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Autore: Mad Genius    22/11/2014    2 recensioni
Questa piccola One Shot tratterà di cinque momenti in cui Toph chiama Aang con quello strano soprannome e di come il loro rapporto si sia evoluto tra un momento è un altro. E' definitivamente una Taang, ma potrebbe essere considerata AU esiste proprio perchè non collima con l'originale finale delle serie e perchè, specialmente nell'ultima fase di questa storiella, si avranno eventi che staccheranno questo racconto dallo show televisivo "La Leggenda di Korra". Con la speranza di avervi incuriosito, vi lascio alla lettura.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aang, Toph
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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She Calls Him “Twinkle Toes”.

 

 

 

 

 

“What Are You Doing Here, Twinkle Toes?”

 

 

 

 

 

E ora che accidenti voleva, quel baro? Era odioso! L’aveva battuta soltanto grazie ad un trucco, quello non era un attacco prodotto dal Dominio Della Terra. Era…Aria? Non ne era sicura, quel tipo era dannatamente rapido; non era neanche riuscita a capire che stile di lotta aveva adoperato quel baro dai piedi tanto rapidi.

Eccolo lì, che prova a giustificarsi e a chiederle addirittura dei favori. Ne ha di coraggio, lo sciocco. Non solo l’aveva privata del suo titolo (ed era un affronto che non gli avrebbe mai perdonato!), ma ora osava persino venire in casa sua! Oh no, niente da fare: avrebbe chiamato le guardie piuttosto. E così fece, non voleva proprio essere disturbata da quel ragazzino disonesto e i suoi amichetti: aveva già i suoi problemi, figurarsi se aveva tempo per quello strano tipo.

Perfetto, erano andati via e le guardie l’avevano bevuta sulla sua “Paura”. Paura… come se la Bandita Cieca avesse mai avuto paura. I suoi non la capivano, era sola… tremendamente sola. Non aveva amici, i suoi non volevano andasse in giro poiché era “fragile e indifesa”, i pochi che l’avevano mai vista l’avevano osservata soltanto sotto le luci del ring… nessuno  parlava mai con lei. Non che sentisse la mancanza delle persone, non era mica una sciocca sentimentale lei, però… però quando Piedi Rapidi le aveva chiesto di parlare aveva provato una strana sensazione: sembrava che volesse stringere… amicizia. Non volle sorridere… ma era la prima volta che qualcuno la trattava… come un essere umano.

“Sciocchezze!” Si disse poi l’erede della famiglia Bei Fong. “Piedi Rapidi è solo un baro e la prossima volta che saremo insieme lo farò volar via con un pilastro di pietra!”

Si rifiutò ancora di sorridere e decise di non pensare al fatto che aveva, anche se inconsciamente, espresso il desiderio di rivederlo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“I’d Know Your Little Footsteps Anywhere, Twinkle Toes.”

 

 

 

 

 

Ogni tanto avrebbe voluto essere diversa, o almeno… come Katara. Lei non poteva, e non avrebbe mai potuto, vederla, ma doveva essere splendida. Piedi Rapidi… il suo cuore perdeva sempre un battito quando era vicino a lei, ma quella sera, al solo vedere Katar, il cuore di Aang aveva cominciato a palpitare e a battere forte come un gong. Non era gelosa di Aang… voleva soltanto essere notata ogni tanto. Katara era bellissima, persino lei che la vedeva solo tramite le onde sonore se ne rendeva conto, e non era invidiosa, Toph Bei Fong si sentiva bene col suo corpo e non aveva mai provato una sincera gelosia per l’aspetto altrui, ma almeno una volta nella vita avrebbe voluto essere notata per prima. Voleva che qualcuno perdesse quel battito per lei, voleva che qualcuno cominciasse ad avere la stessa tachicardia che Aang aveva quando vedeva Katara. Sokka… oh Sokka sarebbe stato più che gradito. Se avesse avuto lui quelle palpitazioni al solo vederla, Toph probabilmente si sarebbe sciolta come neve al sole. Quella per Sokka era una bella sbandata… ma il suo cuore non mentiva: nessun sobbalzo, nessun acceleramento… la vedeva come un’altra sorellina. Per una volta avrebbe voluto sentirsi speciale, solo una! Avrebbe voluto avere una qualche caratteristica particolare, proprio come Aang. Del resto lei aveva solo gli occhi inutilizzabili, una patologia che poteva colpire chiunque, ma i passi di Aang erano unici, inimitabili. Li avrebbe riconosciuti tra i suoi di mille passi, immersa nella confusione di una festa di paese, in mezzo ad una tormenta… ovunque. Non sapeva perché, ma i suoi passi erano quelli che riconosceva meglio: neanche con Sokka ci riusciva. Certo, i passi del fratello di Katara li riusciva a distinguere, ma quelli di Piedi Rapidi erano… familiari, quasi come se li avesse uditi altre volte, in tempi che non le appartenevano.*

Stavolta non riuscì a trattenere il sorriso: Piedi Rapidi era speciale e, in un certo senso, soltanto lei poteva “vedere” questa sua “specialità”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Who Knew Twinkle Toes Could Dance?”

