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Autore: zedef111    24/11/2014    0 recensioni
Eoni or sono sulla terra nacque un germoglio, esso fu piantato in un antico cimitero di una razza di cui ora non si ricorda neanche più l'esistenza dall'ultimo dei superstiti del primo Evento.
Genere: Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Dal Libro Primo scritto dal Profeta originario
Fondazione e Genesi:

Eoni or sono sulla terra nacque un germoglio, esso fu piantato in un antico cimitero di una razza di cui ora non si ricorda neanche più l'esistenza dall'ultimo dei superstiti del primo Evento.
Quando anche l'Ultimo morì il germoglio dalle foglie rosse cresceva in una pianta, le sue radici come tentacoli sanguigni si infiltravano nelle pietre tombali della Razza ed avviluppavano le grigie ossa.
L'Albero però non era malvagio, esso era neutro, semplicemente interessato al sapere e allo scibile dell'universo, e a questo dedicò tutta la sua esistenza, nel tempo in cui la terra era giovane esso studiò le trasformazioni della materia e dell'energia, percepì la presenza dei pianeti e delle stelle e scoprì sé stesso ed il suo passato.

Passarono incalcolabili soli e lune dal giorno in cui fu piantato il suo seme quando l'Albero prese coscienza di sé, esso aveva visto ed appreso molto dalla Terra, davanti a lui erano sciamate le immense creature ricoperte di pelle lucida, ma esse non lo interessavano e lui non interessava loro, le creature che mangiavano gli altri alberi cambiavano direzione alla sua vista. Anche le immense creature però erano destinate a scomparire dal suolo della terra, un altro Evento, diverso da quello che colpì la Razza ma egualmente disastroso, si scatenò sulla terra. In quel frangente le fronde vermiglie dell'Albero furono investite da fumi terrificanti e le sue radici inzuppate di veleno. L'Albero non può scordare, per questo fu creato, Lui non dimenticò la sofferenza ed il veleno, lo racchiuse dentro di sé e diventò corrotto e malato.

Il secondo Evento aveva ferito l'Albero molto profondamente, ormai delle immense creature non rimaneva nulla fuorché ossa marce, ora solo piccoli esseri insignificanti attraversavano la terra secca e mutilata.
Passarono altri soli ed altre lune e mentre la vita si riprendeva dalle piaghe causate dall'evento l'Albero continuava a marcire nelle sue parti più infime, creature più intelligenti si aggiravano tra le pianure ma l'Albero che un tempo era interessato a scoprire la vita ed ogni aspetto della sapienza dell'universo ora covava dentro di sé solo malvagità e rancore ed aspettava una buona occasione per riversarli nel mondo.

Un giorno L'Albero percepì delle creature molto anomale, risvegliavano qualcosa nella sua ancestrale memoria ma non riusciva a capire cosa, le creature si avvicinarono a Lui ed egli poté sondare meglio la loro consapevolezza, nei loro cervelli percepì lo spirito dell'antica Razza e ne fu interessato, lui li attirò a sé e li spinse ad avvicinarsi, le loro menti erano confuse e primitive, pronte per essere plasmate.

L'Albero impazzito trovò così un modo per liberare il marciume che albergava dentro di lui ed attirò a sé molti di quegli esseri che formarono una tribù, gli esseri si riunirono nelle caverne vicine all'Albero e lui li nutrì con tuberi e radici e deviò i corsi d'acqua per dissetarli. Quegli animali bevvero l'acqua e mangiarono i tuberi infetti dell'Albero, questi cibi li spinsero ad una simbiosi ancora più profonda con l'Albero ed essi diventarono selvaggi e violenti, costruirono sudicie capanne di fango e di paglia vicino all'Albero e lì vissero e figliarono nutriti e condizionati dal potere dell'Albero

Tribolazioni:

L'Albero impazzito scoprì delle ulteriori comunità di creature, ma esse erano troppo lontane per essere raggiunte dai suoi poteri, anche le creature che vivevano ai suoi piedi adorandolo scoprirono queste comunità e decisero di andare a visitarle. Allora i maschi imbracciarono mazze e bastoni e si diressero ad una delle comunità vicine, essa sorgeva sulla riva di un fiume e non vi erano più di un centinaio di creature ad abitarla, allora i maschi uccisero i giovani e gli anziani e rapirono le femmine, una volta tornati all'Albero chiesero a lui cosa fare e lui gli disse di figliare con le donne rapite e di divorare i maschi e gli anziani, e così essi fecero.

La Tribù dell'Albero così crebbe in numero e in crudeltà, i maschi organizzavano spesso cacce contro gli umani delle altre tribù e comunità vicine, era loro abitudine rapire le donne e cannibalizzare i maschi, come detto loro dall'Albero, e così fecero.

Trascorsero alcune generazioni però che le tribù rimaste sulla sponda del fiume si coalizzarono spaventate dal pericolo della Tribù dell'Albero e tesero una trappola ai loro cacciatori, li aspettarono una notte negli arbusti del deserto e li uccisero con le lance, le mazze ed i bastoni, i maschi della Tribù pure si difesero arduamente ma vennero tutti massacrati. La coalizione era decisa anche ad assaltare il villaggio ed a bruciare le sudicie baracche con le torce ma l'Albero fece in modo di allontanarli.

La Tribù dell'Albero allora rimase debole ed a lungo tempo non si sentì più parlare di essa.
  
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