22/11/2014
1 recensioniSPERANZA
Non ce la faceva. Non riusciva a non piangere. Sua madre le mancava così tanto. Era da esattamente dieci anni che sua madre l’aveva abbandonata, contando gli anni a Tenroujima erano addirittura diciassette, ma per lei erano comunque tantissimi.
Si era sintanata in casa, aveva chiuso le tende e si era nascosta sotto le coperte. Tremava. Aveva paura.
Pensieri su pensieri le affollavano la testa.
Pian piano anche i ricordi stavano cominciando a fare la loro parte.
-Ricordati, figlia mia, c’è una cosa, una parola che non dovrai mai dimenticare, nella tua vita dovrà esserci sempre, ricorda: “von”. Non abbandonare i sogni, cara mia.
Le utlime parole di sua madre. Ma cosa voleva dire “von”?
Aveva cercato su vari libri, ma nessuno ha saputo darle una risposta.
-Lucy? Lucy, sei qui? C’è nessuno?
Dannazione. Pure Natsu doveva intromettersi. Non voleva mostrarsi debole, non a lui.
-Lucy, mi spieghi cosa ci fai sotto alle coperte al buio in pieno giorno?
-Natsu lasciami sola.
-Non se ne parla, ora vieni fuori di lì e mi dici cos’hai!
Ma Lucy non ne voleva sapere e il dragon slayer di conseguenza le tolse a forza le coperte e iniziò a farle il solletico.
-Hahahaha ho capito ahahahaha basta haha ti prego!
-Finalmente sorridi! Devo dire che così sei molto più carina.
La ragazza arrossì di colpo, non aspettandosi quel complimento.
-Lucy, ora dimmi seriamente cosa succede, mi stai facendo preoccupare.
Tentennò un po’, poi decise di aprirsi.
-Vedi… oggi, dieci anni fa, anzi, diciassette, mia madre…
-Shh. Ho capito.
E l’abbracciò. Il suo corpo era caldo: lui trasmetteva calore, era un calore speciale, di quel calore che ti smuove il cuore.
Poi a Lucy vennero in mente i pensieri fatti poco prima.
-Natsu, hai mai sentito la parola “von”?
-Certo! Come fai a conoscerla? È in una lingua nordica, me l’ha insegnato Igneel, vuol dire “speranza”.
Ecco cosa voleva dirle quel giorno: non perdere la speranza.
-Perché mi hai chiesto così all’improvviso?
-Nessun motivo particolare.
Natsu non chiese più nulla, capendo che era un argomento molto delicato e notando lo stato d’animo della ragazza tra le sue braccia sempre più negativo.
Passarono il resto della giornata così, a crogiolarsi l’uno tra le braccia dell’altro.
Si era sintanata in casa, aveva chiuso le tende e si era nascosta sotto le coperte. Tremava. Aveva paura.
Pensieri su pensieri le affollavano la testa.
Pian piano anche i ricordi stavano cominciando a fare la loro parte.
-Ricordati, figlia mia, c’è una cosa, una parola che non dovrai mai dimenticare, nella tua vita dovrà esserci sempre, ricorda: “von”. Non abbandonare i sogni, cara mia.
Le utlime parole di sua madre. Ma cosa voleva dire “von”?
Aveva cercato su vari libri, ma nessuno ha saputo darle una risposta.
-Lucy? Lucy, sei qui? C’è nessuno?
Dannazione. Pure Natsu doveva intromettersi. Non voleva mostrarsi debole, non a lui.
-Lucy, mi spieghi cosa ci fai sotto alle coperte al buio in pieno giorno?
-Natsu lasciami sola.
-Non se ne parla, ora vieni fuori di lì e mi dici cos’hai!
Ma Lucy non ne voleva sapere e il dragon slayer di conseguenza le tolse a forza le coperte e iniziò a farle il solletico.
-Hahahaha ho capito ahahahaha basta haha ti prego!
-Finalmente sorridi! Devo dire che così sei molto più carina.
La ragazza arrossì di colpo, non aspettandosi quel complimento.
-Lucy, ora dimmi seriamente cosa succede, mi stai facendo preoccupare.
Tentennò un po’, poi decise di aprirsi.
-Vedi… oggi, dieci anni fa, anzi, diciassette, mia madre…
-Shh. Ho capito.
E l’abbracciò. Il suo corpo era caldo: lui trasmetteva calore, era un calore speciale, di quel calore che ti smuove il cuore.
Poi a Lucy vennero in mente i pensieri fatti poco prima.
-Natsu, hai mai sentito la parola “von”?
-Certo! Come fai a conoscerla? È in una lingua nordica, me l’ha insegnato Igneel, vuol dire “speranza”.
Ecco cosa voleva dirle quel giorno: non perdere la speranza.
-Perché mi hai chiesto così all’improvviso?
-Nessun motivo particolare.
Natsu non chiese più nulla, capendo che era un argomento molto delicato e notando lo stato d’animo della ragazza tra le sue braccia sempre più negativo.
Passarono il resto della giornata così, a crogiolarsi l’uno tra le braccia dell’altro.
*Angolo autrice*
Per prima cosa ci tengo a specificare che il riferimento alla parola "von" è tratto dall'anime Zankyou no Terror.Ringrazio tutti quelli che l'hanno letta fino a in fondo **
Questa one-shot l'avevo scritta già da un po' ed è dedicata a _noe, la mia ispiratrice :'3
Spero tanto sia stata di vostro gradimento!
Mrs Kaneki.