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Autore: Beta Chan    24/11/2014    8 recensioni
[ATTENZIONE: Fic altamente demenziale-nuoce gravemente alla vostra sanità mentale]
[Dal punto di vista di un pallone da calcio (?)]

"Salve a tutti cari lettori, sono un futile e sventurato pallone da calcio, caduto tra le grinfia del calcio-dipendente più grande dell' intera umanità.
A chi mi sto riferendo? Ovviamente a Tenma Matsukaze.
Vi scrivo questa penosa supplica, per raccontare la mia deprimente vita da pallone da calcio personale del dopato-ninfomane castano, e per supplicarvi di aiutarmi!
Non ce la faccio più, davvero!
Non riesco a resistere un'altra settimana nelle grinfie del mio padrone demente Tenma Matsukaze.
Vi prego cari lettori, rapitemi, portatemi da un'altra parte, in un'altra città, non mi importa dove...
L'importante è liberarsi una volta per tutte del mio odioso padroncino calcio-dipendente!"
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Matsukaze Tenma, Nishizono Shinsuke, Nuovo personaggio
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Pensieri di un pallone da calcio


 

Aiutatemi.
Inizio questa lettera pietosa con questa parola: aiuto.
Si... perchè ne ho un gran bisogno, veramente!
Voi non potete capire ciò che provo nell'essere il pallone da calcio personale di Tenma Matsukaze.
Vi chiederete come diamine faccio a scrivere, essendo un essere inanimato privo di braccia e gambe, ma beh... questi sono dei futili dettagli della mia futile esistenza.
Perchè la vera domanda da farsi non è questa, ma un'altra:
Vi sembra normale un ragazzo che pensa ventiquattr'ore al giorno su ventiquattro al calcio e basta?!
Sicuramente avrete risposto NO, come tutti i comuni mortali di questo pianeta fra l'altro.
Ma se avete risposto SI, beh... sappiate che vi ho voluto bene, davvero. Ma la febbre del calcio di Matsukaze vi sta contagiando lentamente il cervello.
Questa nuova epidemia si sta espandendo in tutto il Giappone, e il primo portatore al mondo del nuovo virus, non è altro che un ingenuo ragazzino di tredici anni con capelli castano chiaro e occhi celesti semi-grigi di nome Tenma Matsukaze.
Classificazione? Dopato del calcio.
Motivo? Calcio-dipendente.
Ora... sicuramente  a voi non sembrerà nulla di grave, ma aspettate di trovarvi nei miei panni da adorabile pallone della porta accanto, e vedrete come cambierete idea su di esso.
Perchè già da quando venni messo alla luce, un demente della stessa età del demente odierno, mi trovò e disegnò sopra la mia povera gomma pulita una squallida saetta tutta sbaffata e storta.
Inutile dire che protestai, cercando in tutti i modi di non far effettuare un goal al ragazzo dai capelli bianchi a porcospino, perchè lo feci.
Volevo fargliela pagare cara a quel demente per avermi sporcato la mia preziosissima gomma nuova di zecca. Anche perchè secondo me è vandalismo!
Odiavo quel giovane... mi pare di ricordare che si chiamasse Gouenji Shuuya. Umh... si. Era proprio quello il fatidico nome del terribile ragazzo oscuro.
Cosa fece il porcospino ambulante con me?
Ricordo solo che iniziò a prendermi a calci, lamentandosi di non so quale problema adolescienziale che aveva.
Chissà...  magari la sua ragazza l'aveva lasciato per quegli orrendi capelli bianchi sparati in alto nella testa... oppure si sfogava con me, perchè qualche bulletto l'aveva preso di mira per la sua natura da calcio dipendente.
Sono sicuro che non capirò mai quale problema frustrante avesse per la testa quel demente, ricordo solo che ad un certo punto ci fu un grande rumore, e il dopato dai capelli bianchi mi tirò violentemente verso delle tavole di legno, con l'intento di uccidermi ovviamente.
Se ripenso ancora a quel momento, a quei cinque secondi che passarono dalla mia entrata in scena da eroe con tanto di fuoco, fiamme ed esplosivi... ricordo solamente che avevo una grande fifa. Paura e basta.
Cioè... potevo morire! E tutto perchè quel ragazzo depresso con il cappuccio era incavolato per non so quale oscuro motivo!
Se potevo parlare... in quell'attimo avrei sicuramente urlato come un pazzo, ma purtroppo non ne avevo la possibilità.
Altra sfiga nell'essere una futile palla di gomma inanimata.
Ma comunque, dopo il terrore che provai in quei cavolo di cinque secondi, ciò che venne dopo non è nemmeno paragonabile a quel che successe prima.
Come un fulmine impazzito andai dritto dritto all'asse di legno, e con un sonoro colpo distrussi tutta la sua superficie, atterrando con classe fra le mani di un "innocuo" bambino.
Lo guardai sorpreso, lui mi sorrise e mi prese sotto braccio, portandomi con se a casa propria.
Se ero felice? Fin troppo.
Odiavo quel biondo ossigenato di Gouenji Shuuya più di ogni altra cosa al mondo, ed ero eccitato e curioso al tempo stesso di scoprire il mio nuovo padrone.
Da come si era presentato, sembrava un tipo calmo, tranquillo e con la testa al posto giusto...
Peccato però che mi sbagliai di grosso.
Perchè Tenma Matsukaze, era tutto... tranne che pacato.
Già dal primo giorno in cui convivevo con il caro bambino, quest'ultimo iniziò a saltellare e trottolare intorno a me, urlando come un pazzo e iniziando a prendermi a calci in un vano e futile tentativo di eseguire qualche palleggio.
Ghignai mentalmente. Quel bambino era davvero un incapace, cadeva sempre e inciampava pure nei suoi stessi piedi.
Data la sua grandissima incapacità nel gioco del calcio, pensai ingenuamente che dopo neanche una settimana quel demente mi avrebbe lasciato sicuramente in pace.
