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Autore: Tsuki 96    22/11/2014    9 recensioni
Mary non solo non ha ancora trovato pace al suo animo travagliato da eventi passati e un posto a cui sentire di appartenere: Laito è impazzito e se inizialmente era riuscita a moderare la sua preoccupazione, dopo più di tre mesi di coma da parte del vampiro non sa più che pesci pigliare; e i fratelli non sono altro che insensibili scansafatiche.
Yui fa del suo meglio per rallegrarla e aiutarla, ma non sa che sotto lo sguardo pensieroso e ansioso della nuova amica si cela ancora quello spirito che non si arrende di fronte a nulla.
Mary infatti nutre ancora speranza, non si dà per vinta; ma i problemi non finiscono lì: altri avvenimenti stanno per accadere, e c'entrano quattro vampiri già incontrati mesi prima.
E incubi, fantasmi del passato non le danno tregua, continuando a torturarla nel profondo.
(NdA: Presenza di personaggi appartenenti al seguito del videogioco, Diabolik Lovers More Blood.)
Genere: Commedia, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo
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Chapter 0

 

Mary si affrettò lungo il corridoio, facendo attenzione alla bacinella piena d’acqua che sorreggeva tra le mani e allo straccio appoggiato sulla spalla; i suoi capelli fluttuarono nell’aria, raccolti in una disordinata cosa di cavallo, come se li avesse legati in fretta e furia senza badar tanto all’aspetto, che appariva in verità più grazioso, paradossalmente.

Aveva un’espressione talmente pensierosa che se un elicottero fosse stato sul punto di cascarle addosso, non si sarebbe resa conto di nulla e non si sarebbe spostata di un millimetro.

Entrò nella stanza, chiudendola dietro di sé, e si diresse verso il letto con le lenzuola e le tende retrostanti sulle tonalità del verde; con movimenti lenti e distratti appoggiò il contenitore sul tavolino che vi era stato collocato accanto, mentre fissava il viso pallido del vampiro coricato sul materasso.

Si sedette sul bordo, osservando quegli occhi socchiusi e vitrei, puntati sul soffitto, e quel volto privo di emozioni, bianco come la morte, freddo come l’Universo senza stelle.

La fanciulla si chinò verso di lui, accarezzandogli un guancia, mesta, e gli spostò alcune ciocche di capelli dalla fronte, sparsi dopo le convulsioni che si erano manifestate durante il giorno, orario in cui a turno, ogni ora, Mary e Yui andavano ad accettarsi che fosse tutto nella “norma”: assenza di coscienza e solo improvvisi movimenti inconsapevoli, sudorazione e brevi balbettii incomprensibili.

Immerse il panno nell’acqua e lo strizzò, per poi passarlo con amorevole cura sul viso di Laito.

- Laito – mormorò, con voce flebile e supplicante – ti prego, riprenditi…

 

Subaru era seduto sul davanzale interno della finestra affacciata sul lato nord della villa; fissava il cielo nuvoloso e la fioca luce che trapelava da alcuni sprazzi limpidi, dai quali si intravedevano le stelle tremolanti, quasi incerte di quello che avrebbero visto sulla terra da lassù.

Aveva le sopracciglia aggrottate e la mano destra stretta in un pugno tale da sbiancare le nocche più di quanto fosse pallida la carnagione stessa; voltò lo sguardo verso la porta aperta che introduceva in quella stanza e vide passare Mary, diretta alla sua stanza da letto, con quel medesimo aspetto taciturno e perso che per tutta l’estate aveva dovuto sopportare, rendendo quella stagione quasi più lunga di quanto avesse vissuto: era stato un periodo insopportabile, più di tutti i suoi fratelli messi insieme.

Inizialmente, dopo che Mary era accorsa in camera di Laito per costatare come stesse, recuperato dai gemelli, la fanciulla si era preoccupata con moderazione e se ne era presa cura tranquillamente, chiedendo anche aiuto al signor Ari che tuttavia non aveva mai risposto, probabilmente impegnato in ben altre faccende; così era arrivata la pausa estiva e l’umore pacato della ragazza si era deteriorato, mutando con il passare delle settimane e alternando sporadici attacchi di panico a lunghi momenti di distrazione e ansia.

D’altro canto i fratelli se n’erano lavati un po’ le mani: i gemelli, nonostante fossero i più “vicini”, andavano a trovarlo solo quando Yui, altra unica gentile anima premurosa, le faceva compagnia, e ne approfittavano per fare commenti macabri e privi di tatto (Ayato era sembrato recentemente nostalgico, ma non l’avrebbe mai ammesso); Reiji aveva ricevuto il divieto assoluto di impicciarsi nel caso si fosse interessato, dato che Mary era sicura che lo avrebbe usato come cavia per i suoi esperimenti; Shuu si era palesemente ingelosito delle attenzioni rivolte più a Laito che a lui, ancora incerto su quella strana sensazione che lo portava a desiderare di essere il solo degno delle cure della fanciulla dagli occhi scuri; e Subaru…