 

 

 

 

 

E chi se lo aspettava! Piedi Rapidi era bravo davvero!

 

*HIC*

 

Okay, forse stava esagerando ma quella roba, per quanto forte fosse, aveva un gran bel sapore. Aang era stato fantastico… quei ragazzi sembravano felici. E non aveva bisogno di vedere per capirlo: i loro cuori, i loro movimenti, il loro respiro perfino, indicavano quella strana frenesia con la quale Piedi Rapidi li aveva fatti rinascere.

 

*HIC*

 

Accidenti se era buona quella roba! E poi… come ci riusciva? Non ricordava (troppo alcool.) chi glielo aveva spiegato, ma sapeva che i Dominatori dell’Aria (anzi IL Dominatore dell’Aria nel caso di Aang.) per usare i propri poteri sfruttavano la serenità, ma Piedi Rapidi era un vero e proprio faro di ottimismo e vitalità! Non sapeva come fosse possibile, ma il suo amico instillava nei cuori di tutti un’irrefrenabile gioia di vivere… quasi fossero liberi. E in fondo era stato così anche con lei… aveva creduto così tanto in lui che aveva addirittura sfidato apertamente i suoi, aveva persino versato una lacrima per lui! Libertà… essere liberi come l’Aria. Poteva una montagna essere libera come il vento?

 

*HIC*

 

Okay, stava entrando nel filosofico: non andava bene! Però… fino a poco tempo fa, avrebbe risposto di no senza pensarci un secondo. Ora non ne era certa… Aang aveva cambiato il suo “punto di vista”.

 

*HIC*

 

Rise forte: doveva appuntarsela quella scemenza sul punto di vista. Però… era vero. Aang l’aveva cambiata, proprio come stava cambiando quei ragazzi. Quando si tastò il volto, si scoprì di nuovo sorridente: Piedi Rapidi cominciava ad avere uno strano effetto su di lei.

 

*HIC*

 

“Way to go, Dancy Pants. I Think You Really Did Help Those Kids; You Taught Them To Be Free.”

 

E, anche se non lo avrebbe mai ammesso davanti a lui, lo aveva insegnato anche a lei: Piedi Rapidi, con la sua semplicità, aveva fatto sentire la montagna libera come l’aria.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“I Hope You Kick Some Seriously Fire Lord Butt, Twinkle Toes.”

 

 

 

 

 

Ti prego… Aang, ti prego: non morire. Non puoi farmi questo, non puoi andartene. Ho paura per te, l’ho ammesso. Cioè non l’ho proprio ammesso… ma ho accettato un abbraccio di gruppo, e ormai è noto che io (apparentemente) odi il contatto fisico con gli altri. Tu sai che non dimostro l’affetto con degli stupidi abbracci… perciò puoi immaginare quanto mi senta impaurita adesso. Non lo ammetterò mai, ma se hai imparato qualcosa dalle mie lezioni (e so che lo hai fatto!) potresti sentire quanto forte mi batte il cuore in questo momento. Non lasciare che le mie paure si realizzino… per favore, non permettere a quell’esaltato di portarti via da m… da noi. Mi sento ridicola, vorrei riuscirmi a confidare con te come riesco a farlo (Solo una volta, non sono una sciocca sentimentale io!) con Zuko, ma non sono in grado di aprirmi tanto facilmente. Vorrei dirti quanto mi hai fatto bene, quanto mi hai cambiata e quanto io tenga a te… ma non ci riesco e forse neanche voglio. Prendilo a calci, fai si che quelle sue chiappe arrossiscano non a causa delle fiamme ma a causa dei tuoi colpi! Non lasciare che Ozai vinca, non lasciare che ti porti via da me e dagli altri… è ancora presto per quegli squinternati della Tribù dell’Acqua, non devono per forza generare il nuovo Avatar quest’anno, no? E poi se muori ti toccherebbe mangiare quelle strane schifezze, e tu non vuoi mangiarle. E… e… ti prego, Piedi Rapidi, non morire!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Fine. Follow Me, Twinkle Toes.”

 

“Toph, I’m Forty Years Old. You Think You Could Stop With The Nicknames?”

 

“ ‘Fraid Not.”

 

 

 

 

 