Magari in un freddo e oscuro angolino della sua camera perennemente in disordine.
Peccatò però che mi sbagliai.
Per la seconda volta nella mia vita.
Perchè da quel preciso momento, ero caduto inevitabilmente dalla "padella alla brace".
Insomma, di male in peggio... come preferite dirlo.
Il motivo?
Beh... passarono dieci lunghissimi anni, dove la mia povera pelle  di gomma ne ha viste veramente di tutti i colori, dall'essere lanciato "per sbaglio" sotto una macchina, all'affogare in un fiume ignoto, per poi trasferirsi in una città completamente contagiata dal virus calcio-dipendenza.
Quale fu la fatidica città?
Ovviamente stò parlando di Inazuma Cho, la capitale dei dementi e dei dopati dello sport.
Durante il viaggio di trasloco, capii anche che da quella città infernale proveniva anche il mio ex padrone: Gouenji Shuuya.
Se quel fatto mi consolava? Per niente.
Anzi... era un bruttissimo segno.
Comunque, devo ammettere che la mia vita qua ad Inazuma Cho non fu tutta un incubo...
A casa Matsukaze, feci amicizia con il suo cane, e scoprii anche che l'animale a quattro zampe la pensava esattamente come me sul suo padroncino:
Un gran rompiscatole con i fiocchi, fronzoli e merletti.
Mi diverto ancora oggi a passare infiniti pomeriggi con il mio nuovo amico, a sparlare male di quel demente che abbiamo come padrone.
Il cane di Tenma mi capisce, d'altronde abbiamo entrambi un destino comune:
Sopportare fino alla fine dei nostri giorni Tenma Matsukaze, conosciuto anche come l'iperattivo della città.
Comunque, dopo essere arrivati a destinazione, entrai in casa di sua zia, e rotolai di stanza in stanza, calciato da quei piedi che tanto odiavo, fino a che il ragazzo dai capelli castani non mi portò nella sua camera mettendomi sopra il suo comodino in un piedistallo, in una sorte di mini trofeo.
Se mi piaceva quella postazione? Per niente.
Mi faceva sentire troppo osservato, troppo al centro dell'attenzione. E sia chiaro... io odio starci.
Ma comunque, soggiornare in quel comodino aveva i suoi vantaggi.
Quali? Per esempio un'ampia vista sul lago azzurro del paese, oppure essere ogni giorno rinfrescati dalla lieve brezza primaverile che invadeva quotidianamente la piccola stanza.
E poi... dovevo anche ammettere, che per certi versi mi sentivo importante.
Cioè... ogni volta che a casa Matsukaze arrivava un qualche amico del ragazzo, quest'ultimo non faceva altro che "presentarmi", e parlare bene di me, su quanto fossi stato "coraggioso" (che poi in realtà ero tutt'altro... ma lasciamo perdere, futili dettagli) a salvarlo quando ancora era un incosciente bambino ingenuo.
Insomma... per farla breve mi sentivo una specie di eroe della porta accanto, ecco tutto.
Ma comunque, la mia esistenza al fianco del dopato-calcistico-  Matsukaze non è stata così tranquilla e pacata...
Ad esempio, ogni santo pomeriggio che il castano non aveva da far nulla, cominciava a guardarmi innamorato e iniziava a parlare e parlare su quanto fosse bello il calcio, di quanto fosse felice che le persone ci giocano, e blah, blah, blah.
Quel ragazzo non era normale...
Credetemi, ogni sera prima di andare a letto e cadere in un lungo sonno, Tenma Matsukaze mi prendeva dal mio "posto d'onore" mi abbracciava possessivamente ed infine mi dava un bacio proprio su quella fatidica saetta storta e sbaffata che mi ritrovo sulla gomma.
Ma comunque la cosa che più mi ha sconcertato, non è il fatto che il mio padrone parlasse da solo ventiquattr'ore su ventiquattro con uno scorbutico pallone vecchio e logoro... no.
La cosa che mi ha lasciato maggiormente basito, è stata sicuramente la storia del:
"Il calcio ha dei sentimenti! Se non giochiamo, lui è triste e si deprime!"
Ecco! Esatto! E' stata questa la ciliegina sulla torta... sentirlo parlare di quel fatidico sport come se quest'ultimo fosse una persona! Un'essere vivente!
Voi non potete capire quanto è inquietante dormire in  stanza con lui... a volte parla nel sonno, e dice frasi disconnesse del tipo:
" Umh... giochiamo a calcio..." oppure " Nh... ti amo calcio, voglio che tu sia sempre felice..."
Si lo so... è abbastanza anormale questo fatto.
Ma a quanto ho capito, mi hanno detto che non è l'unico ad essere infetto dal virus della calcio-dipendenza.
Un mio caro amico, precisamente il pianoforte di quel piagnone del capitano della Raimon, mi ha detto che anche il suo padroncino Shindou Takuto non fa altro che pensare al calcio... ed a lui.
Mi è capitato molto spesso infatti di sentire il mio amico dai tasti neri e bianchi, lamentarsi di quanto Shindou sia ossessionato dal suo strumento musicale.
Il piano di Takuto, una settimana fà mi ha raccontato di quanto male gli facesse la testa, a causa di quel demente-piagnone del suo padrone, il quale per non so quale stupida crisi adolescenziale (magari chissà... era stato mollato) aveva iniziato a piangere come un disperato mentre premeva violentemente i delicati tasti del mio amico.
Pianoforte dice che è un ragazzo disturbato quel Takuto... il castano ha improvvisi sbalzi d'umore in poco tempo, piange molto spesso, e dicono anche che sia affetto inoltre dalla sindrome dei "brufoli" perenni dell'adolescenza, in cui tutti... chi più, chi meno ci siamo passati.
Sinceramente, non so chi è messo peggio fra me, schiavetto personale del ninfomane-calcistico Tenma Matsukaze, o se lui... consolazione disperata del depresso-piagnone Shindou Takuto.