Come gli altri, non gli importava granché del fratello andato in tilt, in una sorta di coma interrotto da brevi convulsioni e momenti di coscienza disorientata, ovvero quando blaterava parole senza senso come se fosse in preda all’orrore; a turbarlo era la salute della ragazza, debole, e l’inefficacia dei suoi poteri; spesso aveva notato il suo viso incupirsi nei momenti in cui era aveva cercato di allontanare da sé un Shuu troppo trascurato (si faceva in realtà qualche sana risata, siccome l’espressione frustata del fratello maggiore era davvero esilarante): nulla accadeva. Era come sei i suoi poteri fossero diventati improvvisamente sordi alle sue richieste; probabilmente ciò era dovuto al fatto che non fosse abbastanza concentrata: Mary era sì abituata ad agire un po’ frettolosamente, ma i suoi pensieri erano coordinati in una rete di collegamenti sensata, seppur complessa e stramba.

Sospirò, ritornando a guardare il cielo, e dietro delle nuvole che andavano rarefacendosi scorse la luce della mezza luna, malinconico.

 

- Mary-san ha perso un po’ di peso…

- E quindi? Non capisco come ciò possa interessarmi – rispose freddamente Reiji, alla timida considerazione di Yui, mentre si avviavano verso il soggiorno, seguiti da un Ayato imbronciato: non che gli andassero molto a genio le preoccupazioni della fidanzata rivolte all’altra figura femminile presente nella villa!

- Voglio dire che potreste fare qualcosa anche voi, siete pur suoi fratelli! Per esempio, Reiji-san, tu non potresti usufruire dei tuoi libri per trovare un rimedio al problema di Laito-kun e…

- E sprecare il mio tempo e i miei preziosi ingredienti per guarire quel poco di buono? Santo cielo, Yui-san, non ti reputavo così stupida da pensare che avrei fatto una cosa simile – tagliò corto il vampiro, sprezzante, e si sistemò gli occhiali con un gesto irritato, entrando nella sala.

La fanciulla si fermò sospirando esasperata e travagliata da quell’ennesima sconfitta; da più giorni aveva cercato di sensibilizzare ed esortare quei ragazzi ad agire, inutilmente; ciò nonostante, Ayato, Shuu e Subaru erano quasi stati inclini a cedere quel muro di pietra che li separava da Laito, però era sicura che il motivo non risiedesse in una spontanea e sincera apprensione per il fratello stesso, quanto più per egoistici interessi: il fidanzato certo non tollerava la sua negligenza verso il Grande Se Stesso, quel dormiglione avrebbe avuto tutta per sé la sua cara amica e l’albino sarebbe stato più tranquillo nei confronti di quest’ultima.

Ayato la scrutò arricciando le labbra e corrugò la fronte, prima di spingerla all’interno della stanza con dei capricciosi rimproveri, le mani premute contro la sua schiena; la giovane sorrise lievemente, intenerita da quella infantile gelosia; non dimenticò che comunque avrebbe potuto cambiare radicalmente umore e atteggiamento, e allora sarebbero stati guai…

- Reiji, spero che tu abbia una valida giustificazione per averci radunato… stavo cucendo e non mi va di perdere tempo – asserì gelidamente Kanato, fulminandolo con lo sguardo dietro le lenti del paio di occhiali che aveva cominciato a indossare a metà estate; gli conferivano un aspetto più maturo ed elegante, nascondendogli parzialmente le occhiaie.

Reiji lo ignorò e si schiarì la voce, non prima di aver lanciato un’occhiata di ribrezzo all’amato fratello sdraiato comodamente su un divano, le gambe accavallate su un bracciolo e le braccia incrociate dietro la testa.

- Minna-san1, ho un’importante comunicazione da riportare; gli tsukaima2 mi hanno riferito della presenza di altri vampiri in città… perciò vorrei raccomandarvi cautela e autocontrollo – lanciò delle severe occhiate ad Ayato, che grugnì annoiato, e a Subaru, che sbuffò stizzito – da domani in poi.

- E Mary-san? – domandò Yui, guardandosi intorno alla ricerca dell’interessata che costatò essere assente; Reiji sospirò spazientito, adocchiandola torvamente.

- È la seconda volta, oggi, che ti sento dire delle stupidaggini! Taci! Non apprezzo parlare con persone che non stanno ascoltando, vorrei ricordarti…

- Reiji - lo interruppe il biondo, intento a sgranchirsi le braccia – e tu pensi davvero che io ti abbia ascoltato, prima? – sogghignò, sardonico.

Un secco rumore di nervi spezzati indusse i presenti a smaterializzarsi altrove, abbandonando un tremante vampiro con gli occhiali nel soggiorno, in preda a una violenta crisi isterica.





1Minna-san: non so come renderlo in italiano, comunque letterlamente vuol dire "tutti" se non erro ed è un'espressione che si usa per riferirsi a tutti quelli che ci circondano, che siano presenti o che semplicemente li stiamo pensando. Se non erro.
2Tsukaima: sono i famigli; nei drama CD sono i pipistrelli che, se non ho capito male, si trasformano in maggiordomi, non so se ricordate quello inquietante che compare nel primo episodio per poi esser dimenticato per sempre xD.

  
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