse interessato, mi sono resa disponbile per fare traduzioni su commissione; i testi tradotti (in inglese, forse in spagnolo se proprio proprio il committente dovesse insistere) verranno pubblicati sul mio account di
FanFiction.net e pubblicizzati in giro tramite il mio DeviantArt e il mio Tumblr. Se siete interessati date pure una voce!

E... niente, non ho molto altro da dire, se non che vorrei non dovervi salutare. Siete state delle persone meravigliose a seguirmi fino a questo punto, a non dimenticarmi nonostante paresse che io mi fossi dimenticata di voi e di questa storia. Vi assicuro che non era quello il caso.
Spero che questa storia vi sia piaciuta e che il finale vi abbia soddisfatto!
Un bacio immenso ed un grazie infinito.
Sempre vostra,
Clarisse

;*
   
 
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