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Autore: echelon_killjoy_alien    23/11/2014    0 recensioni
La principessa, che tra qualche settimana sarebbe diventata regina, si avvicina alla tomba del padre, leggendo ad alta voce la data di nascita e quella di morte. Non riusciva a credere che il padre che tanto amava, è morto e non l'avrebbe più visto per il resto della sua vita. " avrai la mia vendetta" mormora tra se e se asciugandosi una lacrima che le era scesa.
Genere: Drammatico, Guerra, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza
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Un urlo. Un altro urlo. E un altro. E un altro ancora. Era Aurora. Ogni urlo diventava sempre più roco. La sua voce man mano si sprecava sempre di piu. Più gli urli aumentavano, più la sua voce diventava più grave e meno potente. Francesco non la stava picchiando, non la stava torturando fisicamente, non del tutto, ma verbalmente. Le stava raccontato tutto ciò che avrebbe fatto al suo Regno se il matrimonio non avesse avuto luogo. "sofferenza, agonia, sangue, urla, morte, esplosione.. circonderanno il tuo Regno.. non vedranno più la luce del giorno. Nessuno ne uscirà vivo. Moriranno bruciati, appiccati, decapitati, seppelliti vivi, affogati nell'acqua. Ogni loro incubo prenderà vita. Il TUO incubo prenderà vita. La paura di non essere degna del trono di tuo padre, questa è la tua paura.. e io farò in modo da non farti sembrare tale. Ti farò odiare da tutti.." le sue parole le rimbombavano in testa come un eco. Lui continuava a girarle intorno osservandola da capo a piedi. Ogni tanto stringeva la cinghia che le afferrava i polsi facendoglieli tenere verso l'alto e allo stesso tempo stringeva la catena che le circondava la vita, facendole sfreggiare la pelle. Dalla pelle candida e e soffice che aveva poco meno di 3 giorni fa, diventò nera per colpa dei lividi, il sangue continuava a colare dalle ferite profonde che si creavano man mano che la cateva veniva stretta intorno alla vita. Gli abiti erano diventati stracci a colpa delle sfrustate che le guardie del principe le avevano dato sulla schiena. I pantaloni erano pieni di fango che le arrivava fino sopra le ginocchia. I capelli erano tutti scompigliati e anch'essi sporchi in piccola parte di fango che le copriva il colore viola naturale e vivace. "N-non osare m-mettere in g-gioco i-il m-m-mio Regno.. non hanno f-f-atto n-niente di.. di m-" un'altra frustata da parte del principe le fece pedere il fiato. La vista le diventò offuscata dal dolore e se le fosse arrivata un'altra sfrustata avrebbe perso il sistema nervoso della schiena. Se lo sentiva. Non riusciva più a sentire la propria voce che diventava sempre più ovattata. 'Questa è la mia fine.. qui.. con lui.. legata..' questo pensiero continuava a tormentarle la mente. Non riusciva a levarselo da dosso. "tu mi sposerai, darai a me il tuo regno e potrai continuare la tua vita da ragazza povera, senza nessuno al tuo fianco" avvicinò le labbra al suo orecchio, con una voce che aveva un tono perverso e maligno. "Accetto.. basta che lasci in pace il mio Regno.. prova a toccare il mio Regno e ti farò tagliare la tua misera testa.." Aurora riuscì in un qualche modo a parlare, anche se con voce grave, piena di sofferenza e malinconia. "va bene.." buttò la frusta di cuoio a terra e la liberò dalla cinghia e dalle catene, sbattendola per terra in ginocchio appena ritirò indietro la leva di esse. Trattenne un urlo. Non ce la faceva più dal dolore e in quel momento, le ginocchia le sentiva far esplodere tutto il sistema nervoso. In quel momento entrarono due guardie che assomigliavano più a dei scimmioni che a essere umani e la presero in braccio sotto comando del principe per portarla in una stanza del castello, da delle schiave che l'avrebbero curata dalle ferite e lavata. Vicino al castello si trovava un bosco fitto che sarebbe stato perfetto per parcheggiare l'astronave di Ettore, che era arrivato insieme ad Alessia, con successo. Erano riuusciti a non dare nell'occhio e si erano travestiti