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Autore: Atena89    30/10/2008    6 recensioni
A chi non è mai capitato di sognare qualcuno di famoso? A me un mucchio di volte, perciò ecco il racconto in prima persona di uno di questi sogni... SongFic sui Jonas Brothers.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MIME-Version: 1.0 Content-Location: file:///C:/CEC2558F/CaroDiario.htm Content-Transfer-Encoding: quoted-printable Content-Type: text/html; charset="us-ascii" Caro Diario…

Caro Diario…

 

In genere è così che si comincia, non è vero? Forse dovrei farlo anch’io… Anche se, in realtà, il mio più che un diario è un racconto. Il racconto di un sogno…

 

 

Mi fecero sedere sulla scalinata, contornata dai ragazzi della band. Nick sparì dietro le quinte per andare a prendere non so cosa, probabilmente la chitarra, mentre Kevin si sedette in fondo alle scale, sulla sinistra, con in braccio la sua chitarra acustica. Di Joe non c’era la minima traccia.

Mi guardai intorno in cerca della sua chioma familiare, ma non riuscii a scorgerla da nessuna parte. Ero ancora intenta a sbirciare in giro, quando la voce di Nick si alzò poderosa da un punto non meglio identificato sulla destra:

-         Luci!-

E immediatamente calò il buio. Per un attimo fui in preda al panico, non sapendo di preciso cosa stava succedendo. Ok che erano le loro prove, ma non per questo mi dovevo ritrovare sul palco in mezzo ad una delle loro mattate…. E poi, da che mi ricordavo, non c’erano mai stati momenti di buio totale. O almeno, non senza nessuno di loro sul palco. Dov’erano finiti tutti quanti?

Un faro puntò diretto alla mia sinistra e illuminò un Kevin piegato sulla chitarra, tutto intento ad armeggiare con le corde. In parte sollevata, attesi le note che doveva suonare, sperando di riconoscere al volo la canzone.

E fu così. Mi bastò un secondo per capire che si trattava di una canzone molto speciale. Quella che io stessa avevo definito come la canzone ideale, che tutte le ragazze vorrebbero fosse dedicata loro da un ragazzo. La bellissima Gotta Find You.

Il mio cuore perse un battito, e si fermò del tutto non appena la voce di Joe si fece sentire, dall’alto delle scale, proprio sopra di me. La mia mano andò immediatamente ad assisterlo, mentre il respiro si faceva corto. Voltai la testa di scatto e, finalmente, lo vidi.

 

Everytime I think I’m closer to the heart

Of what it means to know just who I am<=/span>

 

Un paio di semplicissimi jeans neri - nemmeno troppo attillati, considerando i suoi standard - e una maglietta bianca a tinta unita – questa si, che era attillata -, con quel ciuffo di capelli davanti agli occhi che adoravo tanto, Joe prese a scendere le scale lentamente, avvicinandosi a me.

 

I think I’ve finally found a better place to start

But no one never seems to understand

 

Giunto a destinazione, si sedette un gradino più su, di modo che per guardarmi dovette tenere la testa bassa. Fissò il suo sguardo dolcissimo dentro il mio e un sorriso leggero gli incurvò appena le labbra. I miei occhi si fecero lucidi. Stava cantando quella canzone per me.

 

I need to try to get where you are

Could it be you’re not that far

 

Ed eccolo, il pezzo che preferivo. Quello che per così tante volte avevo sognato mi dedicasse, nei momenti di immaginazione sfrenata. Quello che avevo amato fin dal primo momento, e che da sempre avevo associato a lui. Proprio quello che, in quel preciso istante, lui stava cantando per me.

 

You’re the voice I hear inside my head

The reason that I’m singing

I need to find you

I gotta find you

You’re the missing piece I need

The song inside of me

I need to find you

I gotta find you

 

Le mie labbra si mossero impercettibilmente insieme alle sue, sussurrando quelle parole magiche, incantevoli, indimenticabili. Il mio cuore batteva così forte da uscirmi fuori dal petto e le mie mani tremavano a più non posso. Mai, neppure durante la fantasia più sfrenata, avrei potuto credere che un giorno sarebbe successo. Che il mio sogno sarebbe diventato realtà.

