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Autore: Shewrites220898    24/11/2014    1 recensioni
Giulia è una ragazza come tutte, che divide le sue giornate tra scuola, casa, famiglia e amici. Tutto cominciò la sera della vigilia di Natale, quando ricevette dai genitori un regalo inaspettato che cambierà per sempre la sua vita ...
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi stringeva forte, come se fossi tornata da un lungo viaggio. Io guardavo fisso davanti a me, gli occhi puntati sullo schermo. Cosa c’era scritto sul monitor? “Thank you”.
Metto finalmente il punto a questa lunghissima storia.
-Uff, che fatica!- Dico, mentre lascio acceso il PC e mi dirigo verso il bagno. Perfetto, mi è venuto un altro callo. Subito prendo la pomata e ne spalmo un po’ sul pollice destro, facendo attenzione a non premere. Torno direttamente in studio e mi siedo alla scrivania, davanti al computer, che, nel frattempo, aveva messo il salvaschermo, ovvero uno slide con le foto della mia famiglia. Tutti i nostri viaggi, le feste, la nostra vita. Essa passava su uno schermo, senza mai fermarsi. Mentre sono assorta in questo e in molti altri pensieri, sento una voce, o meglio, un urlo, provenire dalla stanza di Emma. Accorro immediatamente, spaventata, e trovo mia figlia sul tappeto, cosparso di bambole e perline colorate. Accanto a lei, mio figlio, che le fa il solletico.
-Mamma, mamma! Però Edoardo mi dà fastidio!- Dice lei continuando a gridare e a ridere. Emma è una bambina adorabile, non avrei chiesto una figlia migliore: obbedisce sempre alle regole, rispetta le buone maniere e, nonostante faccia ancora la prima elementare, le maestre sono molto fiere di lei. Sorrido e decido di richiamare all’ordine la situazione:
-Eddy- dico a mio figlio, che subito smette di punzecchiare Emma e mi guarda con aria interrogativa –cosa ti ho detto ieri? Che non devi … -
-Non devo dare fastidio alla sorellina, sì, lo so, lo so … - Dice scocciato, completando la frase. Si alza e viene verso di me. Mi abbasso e lo guardo negli occhi.
-Bravo il mio ometto!- Esclamo io, dopodiché gli bacio la fronte e lo prendo in braccio.
-Oplà! E ora andiamo in camera e lasciamo Emma con le sue amiche bambole, mentre noi costruiamo una bella astronave con i lego!-
Gli occhi di Edoardo si illuminano e sorride.
-Sììì, sììì, astronaveee!- Urla, alzando il pugno come fa Superman. Proprio mentre porto in camera il piccolo, sento qualcuno bussare alla porta.
-E’ arrivato papà!- Esclama Emma, lasciando e le bambole e precipitandosi vicino all’entrata.
-Ehi, principessa!- Dice mio marito abbracciando la bambina. Faccio scendere anche Eddy dalle mie braccia e lo faccio correre ad abbracciare il padre, che lo solleva e gli fa fare un giro vorticoso in aria, facendolo ridere di gusto.
-Alla buon ora, eh?- dico io, avvicinandomi a lui e dandogli un bacio.
Emma, che non è ancora tornata in camera, ci guarda con una faccia schifata e dice:
-Bleah! Mamma, per favore!-
Interviene mio marito, che, piegandosi, le dice: -Sono già le otto, principessina mia, che ne pensi di far cenare le tue bambole!-
Emma si porta l’indice alla bocca e, dopo aver aspettato un po’ per rispondere, dice:
-Mmm, hai ragione papà! Non mangiano da stamattina!-
-Esatto! Avranno fame non credi? Su, vai! Che dopo toccherà anche a noi mangiare, eheh!-
Dopo aver “liquidato” i bambini, finalmente io e mio marito possiamo parlare. Dopotutto, durante la giornata non abbiamo quasi mai occasione di vederci, se non fosse per la sera e la mattina, ovvero gli unici momenti in cui lui si trova a casa.
-Allora, come mai questo ritardo?- Chiedo, dandogli un altro bacio e aiutandolo a togliersi il giaccone.
-Mi hanno commissionato un lavoro urgente, questi sono giorni di fuoco per il ministero- Dice lui sospirando –Piuttosto, come va con il tuo libro? Finito?-
-Ho appena finito, sei arrivato giusto in tempo per leggere il mio nuovo capolavoro! Eheh!-
Modestia a parte, comincio a dirigermi verso la scrivania, prendendo il PC e portandolo in salotto, più precisamente poggiandolo sul divano. Mio marito mi guarda e si siede accanto a me.
-E, dimmi, come hai pensato di intitolarlo?-
-Sai che non lo so, Valerio? Volevo chiederti un parere riguardo a questo-
Mio marito mi mette un braccio intorno alle spalle e dice:
-Pero! Che metodo strano di scrivere un racconto!
Ridiamo. Soprattutto io.
-Conosci il mio metodo, ahah! Il titolo lo scelgo sempre dopo- Dico io, continuando a ridere e togliendo il PC dallo stand-by. Valerio, mio marito, adora prendermi in giro riguardo al mio lavoro e, in effetti, non ha tutti i torti: passo tutta la mattina, tutto il pomeriggio e, a volte, anche la notte a scrivere. Nonostante riesca a occuparmi dei miei bambini in modo eccellente, riesco benissimo a conciliare il lavoro con la vita di tutti i giorni, e per questo lui mi definisce come una “mamma tuttofare”. Ogni volta che scrivo un libro, chiedo sempre a lui un parere per il titolo, che scelgo sempre rigorosamente alla fine; questo non solo perché mi fido di lui, ma perché da giovane anche lui amava scrivere (ci siamo conosciuti alla facoltà di lettere) ed era sua abitudine scegliere prima il titolo, e poi creare attorno ad esso un racconto o una poesia. Inoltre, qualsiasi cosa scrivesse, gli riusciva sempre bene. Purtroppo, però, il suo sogno non si avverò e fu costretto ad accettare un posto di lavoro al Ministero della Giustizia come impiegato. Poi arrivò il matrimonio, la nascita di Emma e dopo ancora quella di Edoardo, che ora ha cinque anni. E furono i giorni più belli della mia vita. In ogni caso, siamo sul divano e stiamo decidendo il titolo del mio nuovo racconto.
-Che ne pensi di “Beatrice la mamma tuttofare e le sue manie di scrittrice a tempo pieno”?-
Mi metto subito a ridere e lui fa lo stesso.
-Dai, sul serio! E’ importante!- Dico io, dandogli una pacca sulla spalla, poi ricomincio a ridere
-E poi non posso dargli questo titolo, ahah! Dovresti aiutarmi invece di fare il buffone!-
Mio marito mi guarda sorridendo e dice, continuando a prendermi in giro: -Giusto, hai ragione, dopotutto ho davanti a me la “regina del genere fantascientifico per ragazzi”!-
Continuo a ridere.
-Dai, piantala!- Dico io, riprendendo tutto a un tratto la serietà.
-Beh, dovrei leggerlo allora, per capire meglio di cosa si tratta-
-Prego- Lo invito io, porgendogli in mano il PC. Dopo averlo sbloccato, si schiarisce la voce e incomincia a leggere. Poso la testa sulla sua spalla e seguo con attenzione la lettura.
Ancora non ci posso credere che i miei genitori si siano degnati di regalarmi qualcosa di decente per Natale. Solitamente …
   
 
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