Quarant’anni. Accidenti quanto tempo era passato, sembra ieri che io e Piedi Rapidi ci incontravamo per la prima volta in quel ring. Sembrava passato così poco: la fuga, l’addestramento di Aang, le lotte, la ferita infertagli da Azula, la vittoria su Ozai, il suo lasciarsi con Katara dopo pochissimi mesi… invece erano passati quasi trent’anni. Ricordo ancora quando gli ha spezzato il cuore, ma del resto era innegabile che Katara avesse cominciato a vederlo più come un fratello minore che un fidanzato. Lei aveva deciso di rompere con lui, e io mi ritrovai a viaggiare in giro per i vari Paesi con un Piedi Rapidi chiuso e intristito: bella noia! All’inizio avevo scelto di continuare a girovagare con lui solo per evitare di confrontarmi di nuovo con mio padre o mia madre, ma persino da depresso quello sciocco monaco è più saggio di tanti altri, e ben presto mi riportò da mio padre. Dopo avergli parlato per più di due ore (non avevo mai neanche sognato di parlare tanto col mio vecchio.) andammo da mia madre: lei era sempre stata più “malleabile” del mio vecchio e, dopo avermi stritolata con un abbraccio infinito, alla fine capì del perché Aang avesse dovuto “rapirmi” (e ancora oggi si rifiuta di dire che sua figlia è fuggita da casa.) e di quanto io fossi stata in gamba nell’aver allenato l’Avatar e dotata nell’arte del Dominio vista la creazione del Dominio del Metallo. Dopo un po’ li convinsi a tornare insieme e, sebbene un iniziale imbarazzo, alla fine si convinsero e furono molto meno restrittivi. Capirono che avevo il bisogno di viaggiare con Aang, ma che sarei tornata da loro più spesso e… forse capirono prima di me quanto volessi avere accanto Piedi Rapidi. Il nostro primo bacio ce lo scambiammo al secondo festival tenuto in onore della fine della guerra: circa sedici mesi dopo la sua rottura con Katara. Era stato strano, ma bellissimo. Il nostro stare insieme ha fatto bene ad entrambi, ricordo ancora che quando ci siamo sposati sembravamo gli stessi bambini di dodici anni che eravamo dentro: credo che Zuko non ci perdonerà mai di essere scappati, subito dopo essere stati ufficializzati come marito e moglie, lasciando a lui il compito di informare gli ospiti della sospensione del banchetto. Ma non è stata solo colpa mia, accidenti. Piedi Rapidi si annoiava pure… e poi finalmente eravamo sposati, ciò significa che gli atti impuri che avevamo cominciato a perpetrare fin dall’età di sedici anni ora erano legali: come potevamo voler perdere tempo con un pranzo con migliaia di invitati? Mia madre guarda male Aang da allora… ma suppongo sia normale, a nessuno piace essere piantati in asso specie ad un matrimonio. E ora siamo qui: io da bambina ribelle sono diventata un capo della polizia (Sokka si diverte a ricordarmi che ora devo sottostare a delle regole, e lui è ancora l’Avatar che deve salvare il mondo da tutti i vari squilibrati che provano a farlo sprofondare nel caos. Abbiamo avuto due figli, entrambi Dominatori dell’Aria per sua somma gioia, e attualmente, quando non siamo in missione risiediamo nella città fondata da Aang stesso. Ogni tanto mi capita di ripensare al nostro primo viaggio insieme e di sorridere nel vedere che nonostante tutti i nostri cambiamenti e il nostro nuovo nucleo familiare siamo sempre noi stessi… è buffo come a volte gli Spiriti operino in maniera tanto imperscrutabile: se non lo avessi mai conosciuto, la mia sarebbe stata una vita davvero grigia. Non potrei essere più contenta di stare accanto al mio Piedi Rapidi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E ci siamo!! Finalmente ho scritto questa roba che mi frullava in testa fin da ieri notte. Teoricamente dovrei andare avanti con la mia luuunga fiction sui Digimon, ma al momento non ho il tempo di elaborare un altro capitolo di quella trama tanto complessa e articolata, e per di più questa storia era decisamente più ispirata. Non ho sottratto tempo ai miei impegni, proprio come la mia shot su Percy Jackson (di cui questo racconto condivide la struttura episodica.) anche questo lavoretto è stato scritto in poco più di mezz’ora di intensa ispirazione e non credo sia neanche eccessivamente malaccio come lettura (anche se come sempre non ho il tempo di rileggere per eliminare eventuali errori.) e che sia un ottimo preambolo per ciò che ho in mente per un futuro ancora discretamente lontano. Difatti, dopo che avrò ultimato la long che sto scrivendo, ho deciso che dovrò scrivere altre tre long: una su Avatar, una su Detective Conan e una su Percy Jackson. Credo proprio che la lunghissima Taang che ho in mente sarà la prima (e spero di renderla la storia Taang più lunga e articolata di questa sezione.) e spero tanto che vi appassioni. Altra piccola cosa: leggendo la mia storia potreste notare che vi sono degli asterischi *, mh? Allora, il primo di essi è dovuto al fatto che la teoria sul "Face Stealer" e la donna dell'Avatar mi appassiona tantissimo e sono sicuro che vi scriverò su di essa. Gli altri invece circondano i singhiozzi di Toph. Ora io non ricordo bene l'episodio, ma so che Toph non era ubriaca, anzi. Solo che, non se per quale motivo, l'idea di lei ubriaca mi ha fatto ridere e ho deciso di stravolgere un po' quell'episodio. Inoltre l'improvviso cambio da terza persona a prima persona è voluto, poiché gli ultimi capitoli sono totalmente incentrata sui pensieri che voluto darle per questa storia. Credo di non dover dire più niente, grazie per l'attenzione: per ora è tutto; spero di non avervi annoiati o disgustati troppo. Alla prossima!

  
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