Altri strumenti si unirono alla solitaria chitarra di Kevin. Delle luci si accesero intorno a noi e mi fu finalmente possibile vedere tutti gli altri: chi sedeva alla batteria, chi stringeva il basso e chi, come Nick ad esempio, imbracciava una chitarra elettrica e stava in piedi davanti l’asta di un microfono.  

L’emozione era così forte che quasi non riuscivo a sopportarla. La testa mi pulsava per il battito accelerato e le gambe erano completamente molli. Per fortuna che stavo seduta, altrimenti mi sarei sicuramente accasciata a terra…

 

You’re the remedy I’m searching hard to find

To fix the puzzle that I see inside

 

La sua mano si mosse lenta verso il mio viso e lo accarezzò piano. Io chiusi gli occhi, completamente assorta in quel momento surreale, e assaporai ogni minimo istante di quel tocco delicato. Un sorriso involontario mi apparve sulle labbra e proprio in quel frangente lui cantò:

 

Painting all my dream the color of your smile

When I find you it will be alright

 

Dal mio viso si spostò alla mia mano. Strinse forte le mie dita tra le sue e mentre ripeteva il ritornello mi tirò piano verso di lui, facendomi alzare in piedi. Scendemmo lentamente gli ultimi gradini e ci dirigemmo verso il centro del palcoscenico, le mani ancora allacciate insieme. La sua voce si perdeva dentro di me come il calore di un fuoco e i suoi occhi avevano catturato i miei in un contatto magnetico, impossibile da interrompere.

La voce di Nick, anch’essa splendida come sempre, si unì a quella di Joe, creando quel mix così incredibile e bellissimo che mi aveva rapita  fin dalla prima volta che li avevo sentiti.

 

You’re the voice I hear inside my head

The reason that I’m singing

I need to find you

I gotta find you

You’re the missing piece I need

The song inside of me

I need to find you

I gotta find you

 

Being feeling lost can’t find the words to say

Spending all my time stuck in yesterday

 

Mi sembrava di volare. I nostri volti erano a pochi centimetri di distanza e il suo respiro poteva unirsi al mio.

 

Where you are is where I wanna be

Oh next to you… and you next to me

 

Quando pronunciò queste parole, le sue dita sciolsero la stretta con le mie e il suo braccio andò ad avvolgersi intorno alla mia vita. Ci avvicinammo ancora di più, così tanto che i nostri petti si toccarono. Avvolsi anch’io le mie braccia intorno alla sua vita, non potendo ancora credere che tutto quello stava accadendo veramente.

Mentre sussurrava I need to find you  ancora una volta, appoggiai la testa sul suo petto scolpito e non riuscii a trattenere una lacrima. Scese lenta sulla mia guancia, intanto che i miei occhi si chiudevano di nuovo. Ero in paradiso.

Joe e Nick cantarono di nuovo il ritornello e Joe prese a cullarmi dolcemente da una parte all’altra. Si può immaginare qualcosa di più bello? Ero lì, in piedi, abbracciata al mio angelo, con il suo profumo che mi inebriava il cervello e la sua voce che mi faceva scoppiare il cuore, mentre quelle parole d’amore mi catturavano l’anima, per non restituirmela più.

 

Le ultime note risuonarono all’interno del teatro. Joe mi fece girare di nuovo la testa per potermi guardare negli occhi e sorrise alla vista delle mie lacrime. Appoggiò la sua fronte contro la mia, il microfono a dividerci le labbra. L’ultimo Gotta find you  ed ecco che l’impedimento sparì.

Forse per la milionesima volta, quella sera, chiusi gli occhi, in attesa. Pochi secondi, ed eccole.

Le sue labbra si posarono delicatamente sulle mie.

Non so se posso esprimere a parole ciò che provai in quel momento. È stato il bacio più tenero, bello, emozionante e sconvolgente della mia intera esistenza. Il mio stomaco era invaso dalle farfalle e il mio cuore batteva così forte che potevano sentirlo anche in cima alle scale. Penso che riuscii a rimanere in piedi solo perché ero ancora abbracciata a lui. Durò una frazione di secondo, in realtà non so nemmeno se dovrei definirlo proprio “bacio”… Oh, ma che diavolo, certo che era un bacio!!! Le nostre labbra si sono toccate, quindi era un bacio! Niente lingua, d’accordo, ma è lo stesso un bacio. Da una parte è stato meglio così, altrimenti credo che sarei svenuta… E comunque, è stato talmente delicato e dolce, che la lingua avrebbe rovinato tutto. È stato magico così com’è stato.