da mercanti per far sembrare che sono venuti in quella città per guadagnare un pò di denare. Dalla navicella presero insieme un carrello da mercante che conteneva diversi vestiti pregiati e sotto ad essi si trovavano le armi. "Dobbiamo fare in modo che nessuno venga a darci fastidio o che non vadano a cercare i vestiti troppo a fondo.." gli sussurrò Alessia all'orecchio cercando dei posti vuoti dove posizionarsi nell'immensa piazza. Cercavano un posto un pò più riservato e intorno alla merce che non ispirava tanto. Si posizionarono all'esterno della piazza e cercavano di non attirare la gente, in nessun modo possibile. Aspettarono 4 ore e riuscirono a vendere 4 vestiti da donna, in seta morbida e delle signore alquanto anziane che li pagarono caro. Dopo che le acque si spartirono e rimaneva pochissima gente in oiazza e nessun mercante, decisero di prendere le armi e dirigersi al retro del castello. Alessia camminava avanti per veder dove entrare e veniva seguita da Ettore che non conosceva per niente il posto e si sarebbe perso con facilità se l'avrebbe persa di vista per solo qualche istante. Entrarono nella prigione del castello, grazie a una cella che aveva il muro crollato e la porta era tutta arrugginita e dovettero far attenzione ad aprirla per non farla cigolare. Intorno a loro le altre celle erano vuote e nessun suono si sentiva, eccetto quello dei tacchi delle guardie della prigione che giravano per tutti i corridoi per assicurarsi che nessuno fosse entrato per rubare i beni che si trovavano al piano superiore. "Non dobbiamo attirare loro l'attenzione e riuscire ad andare al piano di sopra.. oppure ucciderli." gli sussurrò lei tenendo saldamente un fucile in mano. Una mano la teneva sotto alle canne mozze del fucile e l'altra teneva al manico di esso, con il dito indice sotto al grilletto, per evitare di sparare. "si.. e come? Saranno 4 guardie. Troveranno i cadaveri e camminano tutti e 4 in direzioni diverse.." scrutò attentamente Ettore i movimenti delle guardie, ogni tanto si fermavano per girare direzione. ttutti allo stesso momento, come se tutti avessero lo stesso cervello e gli stessi comandamenti. "Sono collegati.. stessi movimenti, stessi passi, stessa velocità di camminare.. non sono umani!" esclamò lui infine a voce bassa, riuscendo comunque ad attirare l'attenzione alle guardie che si fiondarono subito al luogo del loro nascodiglio. "Bravo Ettore! Bravo!" gli urlò lei contro e appena si senti i passi di una delle guardie dietro, si girò di scatto e gli sparò contro, facendolo diventare un accumulo di ferri. Il secondo si avvicinò al ragazzo facendolo balzare sul posto e quando premette il grilletto, chiuse gli occhi abbastanza impaurito dalla AK si senti un colpo a vuoto. L'arma di era rotta. Il grilleto non funzionava. "ALESSIA!" strillò disperatamente il suo nome cercando di capire quale fosse il danno, ma senza successo. Girò di scatto lo sguardo verso di lui e vedendo che il fucile suo non funzionava sgranò gli occhi, prese la pistola che teneva nella tasca esterna dei pantaloni che è come una di quelle che si tiene alla zona del polpaccio. Sparò dritto alla tempia della guardia facendole fare la fine della prima guardia. La terza guardia le si avvicinò da dietro e sentendo la sua presenza alle sue spalle gli tirò un calcio sull'addome per farlo cascare contro un tubo di ferro che lo penetrò da dietro alla schiena che gli fuoriuscì dal petto, riempendola di sangue che le schizzò addosso. "Come cazzo hai fatto a inceppare la sicura del fucile?" gli parlò on calma mentre sparava alla quarta guardia, senza nemmeno notare che era una donnae non un uomo. "Non lo so! Sai che io con le armi non ci so fare.." la guarda tornando in piedi e leva la sicura al fuclieper poter sparare e la prova contro al muro, creando un po di polvere. "che sei idiota.." lo guarda scuotendo il capo e di dirige verso le scale che portavano al piano di sopra verso la sala del trono, impugnando saldamente il fucile nella mano destra.
   
 
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