«Ehii! Sono tornato a casa! Guarda un pò che ti ho comprato?! Un bellissimo cappello con una saetta gialla, identica a quella che hai disegnata nella gomma! Non sei felice?! Il calcio sarebbe proprio fiero di me... eh si! Chissà magari adesso mi stà osservando...»

Mi dice ad un tratto una voce alquanto familiare, prendendomi in mano e facendomi rimbalzare contro la parete arancione.
Se potrei... in questo momento starei sicuramente piangendo.
Cioè... quel buono a nulla del mio odioso padrone mi ha pure comprato un cappellino con tanto di visiera!
Ha per caso paura che possa scottarmi al sole?!
Qui ci manca solamente la crema solare e poi siamo apposto...

«Ah! Guarda un pò chi ti presento! E' un mio amico, si chiama Shinsuke... anche lui adora alla follia il calcio proprio come me!»

Mi dice infine il demente-ninfomane, lanciandomi velocemente nelle mani sudaticcie di un estraneo che già classifico come persona da evitare antipatica, e calcio-dipendente.

«Viva il calcio!»

Urla gioiosamente l'amico rompiscatole del demente-drogato, uscendo fuori all'aria aperta con me, seguito a ruota dal mio sciocco padrone.

«Forza! Andiamo al campo al fiume a fare due tiri!»

Dice infine Tenma, con voce gioiosa e impaziente di giocare a quel fatidico sport che io odierò ormai per tutta la vita: il calcio.
Rimbalzo ancora per la strada, e i due dementi mi perdono di vista, facendomi "annegare" per la centesima volta nel fiume vicino al piccolo parco.
Vi prego aiutatemi...
Se qualcuno ha letto questa penosa lettera di salvezza, scritta in un momento altamente depressivo, dovete al più presto fare qualcosa per la mia incolumità. Mentale e fisica.
Non so quanto ancora resisterò qua confinato in una città calcio-dipendente con due dementi alle calcagna!
Venitemi a rapire nella notte, nel sonno, non mi importa quando o come... ma  vi prego, ditemi solamente che lo farete.
Non resisto più, davvero.
Datemi al più presto notizie, piani di fuga, e sarò più che felice di collaborare con voi... miei futuri padroni non contagiati dall'epidemia calcistica!



 

-Angolino dell'arcobaleno!

Ma ciaaaau OuO *sguardo da pazza sclerotica*(?)
Sinceramente non so perchè ho pubblicato questa "sottospecie" di Fic altamente demenziale e nonsense...
Cioè... questa potevo anche risparmiarmela, ecco! xD
Eppure l'ho pubblicata per la vostra sfortuna gioia!
E poi che dire...?
Ditemi come vi sembra, commenti e se ci sono errori grammaticali o meno!!
Ps. Vi do il permesso di lanciarmi anche i pomodori eh... *gli arrivano una centinaia di pomodori in testa*
Okaaaay.... no. Non sto affatto bene!
Alla prossima!! ^^

-Beta-Chan

   
 
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