Quando ci separammo, li continuò a sorridere. Un leggero rossore gli colorava le guance e lo rendeva ancora più affascinante di quanto già non fosse. Io mi beai della vista dei suoi occhi lucidi, mentre le nostre mani tornarono ad intrecciarsi. Sussurrai un impercettibile “Grazie”, il massimo che riuscii a concepire talmente ero frastornata, e lui, per tutta risposta, mi abbracciò. Ma non come prima, con solo le braccia intorno alla vita. Mi strinse proprio a sé, affondando la sua faccia nell’incavo del mio collo. Io mi aggrappai al suo collo con tutte le mie forze.

Kevin mi fece l’occhiolino, pochi metri distante da me. Avevano organizzato tutto di nascosto, per farmi una sorpresa. E c’erano riusciti. Diamine se c’erano riusciti.

 

Volevo che quell’abbraccio non finisse mai. Sarei rimasta così per sempre. Purtroppo, però, non era possibile. Piano, piano, ci separammo. Io feci uno strano movimento laterale e sentii un fastidioso bruciore agli occhi. Alzai una mano per stropicciarmeli e persi di vista Joe.

Quando riuscii a fermarmi lui non c’era più e;.

 

“Oh Dio, ti prego dimmi che non è vero!&# 8221; implorai tra me e me. Ma era vero.

La mia stanza mi apparve davanti agli occhi. La penombra del mattino la illuminava appena, mentre mia sorella russava sul letto di sotto (dormo in un letto a castello). Avevo la coperta avvolta intorno alle gambe e il cuscino stretto tra le braccia. Il mondo mi crollò addosso.

Avevo sognato. Forse per la milionesima volta avevo solo sognato. Non era vero niente, era solo frutto del mio cervello malato. Una lacrima mi scese spontanea. Non potevo crederci. Non era possibile… sembrava tutto così vero, così reale! Nonostante fossi ormai sveglia, riuscivo ancora a sentire il calore che avevo provato da quel magnifico abbraccio e la sensazione di quando le nostre labbra si erano toccate. Se chiudevo gli occhi, potevo ancora scorgere le immagini di quel sogno incedibile.

Che ingiustizia… Dentro di me sapevo che era impossibile, incredibile, che una cosa del genere accadesse veramente, eppure… Era così VIVIDA. Tantissime volte avevo sognato i Jonas Brothers, milioni e milioni, ma nessuna era mai stata così. E, sopra= ttutto, in nessuna di quelle volte Joe aveva cantato per me o mi aveva baciata. Quella era la prima volta.

Dio, a distanza di giorni posso ancora provare quelle sensazioni. É… uff, non lo so neanche io, cos’è.

Contrariata, mi alzai dal letto e mi diressi verso la camera da pranzo. Erano le tre del mattino. Avevo un dannatissimo bisogno di distrarmi, così accesi il televisore. Partì automaticamente il canale da cui avevo spento l’ultima volta: MTV Pulse. “Buono”, pensai, “mi ci vuole proprio un po’ di musica per distogliere i pensieri da lui…”. Evidentemente, però, qualcuno lassù non la pensava come me. Infatti, iniziò il video di Burnin Up.

Una morsa mi strinse il cuore quando lo vidi lì, dentro al televisore, con quel suo modo di cantare e muoversi che mi faceva impazzire. Però c’era qualcosa di diverso. Io ero diversa. Lo vedevo in un modo nuovo, più vicino. Averlo sognato in quel modo, così realistico, rendeva ora la visione del video molto più personale. Vidi quel sorriso che mi aveva regalato e sentii quella voce che avevo ricreato così fedelmente. Una nuova pace mi avvolse. Dopotutto, non era stato poi così tremendo…

Quando la canzone finì, stavo ridendo e piangendo allo stesso tempo. Mi alzai dal divano e mi avvicinai al televisore. Feci scorrere per un momento la mano sul suo volto che ormai stava svanendo e me ne tornai in camera. Prima di riaddormentarmi, non potei fare a meno di pensare a una cosa…

 

Torna a trovarmi al più presto, angelo mio…         

  
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